(!) Attenzione! Questa storia parla di bullismo, saranno presenti alcune scene di violenza! (!)
Michele, 27 anni, è appena entrato in un mondo a lui ancora sconosciuto: palazzo Montecitorio.
Lui, giovane insicuro, nasconde un lato fragile causato da un passato buio che vuole dimenticare. A differenza di Nicolò, che invece non ha mai perso nella sua vita e anche nel mondo politico a breve acquisterà una crescente leadership causata dal suo forte carisma naturale.
Due persone di partiti diversi, che inevitabilmente finiranno per scontrarsi, ma se è vero che l'odio è una forma d'amore allora il loro rapporto è destinato presto a cambiare...

Spalancò le braccia nella neve e allargò le gambe. Sarebbe dovuta uscire disegnata la figura di un angelo, ma mentre Michele chiudeva lentamente gli occhi, vinto da quell'insolita stanchezza, pensò che era impossibile che uno come lui potesse essere capace anche lontanamente di assomigliarci.
Perchè gli angeli non finiscono nudi nella neve.
Non vengono chiusi negli sgabuzzini.
Gli angeli sono luminosi, e lui invece era fatto di buio.

[IwaOi]
Hajime notò come il volto del suo amico fosse appena illuminato dalla luce bianca dello schermo tv, i grandi occhi luccicavano - stanchi - dietro due piccole lenti trasparenti.
Tooru aveva infilato la felpa della squadra, quel tenue verde marino gli aveva sempre donato e quella notte, creando quel gioco di luci e ombre, sembrava volerlo rendere ancora più bello e invitante.
Invitante.
Hajime afferrò innervosito un pacco di patatine che, qualche ora prima, era stato malamente abbandonato sul tavolo della sala, richiuse attentamente la porta dietro di sé e si fece spazio su quel futon decisamente troppo piccolo.
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E lui lo aveva apprezzato, si era sempre rifugiato tra le sue braccia, le uniche in grado di stringerlo, finchè - crescendo - non aveva desiderato avere Iwaizumi tutto per sé.
Avrebbe voluto farlo prima quel maledetto passo avanti, ma la paura lo aveva sempre bloccato e rifiondato in un universo di sarcasmo e antipatia.
E di invidia.

Hajime trattenne a stento un’imprecazione, guardandosi intorno furtivamente: non era una foto particolarmente sconcia, Tooru gliene aveva mandate di peggiori negli anni, ma la fila per la cassa era molto accalcata e dietro di lui c’erano due ragazzini. Si avvicinò il telefono al petto per non sbandierare l’immagine, maledicendo doppiamente Oikawa per avergliene regalato uno con lo schermo così grande a Natale. “Non puoi continuare a usare quel catorcio, Iwa-chan! Almeno così potrai guardarti tutti i video che ti mando in alta risoluzione” aveva esordito, il tutto circondato dall’intera famiglia di Hajime, bambini compresi, al momento dell’apertura dei regali.

Tobio rise di nuovo e affondò un morso in quella bocca così familiare. Prese poi il viso del suo ragazzo fra le dita, strizzandogli le guance piene, e girò la sua testa verso quella di Atsumu.
[KageAtsuHina, più porn che plot. Spoilers per chi non segue il manga]

Erano anni che,in quell'università, la squadra di calcio e quella di basket erano in guerra,il loro odio veniva tramandato di generazione in generazione. Ci sono dei segreti,però, che devono restare tali, e altri,invece, che continueranno a distruggerti.

(Questa storia partecipa alla challenge 'Slot Machine' indetta sul forum di EFP.)
Prompt: ''Si parte! Kageyama Tobio vince un viaggio per la Florida, può portare con sè una persona a sua scelta.
Bonus: 'Cosa diavolo ci fa un coccodrillo di tre metri dentro la cucina?!' ''
Piccola KageHina pregna di delirio, idiozia e dolcezza, che ho tentato di inserire nel contesto canonico. Spero vi piaccia!

Un fremito rotolò giù dalla curva della colonna vertebrale di Akaashi quando Bokuto premette, strusciando, il suo corpo su di lui, schiudendo le gambe. I jeans non trattennero la presenza di una rotondità tesa tra le gambe, un rigonfiamento duro a cui Bokuto sembrò far finta di niente. La lingua scese sul suo collo scivolando lungo la vena, e Akaashi mugolò piano.
«L'avevi programmato, vero?»
Bokuto piegò le sopracciglia di colpa, deviando lo sguardo - era incapace di mentire proprio come un bambino. Poi un sorriso gli squarciò le labbra, sbarazzino. «Un pochino?»
[ BokuAka ]

C'erano due cose che avrebbero richiamato l'attenzione istantanea di Bokuto facendolo reagire come un animale notturno ad innescare la reazione primordiale di richiamo alla vista di una preda: la prima, la più facile, era parlare della pallavolo, perchè quando si stava con Bokuto la maggior parte degli argomenti di conversazione vertevano quasi sempre sulla pallavolo.
La seconda, di cui tutto il Fukurodani era ormai a conoscenza, era Akaashi Keiji.
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«Qual’è il piano?»
«Evitare spargimenti di sangue?» tentò Sarukui. Konoha arricciò le labbra, deviando lo sguardo.
«Allora abbiamo già perso, Bokuto è già alla terza birra.»
Bokuto produsse un verso strozzato.
[ BokuAka ]

Vincitrice della seconda edizione del concorso indetto da fanheart3 in occasione della convention ficsIT
Un Oracolo è un'infallibile autorità fonte di profezie. E se Patroclo avesse previsto le rovinose sorti della guerra? E se avesse tentato di salvare Achille?
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Un’immagine bruciò contro le sue palpebre: un corpo freddo avvolto in un drappo di stoffa candida. Ciocche castane che spiccavano su campo bianco.
E sentì la furia come fosse un ricordo, quasi l’avesse già vissuta. Il cuore a pezzi. Ricordò le proprie grida e le morti, il sangue copioso per vendicare l’unica cosa che contasse davvero: la vita. Quella che non era riuscito a proteggere.
Quella della ragione per cui davvero viveva.
Patroclo.
«Basta…»
Achille si aggrappò agli avambracci di Patroclo in preda allo sconforto e quando le sue dita leggere come piume non gli pesarono più come moniti sulle palpebre, due lacrime caddero dagli occhi sconvolti di Achille.
«Che cosa ho fatto…?»

( “Sicuro che non ci sia nessuno?”
“Sicurissimo!” )
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[ KageHina - and a little bit of KuroKen ✿ ]

Ad Aulide il caldo è insopportabile, così come l'inattività forzata, ma Achille e Patroclo troveranno il modo di passare il tempo e di scacciare, almeno per un po', l'ombra della profezia sulla morte di Achille.

Quel letto li aveva visti unirsi così tante volte in preda all’eccitazione, alla disperazione, alla preoccupazione e al bisogno di consolazione. Nulla frenava i loro corpi, il loro desiderio. Ma anche se forse ogni volta le ragioni che li spingevano a cercarsi e a esplorare nuovi anfratti di loro erano diverse, ce n’era una di immutabile: l’amore. I loro corpi si cercavano per l’amore che provavano l’uno per l’altro, che volevano far sentire all’altro. E poi, solo poi, venivano gli altri motivi.
I loro sentimenti erano come il filo di una lira: tesi e bisognosi di emergere. E solo il compagno sapeva come solleticarli con le dita per fare in modo che dalla loro vibrazione scaturisse la più armoniosa delle melodie.

In una terra di montagne, profonde acque e perenni nebbie, una faida tra due clan reclama pesanti tributi di sangue ormai da quindici anni.
Artair, figlio del capo che vide la morte alla prima battaglia, non troverà pace fino a che non avrà vendicato il padre e tutti coloro che hanno perso la vita per riprendersi le terre ancestrali. Opponendosi al cugino in cerca di pace, guida i guerrieri in battaglia, la lama in cerca del figlio del capo avversario, che però sfugge al suo desiderio di vendetta nascondendosi tra uomini dai volti coperti di metallo e occhi di vetro.
I due clan si consumeranno fino a che cadrà l'ultima spada, o potrà una di quelle maschere essere la chiave per la fine di una guerra spinta dall'odio e dalla vendetta?

Una movimentata rimpatriata familiare, qualche ricordo riemerso in superficie e una bruciante necessità.
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“Adoro i tuoi, Iwa-chan, ma mi mettono un’ansia terribile…” si lamentò Tooru sommessamente, continuando a dare la schiena all’altro e percependo il getto d’acqua, ormai tiepido, dritto sul proprio dorso.
“Non abbiamo avuto nemmeno un attimo di tregua in questa settimana"
“Forse…” sussurrò Iwaizumi prima ancora di poter capire cosa stesse facendo, avvicinandosi al ragazzo e afferrandolo per i fianchi, causandogli un sussulto sorpreso.
“Possiamo prenderci adesso qualche minuto”

Bokuto e un bicchiere di troppo. Akaashi e una cravatta verde.
Future!fic ~ BokuAka ~ Sex-Sex-Sex (e un pizzico d’ammore♥)