Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/03/20, ore 16:55
Cap. 13:

Carissima *_______________*
Esordisco con una faccia sognante e impaziente di leggere il seguito perché io, le avventure di Gianni e Pinotto, le ho amate! A parte il fatto che sarei stata curiosa di leggere il capitolo anche dal punto di vista di Golgoth, ma sono sincera: le parti dove ci parli anche dell'infanzia di Mano Insangunata, le ho amate. Ho amato come il suo ricordo del fuoco distruttivo in realtà siano ricordi legati più all'umanità che crede di aver perduto, piuttosto che quell'odio e paura che è sempre costretto a sentir ribollire dentro di sé, a causa della presenza opprimente e crudele di suo padre. Mano sembra sempre più umano, da quando suo padre ha sfogato la sua rabbia su di lui e anche quei dolori che sente, quel sollievo quando rallentano il passo, quel bisogno che trattiene tra i denti di dirlo al Balor, sono simbolo di questo. A Mano manca essere un essere umano, vorrebbe sapere forse cosa si prova a vivere una vita normale, e la sta bramando. Non è un debole, è stanco. E' stanco di tutto ciò che è costretto a subire, a tutti gli ordini che deve eseguire, solo perché non ha avuto la fortuna di crescere in un ambiente non tossico, non crudele, eppure dentro di sé la fiamma di altri sentimenti è accesa. Forse è un po' bassa, ma c'è.

Il combattimento con i Draugr e i Babau è stato a dir poco epico. Qui esce fuori invece la forza d'animo del giovane, sconvolto comunque dal fatto che sa benissimo che suo padre può fermare quelle creature, e invece lascia che lui e Golgoth le uccidano. Come se fosse una prova e quel “Non sono un traditore”. “Non ancora”. , mi fa credere che il ricettacolo di Kyr abbia dubbi, forse, sulla fedeltà di suo figlio e che forse, con quel compito che gli vuole affidare sul loro prigioniero, sa che questo potrebbe scatenare qualcosa nella mente di suo figlio? Non so, io tiro avanti supposizioni, ma lo sai che poi mi piace scoprire le cose da me XD
Tu comunque, sei un portento e ammiro il tuo modo di saper gestire personaggi, introspezioni, ambientazioni e combattimenti. La parte in cui parli delle tre linee di fumo che si intrecciano come serpenti è stata dannatamente suggestiva, descritta come una sceneggiatura; è impossibile non immaginare tutto quanto alla perfezione, come se fosse una pellicola di un film.
Insomma, i dubbi ci sono, Mano si pone quesiti che però non può porre al Balor... il che, dopo quello che hai detto nelle note sul fatto che Golgoth sa troppe cose, mi fa pensare che rispondere alle domande significherebbe corrodere ancora di più l'animo di Mano. Ah e ho riso troppo quando hai detto che Mano non fa spoiler XD che bravo ragazzo, mica come Tom Holland u.u
In sostanza, aspetto il momento in cui Mano e Rowen nelle prigioni... aspetto questo momento da 12 capitoli santo cielo!!! AGGIORNA PRESTO, LO SO CHE NON DOVREI DIRTELO MA TI PREGO *___* voglio ancora Gianni e Pinotto XD
L'ho amato questo capitolo, l'ho veramente amato! Ah se mi mandi Mano sono felice, eh. Giuro che con lui a casa ci sto ♥
Un abbraccio ♥♥
Miry

Recensore Master
22/03/20, ore 19:34
Cap. 13:

Cara Dark Sider,
Aspettavo con somma ansia questo aggiornamento e non sai quanto mi hai resa felice dedicando tutto lo spazio a Mano. E a Golgoth, ovviamente. Da dove inizio? Dai demoni che non chiedono grazie e che concepiscono il dolore come qualcosa di connaturato a loro, una maledizione che affrontano con una normalità spiazzante che mette a dura prova la tempra del figlio del ricettacolo, per esempio, che di questi scampoli d’umanità non riesce proprio a liberarsi. E lui è, dopotutto, umano. Non smette di chiedere e domandare, non smette di ricordare, anche se l’unico ricordo che ha è sfocato e avvolto nel fuoco. Dice di sé che nulla lo tange, ma chissà che il mostro non abbia un qualche potere divinatorio o, più banalmente, non sappia qualcosa che Mano non sa. Sì, perché l’idea che ci siano dei demoni traditori è fighissima, cara mia. Era possibile punirli, perché ucciderli? Si direbbe che probabilmente al ricettacolo i demoni non mancano e che è meglio avere dei dipendenti soddisfatti che un gruppo di persone o creature con dell’astio in corpo. Inoltre in genere i ribelli si uccidono per dare l’esempio di cosa accadrà se. A disorientare è la frase finale del mostro, sicuro che un suddito fedele come Mano si ribellerà. E qui io, che ho dovuto cimentarmi con questo concetto, non posso non pensare che Mano è fedele al Ricettacolo perché deve. È obbligato a esserlo. Non è vincolato dal rispetto, dall’amore o dall’amicizia. Uhm, Ricettacolo, fossi in te mi guarderei le spalle, effettivamente.

L’altra cosa su cui mi volevo soffermare è Mano stesso: più andiamo avanti nella storia più lo scopriamo umano, sebbene questa umanità si sia dovuta regolare al Ricettacolo e a questo mondo orrendo e fatto di dolore dove ha vissuto questo luogotenente. In tal senso, anche il rapporto con Golgoth è all’insegna della violenza persino ora che il demone ha degli… istinti conservativi nei confronti del ragazzo, se così vogliamo dire. D’altra parte, la trama qui ha un’impennata. Non solo assistiamo allo scontro di Mano e lo osserviamo nella sua fiera forza, ma scopriamo che Rowen è nelle prigioni e che Mano si dovrà occupare di lui. Siamo davvero vicini a un incontro? Un aspetto che forse non ho trattato nelle scorse recensioni è che mi piace moltissimo come all’interno del regno del Ricettacolo di Kyr vi siano personaggi che sono più o meno contenti di Mano o totalmente avversi, come per esempio Vorjah. L’idea di portare gli abitanti di Syrdin mi ha fatto venire in mente almeno un paio di teorie, ma prima di espletarle aspetterò… come sempre ti faccio milioni di complimenti per questa storia ** BELLISSIMA <3
Buona quarantena, mia cara! un abbraccio forte e a presto,
Shilyss

Recensore Master
22/03/20, ore 19:20
Cap. 12:

Ciao ^^
È tornato Mordhen e, come tutti i tuoi personaggi, è meglio se non li vediamo, così possiamo vivere nell'illusione che siano vivi (stare bene mai, non esageriamo XD)
Fuggito da Syrdin, deve tenere in vita il suo migliore amico, compito per niente semplice visto che il genio si è procurato una bruttissima ferita e il povero Mordhen non ha un'elevata conoscenza delle arti mediche per poterlo salvare. Fa comunque del suo meglio, come sempre, e sono felice che Thoan si sia risvegliato e abbia potuto parlare un po' con lui, facendogli capire che non deve sentirsi in colpa per gli sbagli degli altri ❤
Ovviamente Mordhen non doveva preoccuparsi solo della vita del suo migliore amico, ma sono pure dovuti arrivare questi due simpatici tizi a complicare le cose. Voglio sperare che siano in grado di aiutare Thoan, ma credo che lui lo abbiamo salutato in questo capitolo ^^"
Per un momento avevo temuto che Mordhen sarebbe morto, invece pare solo svenuto... spero XD Please, non ammazzarmi Mordhen ❤
L'incontro tra Mano e Rowen si sta avvicinando, cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel, ma ci saranno altre sofferenze prima di arrivare a quel momento. E anche dopo temo che le cose non andranno benissimissimo ^^"
Comunque, nonostante questo mondo sia sfigato in maniera imbarazzante, io adoro la tua storia e il tuo stile, perciò non vedo l'ora di continuare a leggere ^^
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
21/03/20, ore 18:10
Cap. 3:

Carissima, finalmente eccomi qui per lo scambio! Scusa il ritardo, pensavo di poter avere un po' di tempo per me questa settimana, ma le cose stanno andando diversamente dal previsto ^^'
Ma comunque, basta sproloquiare e torniamo alla storia, che ho ripreso con piacere a leggere: innanzitutto, mi preme fare un commento riguardo alle note che hai inserito; secondo me hai fatto una saggia scelta decidendo di scindere ciò che avevi inizialmente programmato in due parti, non certo perché io non abbia piacere di leggerti o leggere capitoli corposi, anzi, ma perché anch'io tendo a fare lo stesso per il timore, più che altro, che non tutti abbiano tempo per leggere capitoli molto lunghi.
Io stessa giungo spesso con qualche giorno di ritardo negli scambi, per poter leggere con calma e, in un certo senso, attendo "il momento giusto", quello in cui so di avere un po' di pace e potermi dedicare alla storia e a un buon commento, ma non per tutti dev'essere così, dunque apprezzo molto e condivido la tua scelta.
Chiuso anche questo sproloquio assolutamente non richiesto, passiamo oltre XD
Un aspetto che amo molto della tua scrittura, riferito sia a trama sia stile, è la tua capacità di costruire scenari vividi sotto gli occhi dei tuoi lettori, e di saperne chiaramente trasmettere le sensazioni che tali scene potrebbero suscitare: iniziando a leggere, ho ritrovato con piacere queste immagini, crude e per niente piacevoli e positive di per sé.
E' molto interessante, infatti, il modo in cui riesci a farmi esultare per qualche successo del protagonista, o a disgustarmi alla vista di qualche scena quasi splatter, come il cane che viene colpito nell'occhio (che è una delle mie più grandi paure, ma non potevi saperlo XD Credo mi abbia colpito particolarmente proprio perché mi considero abbastanza sensibile a qualsiasi azione riguardi gli occhi ^^').
Credo che questa sia una delle tue più grandi qualità da autrice e non posso che complimentarmene.
Tra l'altro (questo non c'entra niente con questo capitolo ed è una mia inutile semplice riflessione), in questo periodo sto leggendo Jane Eyre, non so se conosci la trama, ma c'è una figura molto simile a quella di Nerya, ossia Bertha Mason, che mi ricorda proprio lei e questo mi fa riflettere sul suo vero ruolo (o ruoli)... non so, è stato interessante trovare questa similitudine, anche se magari (anzi, sicuramente) non voluta XD
Adoro, poi, che atttribuisca ai personaggi emozioni molto umane, che avevo riscontrato anche negli altri capitoli, ma che qui diventano in qualche modo più forti, perlomeno ai miei occhi; forse perché c'entra la famiglia, la madre, la morte, che insieme fanno un connubio emotivamente letale per molti, me compresa.
Uno dei passaggi che più ho apprezzato di questo capitolo è proprio quello incentrato sull'introspezione di Rowen, che in realtà continua fino alla fine, lasciandomi un po' di amaro in bocca quando si ritrova costretto ad abbandonare la città natia e la madre.
"Amaro in bocca" inteso come dispiacere per lui e per la sua situazione, oltre che a tanta curiosità di scoprire la sua sorte.
Anche stavolta hai fatto un lavoro grandioso, sia per quanto riguarda la trama, sia per lo stile; è sempre un gran piacere leggerti e ritrovare il tuo stile pulito e delicato a guidarmi nella storia.
Tantissimi complimenti anche per questo capitolo!!! Spero di riuscire a continuare in questi giorni, semmai sarò tranquilla, cosa che spero vivamente ^^' <3

Nuovo recensore
21/03/20, ore 16:32
Cap. 4:

COSA. STA. SUCCEDENDO. NELLA. MIA. VITA.
Dunque, cercherò di andare con ordine e soprattutto con calma, perché una recensione tutta in caps lock verrebbe sicuramente bannata da sito, ma ti giuro che in questo momento sono in modalità internally screaming con Morgan che ripete nella mia testa: CHE SUCCEDE?
Prima di ogni altra cosa: carissima, eccomi qui a recensire il capitolo!
E che capitolo, mamma mia!
Ero pronta, in un certo senso, perché già sapevo che questo capitolo sarebbe stato quasi interamente dal punto di vista di Mano Insanguinata, o comunque, più in generale, incentrato su di lui.
Il fatto è che si è rivelato un colpo di scena dietro l'altro e prima di ogni altra cosa mi domando: dove sono i maghi? Che succede? * Morgan esci dalla mia testa, GRAZIE * Che fine hanno fatto? Perché l'Accademia è completamente vuota? Se ne sono andati ben consapevoli che così facendo avrebbero condannato un'intera città oppure il loro andarsene era stato “calcolato”?
Effettivamente, quando Rowen ha raggiunto l'Accademia, non ha ricevuto risposta di alcun tipo, ma pensavo fosse tutto calcolato, se così possiamo dire. E invece no, non c'è proprio nessuno e al contempo nessuno sa che fine possano aver fatto i maghi.
Tutto ciò segnerà una vera e propria svolta da qui in avanti: perché il nome di Rowen è stato fatto, perché Mano Insanguinata sa che fa parte delle persone che sono state catturate e soprattutto che è vicino, che basta poco per raggiungerlo e interrogarlo – alias: fargli patire le pene dell'inferno.
Come sempre, ogni scena è stata descritta perfettamente, la lettura è stata molto coinvolgente tanto che, arrivata alla fine, mi sono stupita di aver letto così tanto senza rendermene neanche conto.
Questo è dovuto al fatto che quando leggo questa storia non posso non entrare in empatia coi personaggi, positivi o negativi che siano – o un mix di entrambe le cose.
In particolare, vorrei soffermarmi su Mordhen e Mano Insanguinata.
Rispetto a quello degli scorsi capitoli, qui Mordhen è completamente spoglio, denudato di ogni barlume di speranza e forza.
È letteralmente prosciugato e tutto ciò che può provare è terrore e un senso opprimente di sottomissione, qualcosa che ci fa capire l'abissale differenza rispetto a quando era al comando, o comunque imponeva la sua autorità, ad ora che non riesce a imporsi.
Ho provato molta tristezza nel leggere che, anche se avesse avuto la spada che i Demoni gli hanno sottratto, non avrebbe potuto fare nulla a prescindere.
Altra prova di quanto l'abisso che separa gli umani dalle altre creature sia infinito.
Mano Insanguinata mi è piaciuto tantissimo, nella sua crudeltà e nel suo non provare emozioni potrebbe seriamente diventare il mio personaggio preferito.
Personaggi tanti complessi mi hanno sempre affascinata – e poi lo ammetto: ho sempre un debole per i villain –, ma la sua caratterizzazione mi ha completamente stregata proprio perché mi ha intimorita.
Il timore reverenziale che nutrono tutti nei suoi confronti l'ho provato anche io – okay, nel mio caso è timore reverenziale, per quanto riguarda i suoi sottoposti e tutta la gente sottomessa si tratta di vero e proprio terrore.
Ad ogni modo, la sua costante ricerca nel provare qualcosa, anche solo un'emozione negativa, mi ha incuriosita molto e mi ha portata a pensare che il suo “non essere” sia una diretta conseguenza nel suo non avere una identità – nel Prologo mi ero soffermata su questo punto, se non ricordo male: lui non ha un nome, o almeno, per il momento non ci è dato saperlo, e il suo non avere un nome lo rende privo di identità, completamente vuoto.
Lui non si identifica in nulla, non prova nulla, lui “non è”.
È un concetto triste e al contempo affascinante, senza contare che lo stai sviluppando davvero bene.
Complimenti, come sempre già non vedo l'ora di proseguire nella lettura ^^
Alla prossima!

Harriet;

Recensore Master
21/03/20, ore 00:01
Cap. 6:

Luth dev'essere una di quelle inquietanti persone che riescono a essere di buon umore al lunedì mattina, quando suona la sveglia. Solo che è tipo il lunedì mattina del giorno dell'Apocalisse. E lui comunque è bello allegro. Ma fin qui, ancora ancora, posso pensare che cerchi di tenere il morale alto perché vuole trovare un contatto umano con qualsiasi pretesto, per rimanere mentalmente sano.
Arys, invece, che problemi mentali ha? Ha il superpotere dell'inadeguatezza sociale? Cioè praticamente sta dicendo "come mai siete così musoni, alla fine vi hanno solo distrutto la città, sventrato le mamme, bruciato la casa e cucinato il gatto". Cioè... anche meno, ragazza.
Scappare? Un piano di difficile realizzazione se siete in mezzo a una carovana di gente che per lavoro caccia schiavi e segue tracce. Secondo me sarebbe fattibile solo in presenza di un grosso, ma grosso diversivo.

"Rowen avrebbe voluto rispondergli che non lo voleva: trovarsi dinanzi al corpo senza vita di Nerya significava dover fronteggiare se stesso, trovare un modo per perdonarsi e andare avanti. Tutte cose che, in quel momento, gli parevano impossibili." -> Questa frase mi ha fatta molto riflettere. Rowen probabilmente dà già sua madre per morta, perché all'idea di tornare in città non prende in considerazione la speranza di trovarla viva, né il dolore di trovarla morta, ma solo il suo stesso senso di colpa. Lui forse è convinto che siano state le sue azioni, il cercare di trascinarla nella fuga, a causare in modo indiretto la sua morte. Invece secondo me non era evitabile, cioè è solo normale che lui abbia cercato di trascinarla via nella fuga, mica poteva lasciarla lì a cuor leggero, e se l'avesse fatto lei sarebbe comunque morta probabilmente. Oppure sarebbe stata interrogata da Mano Insanguinata e poi sarebbe morta, ma in modo più doloroso. Quindi secondo me non deve sentirsi in colpa, lui è solo una pagliuzza in balia degli eventi. Mi ha colpita comunque il modo in cui pensa a sua madre, non come se fosse una persona a sé stante ma come se esistesse solo in virtù del rapporto che ha con lui: il focus non è sul fatto che sia morta ma su come Rowen si sente per quella morte. Mi dà l'idea che la madre fosse una specie di elemento di contorno nella sua vita, anche se molto importante.

Arys di nuovo non mi delude e si riconferma una testa di cazzo. "Ahah vi fa uccidere lol", ma vuoi un pugno in faccia, cinica stronzetta?
Oddio ma QUANTO E' TRISTE che la gente di Syrdin non sapesse che esistevano altre città ancora in piedi e addirittura floride? E' come quando i vietcong sono rimasti nella jungla per anni dopo la fine della guerra perché non sapevano che fosse finita. Quanto è desolante vivere in un'oasi post-apocalittica quando il resto del mondo è perfettamente funzionale? Oddio. Che colpo. Oh madonna. Ma Mordhen almeno lo sapeva? O nessuno aveva proprio il permesso di lasciare la città?

Devo dire, mi piace questa improvvisa spinta propositiva in Rowen, questo desiderio di conoscere ciò che gli era stato nascosto, perché secondo me per contrastare il dolore e la paura non c'è niente di meglio della rabbia.

Come previsto il loro piano fa un po' acqua, ma se Rowen è riuscito a depistare i razziatori nella foresta, camminando in un fiume, con un po' di fortuna potrebbero farcela. Certo non è la stessa cosa perché questa foresta per loro è un'incognita, non si trovano più nelle zone che Rowen conosce bene, almeno così mi pare di aver capito.

Bellissimo capitolo come al solito e finalmente sto vedendo Rowen riscuotersi un poco e liberarsi di quell'atteggiamento da "sticazzi, io devo cacciarmi un topo da mangiare, il resto del mondo non mi interessa".

Recensore Master
20/03/20, ore 11:55
Cap. 8:

Buongiorno <3
Perdonami per l'orribile ritardo, la quarantena mi illude di avere tutto il tempo del mondo e puntualmente mi riduco all'ultimo senza rendermene conto, ormai non so più che giorno è xD
Mi aspettavo che la storia sarebbe proseguita da dove l'avevamo lasciata, e quindi con il salvataggio di Rowen e la situazione in cui sono finiti i prigionieri scappati dai razziatori. Invece, ritorniamo a vedere cosa sta combinando Mano insanguinata, che è sempre dannatamente lugubre e inquietante, qualsiasi cosa dica o faccia. Non vorrei essere nei panni del Razziatore che è stato fermato da Golgoth e che nonostante Mano insanguinata nemmeno lo stia toccando è più inquietato da lui che dal resto. Diciamo che la sua fama lo precede, lol.
Le introspezioni di Mano insanguinata, ma anche il modo in cui viene visto dall'esterno, dagli altri, non fanno altro che crescere il mio terrore - e al tempo stesso il mio viscerale amore - nei suoi confronti. E' gelido, crudele, così lontano dagli esseri umani eppure al tempo stesso simile a loro. Nelle note dici che scrivere i suoi capitoli è difficile, e io stento a crederci perché quando li leggo trovo sempre che siano impeccabili, meravigliosi.
In tutto ciò, non mi è ben chiaro perché, probabilmente è il mio vederci amore ovunque, anche quando c'è sangue e odio, penso che sto iniziando a shippare Mano insanguinata e Rowen e per questo non hai idea di quanto io sia emozionata all'idea di un loro incontro - anche se, aiuto, povero Rowen. Visto che mi è partita la ship, mentre leggevo sono tornata in alto per vedere se la storia avesse il tag di qualche coppia e ho trovato "Slash" e "Lemon"... sappi che sono emozionata, anche se non so chi coinvolgerà tutto ciò e anche perché amo le coppie slash, e se c'è tutta questa violenza e questa cattiveria di mezzo sono quindi doppiamente euforica XD
Dopo questo delirio da fangirl impazzita, posso proseguire. In questo capitolo c'è una ricerca spietata per Rowen, che però sembra non portare a nulla visto che nessuno pare avere delle informazioni decenti su dove possa essere finito. Saperlo, da lettrice, mi fa sentire potente (?) 
Finché non si arriva alla fine del capitolo, dove finalmente un razziatore tira fuori la verità e ammette che i prigionieri, Rowen compresi, sono scappati via. 
Nelle note hai scritto che il loro incontro è imminente... seriamente, non sto più nella pelle, non vedo letteralmente l'ora che finiscano per incontrarsi e sto facendo mille congetture perché mi chiedo come andrà. 
Tra l'altro, gli interventi del padre di Mano insanguinata, lasciamelo dire, sono dannatamente inquietanti, lol.
Un altro capitolo bellissimo, mi ha tenuta incollata allo schermo per tutta la lettura *^*
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Veterano
18/03/20, ore 22:24
Cap. 7:

Bene, siamo infine arrivati alla fatidica notte della fuga.
La tensione tra i prigionieri è palpabile sin da subito, e non potrebbe essere altrimenti. Hanno solo un'occasione per farcela, e il loro piano non è certo una passeggiata.
Mi è piaciuto come hai reso la tensione dei prigionieri quando Wes cercava di scassinare la serratura. E' stata una parte che ho letto con il fiato in sospeso, e quando è caduta la forcina mi sono ritrovata a pensare che fosse finita. 
Stavo già pensando che non ci fosse più niente da fare, quando il ladruncolo è riuscito nel suo intento, aprendo le porte.
Da questo momento in poi è stato il delirio.
Hai reso benissimo la reazione della gente spaventata. Una persona sola può anche riuscire a pensare razionalmente, ma quando è in gruppo si lascia prendere dal panico, e questo è quello che è accaduto alla maggior parte dei prigionieri. Si accalcano, spingono e finiscono inevitabilmente per finire di nuovo in mano ai Razziatori.
L'intera scena della fuga mi è piaciuta moltissimo. E' frenetica, disperata, e rende bene l'idea di quanto sta accadendo. Il momento in cui Rowen è stato bloccato dal Razziatore è stato solo l'ennesimo in cui mi sono detta "ecco, è finita", e sono stata felicissima quando Luth è intervenuto.
Ho apprezzato, in tutto il capitolo, le riflessioni di Rowen. Ormai è votato alla sopravvivenza, in misura ancor maggiore rispetto a quando viveva a Syrdin, ne è consapevole e si comporta di conseguenza.
E ora sono curiosa di sapere cosa accadrà a questo gruppetto di fuggitivi. In qualche modo ho la pessima sensazione che incapperanno in una delle squadre inviate da Mano Insanguinata.
Alla prossima!

Recensore Veterano
18/03/20, ore 18:36
Cap. 12:

Ciao! Speravo saremmo tornati presto da Mordhen; dopo la sua fuga disperata ero troppo curiosa di scoprire se sarebbe riuscito a mettersi in salvo assieme a quell'incosciente di Thoan! E infatti lo ritroviamo mentre si lancia al galoppo disperato verso le montagne, forse l'unico riparo sicuro dalla furia dei demoni. E mentre Redivivo corre più velocemente che può, la mente di Mordhen sembra correre ancora più veloce e mi è piaciuto molto come hai rappresentato la sua angoscia: in lui c'è una lotta tra la consapevolezza di non essere in grado di soccorrere l'amico e il desiderio di aiutarlo. Mordhen si dimostra un personaggio davvero molto bello, cerca di fare ciò che può nonostante sappia benissimo di non possedere l'abilità e le conoscenze di August (ma porca paletta, la persona più utile della città che si suicida, non ci voleva proprio!). E allora Mordhen si rimbocca le maniche e medica Thoan come può, cercando di guadagnare tempo. Mi si è stretto il cuore quando riesuma dalla borsa la casacca di Rowen, chissà se zio e nipote riusciranno a rincontrarsi e se Mordhen potrà rivelargli la loro parentela. Sarebbe bello se riuscissero a formare finalmente una famiglia, ma qualcosa mi dice che non sarà così eheh. Molto toccante anche il momento in cui Thoan, ormai in punto di morte, invoca il perdono dell'amico e lo ringrazia di essersi preso cura di lui. Certo, se non fosse stato così preso dalla smania di fare l'eroe, adesso non si troverebbero in quella situazione, però mi è dispiaciuto per lui alla fine. Erano pur sempre amici da una vita ed è perfettamente comprensibile il dolore e la rabbia di Mordhen. Alla fine inoltre sopraggiunge una misteriosa figura. Che intenzioni avrà? Spero che aggiornerai presto perché sono proprio curiosa di scoprirlo! Complimenti davvero, i capitoli riguardanti Mordhen, sebbene meno movimentati degli altri, sono sempre interessanti da leggere, perché finora sembra che sia il personaggio più sfaccettato e sono sicura riserverà grandi soddisfazioni. Dai Mordhen, siamo con te!!

Recensore Master
18/03/20, ore 18:17
Cap. 12:

Tesoro mio, ciao!
Eccomi qua finalmente, felicissima di leggere il nuovo capitolo e, soprattutto, di ritrovare Mordhen (a cui mi sto affezionando sempre di più) e Thoan.
L'inizio del capitolo mi ha ricordato tantissimo il pezzo de Il signore degli anelli in cui Arwen porta in salvo Frodo accoltellato da uno dei Nove attraverso quelle belle e selvagge lande fino ad arrivare, in salvo, a Gran Burrone *-*
Meraviglioso il paragone tra la ricerca del rifugio ora, da adulto e davvero in pericolo e quella che si fa, tutti, da bambini, nascondendoci da cose di cui si ha una paura sciocca (come i temporali o, nel mio caso, i mostri che ragazzi, giuro non vi prenderanno mai se state tutti sotto le lenzuola e non lasciate sporgere nemmeno un dito!) in modi altrettanto sciocchi. Della serie: quando si ha paura, paura vera, non importa se siamo adulti o bambini, la reazione sarà sempre quella di cercare un luogo che ci faccia sentire al sicuro, anche se quel posto è il più idiota del mondo.
"Mordhen portò lo sguardo sulla casacca di Thoan, insanguinata e strappata in più punti: sapeva che la ferita che stava costando la vita al suo amico si trovava lì, ed era per quello che l’aveva ignorata fino a quel momento, concentrandosi a cercare fratture che certamente rappresentavano un problema minore; aveva voluto rimandare l’eventualità di trovarsi davanti qualcosa che non sapeva gestire, e di dover ammettere di non poter fare nulla se non rendere più rapida la morte dell’altro.": tremendo, doloroso, ti colpisce diretto al cuore e ti senti Mordhen, probabilmente incapace di salvare il suo amico, inetto e incompetente e, sicuramente, spaventato. Bellissimo.
"Si domandò se Rowen lo odiasse, se lo avesse sempre fatto, oppure se avesse compreso le sue vere intenzioni dietro la maschera di dura severità che soleva indossare, e gli fosse in qualche modo grato. Se gli volesse bene, persino.": ti rispondo io Mordhen. No. Rowen è un egoista stronzissimo, quindi sicuramente la risposta ad ogni tua domanda è NO.
Adoro Thoan e Mordhen, soprattutto insieme, quindi spero di non dover seppellire nessuno dei due. Adoro come Mordhen si prenda cura dell'amico, di come lo rassicuri sul non odiarlo, di come nonostante non sia un medico/cerusico (?) cerchi di fare il proprio meglio per l'amico di una vita.
Ma quello che più mi colpisce è la curiosità per chi sia la donna misteriosa (ammesso sia una donna) che li coglie di sorpresa!
Ansiosissima di leggere il proseguo, non posso che farti i miei complimenti per questa storia che leggo sempre sempre sempre con immenso piacere!
Un bacio grandissimo, L.

Nuovo recensore
14/03/20, ore 22:36
Cap. 3:

Ciao cara!
Eccomi qui, super pronta a recensire il capitolo **
Non so se te l'ho già detto, ma già la storia mi ha presa tantissimo, quindi non oso pensare quando mi metterò in pari o quando la terminerò.
Seriamente, era da tantissimo tempo che una originale Fantasy non mi prendeva così tanto e questo vale anche per il prequel che ho avuto il piacere di leggere.
Questo capitolo mi ha uccisa dentro, sappilo – e anche per questo proprio non so come sarò ridotta da qui in avanti.
Mi ha uccisa innanzitutto per la prima parte, perché per tutta la lettura ho avuto l'impressione di essere io stessa la persona inseguita, con quel perenne fiato sul collo che mi ha messo i brividi.
Dire che hai reso benissimo l'inseguimento, scandito anche da tutte le elucubrazioni mentali di Rowen, è estremamente riduttivo.
Davvero, hai reso tutto così magnificamente che ero un misto tra la voglia tremenda di proseguire e la paura di leggere anche solo la frase successiva.
Senza contare che l'unico momento “tranquillo”, se così lo possiamo chiamare, mi ha uccisa (again) perché il modo in cui i segugi vengono trattati e indottrinati dai Razziatori è tremendo e okay che immagino non siano creature pacifiche di loro, but POVERI ANIMALI T____T
L'altra parte che più mi ha colpita è stata sicuramente la reazione di Rowen quando lo informano che molto probabilmente sua madre non si sveglierà mai più.
L'introspezione che hai fatto è stata non solo struggente e stupenda, ma anche molto veritiera: è vero, ci si aspetta sempre che il dolore più grande lo si sfoghi piangendo e urlando parole sconnesse, con la vista annebbiata dalle lacrime e il cervello completamente in tilt, senza più riuscire a controllare i movimenti del corpo… e invece il dolore più grande porta sempre un'apatia che in un primo momento spaventa proprio perché è inaspettata e non la si capisce.
È un vuoto incolmabile, un immenso buco nero che si espande istante dopo istante: smetti di vedere i colori del mondo e tutto ti scivola addosso senza che tu faccia nulla.
Mi sono rispecchiata molto in Rowen, leggendo tutto questo, perché purtroppo anche io, una volta, ho provato un dolore talmente forte che mi ha portata all'apatia assoluta.
È stato davvero brutto.
E ancora una volta non posso che farti i miei complimenti perché, nonostante l'universo fantastico in cui è ambientata la storia, i protagonisti (o comunque buona parte) sono comunque esseri umani come noi, con le loro gioie e i loro dolori.
Riesci ad essere molto attuale, sia nei concetti che nella caratterizzazione dei personaggi e questa cosa la amo da impazzire.
Anche l'ultima parte non è da meno: se in un primo momento ho immaginato che le porte dell'Accademia si aprissero sconvolgendo tutto, per poi tornare coi piedi per terra e accompagnare Rowen nella battaglia, mi è crollato il mondo addosso quando è stato catturato.
E come se ciò non bastasse, il Razziatore del segugio l'ha trovato e vuole fargli patire le pene dell'inferno.
Allora… quando avevi detto che d'ora in avanti sarebbe iniziata una serie di sfortunati eventi per Rowen e che lui è #TeamMaiUnaGioia, mi aspettavo qualcosa, certo, ma non fino a questo punto!
E siamo solo all'inizio! HELP!
Devo proseguire assolutamente nella lettura, sono stra in pena per lui T___T
Complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
14/03/20, ore 11:18
Cap. 11:

Ciao! Eccomi tornata a commentare le disavventure di Rowen e della sua nuova "banda" di sfortunati compagni. Dopo una fuga alquanto rocambolesca, il gruppetto di superstiti si interroga giustamente su cosa fare, dove andare e come riuscire a sopravvivere senza finire di nuovo in catene o nelle grinfie di un nuovo nemico. Rowen è il più sperduto, anche se cerca di non darlo a vedere. Come sempre si chiude a riccio nel suo orgoglio e nella diffidenza che lo ha sempre caratterizzato e che gli ha permesso di sopravvivere a Syrdin, ma lui stesso si rende conto di quanto il mondo sia vasto e complesso e di quanto lui sia inerme. É senza il suo prezioso arco, circondato da persone che ancora non conosce e di cui non si fida, legate unicamente dalla volontà di sopravvivere. Arys è veramente insopportabile ahahahah se il tuo intento era di renderla odiosa ci sei riuscita alla grande. Blatera un sacco e mette solo zizzania, come pure Kyle che si lamenta di continuo, ma almeno nel suo caso il brutto carattere è "giustificato" dal fatto che probabilmente il braccio slogato lo fa soffrire come un cane...e meno male che con loro c'è Wes che come al solito prende in mano la situazione e zitto zitto risolve il problema! Mi è piaciuto il rapporto tra lui e Arys, il fatto che si capiscano senza bisogno di parole: essendo ladri di sicuro sono abituati a cavarsela anche in situazioni difficili. Ho apprezzato, devo ammettere, la pragmaticità di Arys che mette in evidenza un problema effettivo: la disuguaglianza sociale tra lei e Wes e il figlio del capo di Geela, Luth. Il fatto che lui sia figlio di un "pezzo grosso" gli assicurerà un rientro a casa abbastanza facile, ma loro? Sono reietti e di sicuro le autorità cittadine non li riaccoglieranno a braccia aperte. È interessante notare che in un mondo all'apparenza impazzito vigono ancora rigide gerarchie sociali e soprattutto ostacoli di tipo legale e burocratico. Passando invece a commentare "i cattivi" ( anche se non si può fare una vera e propria distinzione tra buoni e cattivi XD ) è stato molto interessante il punto di vista del demone Vorjah, che assume il comando in assenza di Mano e Golgoth. Da un lato finalmente ha la possibilità di "liberarsi" del controllo di un umano che dal suo punto di vista non merita una posizione di comando, in quanto debole e inferiore ad un demone; dall'altra, ha anche lui il terrore di fallire e deludere Kyr...e da quel che abbiamo potuto vedere nel precedente capitolo, ha anche ragione il poveraccio a temere il tiranno! Insomma, Kyr è un padre padrone non soltanto con Mano, è temuto e venerato dai suoi simili, che gli devono per questo cieca obbedienza. Nell'ultima parte del capitolo, avviene finalmente l'inevitabile: il nostro gruppo di fuggiaschi finisce nelle mani del Balor. Come sempre adoro il modo in cui rappresenti le scene di azione, sempre ritmate e coinvolgenti, ti trasportano nel cuore della vicenda e ti tengono col fiato sospeso. In particolare il fatto che il "nemico" si palesi solo all'ultimo fa sì che il lettore si immedesimi nei personaggi, che sono in preda al panico ma , come nel caso di Rowen si sforzano di mantenere un minimo di sangue freddo per capire che sta succedendo ed agire di conseguenza. Ma come spesso accade in questi casi, anche essere prudenti non basta e il povero Rowen finisce di nuovo catturato, mentre gli incauti compagni riescono, apparentemente, a darsela a gambe. Una dinamica per nulla scontata e che mi è davvero piaciuta. Suppongo che manchi davvero poco al fatidico incontro tra Mano insanguinata e suo cugino e devo dire di essere davvero in ansia! Complimenti come sempre e alla prossima!!

Recensore Master
14/03/20, ore 09:51
Cap. 12:

Ciao carissima, eccomi finalmente su questo nuovo capitolo!
Posso dichiarare che, pur avendo simpatie per Mano Insanguinata e Rowen, Mordhen è il mio personaggio preferito di questa tua storia e voglio proprio sperare che non gli accada nulla - il finale mi ha lasciata leggermente preoccupata (leggermente, perchè sono certa che non uscirà di scena così semplicemente e che perlomeno non lo farai uccidere sul posto ahah).
Ma andiamo per gradi. In questo capitolo, in fondo, succede ben poco, ma c'è una indagine introspettiva magnifica e puntuale che tiene il lettore incollato alla pagina! Mordhen nella sua fuga insieme al morente amico, è disperato e solo al mondo e sa di non poter fare nulla. Eppure continua a parlare e a tentare fino all'ultimo di cimentarsi nel ruolo di guaritore: una dicotomia tra le sue azioni e parole da un lato e i pensieri dall'altro che rendono perfettamente lo struggimento del personaggio in questa delicata situazione. In genere sono convinta che bastino poche parole per comunicare un'emozione, ma il quadro che riesci a tracciare - seppur prolisso - non è mai ridondante, ogni parola appare essenziale e ogni dettaglio in più aggiunge una sfumatura fondamentale. Come ad esempio il dettaglio della giubba appartenente a Rowen, che subito riapre un'altra ferita, quella della perdita del nipote e della sorella.
Thoan si riprende, inaspettatamente, ma solamente per implorare Mordhen di non odiarlo e per annunciare la sua consapevolezza rassegnata della morte. L'immagine non può che apparire così ancora più struggente. Sul colpo di scena finale e l'arrivo della donna misteriosa ho già rivelato la mia preoccupazione, ora aggiungo la curiosità nello scoprire la sua identità e se per caso questo agguato non porterà a un ricongiugimento con gli altri personaggi principali.
Ho amato questo capitolo, davvero, e amo Mordhen. Non fargli succede niente, lo ripeto, per piacere ahahah
Alla prossima carissima, un abbraccio!

Recensore Master
13/03/20, ore 16:57
Cap. 12:

Ciao!

Sebbene fossi completamente preso dalle peripezie di Rowen e di Mano Insanguinata, mi ha fatto piacere ritrovare Mordhen assieme a Thoan in fuga da Syrdin. La fuga era disperata e mi aspettavo che da un momento all'altro arrivasse qualche demone a mettere fine al gesto coraggioso e al contempo azzardato del capo villaggio ma a quanto pare così non è stato. Lo zio di Rowen ha addirittura la possibilità di curare il compagni di sventura alla bene e meglio (o sarebbe meglio dire alla male e peggio): nella mia personale interpretazione questo è il principale differenziale tra un fantasy epico e uno dark, il trattamento delle ferite subite dagli "eroi": se nei primi si arriva anche alle soglie della morte con un qualche chierico che arriva e ti cura come se nulla fosse successo e neanche l'ombra di una cicatrice, nei secondi ci sono ferite che si infettano e persone che rischiano di morire più per le infezioni che per le ferite stesse. E ovviamente non è affatto facile curarle, come è giusto che sia.
Ciò nonostante, Mordhen non può perdere anche un amico, il più caro che abbia: ho molto apprezzato il suo tentativo e le poche parole che si sono scambiati. C'era una flebile quanto improbabile speranza di giungere alle montagne dove probabilmente sarebbero stati al sicuro e magari poter incontrare qualche nano anche se si tratta solo di una leggenda; ma il pericolo è sempre in agguato, sotto forma questa volta (o almeno questo ho intuito io) di banditi. Forse ci andrà di mezzo il povero Redivivo ma il capo villaggio non può farci nulla, perde i sensi e chissà che ne sarà di lui e dell'amico. Presumo non li uccideranno,altrimenti lo avrebbero già fatto con facilità. Ma di certo la situazione non è delle più rosee.
Tutto scorrevole e accattivante come al solito, complimenti!
Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Veterano
13/03/20, ore 10:36
Cap. 7:

Tesoro, ciao!! 
Ti chiedo umilmente scusa se questa recensione ti parrà un mappazzone sconnesso, ma sono reduce da una nottataccia insonne e ancora sono nel letto col tablet mezza rimbambita. 
Inutile dire che ho amato immensamente anche questo capitolo ❤️ Penso non mi ripeterò mai abbastanza quanto ami leggere dal POV di Rowen e già mi manca al pensiero di doverlo lasciare di nuovo per un paio di capitoli. Ma tu e questa storia magnifica siete sempre una certezza quindi so perfettamente che non avrò di che lamentarmi 💕 Sei sempre capace di sorprendermi e affascinarmi con il tuo stile degno di molti più fantasy trovabili in libreria e questo capitolo non fa eccezione. Ho trovato magistrale la tua capacità di descrivere tutta la parte relativa alla preparazione della fuga. Era come essere lì, nel buio, schiacciati si un carro, a trattenere il fiato insieme ai prigionieri e dipendere dalle mani di Wes -e, a tal proposito, adoro che non sia stato in grado di far scattare la serratura così velocemente, al primo colpo e vi siano state delle complicazioni: al solito, uno spiccato realismo è sempre presente e sono proprio questi piccoli elementi a rendere il tutto ancora più emozionante da leggere. 
Le introspezioni di Rowen sono favolose e la sua psicologia sempre interessante e cruda, il suo guardarsi intorno e sperare di poter sfruttare qualcuno da lasciare in pasto si segugi gli si ritorce contro con un errore di calcolo, dove tutti si ammassano disperatamente per fuggire il più velocemente possibile. Come ho detto, amo che Rowen non si faccia scrupoli o che comunque se ne faccia davvero pochi quando si tratta di sopravvivenza, ma ho anche amato come questo suo egoismo, questo agire da lupo solitario, infine, gli si ritorca contro. Per quanto sia un abile cacciatore e sappia muoversi nelle foreste, non è un supereroe ed era perfino disarmato: l’intervento di Luth è stato essenziale per lui, come sarà essenziale fare affidamento su un gruppo per riuscire a sopravvivere tra le intemperie della natura, almeno per un po’. E anche Luth lo sa bene -ha già inquadrato che tipo furbetto sia Rowen e che questo magari gli sia d’insegnamento, qualcosa che non poteva certo imparare a Syrdin dove il suo popolo è stato sempre così abbandonato a sé stesso per cui l’altruismo non è senz’altro pensiero comune. Però, non tutto il mondo, per quanto difficile e crudele, è Syrdin e chissà come imparerà a confrontarsi con quest’altre realtà. 

Al solito, un altro ottimo lavoro, cara. Non vedo l’ora di rivedere cosa combina il caro Mano ❤️ 
Ti mando un abbraccio fortissimo, alla prossima!