Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]

London High School...
Gabriella Styles: cheerleader, bella, popolare... tanto buona da non essere indifferente alle cattiverie che Liam, ogni giorno, è costretto a subire.
Amy Horan: migliore amica di Gabriella, dolce, sensibile, timida...triste perchè non riceve affetto dal fratello e per essersi innamorata di chi è già impegnato in una relazione complicata.
Liam Payne: vittima, solo, testardo...che presto conoscerà la vera amicizia e poi l'amore, quello che guarisce anche le ferite più profonde.
Harry Styles: bello, affascinante, popolare, seduttore... un gioco di sesso che coinvolgerà, poi, anche i sentimenti con un'insegnate e che si complicherà con l'arrivo di qualcun'altra.
Niall Horan: migliore amico di Harry, egoista, arrogante, antipatico...inizialmente menefreghista nei confronti della sorella e poi geloso non appena un ragazzo poserà i suoi occhi su di lei.
Louis Tomlinson: allenatore di calcio, frequentatore di casa Styles e con un matrimonio in vista.
Celine Brums: coach delle cheerlaeders, fidanzata di Louis e presto mamma.
Zayn Malik: proprietario del bar più esclusivo di Londra, grande amico di Niall e Harry e sarà colui che aiuterà Liam a credere di nuovo in se stesso.
Buona lettura.

-Sei tornata adesso?- domandò con ansia alla madre.
-Sì, Megan. È stata una notte movimentata- spiegò Kate mentre preparava della camomilla.
-Ti è successo qualcosa?- chiese allarmata avvicinandosi alla madre.
-Certo che no, ho solo dovuto portare al riformatorio un nuovo ragazzo-.
-E che hai fatto per tutta la notte?-
-Ho parlato con George, ci tiene molto a questo ragazzo e sa che tenendolo al riformatorio non servirà a nulla, quindi abbiamo trovato una soluzione adeguata- sbadigliò mentre versava la camomilla nella tazza.
-Non servirà a nulla? Che ha di tanto ‘importante’ più degli altri?- gracchiò Megan prendendo dei cereali per poi sedersi sul bracciolo del piccolo divano nella cucina.
-E’ molto irrequieto, e ha una situazione davvero brutta in famiglia, potrebbe scappare quando più gli farebbe comodo e George ha paura che possa combinare qualche sciocchezza-
-Che cattivo ragazzo- sussurrò con ironia la bionda.
Non aveva mai capito cosa ci trovasse di interessante sua madre in quel lavoro. Era pericoloso. Che ci guadagnava ad aiutare ragazzi drogati più testardi di un mulo?
-E la soluzione quale sarebbe?- chiese senza troppo interesse.
-Verrà a vivere con noi-

Il Funky Buddah, il locale più frequentato di Londra, accidentalmente, o forse no, intreccia le esistenze di alcuni ragazzi.
Dal testo:
“Altrimenti cosa fai?” mi costrinse a dire la mia mente, sovrapponendosi a tutti i miei muscoli che protestavano e mi urlavano di andarmene. Un sorriso consapevole si dipinse sulle sue labbra e “Ti prendo a pugni.” I miei occhi restarono incollati ai suoi, i piedi ben piantati a terra, i pugni ancora chiusi, il buio nella mente e poi un flash.
Quello che successe dopo, fu dettato solo dalle mie colpe.
-Ziam
**
“Come ti chiami?”
Allora i suoi occhi scattarono di nuovo a me e “Non dovevi andare in bagno?” mi domandò.
“Hmm, un po’ stronzo, eh?”
Si alzò, prima di “Non sai un cazzo di me” urlare e uscire dal privè, andandosi a scontrare con l’accalco di gente che ancora si scatenava in pista.
Per la prima volta Harry si scontrò con la vita vera, quella che da quel momento, avrebbe vissuto.
-Larry

Sequel di: Un gettone e tredici minuti
Larry-Ziam
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"Quando Harry scese dal treno e respirò per la prima volta in otto mesi l'aria di Doncaster, l'aria di casa, tutto tornò ad essere dolorosamente vero.
Si guardò intorno mentre il secondo binario piano piano si spopolava e il treno alle sue spalle ripartiva. Aveva uno zaino, solo quello. Era così che aveva scelto di tornare a casa, di tornare da Louis. Voleva avere con sé solo il minimo indispensabile, voleva tornare tra le braccia di Louis senza il peso di cose inutili. Si alzò il bavero della giacca per avere meno freddo, mise le mani in tasca e accanto al proprio cellulare spento sentì il bigliettino sul quale Nick aveva appuntato il proprio numero".

Cinque minuti.
Cinque minuti e sono fuori di nuovo.
La folla sta urlando.
C'è pazzia intorno a loro.
Un tour mondiale sta per iniziare.
Sono nel backstage, tutti pronti. Troppo nervosi per parlare con gli altri.
Ognuno ha il suo microfono, l’adrenalina al massimo livello.
Si abbracciano, in silenzio, cantano la loro canzoncina di rito, si guardano l'un l'altro e poi, Louis incontra gli occhi di Harry per un secondo, prima che le luci si accendano.
Si trovano reciprocamente nel buio - come al solito.
Louis mima un "Ti amo" ed Harry risponde con stesse parole.
Si sorridono a vicenda.
3, 2, 1...
"Andiamo." Dice Niall un attimo prima che le luci li accechino e la musica inizia sopra la folla impazzita.
Questa storia NON è nostra, ma una traduzione dall'inglese.
IN STATO DI REVISIONE E CORREZIONE CAPITOLI.

“Ma tu l'amavi?”
“Pensavo”
“Perché Pensavi?”
“Perché adesso amo te!”

Seguii la strada che mi indicò la ragazza in macchina con me, fino ad arrivare nella stradina di cui mi aveva parlato. Era molto buia e poco popolata, sembrava non ci fosse nessuno nei paraggi, non si sentiva volare una mosca.
Decisi di fermarmi in un posto molto buio e non molto lontano dal motel dove mi aveva proposto di andare, e spensi i fari dell'auto.
La ragazza cominciò a parlare, ma proprio in quel momento sentii un rumore. Mi voltai subito e li vidi: gli sbirri.
Premetti subito sull'acceleratore e cominciai a correre, ma la macchina della polizia riusci ben presto a bloccarmi il passaggio, superandomi.
Ecco come sono finito in quest'incubo.
[Larry, con accenni ad altre bromance. Se non vi piace il genere, non venite a rompere.]