Recensioni per
Nel ventre della Zebra
di Ita rb

Questa storia ha ottenuto 101 recensioni.
Positive : 101
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/07/14, ore 22:14

Ho letto questo capitolo tutto d'un fiato, praticamente senza mai fermarmi. Ho avuto un po' di difficoltà per via dei margini larghi, ma non c'è stato niente che sia riuscito anche solo per un attimo a distrarmi. I tuoi personaggi cominciano già a delinearsi tra le righe, soprattutto Miska. Miska che si definisce come un cane. L'ho adorato fin da subito, il tuo protagonista, e in un certo senso ho quasi detestato Elia per la freddezza con cui lo ha trattato. Nonostante il tuo stile complesso, che necessita di assoluta attenzione, ho compreso subito il motivo del paragone. I cani sono fedeli, i cani amano e donano se stessi al proprio padrone, fino ad annullarsi. I cani ti seguono sempre, diventano quasi l'ombra della persona cui appartengono, darebbero la vita per lei, e soprattutto sono felici, sono felici anche quando magari non lo sono davvero, perché in fondo sentono che, se vogliono far star bene chi amano, non possono essere tristi loro. Ed è quello che fa Miska: Miska che, pur soffrendo dentro di sé, cerca di dire ad Elia "Sto bene, lo sarò se starai bene tu", e non ci sono parole migliori, non c'è comportamento migliore per descrivere l'amore, il vero amore. Amore che sarà anche "malato" (non per la coppia, sia chiaro, quanto più per quella bellissima dipendenza da Elia che ha Miska e che in un certo senso potrebbe portare alla sua distruzione), ma che esclude qualsiasi altra cosa e che non può non essere considerato l'essenza di tutto. Miska si chiede il motivo - il cuore. Ebbene, il motivo è Elia, il motivo della sua esistenza è l'amore. Sarà una risposta scontata, però è la verità, e sta a noi renderla originale, sta a noi renderla nostra, renderla speciale ed unica. Non so cos'altro dire, perché hai un talento che io non mi sognerei neppure di avere, e, anche se questo romanzo non è un romanzo facile (né pretende di esserlo), nella sua complessità si fa amare, si fa comprendere fin da subito.
Leggo subito il prossimo!
(Recensione modificata il 25/07/2014 - 10:16 pm)

Recensore Veterano
25/07/14, ore 21:38

Perdonami se recensisco solo ora, ma tra la scrittura e i margini che non mi permettevano di leggere adeguatamente sul telefono, ho tardato un po' ad arrivare. Premetto, innanzitutto, che desideravo leggere il tuo romanzo da tempo. È difficile che lo slash mi piaccia, non per il tipo di coppia in sé quanto più perché raramente viene trattato bene (ne ho pochissime, di storie, tra preferite/seguite/ricordate), però il tuo, già dall'introduzione, è stato in grado di catturarmi, di assorbirmi totalmente, visto che promette tutto ciò che hai detto nella note. Compio diciott'anni quest'anno, anche se non è la prima volta che leggo una storia a rating rosso, e alcuni argomenti mi turbano un po'. Tuttavia, ora non c'entra; l'ho detto solo per farti capire quanto tu sia stata capace di farmi commuovere per il modo in cui il tuo protagonista è stato presentato in questo primo capitolo. È presto per azzardare giudizi, però c'è una frase che ho adorato, una frase che mi ha costretta ad avere gli occhi aperti per tutta la lettura.
"Le storie hanno un inizio e una fine; eppure, questa è priva di entrambe."
Credo si celi una spaventosa verità dentro queste parole, una verità che non mi è ancora chiara e che soltanto andando avanti potrò comprendere pienamente. È il preludio di qualcosa che compare all'improvviso, che ti prende e ti cattura, e che alla fine ti lascia distrutto, del tutto distrutto. Come un fulmine a ciel sereno. Questa premessa spazza via ogni dubbio, dubbi che già non c'erano prima: ovvero che questo romanzo non rappresenterà affatto degli scorci di vita "rosa e fiori" (per intenderci), ma tutt'altro. Quei volantini sparsi nel vento li immagino tuttora, mentre scrivo questa recensione. Perché non potevi scegliere metafora migliore per descrivere il turbamento che prova il tuo protagonista. Si sente smarrito, si sente perso. Però, più di ogni altra cosa, non si sente... considerato, quasi fosse invisibile. Chi non ha mai stracciato un volantino e poi buttato per terra? A volte lo facciamo anche senza leggerlo, senza neanche dargli un'occhiata. Ed è questo che ho percepito nel tuo protagonista, nonostante io non sappia dire fino a che punto le mie impressioni siano giuste o sbagliate: pur non conoscendolo, tutti lo giudicano e lo ignorano. E non è neanche questione di "conoscere", ma di capire, di vedere. Nessuno si degna di andare fino in fondo, nessuno si degna di andare oltre quell'etichetta che ha cucita addosso, sulla pelle, nella carne.
Per quanto concerne l'ambientazione, nonostante il tuo stile volga più all'introspezione che all'azione e alle descrizioni, sei stata comunque in grado di rappresentare delle strade deserte, sporche, sporche come chi ci abita o chi le frequenta, e soprattutto "reali". Rispecchiano totalmente quel che ospitano tra le facciate delle case.
Ricollegandomi al tuo stile, non posso che farti i miei complimenti: non è semplice, però nella sua complessità riesce anche a rendersi chiaro; spesso ti lasci andare a considerazioni, o forse più che considerazioni a messaggi che vuoi trasmettere e che traspariscono facilmente dal testo. Normalmente non è uno stile che mi piace, forse perché, leggendo soprattutto fantasy, preferisco e sono abituata a quello narrativo (dove l'introspezione si riconosce nei dialoghi e nelle azioni dei personaggi), ma ti sei distinta, sei stata capace di renderti affatto banale. Bisogna avere talento per adottare una simile metodologia di scrittura, talento e consapevolezza di ciò che scrive, e tu indubbiamente ne hai.
Continuo subito la lettura e recensisco il prossimo capitolo.

Recensore Veterano
24/07/14, ore 21:19

Ciao.

Inutile dire quanto ho adorato questo capitolo. Inutile dire quanto adori questa storia e quanto mi dia ogni frase e ogni paragrafo. Ogni parola sembra nata per far vibrare certe corde della mia anima. Tu lo sai. Io lo so e andiamo avanti.

Scappare, volare via. È questo che vuole Miska ed è davvero toccante come cerchi in ogni modo di convincere Elia, così strettamente ancorato a persone tossiche, situazioni tossiche, a una vita tossica. E non solo per la questione della tossicodipendenza: è come dice Miska, sono sciocche abitudini. A volte siamo davvero legati a questioni idiote e non ci proviamo neanche a tagliare il cordone ombelicale per paura di chissà che cosa. Anzi, la paura ha un nome: cambiamento. Il cambiamento fa paura. Conoscere altre persone e forse pensare che saranno peggiori di quelle che conosciamo, che sono spaventose, ma che almeno conosciamo. A differenza sua Miska è così accecato dall’idea di andarsene (soprattutto per salvare Elia) che non ci sta. Ci vuole qualcosa di radicale a volte. Nella vita reale non basta la forza di volontà per cambiare le situazioni, è una favola che viene raccontata da chi ha la possibilità di fare le cose. A volte sei solo legato, incatenato e deve arrivare qualcuno con una bella mannaia, neanche con una chiave, a liberarti. È così che ho interpretato quello che accade dopo, che non voglio scrivere perché magari spoilero e non è piacevole o almeno, so che ti dà fastidio.
Tutto quello che accade è opera della rabbia a lungo trattenuta di Miska, nei confronti di Asko, nei confronti di Kai, nei confronti di una vita che nessuno meriterebbe di vivere. Devo dire che non ho goduto, ma che non mi sono neanche strappata i capelli. È stato semplicemente giusto. Giusto nella sua ingiustizia.
La loro fuga potrebbe essere la fuga di chiunque, nel senso che a loro modo incarnano un’umanità in cerca di riscatto, di serenità, di tranquillità. Leggendo di loro, ho visto davanti a me persone che conosco e che avrebbero dato qualsiasi cosa per fuggire dalla loro attuale situazione, il bello della tua storia è questo: riflette un angolo di umanità, non parla solo di due persone, di implicazioni sociali in modo crudo. Hai sempre detto che vuoi comunicare un messaggio universale e la tua storia è davvero universale, è la cosa più umana, in ogni senso, che abbia mai letto.
Come al solito mi sono lasciata andare a riflessioni, forse al di fuori del capitolo, ma è per farti capire cosa significa la Zebra per me. Inutile dire quanto lo stile sia perfettamente azzeccato, sei riuscita a comunicare pace e ansia allo stesso tempo nella prima parte e poi la confusione della follia rabbiosa nella seconda.

Miska è sempre più reale, Miska è parte del mio cervello ormai e mi sento di ringraziarti. Grazie per aver condiviso questa storia su EFP, in modo che potessi leggerla.

Davvero complimenti, non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo.
Un baciottolo.
Selene.

Recensore Master
22/07/14, ore 21:01

Eccomi, il mio fugace ritorno, non perché non voglia leggere questa storia anzi, ma perché mi fa male ogni volta che la leggo. Non va presa come una cosa negativa ciò che sto affermando, ma come tutte le cose che mi piacciono, che mi fanno provare emozioni forti, tendo sempre a razionarle in piccole dosi, perché ho sempre paura che le troppe emozioni mi inghiottiscano e che la zebra mi trascini con se.
Spero che tutto questo farneticare ti faccia capire quanto bella, per me, possa essere questa storia. Io ho adorato tutto ciò che scrivi e che hai scritto, ma questa è qualcosa di palpabile e allo stesso tempo di sfuggevole. Noi non ci limitiamo a leggere, ma noi viviamo la zebra.
Leggendo, mi ha fatto riflettere come Miska, abbia detto che la porta sembrava essersi messa d'accordo con lui. Se ci penso bene, a volte, quasi tutto è in comunione e in accordo con lui, tranne Elia, che spesso fugge da quello che potrebbe essere Miska, ma allo stesso tempo non né può fare a meno.
Questo capitolo è ghiaccio, nel senso che, percepisco le contrastanti emozioni di Miska ed Elia, percepisco, da come tu hai reso il tutto, quelle sensazioni di freddezza, di profonda tristezza e rassegnazione, che ancora non è arrivata allo stremo delle forze.
Miska mi toglie tutte le parole, vorrei dire tante cose, ma mentre Elia lo guardo muoversi attraverso le parole di Miska, Miska lo sento, sento la sua sofferenza. Loro due si mentono, anche se sanno quello che in realtà vogliono dire veramente, ma non dicono nulla, perché sanno che è bene così, ognuno mantiene il proprio ruolo sennò si distruggerebbe quel malsano equilibrio, ma forse, penso che Miska vorrebbe che andasse in frantumi per qualche secondo, giusto il tempo per poter vedere Elia lontano da quel mondo atroce e allo stesso tempo, desidera che tutto rimanga incontrastato: l'unica cosa che non deve cambiare nel suo mondo, nella sua esistenza è Elia.
Miska è il cane, ma Asko mi sembra il cane più grosso che insegue un altro cane, c'è qualcosa in Miska che lo fa andare ai pazzi, qualcosa che lui non riesce a controllare, per questo credo che voglia annientarlo, sopratutto psicologicamente.
Nel fare quelle domande a Miska, ho trovato dell'ingenuo sadismo da parte di Elia, forse mi piace vedere la cosa come se lui si fosse preoccupato per il coinquilino, ma non so effettivamente perché Elia, nonostante sapesse ha chiesto i dettagli a Miska.
Miska lo tratta come fosse cristallo che deve rimanere intatto, ma Elia è già stato fatto a pezzi, è già puzzle è già volantino, forse il caro Miska, vuole cercare di salvare il salvabile (?) O forse cerca semplicemente di cercare una felicità sfrenata macchiata di nero che sfugge dalle loro mani.
Elia è anche una fragile principessina capricciosa (non lo dico con disprezzo, ma solo perché ho associato la parola Cenerella) anche se credo che la Cenerella intesa da Miska, sia quella ricoperta di fuliggine.  Elia non fa i capricci con nessuno, li fa solo con Miska, se Miska alza la testa, lui si sente male e questo non fa altro che instaurare un circolo vizioso che non fa altro che portare Miska a dire sempre: Va tutto bene.
Questa tua storia è davvero ricca di ossimori, mi piacque molto quello che più o meno diceva: i ricordi bruciano nella gola (non sono esattamente le stesse parola, ma bruciano nella gola, me lo ricordo bene è un'immagine che mi ha colpito) Miska stesso, secondo me è un ossimoro, è una contraddizione vivente. Forse è questo il bello di lui, quella sensazione che dà di vuoto sotto ai piedi, per lo meno a me arriva così.
La tua storia, corrode, come sono corrose le pareti della casa di Miska ed Elia. É una storia attraente e respingente al tempo stesso. Io lettrice mi sento intrusa perché sento come se stessi invadendo il loro spazio, la loro intimità e allo stesso mi sento l'ospite che vive tutto tramite gli occhi di Miska.
Miska è il suo elettrone, a volte mi sembra come se Miska fosse la vittima di Elia ed Elia sembra il suo carnefice, come a volte sembra ribaltarsi la situazione.
Spero di non essere stata confusa, ma la carica emotiva di questa storia non è indifferente per me, spero di non essere stata fraintendibile in nulla, che il mio punto di vista sia stato chiaro e ben definito dalle mie parole.
La tua storia è senza ombra di dubbio bellissima, lo dirò ogni santissima volta, amo questa storia, anche se mi lascia a terra, senza forze, come se il vento potesse portarmi via da un momento all'altro e forse è proprio per questo che amo: Nel ventre della zebra.
Alla prossima!

Recensore Veterano
22/07/14, ore 14:25

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Perché segnalo Nel ventre della Zebra?
Perché è una di quelle storie scritte così bene e con uno stile così unico che è impossibile non vederla inserita nella sezione dedicata alle storie SCELTE del sito.
La parola parla chiaro: "Scelte".
Le storie scelte devono essere quelle adatte al raggiungimento di uno scopo, lo scopo di quella sezione è garantire una certa qualità e questa storia non è solo qualitativamente elevata, ma è una di quelle che ti strappa il cuore dal petto e che non ti fa pensare ad altro per tutto il giorno dopo che l'hai letta.
In questa storia c'è tutto: senso, dolore, amore, vita seppur difficile.
Credo che ogni storia serva ad intrattenere un "pubblico", i lettori, ma quando riesce a farti riflettere e a farti provare emozioni allora, in quel caso, diventa una "storia scelta".
Su efp siamo in tanti e ognuno di noi ha il diritto di aprire quella sezione e trovarci ciò che si aspetta e questa storia merita quel posto.
Non mi dilungherò scrivendo un riassunto né un elogio, ma vi chiedo semplicemente di aprirla e di prendere seriamente in considerazione questa segnalazione.
Vi basterà leggere le prime righe per scoprire la meravigliosa ed elegante capacità di Ita_rb.
Queste vite raccontate in queste pagine devono ricevere l'attenzione che meritano. L'autrice cura i suoi personaggi con estremo amore e dedizione e merita di essere premiata per il suo impegno, per la sua bravura unica.
Non so cosa altro dire, quindi concludo sperando che questa segnalazione possa essere presa seriamente in considerazione.
Grazie.

Recensore Junior
21/07/14, ore 13:50

Ciao Ita, rieccomi qui dalla Zebra. La prima parte del capitolo è focalizzata sul sentimento devastante e malato che Miska prova per Elia. E' così puro e allo stesso tempo immorale da mettere i brividi. Miska tenta ancora di convincere la sua Luna ad andarsene dal quel posto, a viaggiare verso Helsinki, ma come ti dicevo nella recensione precedente non credo che questa sia la soluzione giusta. E' come se andandosene i due ragazzi lasciassero qualcosa di irrisolto, come se andassero verso la fine certa. C'è qualcosa che li tiene ancora attaccati all'orrendo posto in cui vivono, alla situazione degradante, e non riesco a capire bene se sia la droga, Kai, Asko o che cos'altro.
D'altro canto Miska continua a pensare a modi diversi per fuggire, tra i quali vendere la droga che Asko ha dato loro e usare i soldi per scappare.
La scena dell'arrivo di Kai segna il punto di non ritorno per Miska. La sua voglia di scappare da quella situazione è talmente tanta che dichiara di voler uccidere Kai, di volersene davvero sbarazzare. Come dicevo la rabbia nei confronti del suo ex amico è più forte che quella nei confronti di Asko. Kai l'ha tradito.
Anche in questo capitolo vedo Miska tirare fuori le unghie e trascinare Elia dietro di sé, intimandogli di rispondere e di dire ad Asko che va tutto bene. Miska non ha nessun rimorso per quello che ha fatto, è convinto di essere nel giusto, mentre Elia singhiozza e piange e dimostra finalmente le sue debolezze.
Adoro questo Miska che finalmente prende in mano la situazione e risponde ad Asko, denigrandolo e sbeffeggiandolo come lui ha sempre fatto. Ora è Miska ad essere dalla parte di chi ride, perché ride bene chi ride ultimo.
Immagino che questo capitolo sia la conclusione della prima parte e che ora vedremo la "nuova vita" di Elia e Miska ad Helsinki.
Sono molto curiosa e ti rinnovo i complimenti che non ripeto per non essere sempre monotona.
Un bacione, Paola.

Recensore Junior
21/07/14, ore 12:31

Ciao Ita, questo capitolo mi è piaciuto molto e cercherò di spiegarti il perché in modo esauriente, sperando che tu comprenda le mie parole. Innanzi tutto vorrei partire con Kai, un personaggio che sembra perso tra le nuvole: non ha idea di che cosa faccia Asko - il suo fidanzato - e non riesco a capire se faccia finta di non sapere/vedere oppure se sia così ingenuo da non rendersene conto. Forse è per questo che Miska lo odia così tanto, lo vede come un cieco, come un ragazzo che non si rende nemmeno conto di quanto male possa fare agli altri il soggetto che ha di fianco. E' proprio perché un tempo erano amici che Miska sente di non riconoscerlo: vede una persona cambiata e questo scatena l'odio in lui. Inoltre Asko è colui che lentamente sta rovinando Elia (come ben sai odio quel personaggio) e ciò non può che aumentare l'odio di Miska nei confronti di Kai. Come può non rendersi conto di ciò che sta facendo? Di ciò di cui vive, droga e prostituzione? 
Credo che Miska provi più rancore e rabbia nei confronti di Kai che di Asko. Semplicemente, Asko gli fa schifo. Mentre Kai una volta era un suo amico e si sente in qualche modo tradito. Spero di essermi spiegata.
Vorrei focalizzare però la mia attenzione sul "dopo" tra Miska ed Elia. Come ben sai anche nella mia storia c'è un personaggio che si fa del male e che implora continuamente di morire (Isadòra in "Kajira"). Essendomi immedesimata più volte in lei, ma anche in Elia, credo di capire che cosa voglia dire non voler avere più nulla a che fare con la vita. Il contesto in cui Miska ed Elia vivono è troppo devastato e la forza di andare avanti ormai ridotta all'osso. In questa occasione però Miska si aggrappa alla voglia di vivere come se fosse un'ancora di salvezza.
Perché sa che se Elia si uccide, anche lui muore.
Per questo tira fuori le unghie e si attacca alla parete del burrone, reggendo Elia con una mano. Sa che se cade la sua Luna, il suo Dio, cadrà anche lui. In questa scena Miska mostra sia la debolezza - che l'ha sempre un po' caratterizzato nel rapporto con Elia - sia la forza. Non può vivere senza di lui ed è costretto a lottare anche per lui.
La sua disperazione sfocia in quei "ti amo" che forse si è tenuto dentro per troppo, sono urla disperate che tentato di far ricredere Elia. La scena conclusiva come sempre è molto onirica. In una vecchia recensione ti dissi che le tue scene erotiche (o che comunque contengono molta passione) sono più introspettive che fisiche. Qui vediamo il dolore di Elia che si trasforma in piacere, perché ormai Elia e Miska si nutrono di questo: dolore. E' diventato il loro pane quotidiano, così come lo sono diventati tutti i sentimenti negativi.
Non so se Helsinki possa fare loro del bene. Non so di cosa potranno nutrirsi fuggendo via, come due volantini. Devono ricomporre i loro puzzle, recuperare tutti i pezzi, e poi finalmente potranno volare via insieme.
Come sempre sei bravissima, ormai non mi stupisco neanche più delle tue capacità, penso che tu sia una delle pochissime scrittrici che riesce a farmi amare ogni parola che scrive. Potresti anche parlare di cose che non conosco e probabilmente ti leggerei lo stesso.
Volevo anche dirti che ho visto l'album dei prestavolto e sebbene li avessi immaginati in un altro modo, li ho trovati tutti azzeccati.
Un bacione,
Paola.

Recensore Junior
11/07/14, ore 01:39

Ciao ♥
Ho letto questo capitolo e ho subito voglia di passare al successivo, però volevo fermarmi anche soltanto a lasciarti due deliranti parole perché ho avuto un amore istantaneo per questo ragazzino biondo. Cioè tipo che mi sono fatta mille flash nella testa che spero prima o poi troveranno risposta *_* Sta con Asko, come, quanto lo ama, cosa sa di lui? Cosa crede di sapere di lui? Che persona ha nella sua testa? Come fa ad essere sconvolto per queste rivelazioni? Che rapporto c'era con Miska?
Mi piace tantissimo! So che questo biondino potrebbe essere potenzialmente un mio personaggio preferito (adoWo chi sta con gli stronzi peggiori *_*).
Un capitolo che spezza di botto tutta la quotidianità di quelli precendenti, che squarcia il ventre della zebra e ora? So di dover avere paura! L'ultima frase non promette niente di buono e corro a leggere il prossimo. ♥

"Mi fanno male i muscoli, perfino la schiena e le gambe, per non parlare del resto; ma ho intensione di ricominciare a muovermi, lentamente, come Elia comanda – perché Elia è Dio e comanda anche quando non apre bocca."
♥_♥

A presto ♥
Kaite

Recensore Junior
09/07/14, ore 12:28

Ciao ♥
Stamattina mi sono detta "Ora leggo un altro capitolino prima di scendere" e invece mi sono ritrovata a dare buca al resto e continuare a leggere ♥. Da dopo quei primi due capitoli di introduzione, questi quattro li ho letti come fossero uno, passando a quelli successivi con fame di saperne ancora, di continuare ad ascoltare questa voce narrante estranea quasi al dolore, a volte descrittiva in maniera oggettiva, come se quello che succede non riguardi davvero il protagonista, che non vive il suo corpo.
Ora che mi guardo indietro, mi rendo conto che il prologo mi sono un po' dovuta sforzare per finirlo, che il primo capitolo mi sembrava ancora senza direzione, ma che è stato bene andare avanti, perché tutto il resto merita sicuramente.
Non ti elemosini a raccontarci di queste due anime, di questi due ragazzi rinnegati dalla società - la protagonista invisibile che non entra neppure in questa storia, eppure c'è, sempre, nel negativo della presenza. Ci sono soltanto loro e il loro universo distorto, le percezioni malate, l'inadeguatezza all'essere vivi. Miska e la sua dedizione totale, ogni intenzione rivolta unicamente al suo padrone; Elia sempre indefinito, lontano. Mi domando se davvero si possa parlare di lui tramite gli occhi di Miska, se in fondo, per questa storia raccontata in prima persona, non si saprà nulla di vero su di lui. Perché lo sguardo di Miska è assoluto e chissà dove finisce l'idea che lui ha di Elia e quanto possa dirci di lui come persona, invece.
C'è Asko che fa il suo ingresso in modo violento e si pone come il terzo vertice di questo recinto, li tiene uniti e divisi insieme. Non è facile restituire un senso di verosimile realtà in trame del genere, con personaggi del genere, eppure credo che tu ci riesca, e in una luce molto personale. C'è lo squallore e la tristezza di questa casa lurida e fredda, abbandonata, che è allo stesso tempo il cuore della storia, l'ambientazione fissa (adoro questa cosa ^^). Ci sono dialoghi spezzati, a volte inconcludenti, spesso rantoli, suoni. C'è questa serie di sentimenti malati che tengono insieme tutti e vi danno forza, senso.
Ci sono frasi che mi hanno colpito tantissimo, e mi rendo conto che decontestualizzarle le uccide, perché la loro bellezza sta a ritrovarsele in sequenza, scendendo, divorando parole, ma voglio riportare alcune, perché è una cosa che a me piace ritrovare nelle recensioni e magari pensare "Aaaww, anch'io adoro quella parte" XD:
"(...) è versatile Asko, perché brilla nel buio, confondendosi con l’oscurità del sole."
"«Di sera, di mattina, di sera, di mattina.»
Continuo: di sera, di mattina, di sera, di mattina, di sera, di mattina. Di sera. Di mattina.
«Che dobbiamo fare?» Mi fermo così, senza un motivo logico, tagliando di netto la cantilena che avevo appena creato, improvvisamente avvezzo a quel suono che annerisce l’anima e smorza la voce nel nulla."
"E mi viene da piangere perché sono orribile, mi viene da piangere perché sono debole."
"L’intonaco è pelle di zebra – una zebra di cartone, una zebra che corre – e noi viviamo al suo interno: le pareti sono le costole rigate, ma tutto il resto è solo sangue; per questo sento il mio fiato sulla polvere che lo riga dall’alto verso il basso."


E boh... c'è una crudeltà infima in quella storia, che poi è la consapevolezza che esistano stanze del genere, con due ragazzi così nel mondo, da qualche parte. E anche se tu nella descrizioni citi la Finlandia a me piace immaginarmi questo racconto senza un luogo, un'ambientazione. Potrebbe essere Helsinki quanto un paesino sperduto in periferia di Mosca, o il freddo potrebbe essere quello che sentono soltanto loro, fittizio, l'ennesima prigione nella loro testa ed essere ovunque e in nessun posto, soltanto in questa topaia abbandonata da tutti.

(Prima che dimentichi XD un paio di refusi ^^)
[nel terzo capitolo] "L’osservo come sempre, lo tropo terribilmente"
[e nel quinto] "Asko mi mette una cannuccia d’argento nella narice e mi da una pacca sulla spalla"

E niente, volevo lasciarti questa citazione da un libro che forse tu già conosci (che io ho amato tantissimo e ho usato per una storia che ha come protagonista due ragazzi votati all'autodistruzione e intossicati un po' come qui ma no). Ci ho pensato con i continui riferimenti al puzzle e alle tessere da incollare, rimettere insieme. Il libro è "In un milione di piccoi pezzi" di J. Frey:

Il Giovane giunse dal Vecchio cercando consiglio.
Vecchio, ho rotto qualcosa.
Com’è rotto?
In un milione di piccoli pezzi.
Purtroppo non posso aiutarti.
Perché?
Non puoi farci niente.
Perché?
Non puoi rimetterlo insieme.
Perché?
È così rotto che non si può riparare. È in un milione di piccoli pezzi
.

Che altro dirti ^^... spero di avere presto il tempo per mettermi in pari, così da riuscire poi a seguire gli aggiornamenti piano piano ^^.
Un saluto,
Kaite

Recensore Junior
09/07/14, ore 01:32

Eccomi di nuovo ^^
Per prima cosa ti segnalo un refuso così stupido che immagino sia sfuggito alle tue diecimilamilioni di riletture xD All'inizio proprio del capitolo: "le sua mani".
Tolto questo, non posso trovare errori nel testo, che segue un po' tutto quello che già c'era nel primo capitolo.
Ci si ritrova ancora in questa atmosfera distorta e malata del protagonista: al limite delle percezioni, al limite dell'irrazionale, al limite della società, di tutto. Continuo ad immaginarmi le scene con una grafica precisa, una metamorfosi continua dalle immagine alle parole, con soltanto brevissimi accenni alla realtà. Un riferimento ai brividi, al freddo, come fossero la cosa meno importante rispetto a tutto al resto, alla Luna, al suo moto, alla dedizione per Elia, all'autodistruzione continua.
Ci sono alcune parti in cui ti perdi, come in vortice di confusione, e blocchi che citerei tutti insieme.
("scheggiato dal vizio altrui nella sua porcellana d’altri tempi" mi sono segnata soltanto questa frase ma ce ne sono tante altre che mi hanno colpita.)

Mi piace la lunghezza dei capitoli, che li rende compatti, un'anima densa. Poi io ho un debole gigantesco per i disagiati alla deriva totale ^_____^ perciò sicuramente non sono oggettiva e non posso che adoWWWare questi due che sembrano contenere una mia serie infinita di kink ^_______^.
C'è anche questa sovrapposizione di presente e sprazzi di passato che collabora a questo vortice di pensieri e chissà che coordinate hanno ognuno, qual è la giusta sequenza.

Mentre leggevo, non so perché, ad un certo punto mi sono fissata sul titolo. Mi è sempre piaciuto molto e per questo l'avevo già tra i preferiti. Oggi durante questo capitolo mi immaginavo questo ventre come una prigione bianca, con le sue grandi sbarre nere che forse sono solo ombre o fantasmi o chissà ^^. Uno di quei quadri africani a negativi di colori. E niente, ora mi è tornato in mente questo piccolo che delirio ♥.

Sul testo, sul serio, non ho proprio niente da dire, cioè anche se ci sono cose che mi hanno un po' infastidita capisco che sono scelte consapevoli e precise da parte di un autore quindi non mi sento neppure di criticarle. Quello che mi ha lasciato davvero perplessa sono state quelle due ultime note finali. Cioè, non so, dopo tanta serietà mi sono sembrate una caduta di stile. Si sente, ti ripeto, lo spessore che ha per te questa storie e l'immenso amore che vi riversi. Si vede che è stata più volte corretta, lavorata, curata nei dettagli, tant'è che esordisci proprio dicendo che era un lavoro pensato per l'editoria.
Quelle due spiegazioni, invece, sempre per mia opnionabile opinione personale xD, fanno tanto libro di narrativa delle medie "Qui l'autore mette una metafora per indicare blabla", ma che sinceramente non ho mai trovato a piè di pagina in un romanzo. Penso che alcune cose sia meglio farle capire al lettore dal testo. La frase "sul cielo" pone già l'attenzione su di sé da sola, a mio parere. Mi aveva colpito molto all'inizio, non c'è bisogno di sottolinearla... e la metafora, anche, credo. Insomma se poi c'è un lettore che non capisce peggio per lui xD penso che come ci siano determinati autori ci siano anche lettori più o meno recettivi ad una storia.
Poi soprattutto dopo il finale di capitolo che è molto d'impatto, un rigo sotto ti ritrovi queste due noticine... non so ^^". Io ti consiglierei di usarle soltanto nel caso di termini stranieri nel testo o un... non so... un proverbio cinese e lo segnali come tale, ma non per spiegare le scelte tue da autrice. Più che altro mi sono sentita presa tipo idiota, ho pensato: "Vabbè, sì, avevo capito che era una metafora...".
Comunque, ripeto ancora, mie opinioni ^^, quindi prendile come tali, di certo non sono una critica vera e propria ma solo il confronto di una prospettiva da lettore.

E nulla,
al prossimo capitolo ^^
Saluti,
Kaite ♥

Recensore Junior
08/07/14, ore 21:40

Ciao ^^ ♥
E' da un po' che giro intorno a questa storia, ce l'avevo già nelle seguite, ma ogni volta che aprivo questo primo capitolo, la mia attenzione spariva a metà di quelle note lunghissime d'introduzione .-.
Si sente l'impegno e la dedizione che stai riversando in questa storia anche soltanto dalle prime righe e andando avanti si trova molta cura nei dettagli, per questo ho cercato di concentrarmi al massimo nella lettura, in modo quanto più critico per poterti dare un'opinione più ampia possibile.
Per quanto riguarda la narrazione all'inizio ho faticato a seguirla, ho avuto la sensazione di un discorso 'fumoso', pensieri vaghi e generali in una sequenza disordinata. Leggendo ancora continuava a non coinvolgermi troppo ma arrivata alla fine ho pensato che fosse giusta. Le ultime righe ti fanno inquadrare il personaggio in una prospettiva precisa e danno senso a tutto il resto. Questa cosa mi è piaciuta molto.
Mentre leggevo, mi immaginavo uno di quei corti disegnati, dai colori molto contrastati, dove il protagonista cammina e l'ombra si allunga dietro di lui, poi diventa altro e poi dopo ancora c'è un cambio di immagine veloce, il fascio di luce dei fari e il rumore della città sullo sfondo. Anche la ripetizione di quelle due tre metafore, il volantino, la foglia, la carne, alla fine quadrano bene come nel totale di un meccanismo inceppato.
Proprio ad andare a cercare l'ago nel pagliaio, l'unica ripetizione che mi ha fatto un po' strano è stata quella sul fumo che scivola dalla labbra, che c'è due volte, ma insomma, pareri personali ^^.
Per la trama, andrò avanti per farmi un'idea più precisa ^^.
Complimenti per l'immagine di copertina, secondo me è bellissima. Anche se l'impaginazione poi non mi ha convinto molto per la grandezza dei caratteri... io cecatissima ho dovuto ingrandire .-.'
Ad ogni modo, al prossimo capitolo,
Saluti,
Kaite

Recensore Junior
07/07/14, ore 21:38


E' terribile il modo in cui Asko, così meschino - lo odio veramente, è un personaggio che non mi va giù - e subdolo, riesce a tenere in pugno la mente di Miska. Basta solo pronunciare un nome.
Asko sa quanto Miska sia devoto ad Elia e gli basta semplicemente prendere il telefono e fare una chiamata per averlo ai suoi piedi. E' un personaggio egoista. Avrei potuto trovare un briciolo di giustificazione nel suo atteggiamento se avesse detto "per colpa tua ho litigato con il mio ragazzo", ma quando se ne esce con "non ho potuto scopare con lui" ho avuto la conferma che in Asko non c'è davvero niente di buono.
Ha trovato il tallone d'Achille di Miska e lo utilizza per umiliarlo in tutti i modi.
Miska prima è spavaldo e ostenta coraggio, ma non appena sente il nome di Elia crolla a terra ed è disposto a fare qualsiasi cosa per il suo amato.
Mi chiedo se Elia si renda conto di ciò che è per Miska.
La parte finale è stata estremamente dolorosa. A parte la violenza, sono proprio i pensieri di Miska a fare male. Vive completamente nel riflesso di Elia ed è disposto a fare qualsiasi cosa per lui. Ciò che gli passa nella mente mentre Asko fa quel che deve fare è veramente distorto e terrificante, in bianco e nero, proprio come la Zebra.
Ti faccio ancora i complimenti,
Paola.

Recensore Junior
07/07/14, ore 21:26

Ciao Ita!
Miska è sempre più devoto ad Elia, ne parla veramente come se fosse il Sole. Miska è il satellite di Elia, ma non solo. Non è un satellite vuoto e privo di vita come la Luna, è un pianeta. E' come la Terra, un micromondo, un piccolo cosmo di follia che si espande quando Elia c'è e si restringe quando non c'è.
Per quanto riguarda il nuovo personaggio, invece, sono abbastanza stupita. Mi stupisce il fatto che Asko abbia un amante, perché lui da quanto ho capito leggendo attraverso gli occhi di Miska è un uomo meschino e crudele. Anche Miska infatti si chiede, qualche riga più in giù, come faccia a stare con uno come Asko.
E' per questo che nella vecchia recensione ti ho detto che mi piacerebbe vedere anche un punto di vista di Asko. Veramente quest'uomo è in grado di provare dei sentimenti? O forse il suo amante/amico è soltanto una pedina nell'intricato gioco?
Miska e il ragazzo una volta erano amici. E per la prima volta in assoluto lo vedo veramente tirare fuori gli artigli, mettersi sullo stesso piano di quelle orribili persone che ha intorno.
"Il tuo ragazzo di merda mi ha aperto il culo".
Miska tira fuori la rabbia che ha represso per troppo tempo e distrugge l'amante di Asko, come Asko ha distrutto Elia e poi lui. Rincara la dose ripetendo ancora quella frase, perché si è accorto che il ragazzo è veramente ingenuo.
A volte la vendetta fa proprio bene, fa così bene che persino Elia, steso sul divano, si accorge dell'espressione appagata di Miska.
Davvero un bel capitolo, finalmente ho visto Miska reagire - magari in modo sbagliato, ma ha reagito.
Ho notato che, sia in questo che nei capitoli precedenti, quando scrivi "domandò" metti sempre il verbo al passato, mentre tutto il racconto è al presente. Come mai? E' un refuso o c'è un motivo?
Un bacio,
Paola.

Recensore Junior
05/07/14, ore 23:26


Ciao Ita, come prima cosa ti chiedo scusa per il ritardo - il mio solito, bruttissimo ritardo con cui passo a recensire. In questo capitolo hai dato il massimo sia tu, come scrittrice, che Elia e Miska come personaggi. 
Soprattutto Miska.
Pensavo che la devastazione l'avesse raggiunta con lo scorso capitolo, e invece mi ritrovo a pensare che se nel cap. 5 abbiamo visto il suo dolore fisico, in questo c'è anche tutto il dolore mentale e psicologico. La cosa che più mi ha colpita del primo paragrafo è stato vedere Miska preoccupato del riposo di Elia; dopo essere stato abusato, violentato, deriso e umiliato, il suo più grande dolore è quello di non aver concesso il riposo al suo amato.
A mio parere è qui che si vede tutta la devozione di Miska nei confronti di Elia. Non tanto l'essere andato a prendere il suo posto in compagnia di Asko e di tutti gli altri maledetti sfruttatori, quanto l'essersi principalmente preoccupato del suo riposo.
Inoltre è come se vomitando Miska si svuotasse di tutto ciò che ha dentro, il dolore e la rabbia per aver dovuto subire le torture e gli abusi di quegli uomini. Prima si lava dentro, rigurgitando tutto, e poi fuori, infilandosi nella vasca da bagno. L'unica cosa che non riesce a lavare è la propria mente, vorrebbe cancellare tutto e invece il dolore lo porta a vedere un mondo distorto, come se fosse sempre ubriaco.
Per quanto riguarda il "rapporto" finale tra Elia e Miska, è stato bellissimo perché sei riuscita a farla essere una cosa più mentale che fisica. Non so se mi spiego, ma ci provo. Solitamente un autore descrive il rapporto con parole e termini ordinari, spiegando scena dopo scena che cosa succede fra i personaggi. In pratica descrive la scena come se fosse un voyeur, uno che guarda dall'esterno - con tanto di penna e bloc notes - un rapporto intimo e prende appunti. Tu invece sei entrata nella testa dei personaggi, ci hai lasciato intuire che cosa stessero facendo, e ci hai raccontato che cosa c'è nella testa di Miska durante quel momento.
Hai saputo descrivere il rapporto (completo o meno, non importa) di Elia e Miska non fisicamente, ma mentalmente.
Questa è una cosa che ho apprezzato tantissimo, una cosa che si addice perfettamente alla Zebra e alle sue introspezioni.
Un bacione,
Paola. 

Recensore Veterano
02/07/14, ore 23:25

Ciao!

In questo capitolo si delineano dei rapporti prima solo accennati. Il rancore tra Miska e Kai e la passione che prima era latente e quasi proibita tra Miska e Elia. Quello che ha subito Elia sembra quasi un martirio, il martirio di un santo caduto, data la visione devota di Miska che ha di lui. Elia è il suo Dio, che pare caduto da una grazia immaginaria e ogni volta cade e cade ancora, ogni volta che qualcuno abusa di lui, perché diciamocelo: la prostituzione, al giorno d’oggi specialmente, non è lontano dall’abuso di una persona. Ci si può nascondere dietro la falsità della libertà del soggetto di usare il proprio corpo, ma questo accade pochissime volte, la percentuale in cui la libertà di scelta è reale è troppo minima per essere presa in considerazione e gli aguzzini (che vanno dai protettori ai clienti stessi) si nascondono dietro questa cazzata. Per questo dico che Elia pare quasi una martire agli occhi di Miska. I suoi pensieri al riguardo sono pura sofferenza e io per questa storia ormai ho sviluppato un’empatia assoluta.
Il risentimento di Miska verso Kai è palpabile, è polvere nell’aria, si vede che questo sentimento è soffocante. Non concepisco come possa presentarsi Asko agli occhi di Kai per essere il suo “fidanzato” e come Kai possa pensare che il suo amato fidanzato che vive sulla prostituzione e lo spaccio non possa scendere così in basso da violentare una persona. La psicologia di Kai però è azzeccatissima: mi ha ricordato un po’ alcune donne maltrattate. Quelle che sanno che razza di uomo hanno a loro fianco però non lo ammettono e non lo ammetteranno mai, accettano alcuni lati negativi ma non i più bassi e animaleschi. E così la colpa cade su qualcun altro e mai sul carnefice. Non so se se dentro di sé Kai sa la verità o se è così cieco da non vederla proprio. Ovviamente rivolge a Miska parole sprezzanti, lo incolpa di cose non vere perché ignora la realtà, anche se secondo me più che ignorarla la fugge. Parla di coscienza, ma lui ne ha una? Il desiderio di ucciderlo di Miska è più che lecito.
La scena tra Miska e Elia è stata straziante. Tu sai che io so cosa vuol dire stare al fianco di una persona che vuole morire, che ha tentato di uccidersi più volte e non per attirare l’attenzione, e questa scena mi ha molto emozionata. Ho fatto quasi fatica a leggerla, ma non perché sia scritta male, ma per la mole di ricordi ed emozioni che mi hanno assalita. Io non ero lì fisicamente e la storia era ormai conclusa, ma c’era comunque un forte affetto che mi diceva “no, tu non lo puoi fare” e il mio ero puro egoismo, sapendo tutto quello che aveva portato quella persona a quel gesto. Sono dell’idea che l’amore sia qualcosa di egoista, una sentimento molto ambivalente, capace di renderti altruista, di farti donare completamente all’altro, ma sempre con un certo egoismo. Le parole di Elia alla dichiarazione di Miska sono così famigliari, sembra strano da dire, ma ho udito tante volte cose del genere, che un po’ ti demotivano, ti destabilizzano, ti fanno sentire un po’ inutile inizialmente. Perché io ti dono tutto il mio amore e tu dici che non esiste, dici che non lo vuoi. E c’è questo desiderio di sofferenza, che io ho sempre visto con i miei occhi, che non posso capire in prima persona, ma che ho visto e ti rende impotente. Così ti rendi conto di avere davanti una persona fragile che ha bisogno di te più di qualsiasi altra cosa al mondo, anche se non te lo dirà mai e ti mentirà sempre. Scusa se ho parlato di qualcosa di privato, ma mi sono sentita molto vicina a Miska, alla sua reazione, alle sue parole e ai suoi pensieri.
La scena finale è molto metaforica a mio avviso, non solo sensuale e leggermente disturbante allo stesso tempo. C’è questa connessione tra amore e morte che è uno dei miei temi preferiti. Il dolore che ti fa sentire vivo e che ti porta all’eccitazione fisica (che non è una cosa tanto assurda, c’è chi prova eccitazione fisica in seguito a un lutto) che è strettamente legata alla sofferenza. La passione, quella vera, non il sesso fine a se stesso, è qualcosa che male, che sia verso la persona che amiamo o verso qualcuno che non possiamo avere. La passione è distruttiva, non so se è questo quello che hai voluto intendere e spero di aver fatto un’analisi corretta, ma è quello che io ho sentito leggendo.
Capitolo davvero trascinante, scritto in modo impeccabile, non sono capace di dare giudizi tecnici da questo punto di vista. So solo che raramente mi è capitato di sentirmi così in sintonia con un personaggio e con la storia da lui raccontata, anche se in maniera differente. Ci vuole una grande sensibilità a toccare le corde di certe persone, e toccarle in positivo.

Ti rinnovo come sempre i miei più sentiti complimenti!

Alla prossima.
Un baciotto.
Selene.