Innanzitutto, ti ho chiesto questo scambio per una serie di motivi che mi hanno fatto balzare agli occhi la tua raccolta: storie originali introspettive, prima di ogni altra cosa, ma soprattutto il fatto che siano song-fic.
Devi sapere infatti, che la musica è un elemento fondamentale della mia vita e il riuscire a conciliarla con una delle altre cose che amo - la scrittura - è sempre qualcosa che mi attrae molto. Quindi, l'idea di partenza per cui "ogni cuore ha la sua storia. Ogni storia la sua canzone" mi ha subito preso molto.
Nella mia ignoranza - non si smette mai di imparare, no? - non conoscevo la canzone (e l'artista, in realtà) che fa da colonna sonora a questo primo capitolo, ragion per cui l'ho ascoltata prima di leggere, così da riuscire a entrare in quello che vuole essere il mood del capitolo. L'ho trovata estremamente delicata.
E con la stessa delicatezza questo primo racconto si apre sullo scenario di Seul con la Luna come unica testimone di come l'avere la disponibilità economica necessaria a soddisfare i desideri più materiali (il letto, i mobili, il parquet) non sia - e non possa essere, aggiungo) sinonimo di felicità.
Devo informarti che io adoro, col profondo del cuore, i racconti in cui venga dedicata una buona dose di spazio alle descrizioni: sono stata ben lieta, proseguendo la lettura, di appurare che si trattasse esclusivamente di questo. Parole su parole che permettano al lettore di addentrarsi nelle anime di questi due protagonisti che non parlano, ma di cui il silenzio che riempie i loro vuoti urla ardentemente. Ho apprezzato tantissimo la cura che hai messo nel descrivere le loro gestualità: erano perfettamente in linea con i loro sentimenti e con i timori che ci sono stati presentati.
E così, questa scena che vivono, come scrivi, non è sporca, non è sbagliata, non li fa sentire colpevoli, poiché è ciò di cui hanno bisogno - la possibilità di sentire vicino del calore umano che gli stava mancando, che potesse distrarli dalle loro malinconiche realtà.
Credo tu abbia trattato il tema con la cura necessaria e che meritava e, soprattutto, come hai scritto nelle noti finali, spogliando la depressione delle componenti inerenti al giudizio o con l'intento di far trapassare dei moralismi, rendendola, così facendo, perfettamente umana e reale. Troppo spesso, infatti, si va alla ricerca di spiegazioni di fronte all'incapacità di comprendere il dolore che può affliggere qualcuno (che per un individuo, tra l'altro, alle volte può essere così profondo da sfociare nell'apatia), cosa - per me - controproducente rispetto all'obiettivo di aiutare qualcuno a vivere nella migliore situazione di benessere possibile.
La conclusione ha il sapore amaro di una delle frequenti possibilità della realtà, ciò nonostante l'immagine è bella poiché lascia trasparire - o almeno: è ciò che ho percepito io - il raggiungimento di una sorta di serenità, che poi è anche ciò che mi sarei auspicata per il nostro protagonista. Perché sì, forse le tenebre lo hanno accerchiato, forse il suo mondo era troppo buio e profondo, ma forse si è effettivamente salvato: adesso è la Luna che li stava osservano, adesso, sempre forse, è un po' più libero.
Sono stata felice di essere passata da qua, quello che ho trovato mi è davvero piaciuto molto.
Alla prossima,
Bongi! |