Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/10/20, ore 21:20

La situazione di Mordhen è piuttosto ambigua: da una parte è finito in compagnia di una resistenza contro il Coso, il che è decisamente positivo; però questi non solo gli impediscono di andarsene, ma per qualche motivo non vogliono tentare il tutto e per tutto per salvare Thoan, la cui perdita lo devasterebbe. Queste nuove conoscenze partono in modo decisamente incerto.
Complimenti per un altro interessante capitolo!

Recensore Master
24/10/20, ore 22:00
Cap. 18:

Allora, il punto di vista di Golgoth rivela un fracco e una sporta di cose interessanti. Innanzitutto su Golgoth stesso: il primo demone mai creato, che malgrado non abbia le parole per indicarli, conosce eccome concetti positivi, quali l'amore e l'ammirazione verso il suo creatore; e a sua volta sembra desiderare che Manny - che rispetta - li provi verso di lui.
E poi sul rapporto tra Davian e Kyr. Finora avevo sempre pensato che fosse stato il dio a corrompere quel ragazzo che non voleva fare del male a nessuno, facendo leva su una certa fascinazione per il potere di quest'ultimo. Ma per come lo dipinge Golgoth, Kyr non sembra il dio del male quanto il dio della distruzione necessaria al cambiamento, alla creazione, e capace di ispirare emozioni positive, di trattare gli altri come suoi pari; davvero nulla a che vedere con l'attuale. E allora chi è ... solo il risultato di Davian che ha ceduto alla corruzione del potere? O il dio stesso è stato corrotto dall'esser stato fatto a pezzi e poi imprigionato? Boh. Nel frattempo, anche la definizione di riceKyr pare inadeguata; da questo momento in avanti lo chiamerò il Coso.
Interessanti anche le riflessioni di Manny. Lui non ha una vera e propria identità, la gente lo teme come prolungamento di suo padre, non in sè e per sè. La gente non lo 'niente' in sè e per sè, lo temono in quanto figlio del Coso, lo disprezzano in quanto umano, ma non ha emozioni dirette alla sua propria persona. Non ha identità al di fuori di quella che gli danno gli altri; emblematico in questo che non abbia neanche un nome, e che quello che si e dato riflette un modo in cui lo chiamano gli altri per la sua immagine crudele ed efferata.
E il trio delle meraviglie si mette in viaggio verso 'i maghi'. Voglio proprio vedere cosa succederà da questo punto in poi.
Complimenti per un bel capitolo!

Recensore Master
18/10/20, ore 21:48
Cap. 17:

Allora, Mordhen tiene ben salda la palma del mainagioia. Finito in cella, con due sconosciuti che lo torchiano senza in cambio dirgli praticamente nulla... dolce la vita. Almeno c'è un accenno di sopravvivenza per Thoan, se Mordhen si decide a parlare ... e soprattutto, se i due gli credono.
Complimenti per un altro capitolo interessante!

Recensore Master
18/10/20, ore 21:01
Cap. 16:

Okay, tentativo di porre in parole coerenti quanto accidenti mi piaccia Luth:
È perfetto nella sua imperfezione. È un privilegiato in questo mondo disastrato, se ne è reso conto solo adesso ... ma invece di cedere alla rabbia e all'insicurezza, ha affrontato le sue mancanze a testa alta. Si sente un po' uno schifo nel considerare il suo comportamento finora, ma non sta lì a piangersi addosso, piuttosto ammette i suoi difetti e si conquista così sufficiente ammirazione da farsi seguire. È probabilmente il comportamento più maturo visto finora, a parte forse quello di Mordhen. Suo padre l'avrà anche iperprotetto, ma qualche idea su come essere un buon leader il ragazzo è riuscito a farsela arrivare.
Davvero un bel capitolo, complimenti!

Recensore Master
18/10/20, ore 19:39
Cap. 15:

La mente di Rowen sta iniziando a funzionare in modo interessante. In pratica gli ha rifilato delle immagini di Nerya e Mordhen, la sua famiglia (anche se per metà lui ne è ignaro, le sue figure di conforto e di autorità crescendo, per aiutarlo a ragionare la via d'uscita fuori da quella situazione.
E intanto che Rowen riflette, Manny cerca di gestire emozioni di cui non gli è stato insegnato il nome. Tra parentesi, noto che il terrore che Riwen priva per lui è lo stesso che Manny prova per suo padre. Alla fine, questi ragazzi hanno lo stesso obiettivo: non soffrire ulteriormente.
Mi piace come Manny sia interessato dall'essere trattato da pari da Rowen: dev'essere un'intrigante novità per qualcuno che ha conosciuto solo paura e disprezzo per la maggior parte della sua vita. E interessante anche come Rowen gli ricordi 'qualcuno': sono veramente curiosa di vedere cosa succederà quando i due scopriranno il legame dei rispettivi padri.
Complimenti per un altro bel capitolo!

Recensore Master
16/10/20, ore 13:37
Cap. 12:

E finalmente, dopo lo sprint finale per il contest, posso tornare a recensire.
È stato un capitolo rapido ma doloroso per Mordhen. Un prosieguo della fuga disperata che lo vedeva prendere un Thoan morente e fuggire. Ora, non ricordo esattamente in che direzione fosse fuggito Rowen ma quell'accampamento mi puzza. O apparteneva ai Razziatori, in tal caso Vorjha si sarà divertito, o potrebbe essere opera di qualcheduno. C'è troppo silenzio e troppa poca confusione, da quel che mi è parso di capire, perché possa essere opera dei Demoni, comunque. Forse sono questi loschi figuri che ha incontrato Mordhen; e guarda tu se alla fine Thoan si salva.
Qualcosa significa, decisamente. E il fatto che la signorina incappucciata, sicuramente un elfo, canti al cavallo mi da da pensare. Abbiamo visto che il Ricettacolo usa un tipo di magia che possiamo definire Nera. Ne esiste una bianca, c'è ancora qualche scampolo di resistenza contro il tiranno, o gli unici ribelli sono Demoni? Di solito un personaggio che canta ai cavalli non è puramente nocivo; a meno che non sia Joel di The Last of Us, o Ellie. Insomma, la mia è più una speranza: quella di vedere Mordhen seguire i passi di Roan, il personaggio di Eragon, che alla fine entra a far parte della resistenza contro Galbatorix. Certo Roan il villaggio se lo portava appresso,,, ma sono quisquilie xD
Stiamo a vedere cosa succede ;)
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
16/10/20, ore 10:46
Cap. 21:

 
Carissima, metto subito le mani avanti e mi scuso anticipatamente per il solito ritardo.
Stavolta non ho beccato subito il tuo aggiornamento appena pubblicato. Nonostante ciò ne sono rimasta affascinata come al solito.
Ammetto che per il momento avevo lasciato Luth e i suoi compagni di viaggio in un angolino della memoria. Tu hai tantissimi personaggi interessanti e dalle vicende ricche. Ero rimasta risucchiata dalle peripezie degli altri, soprattutto di Rowen (il cui secondo nome potrebbe essere sfiga un po’ più di tutti in questo periodo), Mano e Golgoth (stavolta spero di non aver confuso i nomi. Purtroppo il rincoglionimento avanza…).
Tornando al capitolo corrente, mi è piaciuto scoprire il punto di vista di Luth perché fra tutti è forse il personaggio che, finora, è più lontano dal mio sentire.
Appare un po’ come il “figlio di papà” (passami il termine. Lungi però da me sminuire la tua opera) ed è senza dubbio lodevole che sia in grado di riconoscere apertamente questa sua condizione agiata rispetto al resto delle persone.
Questa sua caratteristica, che ha plasmato il suo essere e la sua vita, è causa sia della sua debolezza iniziale (il non saper riconoscere ed affrontare la crudeltà e l’asprezza dei demoni, quando questi sono nemici. Ne saper resistere agli stenti di una vita meno fortunata). Davvero, se dovessi descrivere Luth in una sola parola, direi consapevole. Sa fare un’analisi così profonda e spietata di se stesso che quasi viene voglia di andare li, mettergli una mano sulla spalla e rassicurarlo che no, non ha affatto sbagliato finora, sono state le vicende della vita a renderlo così ed ha tutto il margine possibile di miglioramento. Che sicuramente ce la farà, ne è perfettamente in grado (basta non soffermarsi sulla fine del capitolo, ma andiamo per ordine con lo svolgimento degli eventi, almeno tentare…).
Luth incolpa l’educazione paterna, quel volerlo preservare a tutti i costi dalle brutture del loro mondo per quella sua incapacità di resistere alle avversità, per essere così succube della paura ma direi pure terrore atavico verso i demoni. Non conosco questo padre. Posso fare poche supposizioni ma non so perché non mi sento di dire che lo abbia storpiato fino al punto di renderlo incapace di tenere fronte alle difficoltà della vita. Insomma, non è proprio come il Siddartha in gioventù. Sbaglio o li le fonti parlavano di un principe a cui non erano state fatte conoscere per nulla malattie e morte? Ecco, Luth è stato si cullato… ma non penso così tanto. Sbaglio? In fondo è sempre il figlio di un capo. Qualcosa di pratico, per rivestire quel ruolo in futuro, devono almeno averglielo insegnato… a meno che quel ruolo non gli sarebbe stato precluso. Ma qui si apre un altro ventaglio di possibilità e mi sa che andrei pure fuori tema.
C’è poi quella parte buona di Luth, quella sua bontà che lui sente distrutta da ciò che gli è accaduto nel tempo da poco trascorso. Si sente più duro Luth, in tutti i sensi, sia per la vita dura che ha condiviso con gli altri, sia per come le privazioni l’hanno portato ad essere. Ha una corazza ora. Ma gli sembra che la sua essenza sia stata corrotta. Non lo so… se uno è buono, un po’ buono lo deve restare sempre. Diventa forse più duro, più resistente, con la lacrima meno facile. Ma mi voglio illudere che una scintilla di bontà resti sempre, anche in chi ha conosciuto il trauma e le atrocità della guerra… a meno di non sfociare nella pazzia. Ma pure li si apre un altro mondo e io di psicanalisi ne so meno di zero. C’è una parte distruttiva si… non a caso la gente che assiste o vive certe cose a volte finisce pure per suicidarsi… tuttavia, per ogni impeto distruttivo mi illudo ci sia anche una parte creatrice che scalcia e si dibatte. Un istinto primordiale alla sopravvivenza che prima di essere luminoso è pure forza impetuosa e indomabile, animalesca. Una spinta pari a quella di soccombere al male, bensì opposta. Sarà forse un discorso che sa di filosofia, non so… ma Rowen non è forse anche questo? La vita che non si abbandona alla morte? Ecco, in piccolissima parte credo e spero sia così anche per Luth.
Tornando a questo personaggio, l’altra conseguenza interessante dello stato è il suo interfacciarsi con i due fratelli ladri. Certo, procedono tutti e tre insieme per rispettive necessità ma pure li, poveri e con le pezze al sedere tutti e tre… riescono a rimbeccarsi sui natali. Ecco, questo è un aspetto della stupidità tipica degli uomini. In caso di necessità infatti gli animali cooperano per la sopravvivenza comune. Noi invece riusciamo a darci addosso per la diversità di ceto.
Mi torna in mente quella bella poesia del principe sulla morte, “La livella” o qualcosa di simile.
In un certo senso, anche qui, a fare una bella figura o una figura migliore sono comunque quelli del popolino. In fondo al capitolo abbiamo la loro rivincita.
La cosa si dipana lentamente, nella titubanza delle guardie, nel loro imbarazzo che Luth, vuoi perché poco abituato a scorgere il pericolo, vuoi perché inebriato dalla dolcezza dell’aria di casa, proprio non riesce a scorgere. In parte mi è giunto inatteso questo risvolto, lo ammetto. Non  mi aspettavo un ritorno sereno ma neppure la cattura. Chissà cosa è successo nel frattempo nella sua città. Spero di non sbagliare e di aver dimenticato qualche particolare che hai citato nei capitoli scorsi. Purtroppo in geografia sono sempre stata una frana, reale o fantasy che fosse: i nomi dei posto mi sfuggono. Eventuali dettagli di guerra che riguardano Geela potrei averli dimenticati.
Insomma, Luth finirà in catene mentre Arys e Wes riguadagnano la macchia. Per i due fratelli sarà una vita ancora di stenti ma per il momento evitano le catene.
Tra questi due, tra Arys che ha una lingua tagliente ed esterna il proprio malcontento in battute sarcastiche e taglienti e il silenzio di Wes, senza dubbio, la mia simpatia va al secondo, a questa sua apparente saggezza che stona in modo così dissonante rispetto alla sua giovane età. Ho ancora il dubbio che sia qualcosa di insito nella sua indole e rafforzato dalla vita difficile ed eventuali traumi che hanno coinvolto sicuramente lui e pure la sorella. Chissà quali oscuri segreti condivisi si nascondono nell’irriverenza di lei e nel misterioso mutismo di lui. Che poi, chissà… se non erro Wes non ha pronunciato una sola parola finora… stress post traumatico o proprio non è in grado di parlare? Davvero, spero di rincontrarlo ed avere dettagli sul suo trascorso e, perché no, anche sul suo futuro. Potenzialmente potrebbe essere un personaggio forse dotato di qualche potere particolare… o forse, come al solito, fantastico troppo. E’ che la sua aura di mistero, per certi versi, mi ricorda quella della tua guaritrice che si è tra i carcerieri di Mordhen nei capitoli scorsi. Li però mi avevi accennato, sempre se non sbaglio che qua la vecchiaia è impietosa con la memoria, di una donna che non ha umili origini, qualcuno che ha un’istruzione insomma. L’intelligenza patrica, tuttavia, pare che a Wes non manchi.
Sono curiosa insomma di scoprire, al solito, come confonderai e dipanerai le trame che avvolgono questo tuo variegato ed interessantissimo universo.
Scusa ancora per il ritardo. Ci sentiamo al tuo prossimo aggiornamento. Un abbraccio <3

Recensore Master
15/10/20, ore 18:19
Cap. 14:

La situazione di Rowen ha un che di lovecraftiano: poche indicazioni su dove sia, e attorno a lui rumori e urla di avvenimenti atroci che però non vede, lasciandolo nell'amsia di quel che toccherà a lui. Ci credo che dà di matto, da bravo protagonista lovecraftiano che si rispetti.
E finalmente i due si incontrano. Che dire ... non una delle migliori prime impressioni, da entrambe le parti. Certo che Rowen ha presouna bella batosta con questa storia dei maghi ... mi sa che se avesse saputo dov'erano, l'avrebbe detto a Mano solo per dare a quei vigliacchi il benservito.
Altro bel capitolo, complimenti!

Recensore Veterano
13/10/20, ore 18:46
Cap. 21:

Carissima!
Come promesso, eccomi per recuperare l'ultimo capitolo! Allora, eccoci tornati dai tre fuggiaschi, che l'ultima volta avevamo lasciato sconvolti dalla vista del Balor ma fortunatamente incilumi e combattuti su quale fosse il prossimo passo da fare. Geela al momento sembra l'unica alternativa, una città che Luth ricorda come un luogo sicuro e accogliente, dove lo aspettano la sua famiglia e le comodità a cui era abituato prima di finire vittima dei Razziatori. Ricordo che Wes e Arys non erano molto persuasi all'idea di tornare laggiù, in fondo erano due canaglie che si guadagnavano da vivere arrangiandosi come potevano e non hanno un attaccamento particolare verso quella città, ma sono contenta che abbiano deciso di collaborare con Luth, anche perché lui mi piace, lo vedo molto equilibrato come personaggio. E adesso, grazie a questa avventura, ha sicuramente acquistato maggiore consapevolezza, trovandosi faccia a faccia con le sue paure e il suo lato più oscuro: il mondo si è rivelato più spietato di quanto immaginasse, ma le esperienze brutte servono anche a questo, a temprarci, come scrivi tu :"Erano stati sufficienti pochi giorni di stenti e di terrore per comprendere cosa la sofferenza era in grado di fare agli uomini". E infatti, se fosse rimasto nel suo palazzo, lontano dalla miseria e dalla povertà, Luth non sarebbe mai riuscito a comprendere due persone come Arys e Wes, a cui la vita non ha regalato niente. Certo, é irrealistico pensare che dall'oggi al domani uno diventi San Francesco e si spogli dei suoi averi per darli ai poveri ahahah eppure, mi chiedo se più avanti questa esperienza condivisa possa fare sì che un giorno Luth diventi un capo migliore di suo padre, più attento ai bisogni del popolo. Oppure diventerà come Daenerys Targaryen e vorrà ammazzare tutti ahahahah.
"Stava perdendo il controllo di se stesso e, per quanto si sforzasse, mantenersi lucido non era semplice"...ecco, appunto, in situazioni normali è facile essere comprensivi e razionali, ma la fame e la stanchezza metterebbero a dura prova chiunque! E Arys con la sua acidità di certo non aiuta!
Come sempre riesci a dare grande spessore ad ogni personaggio, anche a quelli che all'inizio sembravano marginali: Luth si è sempre ritenuto migliore rispetto a Rowen, ma è facile giudicare quando si è felici e circondati dall'agio e dall'affetto, mentre diventa più dura quando di mezzo c'è la sopravvivenza. Sinceramente credo che se una persona ha dei sani valori riesca a mantenerli anche nelle situazioni critiche, per natura non voglio pensare che sia tutto brutto, vile e malvagio e che un barlume di speranza ci sia sempre, ma capisco benissimo i sentimenti che prova Luth: messo a dura prova e privato di ogni certezza, assiste al lento maturare di un qualcosa dentro si lui che non sapeva di poter provare. Un istinto animale e primordiale che lo porta a pensare egoisticamente solo a sé stesso, al traguardo da raggiungere, illudendosi che, una volta trovato, tutto si sistemerà e ogni brutta esperienza sarà cancellata.
Eppure, una volta raggiunta la metà, ecco che Luth deve scontrarsi con una verità a cui non era pronto: quella che ricordava come casa non è più una casa per lui, ma l'ennesimo luogo pericoloso e ostile.
Ti dirò, un po' me l'aspettavo ahahah sarà che in questo mondo la sfiga colpisce tutto e tutti indistintamente e mi pareva strano che finora a questi tre fosse andato tutto cosi bene! Wes e Arys si confermano fedeli alla loro natura opportunista e mollano Luth non appena capito che da lui non potranno ottenere niente anzi, che restare con lui li porterà di nuovo nei guai.
E qui lasciamo il figlio del capo, di nuovo in catene, arrestato dalle stesse guardie che un tempo lo servivano. Mi domando cosa sia accaduto, se a Geela l'assetto politico sia cambiato bruscamente nel periodo in cui è mancato e cosa ne sia stato di suo padre.
Complimenti un altro capitolo davvero avvincente!

Zob

Recensore Master
12/10/20, ore 21:06
Cap. 13:

Interessante quesra cosa della cultura dei demoni: non hanno parole per la gratitudine, quindi anche se la provassero non saprebbero esprimerla. E sbaglio, o Golgoth sembra in pensiero per Manny?
Comunque, vedo che non tutti i demoni sono leali a riceKyr (di nuovo, sono pigra, e scrivere Davian mi sembrava inappropriato). O almeno, vanno contro ai suoi sottoposti quando lui non è lì direttamente. E per questo sono stati ammazzati. Vuoi vedere che il 'dio' inizia a perdere colpi?
Altro capitolo interessante, complimenti!

Recensore Master
11/10/20, ore 21:42
Cap. 12:

Okay, ma di tutti i presenti, Mordhen ha la palma del Mainagioia. Vita familiare uno schifo, passa anni a cercare di tenere in piedi una comunità disastrata per poi vedersela sterminare come se nulla fosse, il suo amico è mortalmente ferito, l'unico che avrebbe potuto curarlo siè suicidato proprio in tempo, e mentre cerca di improvvisare come può viene aggredito. Che tripudio di felicità!
Di nuovo un capitolo carino, complimenti!

Recensore Master
10/10/20, ore 19:35
Cap. 20:

Cara **
Perdonami per il pesante ritardo, ma per quanto sapessi di avere una settimana incredibilmente intensa davanti, non potevo e non volevo rimanere indietro çç quindi eccomi qui, per il rotto della cuffia, spero tu possa perdonarmi.
Lo chiami capitolo di passaggio, ma io ho una visione tutta mai dei capitoli di passaggio: in questo caso è vero, non fanno molti "passi avanti" a livello ambientale, ma per quanto riguarda le emozioni e l'emotività, qui abbiamo un mare in cui sguazzare.
Vengono messi a nudo Gianni e Pino- ehm, Mano e il Balor, visti dagli occhi umani, intelligenti, affamati e disperati di Rowen.
C'è un meravigioso scenario sulla situazione attuale del nostro eroe, che va dal desiderio di non morire, di cercare di sopravviere nelle mani sbagliate, le sue suppliche che non vengono in alcun modo ascoltate e il desiderio di svenire, di crollare, quasi supplica il suo corpo di demordere per non dover più patire la stanchezza, la fame, la sete e la tristezza e quel senso di impotenza. Perché sebbene Rowen all'inizio pensi a qualsiasi modo per scappare e trovare il momento giusto per farlo, quando il suo corpo è indebolito e la sua mente stanca, sa di non potercela fare e quasi sembra che... ogni cosa che accadrà vale l'altra, lottare non serve più. Questa è un'umanissima rappresentazione della sofferenza umana, nel suo lato spirituale ein quello chimico, che ci insegna ancora una volta che nutrire il corpo è importante perché tutto funzioni correttamente, persino l'umore.
Difatti il cambiamento di Rowen non appena gli viene dato il permesso di mangiare (e lo fa con una brutalità che quasi si può sentire il suo stomaco brontolare e i suoi denti spaccare la carne), è lampante. Repentino. Uno switch di personalità, quasi, che lo porta e ci porta a sperare ancora di riuscire a fuggire e a metterci in salvo con lui... perché Mano è l'anello che unisce il Balor e Rowen, perché appartiene ad entrambi i mondi, e mentre la sua parte demoniaca spaventa Rowen, quella umana spaventa il balor, ma in tutt'altro modo.
Lui è in mezzo, tra luce e ombra, e il Balor vedendo Rowen fragile, ma determinato... però spezzato, indebolito dalla fame e la sete e la stanchezza, sa che anche Mano fa parte di quel mondo, sa che può crollare così anche lui; che la sua maschera immortale cadrà prima o poi e rivelerà la sua fragilità, il ragazzo umano che nasconde paure e insicurezze dietro la violenza e la glaciale espressione di chi non prova niente... ma che dentro è un caos, un tornado. un fuoco. Un'apocalisse.
E Rowen, come dice Mano, non è stupido. Sa osservare, sa guardare dentro e la cosa che più mi è piaciuta di questo capitolo è che abbia capito Mano attraverso il Balor piuttosto che attraverso Mano stesso. Che per lui il figlio del tiranno è ancora un'incognita che non vuole essere scoperta.
Mi domando se il Balor e Rowen troveranno qualcosa in comune, andranno d'accordo, e si racconteranno altro... e Rowen scoprirà nuove cose su Mano attraverso il demone, per poi cambiare totalmente rotta...
mi chiedo se questo viaggio porterà dove vuole mano o se tutto cambierà.
Mi chiedo pure come tu faccia a lasciarmi senza fiato ogni volta perché ogni volta che torno qui io non so cosa dire. Vorrei solo che questa storia, un giorno, fosse tra le mie mani e potessi sfogliarla, annusando l'odore di inchiostro e carta, perché meriterebbe di stare nelle librerie di chiunque ♥
Sei sempre unica, e io sono succube di tutto questo **
Alla prossima, spero presto ♥
Miry

Recensore Master
10/10/20, ore 17:46
Cap. 11:

Carissima, ciao **
Io sono letteralmente estasiata che AIUTO, non so nemmeno da dove partire.
Allora, facciamo che la prima parte la dedico a Vorjah per poi dedicarmi interamente a Rowen e i suoi compagni (già sto male a scrivere la parola “compagni”, dato che non sarà più così d'ora in avanti) nella seconda.
Questo più che altro per non perdermi i punti che più mi hanno colpita durante il capitolo e infatti devo dire che di cose non solo ne sono successe, ma sono stati anche svelati tanti tasselli super interessanti.
Vorjah mi piace. Mamma mia quanto mi piace. Ho adorato il modo in cui lo hai descritto, sia dal punto di vista della creatura che è e che ricordavo grazie a Golgoth, sia dal punto di vista caratteriale.
Forse perché in lui ho ritrovato, in un certo senso, un Balor “puro”. Ora mi spiego meglio, nella speranza di non dire ciofeche colossali da qui in poi: fino ad ora, il Balor sul quale ho letto maggiormente è stato Golgoth, il quale sì, è un Balor a tutti gli effetti, ma credo sia comunque diverso rispetto ai suoi simili, perché nonostante la sua natura, lui ha avuto a che fare per anni (e continua ancora ad avere a che fare) con un essere umano. Stare con Mano Insanguinata, secondo me, ha conferito a Golgoth una sfumatura unica nel suo genere, nonostante rimanga comunque un Balor per natura e nonostante il rapporto con Mano sia quasi sempre stato quello di istruirlo, farlo rigare dritto e addestrarlo. Cioè, nonostante la violenza e il sangue compongano una bella fetta del loro rapporto, Golgoth è comunque rimasto accanto a un essere umano per tanto tempo e ancora continua a farlo.
Forse, ma dico proprio forse, questa particolarità lo porta anche ad osservare il mondo sotto un altro punto di vista, ma ribadisco comunque il fatto che questo di certo non basta per mettere da parte la sua vera natura, cosa che ha dimostrato in diverse occasioni.
Questa cosa in Vorjah non la ritroviamo, anzi, lui ritiene indegno Mano Insanguinata del ruolo che ricopre e gode delle sue sofferenze. Senza contare che si tratta del figlio del suo signore e questo genera in lui ancora più disdegno perché sapere che il figlio di ciò che resta di Kyr, che non solo è suo signore ma anche creatore per lui e tantissime altre creature, è un comune essere umano, pare davvero inconcepibile.
Mi sono spiegata da schifo, mi sa. Spero quantomeno di essere riuscita a trasmettere il mio messaggio [?]
Ad ogni modo, in conclusione posso dire che in Vorjah vedo la spietatezza e l'essenza di ciò che è senza filtro alcuno. E se da una parte amo Golgoth proprio perché è se stesso e ha anche un legame con Mano Insanguinata, dall'altra amo Vorjah perché lui questo legame non lo ha ed è solo e soltanto spietato – e guarda caso ora tocca proprio a lui mettersi sulle tracce di Rowen dopo che Mano e Golgoth hanno fallito. Ma a proposito di Rowen…
COSA STA SUCCEDENDO NELLA MIA VITA, STAVA ANDANDO TUTTO COSÌ BENE [??] CHE POI BOOM, ROWEN VIENE PRESO AGAIN. Da una parte ci sono rimasta malissimo, però dall'altra la consapevolezza che l'incontro faccia a faccia con Mano Insanguinata si sta facendo sempre più vicino mi elettrizza – Rowen, potresti smetterla di fulminarmi con lo guardo, per cortesia.
Ancora una volta hai descritto benissimo ogni momento e ci sono tre cose che mi hanno colpita molto prima di arrivare alla cattura di Rowen.
Primo fra tutti Wes, che lesto lesto, cauto e mesto [?] pare quasi essere una sorta di angelo custode che non lascia trapelare alcuna emozione ma che, al tempo stesso, si dedica comunque agli altri, dalle foglie che dà a Rowen per curare l'emicrania all'aiuto che offre a Kayle sistemandogli l'osso della spalla. Ciò che lo rende un personaggio ancora più bello, secondo me, è il fatto che in entrambi i casi si è solo limitato a guardare, a osservare, per poi agire subito dopo in base alle esigenze delle persone. Senza dire nulla, nel mutismo più assoluto, coi suoi gesti ha aiutato sia Rowen che Kayle. Ed io ero in un brodo di giuggiole quando ho letto quei due momenti, davvero.
Poi ancora, IN CHE SENSO LUTH È IL FIGLIO DEL CAPO DELLA CITTÀ DI GEELA, HELP. Spero con tutta me stessa che questo sia un colpo di scena – o quantomeno indicazione importante – proprio di questo capitolo, non mi perdonerei mai il fatto di non ricordarlo dai capitoli precedenti e ti chiedo scusa in partenza se dovesse essere davvero così T_____T
Però davvero, quando ho letto l'affermazione di Arys ho sgranato gli occhi, non me lo aspettavo proprio. E sono più che convinta che questa posizione potrà rivelarsi utile in futuro, o meglio, voglio sperare che sia così – mi sto bellamente illudendo? Sì. Ma fa lo stesso, soffrirò più avanti.
Ed ultimo, ma non per questo meno importante: Rowen e la sua ignoranza, che detta così sembra un insulto ma no, non lo intendo affatto in questo modo, bensì proprio per il senso di inadeguatezza che ha provato nel momento in cui ripensa a quante cose non sa del mondo esterno e di come magari funzionino le città al di fuori di Syrdin. E il modo in cui hai introdotto la questione del Permesso mi è piaciuta tantissimo perché si ricollega anche al punto di Luth e alla sua posizione.
Per entrare a Geela è dunque necessario un Permesso, cosa della quale Luth può tranquillamente fare a meno, ma non gli altri. E qui Rowen inizia a macinare, a essere forse anche ingordo di informazioni perché ha vissuto nell'ignoranza (indotta) fino a quel momento – è triste il fatto che sia stata necessaria la distruzione di Syrdin per portarlo a scoprire le realtà del mondo esterno. Dopotutto è mille volte più facile controllare e manipolare qualcuno che vive nell'ignoranza.
E proprio quando stavamo per scoprire qualcosa, ecco che arriva Vorjah, MA QUALE TEMPISMO PROPRIO.
Inutile dire che non vedo l'ora di proseguire nella lettura, sto adorando sempre più questa long.
Tantissimi complimenti e alla prossima!

»Amethyst«

Recensore Master
10/10/20, ore 12:44
Cap. 21:

Cara la mia Dark Sider,
attendevo con ansia un altro stupendo capitolo di questa long e anzitutto mi complimento con te perché i secondari intrigano come i primari. Luth è un personaggio che per ora era stato molto marginale, nelle vicende. Sembrava funzionale a Rowen, utile per mostrargli in maniera netta cosa volesse dire il mondo oltre Sirdyn. Una specie di pietra di paragone, insomma. Invece, in questo capitolo, Luth acquista una consistenza e una rotondità maggiori e spicca in quella che si annuncia come una tragedia personale. Ci sono diversi elementi su cui vorrei soffermarmi: il primo riguarda tutta l’opera. L’uomo per sopravvivere si abbrutisce. Quando il mondo attorno a lui si fa predatorio e ferino non emergono sentimenti di generosità o amore, ma un istinto di conservazione animale ed egoistico.

Se c’è un barlume di altruismo è sempre incentrato su valutazioni di tipo strettamente materialistico, come la vicinanza con i ladri. Nella perdita di una parte di sé umana e capace di fidarsi e di sperare, Luth affronta questa tematica e analizza una verità sui suoi legami con i compagni di viaggio. Una volta rientrati in città le antiche gerarchie annullerebbero ogni legame e la valutazione oggettiva e cinica di questa possibilità è un pezzo di introspezione stupendo, anche perché la ragazza giunge alle medesime conclusioni.

La scena finale spezza via ogni certezza di Luth, disgregando la sua vita precedente. Sebbene la guardia mostri ancora un pizzico di deferenza, viene comunque arrestato e i compagni di viaggio con cui non è riuscito a legare lo abbandonano senza tentare di salvarlo. Ecco perché quest’opera, nel suo terribile realismo, è bella. Perché altrove avremmo visto i fratelli ladri farsi cogliere dalla generosità, Luth maturare e migliorare come individuo, laddove, invece, la maturazione è una perdita, un marcire come individuo che capisce di essere molto peggiore di come pensava di essere e di come Rowen, con la sua diffidenza quasi bestiale, fosse solo un figlio del suo tempo e di una città vessata. E le introspezioni accompagnano questo viaggio di ritorno che, in alcune parti, ha il tono di un miraggio o di un sogno che col senno di poi appare quasi profetico. È ciò che succede quando le mura della città sembrano allontanarsi sebbene la distanza da esse si accorci, in verità. Ecco, io sono estasiata dalla tua bravura e felicissima di leggere ogni capitolo e spero che da questa recensione (che giunge in ritardo causa lavoro e real life) si capisca quanto ami la storia e stimi la tua penna. Con affetto,
Shilyss

Recensore Master
10/10/20, ore 09:04
Cap. 21:

Ciao cara e scusami se arrivo sul filo del rasoio, ma queste sono tipo le prime ore che ho libere e tranquille in tutte la settimana (e infatti sono le ore che mi porteranno in treno a Roma).
Sappi che, anche se in silenzio, ogni volta che leggo un capitolo non vedo l'ora che tu aggiorni, perché adoro la tua storia (lo sai), i tuoi personaggi (quasi tutti, Rowen non credo lo amerò mai, ma si vedrà) e il tuo meraviglioso stile.
Qui ritroviamo Luth e gli altri fuggitivi che ti dirò, io non pensavo mi piacessero così tanto. Trovo siano un ottimo intermezzo, insieme a Mordhen, tra una vicenda di Mano, Golgoth e Rowen e l'altra. Non ci fanno perdere il filo ma ci distraggono un attimo e alla fine è una scelta che mi piace tantissimo perché io amo (davvero tanto) i personaggi secondari, quelli a cui nessuno presta mai attenzione.
I nostri tre stanno procedendo verso Geela (il cui nome mi ricorda Geda di Rodue One per cui mi sto immaginando distese desertiche e rifugi scavati in rossa pietra friabile, ma sono io pazza quindi lascia perdere) alla ricerca di un posto che si possa anche solo avvicinare ad un rifugio, nonostante secondo me sappiano che sotto il tiranno non ci sono posti sicuri. L'istinto, rimasuglio bestiale di un'epoca senza civiltà, di sopravvivenza fa da padrone, lasciando indietro la pietà e l'empatia, rendendo Luth un ragazzo (o uomo) che punta solo ad arrivare a Geela, senza curarsi della stanchezza e delle lamentele di quella bisbetica di Arys. Non è bello, non è giusto forse, ma è così normale da non sembrarmi neanche strano: così accade quando le condizioni in cui si vive ci portano al limite, i nostri istinti animaleschi si fanno più forti e acuti, ma Luth ha vissuto troppo tempo nella bambagia per rendersi conto che c'è qualcosa che non va. E infatti il capitolo si chiude col suo arresto e con il suo "abbandono" (che metto tra virgolette perché non voglio credere che Arys e Wes lo abbiano davvero abbandonato, non possono essere così infami, non dopo che ha dimostrato per lo meno di volerli far rientrare in città T-T Arys non fare la bastarda e salvalo). Ora più che mai sono curiosa di sapere che succederà e perché è stato arrestato, non è che è il pagamento di Geela per essere "lasciata in pace"? Tipo Teseo e il Minotauro per capirsi. Troppo hype, te lo dico.
Bravissima cara, un lavoro magistrale come sempre. Un bacio grande e a presto, L.