[Eren/Levi] [Canon!Verse] [SPOILER DAL MANGA]
Levi schiocca le labbra, ma non è irritato. E’ più che altro un’abitudine, ormai, per quando le parole pesano troppo sulla lingua.
“Una volta mi facevi il saluto quando mi vedevi arrivare,” dice, le braccia incrociate dietro la schiena e la perfetta postura militare a cui non può rinunciare, anche se ha lasciato i gradi dell’esercito fuori da quella porta e su quel corridoio di pietra.
Eren non si volta, continua a guardare lontano, perso nella propria testa. “Già,” è l’unica cosa che mormora, come se non avesse ascoltato veramente quello che gli ha detto Levi, come se fosse la risposta automatica che potrebbe dare a chiunque.

[Eren/Levi] [Modern!AU]
Erano ormai dieci minuti che Levi lo stava fissando senza quasi sbattere le palpebre.
Atterrito, agghiacciato, sconsolato e incredibilmente avvilito.
Il suo primo capello bianco.

[Eren/Levi] [Canon!Verse]
Non dovrebbero fare queste cose.
Non in pieno giorno. Non con la luce del sole che li giudica dall’alto al basso. Non con il desiderio intossicante che brucia la pelle e ustiona le labbra.
Pelle calda sotto i polpastrelli. Pelle calda di cui non ha mai abbastanza né al calar del sole, né al chiaro di luna, o quando i primi timidi raggi del mattino illuminano quella spoglia stanza di pietra troppo fredda e inospitale.
Labbra bollenti che gli tolgono il fiato, lo fanno annaspare come un naufrago durante una tempesta. Labbra che marchiano e baciano. Labbra che non sono mai sazie. Labbra porpora, umide, ladre. Labbra che rubano baci in corridoi deserti, stanze buie e anfratti nascosti. Labbra che tacciono.

[Eren/Levi] [Modern!AU]
“Sai, credo sia il caso di festeggiare,” mormorò Eren sensualmente. “Sono così fiero del mio avvocato che è un pezzo grosso, vince un sacco di cause e non si fa intimidire da nessuno…”
Levi si lasciò andare contro il suo petto, voltando la testa di poco per incontrare i suoi occhi.
“Sai qual è la cosa che mi piace di più, però?”
Levi fece un piccolo verso di assenso e lasciò andare il capo sulla spalla di Eren, piegando il capo di lato per concedergli più pelle possibile da sfiorare.
“Trasudi sicurezza e potere nei tuoi bei vestiti e con quel tuo sguardo glaciale, ma solo io so quanto ti piace farti mettere a novanta dal tuo giovanissimo fidanzato.”
“Eren…”
“Lo sanno quanto gli piace quello che ti fa il tuo toy boy, Lee?” Eren abbassò la voce ancora di più e gli lasciò un piccolo morso sul collo. “Dimmi, lo sanno?”

Cammina sul marciapiede, il volto infossato nella sciarpa e le mani fredde, senza guardarsi indietro. Lo ripercorrerà all’inverso in inverno, quando i rami degli alberi saranno ormai spogli e non vi saranno più foglie agli angoli delle strade a ricordargli che Eren è morto in autunno.
[Modern!AU & Reincarnation!AU][Pianist!Levi][Ereri]
|Prima classificata al contest ‘E'nell'aria profumo d'autunno’ indetto da Emanuela.Emy79 sul forum di Efp|

Naruto è un futuro psicologo, Sasuke la sua… “tesi di laurea” ed è invischiato assieme al fratello Itachi negli affari illegali di Madara. Yahiko, assieme a Nagato e Konan, è in cerca di vendetta e da la caccia a entrambi.
Una rapina, una fuga e un viaggio. Li seguirete?
Naruto, in fondo, voleva proteggere Sasuke. Era anche per quello che l'aveva portato lì. E voleva stare con lui, seguirlo, fino alla fine.
“L'ho fatto per te. Puoi avercela con me, lo capisco, e me ne farò una ragione.”
[Accenni ItaSasu; SasuNaru - dramedy poliziesco]

[Eren/Levi] [Canon!Verse] [Post Epilogo] [NO SPOILER DEL MANGA]
“Chi parteciperà alla spedizione?”
Quella sera, però, sembra che Levi abbia deciso di cambiare le regole fino a quel momento rispettate.
Eren si allaccia i pantaloni e si siede sul bordo del letto per potersi infilare gli stivali. “Tutti quanti, suppongo.”
“Anche tu?”
Eren si alza e si volta per squadrarlo, afferrando la camicia. Levi è sdraiato sul letto con le braccia tese dietro la testa, ma non lo sta degnando di un solo sguardo: la sua attenzione è completamente catturata dalla libreria contro il muro. Eren non sa nemmeno il motivo, ma quella domanda lo indispone.
“Certo, sono stato io a proporre questa spedizione,” risponde arrabbiato, abbottonandosi malamente la casacca. “Perchè ti interessa?”
“Non mi interessa,” replica secco Levi, gli occhi fissi sulle coste dei tomi ordinati in maniera perfetta. “Pensavo solo che l’ultima volta che sei stato fuori dalle mura è stato quando-“
“Stai zitto,” Eren lo interrompe con tono distaccato senza neanche guardarlo in faccia. “Stai zitto, Levi.”

|885 parole|
A Levi, forse, il mare piace.
“Pensi che riuscirebbe a levigare anche me?”
[Eren x Levi e l'oceano infinito davanti a loro]

Dietro ai banchi, consumati e pieni di scritte, del liceo Titan siedono diversi tipi di studenti. Tra questi, ce ne sono alcuni più problematici di altri, come in ogni scuola superiore. Il banco in terza fila, a destra della finestra, ad esempio, oggi è vuoto. Vi siede Eren Jager solitamente. Di lui si dice che stia frequentando sempre meno la scuola e che qualcuno lo abbia visto andare a vedere l’oceano, fare gite in montagna o recarsi al lago, i giorni che invece dovrebbe essere a lezione.
Da quest’anno c’è anche un nuovo professore, di cui si parla molto, nei corridoi, ma si conosce davvero poco. Qualcuno di impreciso ha detto che sembra porti il peso del mondo, sulle spalle.
[Professor/Student!AU][Eren x Levi]

[Eren/Levi] [Canon!Verse]
Tre volte in cui Levi non si fida di Eren e una in cui finalmente lo fa.

eren/levi | canon!verse | SPOILER!: teoria capitoli 93/94 manga
“Sei sicuro di volerlo fare?” gli domandò il Capitano, spostandosi dalla sua bocca solo per inspirare a fondo nell’incavo del suo collo. “Così sarà ancora più difficile, domattina.”
“Non mi importa. Ti voglio qui, finché posso averti.”

[Eren/Levi] [Modern!AU] [Photographer!Eren]
“Posso farti una foto?”
Eren osserva il modo rapido in cui l’uomo sdraiato accanto a sé volta il capo, guardandolo con un’espressione incuriosita. “Come, scusa?” domanda senza smettere di fissarlo, portandosi una mano a grattarsi il pettorale nudo.
Il ragazzo punta il gomito contro il materasso e osserva rapito quegli occhi di ghiaccio genuinamente intrigati.
“Una foto… o anche più di una. Me lo permetteresti?”
Levi, così si chiama il proprietario di quello sguardo freddo e penetrante, inarca ancora di più le sopracciglia. “E’ una cosa che fai solitamente con tutte le tue avventure di una notte?”

Non ebbe la forza di aprire bocca per porgergli una delle tante domande che gli affollavano la mente, ma dopo essersi voltato indietro per assicurarsi che ormai fosse troppo buio perché Moblit potesse vederli, infilò una mano in quella callosa del Capitano per stringerla con decisione.
Levi lo guardò brevemente con la coda dell'occhio e al contrario di ciò che si aspettava non la allontanò, anzi ricambiò la stretta intrecciando le loro dita.
Quel gesto, nonostante la brevità - dovettero purtroppo separarsi quando risalirono in superficie - riempì il cuore di Eren di gioia e forza, tutto ciò di cui aveva bisogno per affrontare le difficoltà che quel mondo crudele gli avrebbe messo di fronte nelle ore e nei giorni successivi.
[ErenxLevi - Inizio Seconda Stagione]

[Eren/Levi][Canon!Verse]
“Se avesse compiuto correttamente il suo lavoro,
se avesse protetto Eren,
tutto questo non sarebbe successo.”
Ovvero, quella notte in cui Eren riuscì a sorprendere il Capitano Levi.

[Eren/Levi] [Modern!AU]
"Secondo me il tedesco non lo sa. E’ tipo un qualche cliente estero?”
Jean aveva davanti due possibilità: essere un bravo amico e spiegargli che “quel fico” era niente di meno che Levi Ackerman, una delle persone più importanti dell’azienda, il quale sapeva parlare benissimo il tedesco e almeno altre tre lingue, oppure vendicarsi del fatto che quella mattina Eren gli avesse fatto la doccia col caffelatte.
Ci mise meno di un secondo a decidere.
“Sì, è uno dei nostri clienti esteri. Non credo capisca il tedesco.”
Un ghigno comparve sul volto di Eren. “Te l’avevo detto io. Quindi è il mio capo?”
“Qui chiunque è il tuo capo, pure io. Sei solo un tirocinante non pagato in prova. Gli schiavi a confronto venivano trattati meglio di te.”
“E’ un mio superiore, dunque… cavolo, è ancora più eccitante,” sospirò e fissò l’uomo, il quale aveva appena smesso di parlare al telefono. “Cazzo, quanto è bono.”
In cui Eren si mette a commentare la figaggine del suo capo Levi in ascensore con Jean, certo che il diretto interessato non sappia parlare la sua lingua. Non ha idea di quanto si sbagli.