Victor si fa le seghe troppo spesso.
Rowan ha un nome falso. Falso quanto i rimorsi di Tancredi.
Nate è il suicida che li ha fatti incontrare.
Al funerale Rowan sputava per terra e diceva: "Dove sono le taniche di benzina? Devo dare fuoco alla chiesa"

Un solo errore è tutto ciò che serve ad Adam, un compromesso, per permettere alla verità di raggiungerlo. Quella sensazione che risiede nella sua pelle, come l’inchiostro dei suoi tatuaggi o gli innumerevoli lividi causati dalle troppe battaglie combattute tra le strade di una Detroit decadente. Perché la sua amicizia con Ash è diventata troppo stretta e lo sfalda, lo indebolisce, lo confonde, gettandolo in un labirinto solitario che non vede mai la luce del sole. Allora brucerà le parole con il fumo delle sue sigarette e le ricaccerà giù, nello stomaco, con i pugni e con il dolore se necessario. Perché mai, mai, potrebbe far del male ad Ash. Non a lui. Non al suo migliore amico.

Elia e Miska sono due volantini persi nel vento, due persone prigioniere di se stesse e del contesto che le ancora a terra in un mondo ingiusto e marcio, oltre i gelidi vicoli della Finlandia notturna e le infamie di un uomo di nome Asko.
Tra le righe c’è l’amore di Miska, quello contorto, opprimente e testardo; e quello di Elia, malato, abbietto e disilluso. C’è la lotta per una dignità negata, la fuga verso una libertà effimera, e poi c’è anche chi ha rinunciato a tutto e chi quel tutto non l’ha mai avuto.

Ogni mattina in America uno sfigato si sveglia, sa che deve correre più in fretta del figo di turno o le prenderà di brutto. Ogni mattina in America un figo si sveglia, sa che deve correre più in fretta dello sfigato o non riuscirà a spaccargli il culo. Ogni mattina in America non importa che tu sia un figo o uno sfigato: è meglio che cominci a correre.

"La sveglia suona ancora, sta suonando da un quarto d'ora. La sento, è impossibile non sentirla, sono sveglio, non mi sono mai addormentato, come avrei potuto dormire?"
-Dal prologo
Allora, piccola premessa da parte mia: vi avviso che per me questa è la prima storia di genere drammatico e che lo stile con cui scrivo è completamente diverso da quello dell'altra storia che ho scritto (chi mi conosce già se ne renderà conto), spero lo stesso che possa piacervi, anche perchè mi sono impegnato molto per cercare di scrivere al meglio ciò che volevo, rileggendo e modificando parti ottocento volte, con l'aiuto di Fin-chan (della quale vi lascio il profilo, se può interessarvi visitatelo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=640845 ).

Mi porge le sue banconote ed io sto per prenderle, ma le ritira un secondo prima che io possa afferrarle. Allora lo guardo male, davvero male, e lui sta sorridendo. Ed è sexy da fare schifo.
«Tu mi dirai il tuo nome?»
Lascio cadere sul materasso la mia mano che era ancora tesa verso di lui. Sembra interessato sul serio a volere sapere il mio nome, ma io non so se voglio dirglielo. So solo che voglio i suoi soldi, mi servono.
«Tu mi dirai il tuo?»
«Va bene», dice.
«Va bene», dico.
Mi dà i soldi, li guardo, non li conto. Non voglio fare la figura del maleducato. Lo guardo, mi guarda. Aspetta, lo faccio aspettare.
«I miei amici mi chiamano Panda», dico.
«Panda?», ripete.
«Panda», ripeto.
Si mette a ridere, con le braccia incrociate al petto e la testa bassa. Ed è sempre più sexy. Alza i suoi occhi al caffè che mi guardano.
«Mia moglie mi chiama Teddy.»
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[Linguaggio piuttosto spinto][Tematiche delicate]
Ebbene, salve miei prodi. Sono tornata. ♥

Il suo Orgoglio, la sua Sicurezza, erano andati tutti a puttane. Come Lui.
A Jonah sembrava che le ossa si frantumassero ad ogni spinta, dal bacino fino alla gabbia toracica. Ne sentiva le schegge danneggiare i tessuti nervosi, intaccare i muscoli e squarciare le vene.
Stava morendo.
Jonah stava cadendo a pezzi.
 
      
Perchè Jonah e Daniel, nella vita reale, non si possono vedere. Perchè Diciassette e Trentadue, al Green Daisy, sono amanti immorali. 
Perchè scoprire che quei numeri - quelle maschere - nascondono la stessa persona è già, di per sè, sconvolgente.
Ma, soprattutto, perchè Jonah/Diciassette ha tante cose da nascondere - anche troppe - e Daniel/Trentadue non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare.

E' un giorno qualunque, la notte in cui Ashley, dopo aver appagato (e raggirato) il suo ultimo cliente si ritrova lontano da casa e decide di aspettare l'alba in una chiesa, unico luogo dove sa che troverà silenzio. In realtà, all'interno, Ashley non è solo: il prete - padre Joshua - che ha appositamente lasciato aperto il portone d'entrata gli offre qualche minuto di calore. L'equilibrio del ragazzo viene inevitabilmente alterato, non riuscendo a capire nè tanto meno a gestire la presenza del prete nella sua vita.
Che ruolo ha, quindi, Ashley nella vita di una persona così diversa e pacata quale è padre Joshua?