Dopo un'eternità di tempo mi accingo a recensire di nuovo (e questo è il solo accenno che faccio al mio ritardo cronico, lo prometto XD) questa storia meravigliosa, in cui ogni nuovo capitolo porta con sé una miriade di nuove travolgenti emozioni... e non solo la prima volta che lo leggi! Ogni singola volta che lo rileggi XD.
Come nel caso di questo capitolo.
La prima cosa che mi ha colpito è la capacità che tu hai di dare vita ai personaggi, anche alle cosiddette comparse, anche al villain e dargli quello spessore e quelle sfaccettature che lo rendono umano, di carne e sangue, e non una semplice macchietta o un tradizionale "comic book villain", la cui ragione d'essere si riduce al semplice "voglio conquistare il mondo".
Pur non fornendogli una triste storia, un background difficile, una giustificazione qualsiasi che potrebbe rendercelo simpatico in qualche modo, umano, riesci a rendere Schmidt vero e credibile, specie nel momento in cui ne analizzi sensazioni e, perché no, paure e fragilità. Sì, perchè anche i cattivi hanno un'anima, hanno istinti e provano sensazioni, belle e brutte. Senza per questo diventare necessariamente buoni, o simpatici o ispirandoci empatia.
Schmidt è proprio così. Nazista convinto, superuomo con il mito del superuomo e della razza superiore, nulla mi ispira più orrore e disprezzo in un essere umano. Ma Schmidt è comunque un essere umano (anche se non ne ha più le fattezze fisiche) e come tale tu lo presenti, analizzando la sua smania di potere, il suo delirio di onnipotenza, ma anche il suo terrore paralizzante di fronte a Thanos, il suo sentirsi una piccola, impotente formica al suo cospetto e il dolore, cieco e soffocante che lo avvolge con il tesseract, con Thanos e con Loki stesso. In breve Schmidt non mi ispira simpatia, né empatia, anzi continua a starmi cordialmente sulle scatole, però lo sento e riesco ad immedesimarmi in lui.
E questo secondo me deve fare un vero scrittore, creare quella "sospensione dell'incredulità" come diceva Coleridge, sia nei confronti dei buoni, sia nei confronti di tutto il contesto della storia, sia nei confronti dei cattivi.
C'è bisogno di dirlo che tu sei una grande scrittrice? -__^
La seconda cosa che ho amato in questo capitolo, è quando descrivi la figaggine assoluta di Loki attraverso gli occhi del nemico, cioè attraverso Schmidt. E' una cosa che mi ha sempre fatto impazzire quando un personaggio che detesta cordialmente un altro personaggio, che non ha nessun motivo per tesserne le lodi, si ritrova, suo malgrado, ad elogiare, anche se in maniera tortuosa, il proprio nemico.
Come qui appunto. Quando Schmidt realizza che forse ha sbagliato a provocare un essere tanto superiore a lui in tutto, quando si accorge con orrore assoluto che l'ha combinata davvero grossa stavolta, quando comprende che:
"Aveva sfidato un dio."
Quella frase, scritta così, in grassetto, isolata dal resto, scritta a capo, mi ha fatto scendere un brivido lungo la schiena. Lentamente. Mentre mi ripetevo nella mente quelle parole. Perché sì, Loki è un dio. E anche io, con tutto il mio viscerale amore per lui, tendo a dimenticarmelo. Troppo spesso, in troppe fiction Loki viene rappresentato come la vittima, spesso penitente, spesso ridotto alla sottomissione da indicibili torture. Non voglio negare che adoro l'angst e che molte di queste storie mi piacciono, sarei ipocrita, però il "tuo" Loki rimane in piedi, pur avendo subito torture fisiche e psicologiche e pur avendo perso gran parte della sua sanità mentale, resiste nonostante tutto e mantiene la sua forza, il suo orgoglio, la consapevolezza di essere sempre e comunque un dio. Il "tuo" Loki è totalmente IC, fedele al Loki cinematografico, che piange sì, ma piange sempre e solo lacrime di rabbia, o meglio rabbia mista a dolore, ma un dolore contenuto e virile. Non è un bambino piagnucoloso insomma.
Quelle parole di Schmidt che grondano timore (terrore) reverenziale nei confronti di qualcosa di così grande e incommensurabile per lui che è solo un misero mortale, che ha voluto giocare a fare il dio, a fare il superuomo, mi hanno insieme esaltata e appunto ammutolita, ricordandomi chi fosse veramente Loki e del perchè amassi follemente questo disperato, magnifico bastardo XD.
Due parole su Tony, che conosce il suo ritorno alla vita, la sua rinascita (da cui il titolo del capitolo): bellissima la sua confusione e forse anche un pizzico di delusione per Loki, che non pensava potesse cadere tanto in basso da cercare di prenderlo contro la sua volontà (bellissimo il commento sulla correttezza delle loro schermaglie, da cui traspare che Tony ha sempre avuto la consapevolezza che di questo di trattasse appunto: di schermaglie, in cui entrambi i contendenti si divertivano a scontrarsi, a sfidarsi, ma senza mai attraversare certi limiti invalicabili, in cui c'era rispetto e quasi "simpatia" tra i due.)
Ho apprezzato anche il riferimento al fatto che Tony, essendo Tony Stark, playboy ed esteta, non può negare l'attrazione fisica (e non solo) che prova e ha provato per il dio. Nonostante tutto. E non nega che forse avrebbe potuto anche succedere qualcosa fra loro due.
"Ma non così."
Quanta dignità, quanto ritrovato amor proprio in quelle tre parole! Tony è tornato. Tony è deciso a lottare,a difendersi, quindi ha accettato (più o meno consapevolmente) che c'è ancora qualcosa in lui che vale la pena di proteggere e difendere, che non è morto dentro, che non è un cadavere che cammina, uno spettro.
Il riappropiarsi di quel coltello, che aveva invece abbandonato l'altra volta, è il riappropiarsi della propria vita.
Magnifico capitolo. Eccezionale. E Loki non è nemmeno presente XD
A presto
Romina
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