Ciao cara! *-*
Un capitolo davvero molto bello, corposo come piace a me e con tanti spunti interessanti.
Partendo dal passato di Vegeta, che ricorda quella che è stata la sua vita e la mette a paragone con quella presente, rendendosi conto - ormai un pó più a cuor leggero - di quelli che sono stati anche gli errori commessi dalla sua stirpe, che invece prima definiva sempre perfetta, sempre la migliore, con quell'arragonaza tipica di chi è stato cresciuto per portare un giorno una bella corona sul capo, tiraneggiando una belle banda di teste calde.
I saiyan sono un pó gli Spartani del mondo di Toriyama: la guerra è la loro religione, la forza il loro credo. Non c'è spazio per sentimentalismi in un mondo in cui se nasci terza classe e la tua aura non supera una cifra a due zeri viene impacchettato e spedito in un altro pianeta, e tanta grazie.
Vegeta, per quel poco che ha vissuto nel suo pianeta natio, è stato cresciuto ed educato come un principe ereditario- e ciò si evince anche nell'anime, nel modo in cui si rivolge a Freezer quando ancora giocava a fare la parte del bravo soldatino ossequioso- non come un qualunque altro guerriero per cui era importante solo saper menare le mani e il resto erano solo cerimonie inutili.
È probabile che gli abbiano fatto il famoso discorsetto con una scacchiera davanti, su quelli che sono i pezzi importanti e perché, e i pedoni da poter facilmente sacrificare.
Di conseguenza, passare dall'essere il giocatore a essere una mera pedina nelle mani di Frezeer, a lui ha dato molto più fastidio che ai pochi saiyan rimasti.
Ricordando il suo passalto, Vegeta mostra ancora il forte senso d'orgoglio e di appartenenza verso il suo popolo, la sua cultura saiyan, il suo mondo decaduto. Sa di essere superiore ai terrestri, perché è più forte, più veloce, guarisce più in fretta, non ha bisogno di rispettare le leggi della fisica ecc.. ecc... eppure, suo malgrado, la razza umana è riuscito a colpirlo lì dove era più scoperto, più vulnerabile. Bulma ha visto l'uomo sotto il mercenario sanguinario, il dolore sotto l'arroganza, la tristezza sotto la sua maschera di ghiaccio. Come hai ben detto, lo ha amato quando sembrava non esserci proprio niente da amare, lo ha accettato nonostante sapesse benissimo chi fosse e che cosa aveva fatto e nonostante questo non gli ha comunque mai voltato le spalle, pur avendo tutti i suoi buoni motivi per farlo. Se tutto ciò l'avesse fatto una ragazzina petulante qualunque, ingenua, tutta dolcezza e arcobaleni, probabilmente avrebbe semplicemente dedotto che era una terrestre oltremodo stupida e completamente andata di cervello e ora non staremo di certo qui a parlarne, ma Bulma è Bulma - ricca sfondata, bellissima, straintelligente - e avrebbe potuto avere chiunque e arrivederci, e invece è rimasta al suo fianco e lo ha aiutato a ricostruire il suo mondo.
Per questo il suo legame con lei è così forte, perché Bulma è stata "sua" quando non aveva proprio più niente.
Per quanto invece riguarda la parte più scientifica della trama, mi ha piaciuta molto l'idea secondo la quale la malattia di Goku sia dovuta a un fattore genetico. Cioè, fosse proprio una malattia saiyan, e non qualcosa che lui ha contattato sulla Terra. Anche se qui poi ci sarebbe tutta una discussione da fare sul fatto del "e dove è saltata fuori la medicina di Trunks, se la malattia analizzata non era neanche terrestre?" però le cose diventerebbero troppo complicate ^-^"
A livello tecnico, ho notato solo qualche errore di distrazione, dovuto probabilmente alla lunghezza del capitolo.
Ci hai lasciato proprio sul più bello, eh? Che sadica, ma brava! xD
Alla prossima, un abbraccio ;)
BellaLuna (che non impara mai a contenersi quando scrive le recensioni, sorry no sorry xD) (Recensione modificata il 22/10/2018 - 02:31 am) |