Ciao cara!
È con grandissimo piacere che torno in questa long per leggere questo terzo capitolo.
Questo si apre proprio dove era terminato il precedente, con Poe che aiuta Ben con lo studio.
Devo ammettere che il giovane solo mi fa veramente tanta tenerezza: è cresciuto sempre all’interno di luoghi chiusi e attorniato da adulti; non ha mai avuto amici della sua età e, i pochi coetanei che ha conosciuto, erano più interessati a lui per la famiglia dove proveniva o al fatto che fosse un apprendista Jedi che per altro. Immagino che sia davvero difficile per lui in un primo momento pensare che qualcuno possa lasciare i suoi giochi per dargli una mano. Non avendo mai avuto amici, non capisce che questo è un comportamento quasi normale quando si tiene a qualcuno.
Che non sa bene come comportarsi è chiaro anche quando arriva il momento dei saluti: Poe è caloroso nel salutarlo, mentre lui riesce sì e no a rispondere con un ciao convinto.
Mi spiace leggere che ha solo dieci anni non si fida più della parola data dagli altri, delle promesse fatte: chissà quante volte i suoi genitori e suo zio gli hanno fatto promesse che non hanno mantenuto.
Infatti, non crede neanche che Poe si ripresenterà il giorno dopo, preferendo andare a giocare con i suoi amici che chiudersi nuovamente in biblioteca con lui.
Invece, rimane molto stupefatto quando lo vede il giorno dopo di fronte alla biblioteca. Poe sembra davvero entusiasta al pensiero di aiutarlo nuovamente, tanto che si pone come obiettivo di preparare trenta pagine. Mi piace che, anche se Ben comprende che l’altro ragazzo non è portato per l’arte della calligrafia, si rende conto che lo studio scivola via più facilmente quando si fa in compagnia. Alla fine, decide anche di insegnarli come svolgere quel compito al meglio, se pur con scarsi risultati.
Penso che per Ben sia una cosa davvero importante avere accanto un come Poe, che preferisce parlare che essere preciso nel lavoro: penso che, per una persona come lui che è sempre stata sola, fa solo bene il relazionarsi con una persona così diversa. Mi piace che infatti non dia retta alla sua parte razionale, quella che vorrebbe scacciare via l’altro ragazzo perché lui è il primo a rendersi conto di quanto questa compagnia sia importante per lui. Mi piace l’immagine che usi, quel “un po’ invadente come ossigeno per i polmoni” perché sì, quella di Poe è una presenza “invadente”, ma Ben si rende conto che comunque inizia ad essere essenziale, come lo è “l’ossigeno per i polmoni”. Si rende conto di essere “attratto” da lui, come non lo è mai stato prima con nient’altro.
Mi spiace che, però, ancora non si fidi del tutto di lui, che aspetta che, prima o poi, lo abbandoni anche lui, ma immagino che questo è ancora collegato a tutta la sfiducia che lui ha per gli altri.
Fortunatamente, con il trascorrere dei giorni, inizia sempre più a fidarsi di Poe, anche grazia al fatto che quest’ultimo inizia proprio ad aprirsi con lui, raccontandogli, ad esempio, della sua passione per il volo e il dolore che ancora prova per la prematura scomparsa di sua madre. Ben non può che essere felice, estasiato, per questo, anche perché Poe gli dice chiaramente che quello è un segreto che non ha confidato a nessuno, segno che si fida di lui, che lo reputa importante.
Dopo aver letto di tutta la fatica fatta da Ben per fidarsi di Poe, mi ha fatto veramente male la scena in cui il gruppo di ragazzi lo accerchia, chiamandolo “mostro” e iniziando a tirargli le pietre. È sempre una cosa da infami e vigliacchi accerchiare qualcuno, insultarlo e fargli del male, ma qui si vede proprio la cattiveria con cui la fanno, in un misto di “paura” per la diversità che oggettivamente Ben ha rispetto a loro, ma anche l’invidia che posso avere perché, proprio perché diverso, lui è speciale. Mi fa ancora più tenerezza sapere che Ben ha sì paura di quello che sta accadendo, ma non per il motivo che credono gli altri ragazzi: non ha paura che loro gli facciano del male, ma del esatto opposto. Ha paura di quello che è capace di fare in situazioni del genere, dove si sente alle strette.
Fortunatamente arriva Poe che, dopo qualche scambio di battuttine al vetriolo con gli altri ragazzi, gli dice di andare a casa con lui. Mentre stanno per andar via, però, Nathaniel, uno dei ragazzi del gruppo, chiede a Poe se va in giro con quello strambo nella speranza che quella “donna di facili costumi” della senatrice lo adotti visto che lui non ha più una madre.
In questo momento ho davvero temuto che Ben, vista la rabbia che provava, avrebbe fatto una vera carneficina, ma Poe è più veloce e si avventa sul ragazzino. Da qui scoppia una vera lotta tra i due ragazzini e gli altri del gruppo, che avrebbe potuto finire anche molto male, visto che Ben stava veramente per non controllare più la sua forza, se le voci di passanti e, soprattutto, l’arrivo di Luke Skywalker non avessero posto fine al tutto.
Mi spiace vedere che Luke non ha quasi fiducia nel nipote, certo che sia stato lui ad attaccare i ragazzi più grandi o che comunque abbia fatto loro qualcosa: secondo me Ben non imparerà mai veramente a controllarsi o anche semplicemente ad accettare questa parte di sé se in primis i suoi famigliari sembrano non aver fiducia in lui.
Fortunatamente, sembra quasi convincersi quando interviene Poe, ma forse lo dice soltanto per far tranquillizzare il ragazzino e convincerlo a vedere un medico per il brutto taglio che ha in fronte.
E’ stato un capitolo bello carico, dove abbiamo visto l’amicizia tra Poe e Ben fiorire e consolidarsi. Devo ammettere che sono davvero curiosa di vedere che cosa accadrà dopo e quanto questo loro rapporto potrà ancora evolversi.
Complimenti davvero perché la storia è veramente bella e interessante.
A prestissimo mia cara!
Jodie |