"Una piccola parte di me sperava di non vederla, mentre un’altra, decisamente più grande, sperava il contrario: ora è qui, a pochi metri da me, e io… io non so cosa fare.
Tutto quello che abbiamo vissuto e condiviso sta tornando a galla, rompendo gli argini che con tanta difficoltà avevo costruito negli anni. Sono sentimenti da ragazzo, eppure non sembrano affatto infantili o superficiali, come avevo provato a convincermi: sono reali, intensi, per nulla affievoliti dal tempo."

"Comunque, non sono qui per questo. Sono qui per scrivere quest’ultimo articolo, per commemorare quell’uomo straordinario che era Sherlock Holmes."
SPOILER! Per chi non ha visto 'The Reichenbach fall'.

John, Gregory Lestrade. Qualcosa che può attenuare il dolore. Forse. Fino a quando i fantasmi cominciano a lanciare strani messaggi.
Post-Reichenbach Johnstrade/Johnlock. Ce l'avevo in testa da tanto tempo e non potevo proprio farne a meno. Perdonate lo slash angstoso, ma è proprio my division.

Sbuffai, lasciandomi cadere sul mio lato del letto, osservandolo mentre si stringeva pollice ed indice all’attaccatura degli occhi chiusi per svegliarsi completamente.
«Saranno solo le sette ma tu blateri come se fosse pieno giorno».
Sorrise e si mise prono sul letto, le braccia incrociate sotto il petto e la testa appoggiata sull’avambraccio che avevo lasciato rilassato vicino al mio fianco.
«Ti ho forse offeso», chiese divertito.
«Se dovessi offendermi per ogni sciocchezza cui sottoponi le mie povere orecchie avrei lasciato questa casa anni fa. Anzi, probabilmente non vi avrei messo piede».

Tornato dall'Afghanistan, John Watson è ossessionato da incubi riguardanti la guerra e dalla figura affascinante del suo coinquilino Sherlock Holmes.

-1889 At Night- 
-Vattene!- vedo gli occhi del mio padrone brillare di rabbia. 
Andarmene? 
Io non posso andarmene...
Il mio compito è quello di proteggerlo fino alla fine, fino a che non potrò prendere la sua anima. 
-Signorino..?- la mia voce esce in un sussurro, ma sono sicuro che l'abbia sentita, nonostante il violento crepitio delle fiamme.
 -Non mi hai sentito, Sebastian?! Vattene! Non voglio più vedere la tua faccia, è un ordine!- 
Sono passati dodici anni da quando Ciel Phantomhive, cane da guardia della Regina, ha allontanato da sè il suo fedele maggiordomo Sebastian, per motivi sconosciuti a tutti, tranne che a lui.
La vita di Sebastian, lontano dal suo signorino è stata vuota e priva di stimoli, ma ora, è pronto a tornare da lui anche per capire il motivo di questo allontanamento, perché lui non ha fatto altro che obbedire agli ordini...
E' la mia prima fic su Kuroshitsuji, spero che vi piaccia, lasciatemi un commentino se avete tempo, anche per eventuali correzioni ^^

[Personaggi: America, Inghilterra, Francia, Canada, Germania, Italia del Nord e del Sud, Spagna, Prussia, Ungheria, Russia, Bielorussia]
Cosa succederebbe se 12 nazioni, non sapendo a chi affibiare la scrittura di una lettera diplomatica, pensassero di deciderlo con un gioco? E se questo gioco degenerasse andando a toccare le debolezze e i desideri delle singole nazioni? (IL RATING SI ALZA PROGRESSIVAMENTE)

Se siete maghi, la caduta del Signore Oscuro dovrebbe rappresentare per voi la fine di tutti i tormenti, la purificazione di tutti gli orrori, l’inizio di un’era senza paure.
A meno che il vostro nome non sia Scorpius Malfoy.
In tal caso, crescere in un mondo cui ricordate la vergogna di un’epoca di abominio, potrebbe non essere la più gradevole delle esperienze.
E allora dovrete scegliere se lottare per gettare le fondamenta di una nuova, improbabile, condotta o se lottare per disseppellire il “glorioso” passato che tutti sembrano decisi a gettarvi addosso.
Tutti tranne una persona.
Una sola, delicata, innocente creatura, la cui purezza di candido giglio potrebbe intorbidire la perfetta oscurità dei vostri piani…

- Largo, mie belle ochette, il vostro barista deve consegnare il carburante per questi bei fanciulli ~♥- chioccia la vocina allegra di Feliciano, mentre la sua figura snella si fa largo fra le giovincelle in abito da sera.
Ludwig si ferma incantato a osservarlo (per la cento milionesima volta, probabilmente), mentre sorridendo si avvicina a loro, fasciato da un gilet nero e con le lunghe gambe coperte dai pantaloni neri. – Herr Vargas!- esclama suo fratello, dipingendosi un sorriso a trentadue denti sul viso (Ludwig sa bene che il suo caro fratello non nasconderà mai un certo debole per l’italiano. Sebbene la cosa lo faccia rosicare un po’.) – Buonasera!Venite, venite, sedetevi con noi!- Feliciano sorride, poggiando i due bicchieri e la bottiglia di acquavite sul tavolo – Sono spiacente, Herr Hauptsturmführer Beilschmidt, ma il dovere mi chiama, mi reclama e mi ama.-

Esattamente alle cinque e mezza del pomeriggio undici lettere identiche, scritte con inchiostro verde, arrivano via gufo ad altrettante undici persone di nostra conoscenza. Queste lettere altro non sono che un invito ad una festa molto particolare, ma per saperne di più, vi consiglierei di dare un’occhiata alla lettera in questione voi stessi

*Io so solo una cosa, Lily. Un giorno pagheremo per il male che abbiamo fatto a James e a noi stessi*