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Danielle trascorre il viaggio quotidiano in autobus fissando il paesaggio sempre uguale, con poca voglia di tornare a una casa dove si sente solo ospite. Peter resta sempre in piedi vicino all’uscita, isolato da tutti e protetto dal cappuccio sempre alzato.
Sulla linea 97, il destino dà appuntamento a due vite all’apparenza diverse, ma gravate entrambe da troppi addii e sogni infranti.
Riusciranno a vedersi, pur avendo ormai rinunciato a guardare davvero il mondo, e ad arrendersi al bisogno disperato del calore di un abbraccio, per lenire anni di solitudine?
Questa non è solo una storia d’amore, è un inno alla speranza che non deve mai scomparire, alle seconde opportunità che la vita ci offre, perché l’autobus, presto o tardi, percorre la strada di ognuno di noi.

Amore sano e amore sbagliato. Ordine e disordine. Accettazione e “miglioramento”. Quattro storie, quattro coppie, quattro splendide città dell’Italia contorta e contradditoria degli anni duemila, dove si fa strada ogni giorno un po’ di più l’idea che esista un diritto alla discriminazione che debba essere tutelato al di sopra dei discriminati. Un paese un tempo culla suprema dell’amore tra anime, ma adesso dai volti di quell’amore spaventato al punto da trasformarsi in un arido campo di battaglia, una trincea. Quattro storie di uomini segnati, spaventati, vinti in partenza dalle regole grigie che tengono bloccata per sempre la loro anima al punto di partenza.

Dopo un lungo silenzio, la fronte di Zeus si spianò.
-Sta bene, Ade. A me la Superficie, a Poseidone il Mare. A te, qualunque sia il motivo, il Sottosuolo.-
Così si ebbe la divisione del Mondo, come ancora lo conoscono gli umani.
E così ebbe inizio la mia storia, sebbene allora io non fossi ancora nata.