Tesoro, torno a imbrattare lo spazio recensioni con un ritardo vergognoso. Non volermene, impegni e vecchiaia si coniugano molto male e occorrerebbe una giornata di quarantotto ore per raggiungere la sufficienza in tutti i campi della vita.
Sono un po’ fuori allenamento, per cui spero di colto nel modo giusto gli punti di riflessione contenuti nel capitolo. Se così non fosse, ti prego di scusarmi in anticipo.
Cheats è fatto di tante piccole bolle che Cloud si affanna a costruire: ce n’è una per Aerith, una per Tifa, una addirittura per la bimba in arrivo. A volte credo che riesca a conoscere se stesso e ad avere un confronto con ciò che prova solo dividendo e isolando i rapporti con le persone che contano in comparti stagni. Per quanto riguarda i pensieri dedicati alla bella fioraia, fa tenerezza questo suo modo ingenuo di credere che il chiodo fisso tanto fisso non sia e che, presto o tardi, la sua presenza sarà soffiata via dal vento e allontanata. Insomma, non riuscirebbe a estirparla dalla sua mente neanche con le tenaglie! Ed è talmente tanto convinto di essere “guarito” che Tifa, così presa dalla gravidanza, avverte la sua frustrazione e si fa coraggio chiedendogli espressamente da dove derivi. In effetti lo sa già, perché arriva subito al dunque senza tanti preamboli.
“Zack non viene a trovarci da un po’… Quindi penso che il peggio è passato. E la sua vita matrimoniale può solo giovarne”
Il viso brillante di luce celestina di Cloud s’imbrunì di un nero profondo, senza lasciare spazio per far trasparire le sue reali emozioni – o intenzioni? – ma fatto sta che quel presagio sovrastava tutti i suoi istinti, quindi non poteva sbagliarsi.
Nella reazione di Cloud posso leggerci un po’ di gelosia? Se c’è una cosa che ho notato dal momento dell’aborto a questo capitolo è la maggiore preoccupazione del biondo nei confronti di Aerith e la quasi totale indifferenza verso la sofferenza di Zack. Anzi, a volte mi sembra proprio infastidito dal fatto che l’amico possa avere un momento di crisi, quasi come se fosse ad unico appannaggio della fioraia; della serie: Aerith ha tutto il diritto di stare male perché le è capitato qualcosa di brutto, tu invece non solo non ne hai diritto, ma devi anche farle assolutamente da spalla. Che poi non è neanche così, perché è sempre lui che cerca di consolarla, quasi come fosse l’unico in grado di farlo. In effetti è così, perché l’amica trova in lui sia una croce che una delizia, però il rapporto “maschile” di Cheats è bello tosto. Insomma, sembra esserci più una rivalità intrinseca, come se Zack fosse stato il ponte tra lui e Aerith ma poi fosse stato relegato a figura di fondo. Cosa che con Tifa non avviene, perché sembra essere preoccupata per entrambi. Ad onor del vero, credo che sia forse l’unica ad aver sfiorato con le dita la verità, tant’è che nella parte iniziale rivolge a Cloud delle domande senza avere il coraggio di guardarlo.
“Quindi stai dicendo che ci stanno riprovando?”
A me continua a dare l’impressione di essere infastidito. Non augura male alla coppia, però sotto sotto ha paura di perdere il suo “ruolo”.
“Ma mi è parsa piuttosto tranquilla …” lo disse con un composto scetticismo che venne subito a galla dopo un singulto spontaneo, ma che represse subito e dissimulò con un tossicchiare piuttosto costruito”.
Tifa, per contro, ci spera proprio che Zack e sua moglie si riappacifichino e che gli equilibri si ripristinino. Quel singulto spontaneo e, soprattutto, il tentativo immediato di dissimularlo suggeriscono tutta la tensione che viene a galla e la sua paura di ritrovarsi nuovamente trascinata in una situazione che comporterebbe un ulteriore allontanamento di Cloud da lei.
A differenza del capitolo precedente, qui si percepisce chiaramente la tensione, la sensazione che la qualcosa di brutto si avvicina, un po’ come quando le nuvole cominciano a gonfiarsi e a farsi scure e il vento spinge la furia della tempesta che si riverserà da lì a breve. Devo ammetterlo, in questo sei una maestra esemplare, Columbrina, perché riesci a creare questa sensazione e a dare l’impressione che tutto sia ricoperto da un velo trasparente ma molto, molto consistente. Sembra quasi di vedere la nebbia che sbiadisce i colori di quelle calzette rosa fatte da Aerith,anzi che da esse si sprigiona, opacizzando tutta la gioia dell’attesa. Anzi, è proprio l’attesa che si carica di diversi significati: abbiamo quella gioiosa che riguarda la nuova nascita e quella grigia foriera di cattive notizie.
Un argomento così scottante è scomodo ed è proprio per questo che non potrebbe mai finire nel dimenticatoio, anche perché da esso dipendono gli equilibri interni della coppia Cloti, quindi è ovvio che continui a mordere le loro carni come un tarlo affamato.
Zack fa quasi sempre le sue entrate e le sue uscite di sera o al crepuscolo, un po’ come a voler privare di luce le situazioni in cui è coinvolto. Ciò contrasta molto con il suo personaggio, così vivace e solare e credo che la cosa renda molto più “atroce” l’umore cupo a cui è costretto.
La titubanza di Cloud nell’aprire la porta denota un suo particolare tratto caratteriale: questo ragazzo non è mai seriamente disposto ad “aprire”, anzi, ad aprirsi. Per lui è più facile lasciare tutto fuori, riesce a proteggersi meglio e a proteggere anche chi gli sta intorno da se stesso. In fin dei conti ama per comparti stagni … Se poi ci mettiamo che ha avvertito la sensazione di presagio per giorni interi, è più che giustificato il fatto che avverta una sorta di timore nel dover lasciare che il mondo entri in casa sua e rompa quell’equilibrio che prova affannosamente a costruire giorno per giorno.
Finalmente Zack si presenta al suo cospetto in una tale veste che autorizza Cloud a provare disgusto verso di lui. Diciamocelo chiaramente, Fair è straordinario in tutto e per tutto, è sempre stato uno dei suoi eroi, ha cercato anche di imitarlo (confondendo le loro coscienze a un certo punto) e i Cheats si prefigura una sorta di rivalità intrinseca che cercava solo una scappatoia per potersi dimostrare. E’ lo stato di ubriachezza dell’amico che gli permette di rovesciare all’esterno tutto ciò che la matassa degli eventi ha formato dentro di lui. Aerith per Cloud è la vittima, Zack è colui che l’ha colpita. Non si rende conto che sono contemporaneamente tutti vittime e carnefici della loro infelicità. Tuttavia l’occasione è buona e l’impulsività ha la meglio.
Paradossalmente credo che il più coerente con se stesso sia proprio il ragazzo moro: la sua sfera di perfezione si è crepata, ha scoperto che il dolore può scaturire anche da quell’essere perfetto che credeva fosse sua moglie e si è anche reso conto che il destino colpisce con smacchi atroci anche i più fortunati. Cosa fa per ovviare alla cosa? Lascia la moglie. Forse è l’unico che si è reso veramente conto che gli equilibri persi non si ripristineranno mai più. No dico che la sua fuga vile sia da celebrare, anzi! Però credo che in lui l’esigenza di tutelare l’esteriorità sia venuta meno perché insostenibile.
“A quel punto Tifa si materializzò tra loro, stringendo le spalle di Cloud, sul punto di piangere nel notare quando fossero terribilmente in tensione e irose”
Tifa è sul punto di piangere perché si rende conto che Cloud per lei non avrebbe mai avuto la stessa reazione?
“Io non ci parlo con lui”
Eccola qui tutta la rabbia repressa! E forse sbaglio, ma ci vedo tantissimi sottintesi, un po’ come voler dire di rifiutare di comunicare con la persona che ha avuto il privilegio di avere colei che tormenta il nostro sonno, ma non è in grado di apprezzarla.
Ciò che è bizzarro in questa situazione è che Cloud non si rende conto di trattare Tifa con la stessa “cortesia” che Zack ha riservato a sua moglie. Non si tratta pur sempre di donne abbandonate in lacrime sulla soglia di casa?Quale scusa migliore per scappare? Ed è altrettanto bizzarro che i due uomini finiscano sempre per bussare alla porta dell’altro e ad essere accolti e rincuorati dalla donna dell’amico. Cloud va da Zack con la scusa di consolare Aerith senza ammettere neanche con se stesso che è lui quello che trae davvero sollievo da quell’invasione; Zack bussa alla porta di casa Strife in cerca di punizioni e di una sorta di redenzione che solo l’amico può dargli e finisce per essere puntualmente affidato alle cure di una bistrattata Tifa ( che questa volta viene anche rudemente strattonata, poverina).
“E per una volta non avevano l’impulso di sentirsi colpevoli”.
Zack ha lasciato relativamente “ campo libero” a entrambi, perché, lasciando Aerith, è diventato il lupo cattivo della situazione. Un po’ vittima e un po’ colpevole, come nella tradizione di Cheats, in cui i protagonisti sono ingannati in primis da se stessi e poi da un ironia beffarda e sadica del destino.
“La lasciava fare perché non era mai stato così bene”
Ripeto, per me Cloud teme e spera nelle avversità della vita di coppia degli amici, perché è l’unica cosa che giustifica le sue intemperanze, le sue fughe e le sue visite.
“Lo abbracciò di nuovo, per poi esortarlo a tornare da Tifa, mentre asciugava le ultime lacrime calde e liberatorie, contemplando la presenza onnipotente di quella bimba non ancora nata che tanto alimentava quel pianto”.
Aerith, invece, riesce ancora a vedersi vittima di Zack ma carnefice dell’amica. Ma forse il pensiero non è rivolto a Tifa in senso stretto, bensì il rimorso per qualcosa che potrebbe accadere è da lei provato nei confronti di una bimba che non ha colpe e che vorrebbe comunque proteggere.
“Aerith Gainsborough cosa provi in questo momento? Sei triste perché hai ciò che desideri davanti a te e non puoi toccarlo? O sei felice perché non ti sentirai mai privata di un affetto, represso appena Zack oltrepassa quella porta?”
Punire e autopunirsi, provare gioia quando si dovrebbe essere disperati ed essere disperati quando la situazione suggerirebbe serenità, ecco il gioco sadico di Cheats, ed ecco da dove scaturisce la sua grandezza: è talmente vicino a casi reali e situazioni concrete che quasi ci si dimentica di stare leggendo una fanfiction.
Siamo sicuri che Cloud rivolga quei quesiti all’amica e non a se stesso?
Non c’è guarigione, solo una tremenda malattia recidiva che li sta consumando pian pianino.
Grazie di tutto!
Manila. |