Recensioni per
Nel ventre della Zebra
di Ita rb
Questo capitolo mi ha decisamente colpito. È come se la realtà fosse toccata maggiormente con mano, e questo mi ha permesso di immedesimarmi ancora di più in Miska. Riesco a percepire come reale il mondo intorno a lui, riesco a vederci uno stralcio di concretezza, come se lui si fosse trovato a fare i conti con tutto ciò che lo circonda, dopo essersi risvegliato da una sorta di "sonno". |
Eccomi giunta anche al secondo capitolo! |
Ciao! |
Ok, sono rimasta a pensare per un bel po' di minuti che diavolo scriverti in questa recensione e in realtà sono ancora qui con la mia sigaretta a pensare che cosa scriverti in questa recensione. |
E' strano, stranissimo poichè seppur Elia nella storia sia in un certo senso così sfuggente, proprio come un volantino che non riesci a prendere e trasportato dal vento, è a lui che mi sento vicinissima. Il modo in cui Miska ne parla è meraviglioso, rendendolo una sorta di divinità misteriosa e sfuggente che man mano si sta distruggendo. Me lo immagino come una statua di marmo, magnifica, ma che il tempo la sta sgretolando, la sta distruggendo. |
Prima di iniziare ufficialmente questa recensione mi fustigo. |
La prima parte mi è piaciuta tanto. è stata scorrevole da leggere, ed è una cosa buona così non annoi il lettore. i frammenti del passato mi piacciono sempre molto perchè mostrano qualche particolare in più che nel presente può sfuggire o non si conosce o non si nota. |
eccomi qui. questo non è il mio genere di storia ma ciò non toglie che è scritto bene. |
Nessun rammarico, nessun ricordo, perché questa è la vita: non ha principio, quindi ieri è oggi e oggi sarà domani. |
Ciao! |
Stupendo anche questo secondo capitolo. Il delirio di Miska mi ha confusa e al contempo ha reso chiari alcuni aspetti incerti del primo capitolo. Ora sappiamo (iniziamo a sapere) chi è questo Elia, il quale sembra essere una sorta di divinità per il nostro protagonista che vi è collegato in maniera indelebile. |
"Io sono un pezzo di carne come tanti altri, eppure so di essere una foglia, una splendida foglia di carne." |
La rabbia. È questo che ho sentito leggendo il capitolo. Non io personalmente, anche se c’è stato un certo coinvolgimento emotivo molto forte. La rabbia di Miska, l’hai descritta così bene che potevo sentire il suo tremore interno, la sua voglia reale di uccidere Asko, di annientarlo, eliminarlo, distruggerlo. Il suo odio è così palpabile da turbarmi. Non ho mai provato un odio del genere e leggerlo nero su bianco in modo così vivido fa quasi paura. Quando si offre al posto di Elia è uno smacco, ti trafigge il cuore, perché neanche tu lettore che leggi i suoi pensieri vorresti mai che andasse a fare certe cose. E qui riesci a percepire anche la rabbia di Elia, attraverso Miska. Non so se è delusione, non per la scelta di Miska, ma solo per il fatto che mai avrebbe voluto vederlo al posto suo, a subire una violenza del genere. Quella scena poi è descritta in modo surreale, molto coinvolgente, emotivamente parlando: la sua confusione mentale diventa la mia confusione mentale (come lettrice). Una scena così confusionaria e allo stesso tempo così ben descritta, per farti capire cosa sta accadendo ma attraverso la mente di qualcuno fatto, che quindi non può essere lucido. |
Non so che dire dopo questo capitolo. I pensieri contorti di Miska che fanno sudare freddo, le immagini confusionarie e annebbiate di Elia e l'allegoria del cane. Cane fedele, sottomesso, amico, disposto a fare qualsiasi cosa. Miska vive per Elia e si sente un volantino disperso nel vento. La scia d'aria che Elia trascina dietro di sé quando cammina è la stessa che riesce a sollevare da terra Miska, proprio come un volantino. Non ho parlato del titolo della storia, ma ho una mia interpretazione personale per "il ventre della zebra" (giuro che sei libera di prendermi in giro e insultarmi): il ventre caldo, opprimente, quasi che toglie l'aria, il mondo in cui ci trascini con questa storia. Il mondo di Elia e Miska è un ventre umido che toglie il respiro. La zebra, il bianco e il nero, Elia e Miska. Coesistono ma sono differenti. Questa è la mia personalissima idea che ovviamente sei libera di distruggere quando vuoi, visto che la storia è la tua. |
Tu mi hai riempita di complimenti ed elogi per "il parallelismo alchemico", ma in confronto a questa storia la mia è veramente inferiore, sia dal punto di vista dello stile che narrativo. In chat mi hai scritto della tua paura per il rating e per le tematiche, eppure l'unica cosa di cui ho avuto veramente paura leggendo queste righe è l'angoscia che sentivo nel petto, il gusto amaro in bocca per queste parole che tu hai accostato in modo così sublime e perfetto. Per me questo non è un racconto noir, è il racconto noir. Ci sono poche storie che meritano così tanto di essere acclamate e la tua è una di queste: nascosta fra le tante altre storielle di Efp, c'è questa piccola perla che brilla in fondo ad un mare di melma (ho scritto melma per non essere volgare, in realtà volevo scrivere un'altra cosa). Non posso stare ferma a scrivere le solite scemenze che scrivo a tutti nelle recensioni, del tipo "scrittura fluida, stile buono, personaggi simpatici, non ci sono errori". |