Recensioni per
Il gioco della vita
di alessandroago_94
Sì, sì, devo confermare quanto ho scritto nella recensione precedente: è tutto finito a tarallucci e vino e mi fa piacere. Certo, sai bene che io avrei fatto mancare almeno una manciata di personaggi, perché di lieto fine nei miei racconti è difficile che se ne parli, e avrei fatto star male i personaggi che avrei salvato, se così posso dire. Però una cosa la voglio dire, anche perché quello che ho scritto nella recensione precedente l'ho trovato confermato nell'epilogo - che tu sia ormai un libro aperto per me? E chissà! -: pur non avendolo sperimentato in prima persona, ma volendolo davvero tanto, con tutto me stesso e i vari io che stanno nella mente, capisco l'ansia di Antonio nei secondi che precedono l'apertura del sipario. Anzi, lui è stato fin troppo calmo, segno ch'è maturato davvero parecchio grazie a quelle esperienze di vita di un paio d'anni fa! Andiamo con ordine. Mi capita spesso, soprattutto quando scrivo un racconto - o, per meglio dire, un breve copione con la facciata di un racconto: siamo onesti, eh! - di cui sono particolarmente soddisfatto - vedi la serie "Lietuvoje mirtis", "Fantasia" e "Ricordi" -, di immaginare di essere nella platea del Dolby Theatre a Los Angeles - manco avessi il fisico per reggere un lungo viaggio aereo, ma questa è un'altra storia... - in attesa di sapere se la mia candidatura al premio Oscar - penso per la miglior sceneggiatura originale, ma potrebbe anche essere per la regia o per la produzione di un film, al limite come attore protagonista, perché ne ho già interpretate di scene nella mia stanza mentre scrivo e se il risultato è buono vuol dire che anche la mia interpretazione lo è stata, no? - si trasformerà in una vittoria e poi di salire sul palco per ringraziare del premio e chi mi ha supportato e mi ha fatto arrivare fin a quel momento di puro orgoglio personale e iniziare un discorso comico grottesco degno di nota. Questo è il sogno ricorrente, quello più "normale"; quello più assurdo mi vede aver lavorato con Isabelle Huppert e Heather Tom - le mie attrici preferite che idolatro stressando i miei migliori amici, specie in quest'ultimo mese per i successi che sta raccogliendo la prima - e aver regalato loro una candidatura al premio Oscar - un giorno l'avranno, con me o senza di me l'avranno: è solo una questione di tempo! -. In entrambi, durante l'attesa di sapere se io o loro o entrambi abbiamo o non abbiamo vinto mi causa quel tipico attacco di colite nervosa che mi viene praticamente ogni volta che devo fare qualcosa di importante e, a volte, per nessuna ragione - ragion per cui non programmo più niente e vivo la giornata -. Pensa che mi viene anche ogni volta che sto sulla pagina Twitter di questo o di quell'altro gruppo di critici statunitense a schiacciare il tasto F5 come un matto per sapere, giusto in questo periodo, se la Divina Huppert è stata premiata per "Elle" o "L'avenir" e non sai l'ansia! Neppure quando ho un esame da preparare mi agito così tanto, per farti capire quanto il cinema è parte di me e quanto quei sogni a volte siano proprio ad occhi aperti. Beh, questo sproloquio per farti capire le sensazioni di ansia e di paura che Antonio ha provato in quella manciata di secondi pre-esibizione. Non saprei che altro dire, perché nella precedente recensione ho già detto quello che ho trovato scritto qui... Una sorpresa me l'hai fatta: Maria incinta alla sua età del bambino di Roberto! Non me l'aspettavo. E anche la relazione tra Alice e Giacomo non me l'aspettavo, ma in qualche modo poteva essere prevista... Hai preso una serie di personaggi, li hai fatti interagire tra di loro in maniera egregia e ne hai fatto uscire un racconto tanto lungo quanto interessante che finalmente sono riuscito a concludere. È vero che in questa settimana avrei dovuto studiare per un paio di esami molto vicini, ma tra la curiosità per il tuo racconto e il tenermi aggiornato con il proseguimento dei successi della Divina Huppert e relative coliti ho preferito queste attività allo studio. Recupererò, tanto era più una questione di ripasso che di studio da zero, perciò il problema, se ci sarà, sarà minimo. Ancora tantissimi complimenti e mi fa piacere di aver iniziato e concluso questo lungo viaggio che mi ha fatto capire alcune cose, tra le quali che leggere non è poi tanto male. Preferisco scrivere, però mi sta piacendo anche leggere. Ti faccio ancora una volta i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
La prima volta che mi verrà chiesto di scrivere una storia ambientata il giorno di Natale dove tutto finisce a tarallucci e vino, io farò copia e incolla di questo capitolo, cambierò i nomi e via, lavoro finito! Scherzo, non rubo le idee altrui, mi limito a usarle per trarne ispirazione e poi le modifico così tanto che sembrano farina del mio sacco. Tuttavia, questo capitolo rende bene l'atmosfera del Natale e quel clima di gioia e di spensieratezza dove, al limite del cliché - ma l'hai gestito bene, non ci sei caduto, sei stato bravo -, succede sempre qualcosa di positivo, a volte un miracolo: direi che qui il risvegliarsi a quanto pare in buone condizioni di Alice rientra in questa categoria. Io non sono in grado di rendere il tipico clima natalizio: sarà che nei giorni il mio umore è per lo più pessimo o sono del tutto indifferente - non mi piacciono le feste: non riesco a studiare perché sono stanco e mi annoio perché non ho nulla da fare e anche litigare con le voci nella testa diventa stancante alla lunga, specie quando vincono sempre loro... Io le feste non andiamo d'accordo, punto! E ancor di più col Natale -, ma nei miei racconti, quelle rare volte in cui ne parlo, o viene un'autobiografia tanto reale quanto grottesca oppure il protagonista è malinconico e si suicida. Manco avessi mai avuto momenti di malinconia o istinti suicidi, eh! È vero che ritengo, da quale maniaco del controllo che sono, che il suicidio mi permette di decidere della fine di quello di cui non ho deciso l'inizio - la chiamo "compensazione" - e di farla in barba al destino - la chiamo "soddisfazione" -, ma nulla di serio: non ne ho motivo, almeno per il momento. Comunque, smettiamo questa deriva mentale e torniamo a parlare del tuo ultimo capitolo pre-epilogo: tutto è finito a tarallucci e vino. Roberto e Maria si stanno prendendo una bella cotta l'uno per l'altra e questo mi piace: sono ben assortiti, dureranno a lungo come coppia. Stefania sta rimediando ai problemi della sua vita e sono sicuro che riuscirà dell'ardua impresa: faccio il tifo per lei. Alice riuscirà a riprendersi contro ogni previsione e sono molto felice per questo miracolo. Il trio degli stronzi è fuori dalle scatole e di questo siamo tutti molto contenti. E infine Antonio e Jasmine si stanno avvicinando sempre di più, sempre con fare molto impacciato - ma penso mai al mio livello se mai mi ritroverò nella loro situazione: ne dubito, ma mai dire mai, no? -, e mi sa che sentirò presto suono di campane nuziali - sono un romantico sotto sotto, sai? -: mi piace quest'idea, come anche il sogno di Jasmine di diventare scrittrice. Approvo tutto quanto ho letto, dal primo capitolo all'ultimo, senza riserve. Beh, forse una ce l'avrei: troppo zucchero in questo capitolo, mi si carieranno i denti. Dovrai pagarmi la parcella del dentista, sappilo. In conclusione, ottimo lavoro e ti faccio per l'ennesima volta i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Era ora! Finalmente Antonio ha avuto modo di conoscere la sua famiglia per intero, riunita attorno ad un tavolo in un clima disteso e di gioia, come vuole la tradizione, e il suo patriarca l'ha davvero accolto con tutti i crismi del caso. Dopo tante sventure, finalmente la ruota ha iniziato a girare e chissà come andrà a finire. Però non posso non chiedermi se mai ci sarà occasione di incontro, certamente non voluto, tra Antonio e il padre Sergio, essendo parenti e immaginando che il ragazzo inizierà a frequentare più spesso la sua nuova vecchia famiglia. E non posso non chiedermi se Antonio metterà una buona parola con la mamma Maria e se riuscirà a convincerla a dare una possibilità al suocero e alla famiglia di quest'ultimo, a superare tutto quello che Sergio le ha fatto passare. Beh, sono praticamente arrivato alla fine, quindi lo saprò presto. Come al solito, sempre molto bravo nel rendere al meglio le emozioni dei vari personaggi e, come al solito, ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Penso sia inutile che ti scriva che la parte migliore del capitolo sia stata il gesto di misericordia di Maria nei confronti dell'amante sfortunata di suo marito Melissa, no? L'intero capitolo mi è piaciuto molto, come i precedenti del resto, ma in questo hai messo in mostra così bene cosa significhi amare un figlio e un genitore e la forza di quel legame, che alle volte non sembra così potente, ma lo è sempre, solo che ce ne si dimentica di tanto in tanto. Io non sono un genitore, ma soltanto un figlio e mi rendo conto che, per quanto lo nasconda e non lo dia a vedere, voglio davvero bene ai miei genitori. Non l'ho mai detto loro e penso non lo farò mai e che lo negherei se venissero a saperlo, perché ormai mentire e indossare maschere fa parte di me, ma riconosco che non mi hanno mai fatto mancare e tutto quello che hanno fatto e faranno, beh, sarà sempre per il mio bene, anche se spesso non lo capisco. Per quanto io sia materialista e alle volte davvero perfido, non avrei potuto avere genitori migliori di loro. A parte per i geni materni, ma non si può avere tutto dalla vita, ti pare? Melissa è stata molto fortunata, dopo tutto, perché ha trovato quella che potrebbe essere la sua migliore amica, se non angelo custode, nella moglie tradita e delusa del suo (ex?) grande amore. Anche Antonio è stato fortunato e l'ha capito molto più in fretta di quanto l'abbia fatto io. È questo il bello dello scrivere una storia: riuscire a emozionare il lettore e aprirgli gli occhi sulla realtà, insegnargli ad apprezzare quello che ha e che potrebbe perdere, quindi a goderselo finché può farlo. Non è proprio la ragione per la quale ho iniziato a scrivere - questa sarebbe più semplice: mettere nero su bianco i miei pensieri, i miei sentimenti, con un tocco personale che va dal comico al grottesco al romantico al drammatico, a seconda dell'umore e dell'ispirazione; e per farmi le ossa per diventare uno sceneggiatore che sa il fatto suo, certo! -, però potrebbe una fonte di ispirazione in più, quasi sicuramente. Bravo che hai pensato anche di far confessare a Roberto che in tempi recenti aveva avuto modo di passare sempre più tempo con Maria, tanto per prepararci alla nascita di una coppia che sulla carta e non solo sembra davvero perfetta, almeno per Antonio, il quale ne ha passate già abbastanza. In conclusione, ti faccio per l'ennesima volta i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Ammetto che, dopo aver letto il dietro le quinte della relazione tra Roberto e Livia e del vero padre di Federico, mi è dispiaciuto parecchio per tutti le parti coinvolte. Mi è dispiaciuto per Roberto perché non dev'essere bello amare e non essere minimamente ricambiati, rendersene conto e non riuscire a farne a meno lo stesso - persino dopo aver scoperto che aveva abortito per ben due volte i suoi figli! - e immagino quanto sia stato difficile fare finta di nulla, per se stessi e per Federico, in quel momento del tutto innocente. Mi è dispiaciuto per Livia, per aver passato tutto quello che ha passato e che l'ha segnata a vita trasformandola in una sorta di arpia senza cuore se non per il figlio che, forse, ha amato e ama così tanto perché l'unico punto di contatto col suo grande amore: immagino non sia bello veder la propria vita andare in pezzi così rapidamente, da ragazza spensierata e felice a donna acida e depressa, sola e non voluta da nessuno, se non da un uomo che lei disprezzava perché non era il suo Lui, il grande amore per l'appunto. Mi è dispiaciuto per Federico, perché non dev'essere bello scoprire che quello che hai chiamato papà per tanti anni in realtà è un perfetto sconosciuto e che il vero padre è un debole che lo ha lasciato per non volersi assumere delle responsabilità, per non parlare dell'intuire di essere indesiderato dalla famiglia materna e paterna, certo. Non giustifica i loro comportamenti, eccessivi nonché spesso fuori luogo e non necessari - come l'ultimo gesto di Federico nei confronti del vicinato, davvero un episodio increscioso -, però in qualche modo si può capire perché si siano trasformati in queste persone. Mi è dispiaciuto per loro, davvero. Ho adorato come hai reso il monologo di Roberto, a tal punto che ho immaginato di avere una telecamera fissa sul suo volto per tutto il tempo che ha parlato, fissa sul suo volto, per tutto il tempo, un lungo primo piano abbastanza ravvicinato, da interrompere nel momento in cui si accorge che Maria gli si è avvicinata e gli stringe le mani, per volgerla sul volto della donna e poi sulle loro mani, come a simboleggiare l'inizio di una loro unione che a questo punto è inevitabile. Wow, pensavo di essere sceneggiatore e occasionalmente attore - o meglio interprete delle battute che scrivo mentre le scrivo - e mi scopro ora anche regista... Accidenti! E nulla di più, un ottimo capitolo, come gli altri che l'hanno preceduto, manco a dirlo. Pertanto, per l'ennesima volta, ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Un'altra scena carica di sentimento e di valori quella che vede Maria e Roberto fare la conoscenza di Jasmine poi rovinata dal ritorno di Sergio coi suoi modi "eleganti e raffinati": si sa che non è un giardino fino a quando non vi fa ingresso una serpe, perciò eccola qua. Senti, come mai ho la sensazione che Maria e Roberto finiranno per mettersi insieme? Sinceramente lo spero, mi piacciono come personaggi e sarebbero sicuramente meglio assortiti che con i rispettivi partner - Maria e Sergio non stanno insieme, vero, ma da come lui le parla non si direbbe, eh: sembra il suo zerbino! -. Non lo so, hai dipinto un quadretto famigliare affatto male, sai? E poi da sadico quale sei ecco che non risparmi quella pennellata nera che rovina l'intero quadro e ci infili Sergio l'odioso. E non dovrei lamentarmi, visto che avresti potuto far sì che Livia o Federico o entrambi facessero conoscenza anche solo di sfuggita di Jasmine, giusto per farli complottare per far qualcosa di malvagio alla ragazza e infliggere il colpo di grazia ad Antonio - tanto non ne ha già subiti abbastanza... no? -! Mi sa che anch'io sono un tantino sadico, eh. Antonio potrà dire di essere un debole e un succube quanto vuole, ma presentare la sua ragazza così, senza fronzoli, senza giri di parole, a sua madre, beh, lo fa molto più coraggioso di me, senza dubbio! Ai miei genitori avrò dato giusto un paio di informazioni su alcuni miei amici, giusto perché sapessero che sono umani e non animali, e poi tanti saluti. Vivo secondo il mio detto "i fatti altrui sono fatti miei, i fatti restano fatti miei". Fortuna che sono bravo a tenere i segreti, guarda! Beh, in conclusione, ancora ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Ciao alessandroago_94! |
Devo dire che questa storia ha una trama interessante e leggendo il primo capitolo è riuscita a coinvolgermi parecchio. |
Beh, in effetti quanto hai scritto ha un impatto emotivo non indifferente. Hai reso davvero molto bene le emozioni di ogni parte in causa con una precisione quasi da sceneggiatore con sulle spalle anni di esperienza e di successi. Io non sarei stato in grado di rendere tutto così in maniera precisa: piuttosto, avrei sorvolato su molti dettagli per concentrarmi esclusivamente sulle battute del singolo personaggio e sulle espressioni e gesti che avrebbe dovuto mostrare a seconda della battuta. In breve, quello che il tuo è definibile come racconto di una sera concitata, il mio sarebbe stato un dialogo molto lungo, molto pesante, molto più duro, molto probabilmente, e forse molto più pesante. Sicuramente, non avrei reso Federico e Livia dei tali piagnoni, più che altro perché non hanno più l'età per permetterselo e non sono nemmeno nella posizione ideale. Io la penso così e vale tanto per Livia quanto per Federico: pentirsi solo se si è convinti che sia necessario farlo, altrimenti proseguire lungo il proprio cammino, di qualunque tipo esso sia, a testa e con onore e orgoglio, senza lasciarsi andare a momenti di sconforto o di rabbia incontrollati che altro non sono se non denigratori della propria persona. Posso capire la reazione di Livia, per quanto esagerata - e resa molto bene, forse solo un tantino prolissa nel ribadire le sue ragioni, ma questa è una considerazione meramente soggettiva, immagino - e in parte mi dispiace per lei, perché immagino che per aver scelto di tenere Federico abbia dovuto rinunciare a tanto per "accontentarsi" del primo che le avrebbe dato una mano e avrebbe finto di essere il padre di quel bambino - mi sembra chiaro che Roberto non sia il padre naturale di Federico, quanto piuttosto un padre di facciata -, e posso capire perché sia così tanto vicina a Federico e perché l'abbia spinto a essere così duro nei confronti di tutti, per non ripetere gli errori della madre, ma quella scenata contro Roberto è stata davvero esagerata, nonché inopportuna. Forse, ma dico forse, posso capire anche Federico: io per primo ritengo che il fine giustifichi i mezzi, però so cosa posso e cosa non posso permettermi di fare e prima ancora mi preoccupo bene di studiare i comportamenti di tutte le parti che potrebbero essere coinvolte e come evitare le conseguenze, di qualunque natura esse potranno essere, ma non arriverei mai a rivolgermi a qualcuno in quel modo come ha fatto il ragazzo con Roberto. E meno ancora, non mi ridurrei mai a piangere come una fontana, come un moccioso viziato, di fronti a quasi perfetti estranei, come ha fatto lui: non dico nulla sullo pseudo tentativo di suicidio, altrimenti direi che è stato un momento molto degradante la sua persona. Roberto, invece, ha reagito come l'avrei fatto reagire io: calmo, forse quasi freddo e distaccato, lucido e schierato dalla parte di chi merita il suo appoggio, ovvero Antonio. E mi è piaciuto molto il pensiero di aggiungere le scuse di Maria al figlio Antonio, per quanto non abbia nulla di cui scusarsi, visto che non ha cercato una situazione simile e neppure l'avrebbe potuta prevedere, non essendo paranoico-ossessiva, come la ha fatto saggiamente notare il figlio Antonio. In breve, un ottimo capitolo che mi ha dato qualche spunto di ispirazione - giusto per non parlare sempre e solo di come da un'amicizia possa nascere un sentimento d'amore che sicuramente non sarà corrisposto o che non verrà espresso se non quando è ormai troppo tardi perché dia dei risultati - e che avrei reso in maniera più sintetica e forse evitando un paio di scene di eccessiva umiliazione personale: le hai rese molto bene, lo sottolineo, ed erano utili, solo che vista l'età e la situazione le avrei ridimensionate. Mi rimangio tutto se mi trovi un ragazzo ventenne che frigna in quel modo: questa è una sfida. Per concludere quella che potrebbe essere la mia prima recensione a raggiungere - e superare? - le mille parole, ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Caro Alessandro, buonasera. |
Questo capitolo è un altro perfetto episodio di una serie TV, magari a concludere la prima parte della stagione, attorno la prima età di dicembre e non a caso hai inserito al termine l'inizio di una nevicata. Le strane coincidenze, neh? Ho gradito molto la reazione di Roberto, in parte prevista ma non caduta nel solito cliché del marito devoto che fa finta di nulla anche di fronte all'evidenza; ma ho gradito ancor di più i gesti di coraggio di Antonio: il primo quando ha mostrato le foto incriminanti a Roberto, nonostante mille patemi d'animo, e il secondo, quando ha detto ad alta voce di amare Jasmine e ha confessato a Melissa - che ragazza simpatica: sarebbe bello averne sempre una come amica con il suo carattere, non trovi? - che sono cugini. Avevo sospettato un sentimento del genere da parte di Melissa, solo non pensavo che ne avrebbe parlato così a muso duro e senza troppi fronzoli. Diciamo che non è nel mio stile: io aspetterei minimo un paio d'anni, forse anche il doppio, e dovrebbe essere una dichiarazione ad effetto, perché altrimenti chi lo sente poi l'io egocentrico? Beh, sempre molto bravo e sempre molto attento ai dettagli e non sembri mai rischiare di perdere il filo della trama, cosa che a me capiterebbe ogni secondo, sicuro! Ti rinnovo i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Carissimo Alessandro, |
Mi hai stupito, sai? Avevo immaginato che Livia avesse un amante, ma pensavo che presto o tardi avrei scoperto che costui altri non sarebbe stato che Sergio, dato che si assomigliano molto di carattere e hanno una cosa in comune - l'odio per Antonio -, e invece... Mi hai fregato alla grande, complimenti! In ogni caso, Livia è una vera stronza e forse riesce a superare il figlio Federico, anche se ho la sensazione che quest'ultimo sia il bluffatore più abile nella famiglia. I momenti migliori sono stati la risposta piccata di Antonio allo sguardo e alle parole di Livia e poi l'azione da vero stalker di Giacomo, ora uno dei miei personaggi preferiti della storia. Che volpe Giacomo, non dico altro. Ora mi chiedo se Antonio userà quelle foto o se farà in modo di averne altre o se farà finta di niente. Non ti dico cosa farei, perché penso si possa intuire... Beh, ottimo capitolo, come sempre, e ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Non c'è proprio mai pace per Antonio, eh? Comincio a pensare che tu sia un tantino sadico nei suoi confronti, come lo è Christian Grey con Anastasia - un paragone "colto" (più o meno) dovuto all'aver visto il trailer del secondo capitolo che si preannuncia pseudo-erotico e molto trash: ne verrà fuori una recensione davvero bastarda, già lo so -: persino io ho un briciolo di pietà nei confronti dei miei personaggi. In ogni caso, ho gradito molto, con mia sorpresa, lo scambio di opinioni tra Roberto e il ragazzo su chi o che cosa sia Dio per loro. Non ho mai fatto mistero di non credere in Dio - l'io materialista crede nel dio denaro, ma gli altri io sono molto razionali quando trattano questo argomento, anche se a volte sono un tantino stronzi nella loro irriverenza -, ma il tuo scritto mi ha fatto comunque riflettere. Penso di essere d'accordo con Roberto: non posso credere che esista un'entità superiore che abbia creato tutto quanto, ma credo in una scintilla di un qualcosa, non so bene che cosa a dire il vero, che in certi momenti, quando quel valore "amicizia" mostra alcune crepe che non saprei come riparare, mi dà una qualche sorta di speranza che col tempo tutto si aggiusterà, con impegno e dedizione e senza perdersi d'animo (per quanto sia difficile). Non traspare molto questo mio lato dalla lettura di quello che scrivo - per lo meno, a me sembra sia così -, perché prevale sempre l'io pessimista e l'io disilluso, convinti che la realtà sia per lo più sofferenza e quei pochi momenti di pace siano un blando placebo con una data di scadenza sempre troppo vicina. È una di quelle convinzioni che una volta radicate è difficile eliminare, come la gramigna quando ha trovato il campo ideale per crescere. Ritengo di poter dire che ognuno di noi abbia solo bisogno di credere non in un salvatore o in un risolutore di problemi - manco fosse il telefono amico che chiami e ti risolvi i problemi a comando! -, ma che tutto potrà aggiustarsi e di vedere oltre il fatto che ora sembra il più negativo di tutti. È un pensiero scritto di getto, penso sia molto confuso, ma in qualche modo comprensibile (spero). Per il resto, come sempre, un ottimo capitolo, ben strutturato e ben scritto. Ho la sensazione che nel prossimo leggerò più nel dettaglio la lite tra i coniugi Arriga e che forse emergerà un lato di Federico insospettabile sino a oggi: quello di un ragazzino che soffre e cerca di nascondere la sua debolezza - sono sicuro che la considera tale - con una maschera brutta e spaventosa che faccia sentire gli altri più insicuri di quel ch'è lui stesso, così da sentirsi lui stesso un po' meno insicuro. "Riesco a scrivere una frase di senso compiuto e logica?" - mi chiedo, rendendomi conto che sto prendendo tangenti su tangenti, manco fossi in politica - pessima questa... -. Posso pensare che presto non si vedrà più Sergio nei paraggi e che Stefania terrà il bambino? Ne ho già fatto morire uno io in un mio racconto e in maniera orribile, quindi per quest'anno può bastare. E continuo a sperare che Alice si riprenda in una sorta di miracolo: voglio essere positivo, per una volta. Concludo questa matassa ingarbugliata di pensieri sconnessi e fuori tema con i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-) |
Gran bella cosa poter salutare un Antonio più maturo e sicuro di sé, felice di vivere in campagna ed ora alle prese con un importante concorso di pianoforte. Pazienza se è presente in platea una persona che non merita nulla, né il suo affetto, né la sua riconoscenza. |