Si, sta nevicando. Una volta, la neve ci terrorizzava terribilmente, ci paralizzava. Ora non ho neanche la caccia a distrarmi, solo la mia disgrazia mi tiene compagnia.
Questo inverno non è tanto freddo. In altre circostanze, non mi avrebbe terrorizzata troppo. Quello dei miei 12 anni, quello che superai grazie al pane di Peeta, quello sì che era tremendo.
Il vento non è forte, quasi mi accarezza i capelli, ed io inalo il familiare e caldo odore del bosco.
Almeno in questo posto, non è cambiato nulla. Gli Hunger Games non hanno trasformato questo posto, che forse è l'unica cosa immutata di tutto il Distretto 12. Forse Haymitch ha una teoria. Ultimamente, cioè nella sua nuova vita da quasi-sobrio, passa tanto tempo a discutere della politica e di altra roba del genere, roba che non mi interessa.
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Lo vedo salire le scale, avvicinarsi, e il suo sguardo basso e la maschera di terrore sul suo volto mi dicono che non potrò ucciderlo. Lui ha, in un certo senso, ridato la vita a me, mia madre e Prim: non potrei mai togliergliela. Sono troppo in debito con lui.
L'odiosa voce di Effie sta squittendo di nuovo, e, nel momento in cui sta per procamare me e Peeta ufficialmente i Tributi del Distretto 12 dei 74° Hunger Games, una voce si alza, tra tutte le altre.
Una voce che conosco, e non mi faccio neanche pena di ascoltare, perchè so già cosa dirà, lo so, lo so, lo conosco troppo bene.

E così, Ron stava con Lavanda. E io che per 2 anni avevo creduto che ci fosse qualcosa... tutti quegli sguardi, tutti quei sorrisi... mi ero immaginata tutto? Pareva di sì.
Lasciai la Sala Grande prima degli altri, quasi tremendo di rabbia, nervoso, umiliazione: Ron quasi non se ne accorse, tutto preso com'era a baciare Lavanda con foga, davanti a tutti, e Harry, forse capendo che volevo stare da sola, si limitò ad osservermi e salutare. Fui grata che non domandò o aggiunse altro: avrei perso il controllo dei miei nervi nel giro di pochi secondi.
Volevo scappare. O scomparire. Volevo stare sola.

-- Ero tornata nel mio Distretto da poco, dopo aver vinto assieme a Peeta i 74° Hunger Games, e non vedevo Gale da un pò.
Cioè, sì, ci vedevamo, ci scambiavamo cibo e ci salutavamo, ma null'altro. Era tanto che non parlavo veramente con lui, probabilmente per la questione dell'idillio nell'arena con Peeta.
Sospettavo che non avesse gradito.
Così, quando entrai nel Prato del mio distretto, feci una bella passeggiata. Camminai per ore,finchè non raggiunsi -non so come- il punto imboscato in cui io e Gale ci appollaiavamo sempre. E' nascosto ma la visuale è ottima. Appena mi avvicinai, notai una sagoma. Di spalle. Gale.
Mi avvicinai a lui tremando, e per questo mi sentii sicuramente, ma non si voltò. Mi sedetti accanto a lui, su una roccia.
"Ciao." ,dissi.
Non rispose, nè mi guardò quando cercai il suo sguardo. Sospirai.
"Gale."
Si voltò, e notai la luce dei suoi occhi, fioca. Era triste.

Draco cade in depressione quando Hermione abortisce spontaneamente... E ora che il loro equilibrio è minato e rovinato per sempre, cosa faranno? Di chi è la colpa?

-- "Resta", sussurrò, non sciogliendo la presa, nonostante io l'avessi già allentata.
Mi ristrinsi a lui, respirando l'odore familiare della sua pelle.
L'odore che mi salvava dagli incubi quasi tutte le notti.
Sentivo le sue mani calde sulla mia schiena, e nonostante odiassi essere toccata, le sue mani erano tra le poche eccezzioni. Accettavo di buon grado di essere toccata da Prim, Gale, Cinna, Peeta.
E la metà di loro era morta. Per colpa mia.
Peeta mi diede un bacio sul collo, e, allontanandomi da lui, lo baciai in bocca. --

Eccolo, finalmente. Il giorno della mietitura. Avevo atteso quel giorno da mesi, anzi, da un anno. Perchè ogni anno, ogni volta che non venuva sorteggiato il nome mio o di mio fratello, tiravo un sospiro di sollievo, ma già mi preparavo a immaginare l'orrore se l'anno successivo fosse stato scelto uno di noi.
Lui, Thomas, mio fratello, aveva buone possibilità di salvarsi anche questa volta. Il suo nome era lì dentro solo 3 volte. Io avevo 17 anni, quella sarebbe stata la mia ultima possibilità per finire con la testa fracassata in un'arena. E di bigliettini con il mio nome ce n'erano parecchi. Troppi per farmi sentire al sicuro come mio fratello. Ma mi sarei salvata. Dovevo. Altrimenti mio padre sarebbe rimasto a far cosa, con un figlio 15enne a carico, un ginocchio maciullato e nessuno che faceva tirare avanti la famiglia, nel Distretto 12?
Quella mattina non feci colazione, anche se non si poteva dire che quello della colazione fosse un vero rito: pochi soldi, poco cibo, meno pasti e più scarsi.
Era questo il modo di vivere nel Distretto 12, quasi ovunque.

Sono molto insucura suq uesta storia.. è OOC, abbiate pietà di me! -- "Smettila", aggiunse la ragazza, con decisione. "Non arriverai a prendere decisioni per me, non arriverai a fare le mie scelte e certamente non arriverai a dirmi cosa fare." Fece un altro passo avanti , sapendo di non poter cambiare il loro passato o la loro storia.--

"Era l'ennesimo pomeriggio che Harry era in punizione con Piton. Considerando il tempo mediocre, Ron propose a Hermione di giocare a scacchi: era forse l'unica cosa in cui lei non era la migliore.
In Sala Comune, uno di fronte all'altra, seduti sul tappeto davanti al fuoco, si misero a giocare. "
FF su Ron ed Hermione. Spero che sarà apprezzata e recensita!
Baci :)

E' la mia prima storia sugli HG, abbiate copassione di me e siate clementi! >
Ps: non è che qualcuno può dirmi come fare a inserire, tra i protagonisti, 2 nomi e non solo uno? Sono negata per la tecnologia! xD

Ciao a tutti, ecco una nuova creatura uscita dalla mia testa.. Spero apprezzerete e commenterete.. Ah, è OOC! -- Allo specchio, si stava sistemando i capelli vaporosi, quando sentì la tenda aprirsi con uno scatto. Si voltò e vide lui.
I suoi occhi.
Sembravano in fiamme, stavano bruciando.
Sì, a me, si disse con un misto di disperazione e sarcasmo.

Quando sentì la serratura scattare, si alzò e automaticamente si toccò il fianco, per prendere la .. la bacchetta. Già. Quella a cui aveva rinunciato un anno prima. L'istinto automatico di afferrarla ad ogni pericolo non le era ancora passato.
La porta si aprì e apparve probabilmente l'ultima persona che avrebbe mai immaginato l'avrebbe cercata.

Breve storia su Draco ed Hermione, con stralci di alcuni momenti della loro vita..
-La cosa sui ragazzi che si amano- , disse gracchiando. Lui stava per morire, se lo sentiva. I suoi arti gli dolevano, la sua voce era rauca, le ossa doloranti, come se qualcuno lo avesse distrutto senza pietà. Era vecchio, e la sua lo stava abbandonando. -La cosa sui ragazzi che si amano- ,ripetè Draco, ma senza riuscire a finire la frase. Voleva aggiungere qualcosa, ma non riusciva a ricordare che cosa.

Corta e romantica, questa storia mi piace tantissimo,anche se è OOC!
-Cosa vuoi, Granger?- Domandò, disgustato. -A proposito di ieri, ti posso spiegare.- La ragazza cercò di avvicinarsi, ma si accorse che non era quello che lui voleva. -Per favore

Cortissima Drabble su Draco ed Hermione, nata vedendo un'immagine.. E' decisamente OOc, ma spero che apprezzerete ugualmente! Hermione prespirò profondamente, con gli occhi umidi e le guancie bollenti,imbarazzata. -Beh ... sì ... questa è solo logica, voglio dire ... non provo dei sentimenti verso Ron, e hanno semplicemente seguito....- Farfugliò, sapendo benissimo di non riuscire a imbrogliarlo..