“Allora Sev? Cosa vedi?”
La bambina dai capelli rossicci si sporse in avanti impaziente, cercando di vedere oltre la spalla dell’amico.
Questo non rispose, rapito dall’immagine che lo specchio insistentemente gli rimandava.

Un grido lo fece sussultare nel profondo: la sua difesa si sgretolò dinanzi ad esso…
E a quel punto lo vide…
Lui ci aveva provato con tutte le sue forze, si era sforzato di immaginarlo ..
Storia classificatasi II al contest "Al parco..." indetto da Amrlide.

[...]Occhi di giada fautori di una muta promessa dolorosamente sigillata. E ancora una volta a caro prezzo mantenuta.[...]

[…] Nelle settimane successive alla morte di Ledger, Jake Gyllenhaal si è chiuso nel più stretto riserbo, non rilasciando dichiarazioni; persone a lui vicine dichiarano che la scomparsa dell'amico è stata un fortissimo shock per lui, difficile da affrontare. […] - Lievemente SHOUNEN AI -

[Alec] "Nel profondo di ognuno di noi si nasconde il bambino che siamo stati. Questo bambino costituisce la base di quello che siamo diventati, di quello che siamo, di quello che saremo." [Dr. Ron Joseph] Storia classificatasi prima al contest Talking About Us, indetto da amimy

“Fammi sapere che lettera ti esce..” e con un’ occhiata maliziosa la ragazza si girò, dandole le spalle. Che lettera esce? Non conoscevo affatto questo gioco umano: come potevano essere collegate le lettere dell’alfabeto con la linguetta della coca cola? Storia classificatasi IV al contest "Pulizie di Primavera S.V."

“Papà! Non mi dire che ci credi anche tu!” Con un sospiro rassegnato la piccola Renesmee scosse i soffici boccoli ramati. “Anche io?” “Si! Anche lo zio Emmett crede ai mostri sotto al letto!”

Chiudi gli occhi piano, piano e immergiti nel sonno… chiudi gli occhi piano, piano e nel tuo sonno non dimenticarmi… (Nazim Hikmet) Storia classificatasi 5° al contest "La vita segreta delle parole"

<< Molto divertente Ramoso. >> Lo squadrai. Sentire quel piccolo corpicino morbido a contatto con il mio mi rendeva inquieto: era così fragile e indifeso da mettermi in agitazione. Era pur sempre il mio piccolo figlioccio, non un bambinetto qualsiasi. Allentai quindi un poco la stretta e sfoderai un sorriso rilassato. << Non fare tanto l’indifferente Ramoso. Tu eri mille, anzi cento volte più imbranato di me la prima volta che ti ho visto con il frugoletto tra le braccia >> << Mmh.. Può darsi >> mi unii alla sua risata.

<< Ok >> rispose con un sussurro. << Dove e quando? >> << Tra dieci minuti. Poco fuori il villaggio. Non voglio che nessuno sappia la missione che ti ho affidato >> Una smorfia alla parola “missione” distorse il volto del jonin. Non la si poteva certo definire missione quella di attentare alla vita del quinto Kazekage! Nonostante la disapprovazione fosse chiaramente leggibile negli occhi di Kankuro, questi non emise un fiato e lentamente si congedò.

<< Chissà se.. >> Debolmente i due campanelli, ancorati alla tuta da jonin, suonarono nell’aria. << No.. Non credo. Impossibile. >> A lui stesso ci erano voluti tredici lunghi anni per capire. Comprendere cosa gli aveva gridato Obito quella fredda notte di novembre. Per loro non sarebbe stato diverso: erano dei ragazzi appena usciti dall’Accademia, attaccati a quello stupido concetto secondo cui la riuscita della missione viene prima di tutto.

Cosa succederebbe se un giorno come un altro i Tokio Hotel,o peggio ancora lo stesso Bill,capitassero su questo sito di fanfiction e provassero a leggere quante fanfiction glielo permettesse la loro conoscenza linguistica???

Quattro ragazzi ancora inesperti nell’affrontare il successo che li ha travolti come un fiume in piena, un manager stufo marcio di fare il babysitter e una ragazza che necessita di essere definita tale… Condite il tutto con un po’ di sano umorismo ed ecco a voi la mia seconda long- fiction sui Tokio Hotel! “E’ accaduto circa due anni fa… Non voglio provare a ricordarlo mai più…” * “Sin dal primo anno ecco.. ho avuto un debole per te” Non riusciva a guardarlo negli occhi, la lunga frangetta nera li ricopriva, vergognosa. Il battito era ben percepibile.. “Ma tu dovresti saperlo… IO ODIO LE RACCHIE” … …Io ODIO le racchie… Racchie.. RACCHIE… Un rumore sinistro, di vetri andati in frantumi riecheggiò nel corridoio…

Vagando fra le scartoffie del pc ho ritrovato per caso questa piccola one-shot, una delle mie primissime storie assieme alle altre di harry potter che ho pubblicato qui. Non l'ho voluta modificare in alcun modo, per mantenere vivo il collegamento fra il "vecchio" e il "nuovo". protagonisti della storia sono Percy e Fred pochi attimi prima e dopo lo scontro finale. I commenti sono ben accetti^^

...Per vivere c'è bisogno di avere una ragione, altrimenti sarebbe come essere morto. Ci ho pensato per parecchio tempo e alla fine sono giunto alla conclusione che io vivo per uccidere tutti eccetto me. Finché su questa terra esisteranno persone da uccidere facendomi provare l'immensa gioia di esistere, io non scomparirò...