Ciao, Francy!
Che bellissima storia anche questa!
Trovo che come sempre tu sia davvero bravissima a gestire i sentimenti, anche quelli più dolorosi e difficili, e a farlo con una sensibilità e una dolcezza unica.
In questo caso tutto il dolore di George, il suo lutto emergono pienamente, ed emergono in un modo molto realistico, perché c'è tutta la sua vita, il suo tentativo di andare avanti, il suo ripensare costantemente al fratello domandandosi cosa penserebbe lui di certe cose o come sarebbe evoluta la sua personalità se fosse ancora vivo, e ci sono anche i momenti particolarmente difficili, quelli in cui andare avanti è un po' più complicato e forse davvero non si può fare altro che accettare il dolore e provare a darsi tempo e spazio.
Mi piace moltissimo l'idea che, forse inconsciamente, anche lui in un momento come questo trovi posto proprio a Villa Conchiglia, in una passeggiata che vorrebbe solitaria ma che alla fine non fa altro che avvicinarlo di più a Bill e Fleur, che riescono davvero a capirlo e a trovare il modo giusto di stargli vicini senza imporre la propria presenza e senza rivelarsi una vicinanza ingombrante.
L'idea che proprio lui sia il padrino di Victoire, e che Bill e Fleur lo abbiano scelto proprio perché vogliono per la figlia qualcuno capace di insegnarle il sorriso è di una tenerezza infinita, sia perché è un pensiero bellissimo per la bambina, sia perché, soprattutto, è un costante stimolo per spingere George a ricordarsi di sorridere, nonostante tutto.
Insomma, io come sempre qui passo super di corsa, ma sto adorando come stai gestendo tutto.
A presto! |