Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/03/20, ore 16:33
Cap. 8:

Rieccomi, pronta a commentare un nuovo capitolo su Mano Insanguinata! Allora, l'ultimo capitolo sulla fuga di Rowen mi ha effettivamente fatto venire la curiosità di vedere la faccia di Mano nello scoprire che "la principessa è in un altro castello" XD poveretto, ogni volta che sembra avvicinarsi al suo obiettivo ecco che per una ragione o per un'altra continua a sfuggirgli. Questo scatena in lui comprensibilmente rabbia e frustrazione, andando però contro quello che lui stesso crede di essere, ossia privo di emozioni. La rabbia è un'emozione e questo dimostra come, anche se Mano non lo vuole, continua a comportarsi come un umano. Continua ad essere umano anche nell'intestardirsi e nel voler portare a termine la missione a tutti i costi, cosa che nota anche Golgoth. Trovo sempre molto interessante il suo punto di vista: in parte perché, essendo un demone, è divertente sentirlo commentare tra sé le debolezze e i comportamenti umani, che tanto fatica a comprendere. E in più comprendiamo quanto forte sia il legame tra lui e Mano, un legame che non si basa sull'affetto ma a quanto ho capito sul rispetto tipico di un guerriero . Se è vero che i demoni non sono in grado (non dovrebbero) di provare emozioni, ciò non toglie che alcuni di loro abbiano un forte senso dell'onore. Questa cosa è molto bella, soprattutto confrontandola col comportamento dei razziatori, che sono umani ma agiscono solo guidati dal profitto e quindi privi di onore. Mano stesso appare disgustato dalla loro debolezza e codardia, ma riflette sul fatto che le debolezze degli uomini siano anche sue debolezze, anche se ha cercato in tutti i modi di reprimerle. Queste continue contraddizioni, il fatto che non voglia essere umano ma che non possa fare a meno di provare emozioni umane lo rende un personaggio estremamente sfaccettato e complesso e ti capisco quando dici di avere difficoltà a scrivere di lui, senza dubbio non deve essere facile entrare nella sua testolina XD ma nonostante ciò te la stai cavando egregiamente, quindi continua così! Al prossimo capitolo, adesso sono davvero curiosa di vedere il confronto tra Mano e il ricettacolo di Kyr!

Recensore Veterano
03/03/20, ore 12:05
Cap. 5:

Dopo la tensione del capitolo precedente un momento di calma ci voleva, anche se questa somiglia più alla calma dopo la tempesta.
Non mi aspettavo che i demoni potessero lasciare in vita gli abitanti di Syrdin, e ne sono sollevata. Questa povera gente si è risparmiata quella che prometteva di essere una fine orribile; forse in futuro dovranno affrontare di peggio, ma per ora hanno la possibilità di continuare a respirare.
Mi è piaciuto il dialogo tra Mordhen e Thoan. Si nota bene la differenza tra l'uno, abituato a prendere decisioni per tutta la comunità, e l'altro, più reazionario e irrazionale. Nelle parole di entrambi c'è un senso di disfatta, ma questa sensazione la affrontano in modo completamente diverso, il che da un buon indizio sul carattere di entrambi.
Mordhen porta sulle spalle il peso della responsabilità. Sarebbe stato certo meno fatalista se il comando l'avesse assunto qualcun altro, ma il compito è toccato - o è stato assunto - da lui, e questo è il risultato. Lo sto apprezzando molto come personaggio, e davvero non mi aspettavo la sorpresa che ci hai riservato alla fine, quando si avvicina al letto di Nerya. Dalle sue reminiscenze ho pensato dapprima che fossero stati amici d'infanzia, ma poi è arrivato il colpo di scena con le sue parole.
Non mi sospettavo davvero che potessero essere fratelli, e sei riuscita a stupirmi.
La parte successiva del capitolo torna su Mano Insanguinata e sul suo seguito di mostri e demoni.
Nonostante le immagini nitide e chiarissime delle tracce nel fango, della foresta in cui si perdono le scie dei carri, questa è una parte principalmente introspettiva, che gira attorno a Mano Insanguinata.
Parla della necessità di non avere alcuna paura, eppure in ogni suo pensiero è percepibile il timore che nutre per quell'uomo che reputa il proprio padre. Deve essere davvero un mostro orribile se è riuscito a farsi temere persino da un demone come Golgoth, e sono curiosa e timorosa di incontrarlo in qualche capitolo futuro.
Un altro timore mi è sorto leggendo le ultime righe. Mano Insanguinata si ripete il nome di Rowen, e ha il sentore che non gli sia del tutto nuovo. Se mai dovesse ricordarsi qualcosa, temo che quel povero ragazzo passerà momenti orribili.
Un altro bellissimo capitolo, non vedo l'ora di leggere il seguito.
A presto!

Recensore Master
03/03/20, ore 00:07
Cap. 4:

Questo capitolo l'ho trovato più facile da leggere dei precedenti, non certo meno cupo ma il frequente cambio di scena e i molti dialoghi e generiche interazioni fra personaggi l'hanno reso più rapido, per me. Ho un poco rivalutato la figura di Mordhen perché si vede che anche lui, come Rowen, in fin dei conti è solo una persona comune in mezzo a un mondo folle e crudele. Ha dovuto sottomettersi ai demoni (come tutta la città) lasciando che ogni tanto venissero a depredare i loro pochi averi e a controllare che gli umani stessero al loro posto, e questo risponde alla mia domanda del primo capitolo: perché la città non si è mai risollevata? Ora lo sappiamo.
Credo davvero che Mordhen abbia fatto quello che poteva. E' facile sognarsi con una spada in mano a fare l'eroe, ma è meno facile farlo davvero quando sei circondato da demoni, e intendo sia nella sua vita in generale che in questa occasione in particolare. Mi è piaciuto il breve scambio di battute con il suo vecchio amico Thoan, da poche frasi contrabbandate di nascosto hai fatto capire benissimo quale sia il loro rapporto e come si capiscano al volo a vicenda, una cosa strana da leggere in relazione a un mondo così duro e post-apocalittico: forse gli esseri umani hanno sempre e comunque bisogno di un conforto, e l'amicizia può dare quel conforto. Però devo dire che ho trovato estremamente stupido Thoan quando ha insistito a voler parlare, insomma, ok, un vecchio umano minacciava di tagliarti le mani da ragazzino e non l'ha mai fatto, *non è un metro di paragone adeguato* quando un fucking DEMONE ti minaccia di strapparti la lingua. Non era proprio il momento giusto per tirare fuori una sfacciataggine da adolescente, anche se l'avrà fatto per tamponare la paura.
Salvato dalla campanella, come si suol dire. Ma forse sono solo caduti tutti dalla padella alla brace: i maghi se la sono data a gambe probabilmente da anni, senza dire niente a nessuno, era una cosa che avevo sospettato... triste, ma sensato, io al posto loro sarei scappata no in un'altra nazione, ma proprio in un altro Piano di esistenza XD
Ma la loro fuga c'entra qualcosa col fatto che abbiano contribuito a creare il Ricettacolo di Kyr? Qualcuno li ha visti dopo quell'evento? Non è che sono spariti dalla torre prima di quanto si pensi e per motivi diversi dalla fuga? Eppure il Ricettacolo di Kyr non sa dove siano, altrimenti non avrebbe mandato suo figlio a cercarli...

Mano Insanguinata mi fa davvero pena, specie quando dice che vorrebbe provare qualcosa, fosse anche cattiveria, pur di sapere che sta provando qualcosa. Eppure quando inizia a provare terrore, lo reprime subito. E come dargli torto? Possibile che l'unica emozione che prova debba essere così demmerda? Dev'essere tremendo vivere una vita in cui le uniche emozioni che conosci sono negative, e non negative nel senso di distruttive, intendo negative per *se stessi* come il terrore e il dolore. Se non puoi provare nulla di buono, forse è davvero meglio non provare nulla del tutto.
Comunque, quando sono usciti per interrogare la gente ho capito subito che quello era il modo in cui le storie di Rowen e di suo cugino si sarebbero incrociate. Ben fatto. Io credo che Rowen non sappia nulla perché è andato a bussare alle porte della torre come un forsennato, è ovvio che non l'avrebbe fatto se avesse saputo che i maghi erano scappati. Il fatto che Rowen non sappia nulla potrebbe condannare l'intera città a una orribile morte? Oppure l'esercito dei demoni avrà comunque un utilizzo per lui? Oppure... non lo prenderanno subito perché lui riesce a scappare ai razziatori quindi la sua fuga permette alla città di prendere tempo? (Ok non ha molto senso fare congetture quando la storia è già stata scritta, mi basterebbe leggerla)

Complimenti ancora una volta per la precisione con cui descrivi le emozioni e reazioni umane, il tuo stile è molto evocativo, è come se avessi trovato ogni volta il modo più perfetto per passare il messaggio. Non so come fai, sono sbalordita.

Recensore Master
02/03/20, ore 17:31
Cap. 2:

Eccomi qui per lo scambio del giardino. Non vedevo l'ora di continuare questa storia. Non avrei mai pensato che nerya potesse fare del male al proprio figlio. Era posseduta da qualcosa o da qualcuno o era solo uno scatto di rabbia? Mi sono sentita inerme per il povero ragazzo, specie perché vuole solo scappare dalla guerra con l'unica persona che gli è rimasta accanto.
Devo dire che la reputavo morta. La presenza del cugino è un plus graditissimo. Cosa farà quando li vedrà?
Ci vediamo al prossimo scambio del giardino. A presto
missredlights

Recensore Master
02/03/20, ore 13:56
Cap. 3:

Pa-aaa-zzesco. Il modo in cui hai descritto la frenesia del combattimento, anzi di tutto il capitolo, mi ha fatta proprio calare nella narrazione. Avevo iniziato a leggere questo capitolo settimane fa ma l'avevo interrotto perché un po' ansiogeno, più o meno nella scena in cui Rowen entra nel ruscello. So per esperienza che camminare in un ruscello non è facile come sembra, i sassi sono sconnessi, l'acqua fredda si infila nelle scarpe, ti rende i piedi pesanti e insensibili e non ti rendi più conto di cosa stai toccando sotto la suola, restando in balia di sassi mobili che possono farti prendere una storta. L'aspetto positivo è che l'acqua fredda anestetizza la storta, ma non cammini più come prima. E' un processo lunghissimo. Cioè vederlo risalire prima un crinale con un corpo a peso morto sulle spalle, poi correre per miglia, camminare nel ruscello e alla fine riuscire ad arrivare in città... stima. Io sono una che si arrende facilmente e mi sarei arresa molto prima. Forse non ci avrei neanche provato, perché già l'idea di infrattarmi in una foresta cercando alla cieca qualcuno che forse è già morto, e dovendo orientarmi con una ferita alla testa... anche no.
Mi piace come Rowen è estremamente umano. Di solito si parla di eroi e di antieroi, ma a me sembra che lui non sia nessuna di queste cose. Un eroe e un antieroe sono comunque persone che hanno più o meno il controllo della situazione, o che almeno sanno quel che cavolo vogliono fare. Rowen è sballottato in balia degli eventi. Agisce continuamente per necessità, e dovendo dirla in termini di D&D, la sensazione è che sia un ranger di livello 1 o al massimo 2, insomma si fa per dire, una persona comune con alcune abilità ben allenate ma comunque una persona comune, facilmente abbattibile.
Il modo in cui ha reagito alla notizia del coma di sua madre... hai descritto alla perfezione i suoi sentimenti, o l'improvvisa mancanza di essi: forse è davvero la mente che si protegge dal dolore, ma è stato estremamente vivido come spaccato di vita. E' vero, immagino che possa succedere proprio così.
Quando è andato alla torre dei maghi per un momento ho sperato davvero che gli aprissero, ma mi sono anche chiesta: ci saranno davvero dei maghi dentro? Quanto devono essere spietati per non essersi mai fatti vedere in 17 anni? O magari la torre si è preservata grazie a incantesimi ma in realtà non c'è più nessuno che la abita?
E quando Mordhen è andato a riprenderlo, ed è arrivata la notizia che i razziatori erano già alle porte della città e che erano giunti dalla foresta... "Rowen si rese conto di essere stato in possesso di quell’informazione da quando era tornato e che rivelarla avrebbe potuto concedere a Syrdin un buon vantaggio, ma era stato troppo assorbito dagli ultimi eventi per pensarci. Scoprì di non sentirsi in colpa, né di esserne dispiaciuto." <- questa frase ha INCREDIBILMENTE 100% SENSO per me. Sono i tuoi alleati, non potete fare altro che aiutarvi a vicenda, eppure li manderesti in culo senza passare dal via. Diamine se capisco questa sensazione. Non è logica, non è utile per la sopravvivenza, ma c'è. Specie dopo il modo in cui Mordhen l'ha trattato.
Complimenti a Rowen per essere riuscito a piazzare alcune frecce con gran precisione nonostante le sue condizioni di salute, io non capisco sti razziatori, se avessi davanti uno che sa piantare UNA FRECCIA NELL'OCCHIO DI UN CANE io gli chiederei se vuole arruolarsi, altro che!
Ma sono rimasta perplessa sull'ultima frase del capitolo: Mano Insanguinata è qui. Sapevo che il cugino di Rowen, il poveraccio che ha subito il lavaggio del cervello e che è una potente arma in mano al nemico, stava arrivando. Ma mi pareva avesse tipo un esercito di demoni? Io mi sono chiesta per tutto il capitolo se i razziatori lavorassero per lui, come tipo mercenari di bassa lega da mandare avanti per potare gli umani più deboli, oppure se fossero cani sciolti che avevano già intenzione di calare sulla città in rovina e se sia stato un caso che questo grosso gruppo di razziatori sia arrivato lì poco prima dell'esercito di Mano Insanguinata. (Ah, sto supponendo che Mano Insanguinata sia il cugino di Rowen, perché mi sembra altamente improbabile che sia un mago uscito dalla torre dopo vent'anni).
Forse l'ipotesi più sensata è che i razziatori lavorino indirettamente per Mano Insanguinata, ma questo fermerà i demoni dal farne uno spuntino?

Recensore Master
02/03/20, ore 12:21
Cap. 11:

Carissima Dark Sider, eccomi finalmente a leggere e commentare questo capitolo con tutta l'attenzione che la tua scrittura sempre merita.

In questo capitolo riannodiamo i fili della storia di Rowen che è per eccellenza il "personaggio in fuga". Ricompare infatti proprio nel momento in cui insieme ai suoi compagni di prigionia continua ad allontanarsi dai razziatori, una fuga che irrimediabilmente gli ricorda l'esportazione a sua madre di "fuggire" prima della distruzione della loro città. In maniera indiretta, tramite gesti e frasi, riesci a continuare la caratterizzazione anche dei personaggi minori: Kayle, Wes, Luth e soprattutto Arys, che risulta un personaggio particolarmente incisivo. Tuttavia, per Rowen tutti loro non sono compagni di "squadra" ma solamente compagni di viaggio accidentale che possono tornargli utili, tanto che non si attarda ad aspettarli e neanche si volta a guardarli, tanto che poco dopo affermi in prosa chiaramente che "lui li aveva portati con sè solamente perchè non aveva potuto fare diversamente". Questo opportunismo da parte sua continua a emergere sempre più ed è un dettaglio molto interessante della sua personalità, come ho già avuto modo di dirti. Del resto, se lui quasi sembra assumere il "comando" incitando alla fuga con inquietudine ma anche accortezza, loro gli sono utili anche per fargli scoprire qualcosa del mondo fuori Syrdin, un'ignoranza che lo rende vulnerabile e che sente il bisogno di colmare.

Il personaggio più interessante del capitolo è però, devo dire, Vorjah: il Balor che assume il comando in assenza di Mano Insanguinata, ruolo che da un lato lo spaventa perchè significa piena responsabilità ma dall'altra parte lo riempie di soddisfazione, perchè si sente restituito della dignità che crede di meritare. Tramite lui, hai fatto svelare il rapporto dei demoni con gli uomini e con il ricettacolo di Kyr: è un rapporto fatto di orgoglio nel sentirsi superiori ma anche di umiliazione nel sentirsi obbligati all'obbedienza. È un'indagine psicologica che riflette un'intera classe di creature che hai svolto molto bene e che mi è piaciuta, Iasciandomi la curiosità anche di capire i motivi di questa "obbedienza" che lasci intendere come volontaria.

Nella parte finale, quando Rowen e i compagni sentono rumori particolari non riconducibili ad animali e si fanno prendere dal panico, finalmente le strade dei due personaggi del capitolo si incontrano e Rowen viene catturato, non riuscendo a scappare come gli altri. In questo caso devo dire che è stata giustizia divina vedere gli altri scappare senza voltarsi indietro per lui!

Un capitolo insomma molto bello (ma non c'era da aspettarsi diversamente, visto che non sei mai una delusione!).
Ti faccio sempre i mille complimenti che ti meriti e aspetto il prossimo capitolo. Sono curiosissima di vedere i due protagonisti finalmente incontrarsi!
A presto, dunque! Un abbraccio!
(Recensione modificata il 02/03/2020 - 12:22 pm)

Recensore Veterano
01/03/20, ore 16:17
Cap. 6:

Ciao, carissima, ormai immagino che non sorprendo più nessuno con i miei ritardi infami quindi salto pure con la noiosa parte delle scuse (tra l'altro ero convinta che oggi fosse sabato..... okay). 
Un'altra verità è che ci tengo sempre a prendermi il più tempo possibile per leggere questa storia e cercare di formulare una recensione degna di essere chiamata tale, perché il livello dei tuoi capitoli è sempre così alto che ti meriti questo e altro. 
Sono davvero felice di aver nuovamente incontrato il mio Rowen, mi mancava e morivo dalla voglia di sapere come se la stesse passando; giustamente, con un risveglio in piena prigionia dei Razziatori e il pensiero che sua madre, suo zio e praticamente chiunque conosca possano essere stati uccisi, la sua voglia di vivere è inesistente. Un cedimento della sua persona davvero realistico e malinconico (soprattutto perché il lettore sa che non tutto è ancora completamente perduto), reso ancora più nervoso dalle battutine irritanti di Arys che pare tanto una di quelle persone che ti parlano ad alta voce durante la colazione alle sette del mattino. Da calci sui denti, eppure menomale che ci sono lei e Wes, ladri professionisti che si dimostrano una luce al fondo al tunnel. 
Mi è piaciuta molto questa combriccola di poveretti che hai messo su, da Rowen e Kayle che in una situazione più grande dei loro aspri litigi a Syrdin devono sotterrare le asce di guerra, ad Arys e Luth che colorano assai una parte di storia più "statica" e introspettiva grazie ai loro dialoghi... e alle loro rivelazioni! 
Mi sento un po' sciocca quanto Rowen a non aver pensato che, effettivamente, anche nel più spietato dei mondi sotto la peggiore tirannia deve pur esserci qualche luogo che prospera. Forse perché nella mia testa il ricettacolo di Kyr è così spietato nei confronti degli uomini che l'unica cosa di cui gli importava fosse eliminarli, così come eliminò Mann'ael, ma effettivamente, non avrebbe molto senso: a cosa serve essere un dio se non hai nessuno su cui ergerti? 
Questa scoperta apre a tantissimi nuovi e possibili scenari che non vedo l'ora di scoprire come verranno esplorati, dal misterioso accordo tra il tiranno e le città a lui fedeli, al fatto che tutto ciò sia stato nascosto alla popolazione più giovane di Syrdin. Non so dire se il motivo della distruzione della capitale fosse simbolica, come se il ricettacolo di Kyr sentisse il bisogno di cancellare ogni traccia delle sue origini, ma di certo è interessante e questo, grazie al Cielo, smuove Rowen e la sua voglia di fuggire. 
Ancora una volta mi piace come sottolinei che il ragazzo non sia affatto un santo, anzi: è egoista, lo è sempre stato, plagiato dal mondo duro in cui è nato e cresciuto che non risparmia chi si dimostra debole o, peggio, chi si dimostra giusto ed empatico. E' un cane e mangia cane, lui lo sa bene e ha la decenza di ammetterlo ed è per questo che mi piace così tanto: perché il suo istinto di sopravvivenza lo porta a fare scelte che, in casi estremi, faremo quasi tutti; lo rende vero e comprensibile. 
Intanto, c'è già il karma a punirlo con Mano Insanguinata alle calcagna, quindi non possiamo nemmeno lamentarci del fatto che si comporti male e la scampa pure, muahahah. 

Ti saluto, cara, non vedo l'ora di tornare e continuare <3 

Recensore Junior
01/03/20, ore 15:40
Cap. 10:

Ok, eccomi qua :)

Questa volta penso che recensirò gli ultimi tre capitoli globalmente qui, principalmente perché dal punto di vista narrativo il primo ed il terzo sono molto continui, e anche perché volevo finalmente mettermi al passo con gli aggiornamenti. 

Prima parliamo della parte di Mordhen: hai ragione, personalmente ciò che accadeva a Syrdin non mi premeva troppo in questo momento... però non è che non stia succedendo niente, lì; gli eventi ci sono, è solo che sembrano (sembrano) meno collegati con la storia principale. Intuisco, però, che in realtà questa vada a parare da qualche parte ben precisa, quindi ben venga. E non credo che Nerya sia morta, personalmente... XD
Certo che Thoan, Dio santo, non è stato molto furbo... Ma il mondo è sorprendentemente pieno di gente che agisce senza pensare. 

Andiamo a Mano, invece, che come tutti i personaggi tormentati ed emotivamente repressi mi fa simpatia particolare. Nel capitolo in cui incontra Camek devo ammettere che avevo iniziato a pormi una domanda: ma il suo lavoro non potrebbe svolgerlo benissimo Golgoth? Mi sembra altrettanto efficiente e in più non ha debolezze umane. Come se mi avessi sentito pensarlo, hai risposto dopo, o almeno hai promess una risposta: c'è una ragione ben precisa per cui il Ricettacolo lo tiene in vita e lo usa.
La scena in cui Mano e Golgoth incontrano il Ricettacolo mi è piaciuta moltissimo, e ho particolarmente apprezzato la scelta di non farcelo vedere mentre, al contempo, ne intuiamo chiaramente la natura mostruosa (puzza di cadavere, per dirne una). E in effetti sembra completamente pazzo. D'altro canto, quando sei così potente non sei tenuto ad essere sano di mente. 

Ok, ora l'angolo della tecnica :)
er strano che possa sembrarti, visto che nella nota hai scritto di aver lavorato particolarmente sull'ultimo capitolo, dal punto di vista tenico mi è parso un po' meno raffinato dei precedenti, e ti spiego perché.
Ok, regola numero uno della narrativa, che sicuramente conosci: show don't tell; non dirci che X è una persona generosa, mostracela mentre aiuta un povero; non dire che Y è un tipo timido, mostracelo mentre arrossisce; etc.
In questo capitolo tu hai optato per show AND tell, ovvero ci hai mostrato tutto quello che ci serviva, però ce l'hai anche spiegato, diciamo. Come ti scrissi in pvt, ho l'impressione che sottovaluti la tua capacità di farci capire i personaggi anche solo con le loro azioni. Per dirti, in questo capitolo ci hai spiegato molto del rapporto fra Mano e suo "padre", eppure io avevo intuito all'incirca come fosse fatto questo rapporto anche prima di questo capitolo (vedi il nostro scambio in pvt), e non perché sia un veggente o un genio ma perché nella tua scrittura mi avevi già dato un sacco di elementi per capirlo. Il solo fatto che Mano avesse tanto paura del fallimento, unito alla personalità emotivamente repressa che ha sviluppato, faceva già capire che questo padre non lo amasse affatto e se ne servisse solamente. Questa scena dell'incontro, in cui ci viene dato un assaggio concreto di ciò che prima ci era stato solo fatto intuire, ovvero di che specie di violenza fisica e psicologica il Ricettacolo è capace, funzionerebbe alla grande per confermare queste impressioni, anche alleggerita di vari paragrafi in cui ci elabori sopra. 

Un esempio:

"Lui era indegno di sapere e il ricettacolo di Kyr non lo considerava altro che un mero strumento per il raggiungimento dei suoi scopi: non lo amava, non era interessato a lui in alcun modo. Era vivo solamente perché suo padre aveva bisogno di lui, solamente perché non era ancora divenuto inutile, e questa era una consapevolezza che gli muoveva dentro una cocente rabbia e che alimentava il suo odio, odio per quelle catene che non poteva spezzare e per un genitore che non sapeva amare altro che se stesso."

Questo paragrafo secondo me poteva essere tagliato via serenamente. In quello precedente ci hai detto che Shintra non sa per quale ragione il Ricettacolo lo tenga ancora in vita; ciò ci dice automaticamente che il padre non lo ama di certo, ma che comunque gli serve a qualche scopo che per ora resta avvolto nel dubbio. Quindi questo pezzo successivo ci rispiega per esteso qualcosa che sapevamo già, e leggerlo ci rallenta e spezza il ritmo della scena.
È sempre un dolore tagliare via dei pezzi, ma spesso lo stile se ne giova. 


Alla prossima!

Recensore Master
29/02/20, ore 12:19
Cap. 11:

Ciao!

Gran bel capitolo e tensione che si taglia con un coltello: il gruppetto dei cinque ragazzi può usufruire soltanto in maniera molto limitata dei servigi e delle capacità di cacciatore di Rowen il quale senza i suoi attrezzi del mestiere può fare ben poco; quantomeno riesco ad allontanarsi un po' dalla zona nella quale Luth ha fatto fuori uno dei Razziatori ma visto quello che hanno alle calcagna ho pensato sin dal principio che si trattasse di una fuga temporanea. Vorjah sa sicuramente il fatto suo, tutto quello che deve fare e avanzare e utilizzare i suoi grandi poteri, abbattendo qualche albero a destra e manca. Alla fine, sono proprio i tre non di Syrdin a sfruttare inconsapevolmente (o manco tanto) il fatto che fosse lui l'oggetto delle attenzioni del Baelor e a darsela a gambe levate. Immagino tenteranno di far ritorno alla loro città, Patto o non Patto. Per Kayle invece niente da fare, insomma l'aura di sfiga che aleggia su tutti gli abitanti di quella città ancora più sfigata è sempre in agguato e fa fare 1 sul d20 che è un piacere!
Finalmente ci sarà il tanto atteso incontro tra Rowen e Mano Insaguinata e chissà cosa succederà quando salterà fuori che il primo non sa un cavolo di niente!
Dai, scrivi presto il prossimo capitolo che voglio andare avanti! XD Grazie come sempre per questa bella storia che ci hai regalato.
Un saluto e a presto,
Will D.

Recensore Master
27/02/20, ore 20:10
Cap. 11:

Eccomi qui!
Un altro capitolo davvero stupendo, finalmente avviene il tanto atteso incontro tra Rowen e le forze demoniache del Ricettacolo di Kyr.
Comincio subito col dirti che adoro il modo con cui hai delineato in personaggi secondari, hai fornito a ciascuno di loro una personalità ben distinta e accattivante nella sua unicità, specialmente per quanto riguarda la coppia di fratelli.
In particolare, amo il personaggio di Arys, non solo perchè ho un debole per tutti quei pg fantasy che hanno la peculiarità di essere radruncoli, ma anche per il suo atteggiamento spensierato e sarcastico al tempo stesso che mi ricorda quello di uno dei miei personaggi femminili preferiti in assoluto: Aphra, l'assistente di Darth Vader.
Probabilmente non la conosci perchè è riservata ai fumetti, ma sappi che Arys me la ricorda moltissimo ed è una cosa assolutamente positiva.
Come sai, ho anche un debole per i cattivi ( sì, non mi stancherò mai di dirlo ), e in questo capitolo a farla da padrone - almeno secondo me - è stato Vorjah, il cui atteggiamento razzista nei confronti degli umani è proprio qualcosa che mi aspetterei da un demone del suo calibro.
Il modo con cui disprezza Mano Insanguinata fa presagire una sorta di rivalità tra i due, e potrebbe sfociare in una guerra civile interna. Anche qui, il paragone con due pg di star wars ( Kylo Ren e il Generale Hux ) mi sorge spontaneo a causa delle similitudini, altro enorme punto a favore. Insomma, sto davvero amando questa storia originale, ogni capitolo è quasi sempre più bello del precedente!
E Rowen è stato finalmente catturato, ma dubito che arriverà tanto presto nelle mani del Ricettacolo...oppure sì? Non vedo l'ora di scoprirlo!

Recensore Master
26/02/20, ore 23:56
Cap. 11:

Carissima,
Mio dio, tornare qui è sempre una festa! Ogni volta che aggiorni mi pare natale e non potevo aspettare oltre! Questa storia prende pieghe sempre più intricate e oscure, e il tuo modo di descrivere le atmosfere e le sensazioni dei tuoi personaggi è immensa; che si tratti di umani come Rowen o Mano o i demoni che annaspano morte e sangue. Resto sempre di sasso leggendo le tue introspezioni e descrizioni, perché è questa la chiave che permette di aprire la porta ai tuoi mondi ed entravi, senza far rumore per non disturbare i momenti che ci racconti.

Rowen e gli altri sono in uno stato di stallo comune. Prigionieri della foresta e prigionieri del destino, attendono il loro verdetto e supplicano di riuscire a sfuggire a qualsiasi cosa li voglia morti, o di nuovo prigionieri, e Rowen è quello che trattiene di più la paura, l'angoscia, rimanendo vigile e attento, ma buttando via il suo controllo alla fine, quando supplica di non essere ucciso. Nemmeno un personaggio coraggioso come Rowen riesce a fingersi ancora tale di fronte ad una creatura immensa, mai vista. E questo lo rende, ancora una volta, dannatamente umano e apprezzabile. Non è mai uscito da Sirdyr, e ora che è fuori rischia la vita e deve impegnarsi per l'incolumità della stessa. Non ha mai combattuto la realtà dei fatti, e ora che il mondo al di fuori è il caos, lui è al centro del vortice. In gruppo o da solo ce la può fare, e gli altri sembrano comunque porre su di lui ogni speranza, siccome per ora si è sempre rivelato il più capace, il più calcolatore. Arya è un personaggio che sinceramente mi piace; diffidente, certo, ma si mette nelle mani di quel ragazzo che parla solo quando ha qualcosa da dire. Altro aspetto di Rowen che amo oltremodo.

Un altro aspetto che ho amato è la visione dell'insieme da parte dell'altro Balor, di certo più crudele e affamato di dolore altrui; persino il pensiero del ricettacolo di Kyr che punisce Mano Insanguinata lo soddisfa, lo spinge alla crudeltà più spiazzante, privo di ogni umanità e di comprensione, ma saturo di malvagia perversione. Per questo l'attacco è stato ancora più cruento e crudo, e la supplica di Rowen più disperata che mai. E ciò che lo aspetta, quel "dipende da te", è la base che mi manda in hype, perché non solo prossimamente vivrò finalmente il mio sogno: ovvero Mano e Rowen che si incontrano, ma entreremo davvero nel vivo della storia, dove il giusto – Rowen e l'erede del male – Mano Insanguinata, saranno padroni della scena e io non vedo davvero l'ora.
Mia cara, che devo dirti? La amo questa storia, mi incanta ogni singola idea, ogni singola parola, ogni singolo dialogo e tutto l'insieme crea una storia che non solo si divora, ma che ne vorresti ancora e ancora e ancora...
dunque spero a presto, e complimenti come sempre!
Miry

Recensore Veterano
26/02/20, ore 14:47
Cap. 7:

Ciao! Ok, questo rischia di diventare il mio capitolo preferito, almeno fin'ora! È ricco di tensione e ti tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Sarà che amo le scene di evasione, soprattutto quelle rocambolesche XD Credo che tu abbia saputo descrivere egregiamente il clima di ansia, paura, ma anche speranza e attesa che i protagonisti vivono mentre attendono che Wes forzi la serratura: sembra quasi di vederli, lì pietrificati e in apnea! Molto bella anche la considerazione che Rowen fa sul tempo, a cui non aveva mai dato la giusta importanza prima, perché mai come ora da esso dipende la sua vita. In quest'occasione entriamo ancora una volta nella sua testa per seguire il flusso dei suoi pensieri, tutti indirizzati come sempre alla sopravvivenza. In un mondo allo sfacelo, dove non ci si può fidare di nessuno se non di sé stessi, non c'è spazio per buonismo e gentilezza e Rowen lo sa bene, per questo studia attentamente i suoi compagni per valutare non solo la minaccia che potrebbero rappresentare, ma soprattutto le loro potenzialità e in che modo sfruttarle per sopravvivere. Pensa persino chi sacrificare e dare in pasto ai cani per permettergli di scappare. Sicuramente pensieri terribili, che mettono in luce quanto Rowen sia un personaggio oscuro e ambiguo. Questo suo egoismo, unito ad un carattere alquanto presuntuoso, però si ritorce contro di lui e lo porta a sottovalutare l'effetto della paura sulla massa, come questa perda ogni raziocinio di fronte al pericolo e infine finisce braccato dai Razziatori. Questo dimostra quanta strada ancora Rowen debba fare non solo dal punto di vista dei rapporti sociali, ma anche nelle esperienze di vita : forse comportarsi come un lupo solitario ha funzionato nel contesto di Syrdin, ma adesso che si trova in una realtà più grande, complessa e sconosciuta, dovrà imparare ad adeguarsi. Adoro questo genere di personaggi, che cambiano durante l'arco della storia attraverso continui sbagli e che pian piano imparano ( beh almeno si spera XD) dai loro errori. Rowen infatti crede di sapere tutto e invece finisce di nuovo per rischiare la pelle ( tra parentesi, ma quanto è riuscita la scena dell'inseguimento nella foresta? Forsennata, quasi claustrofobica, mi ha davvero tenuta incollata alla "pagina"!) Fortuna vuole che Luth, al contrario abbia mantenuto il sangue freddo e lo salvi. Anche lui come tutti per convenienza, ma ho apprezzato i nervi saldi di questo personaggio, che insieme a Wes, lo scassinatore di poche parole, per il momento è il mio preferito nella "gang dei fuggiaschi". Luth dimostra di essere un personaggio pragmatico ed estremamente maturo: ha capito, a differenza di Rowen che per sopravvivere bisogna fare lavoro di squadra e che agendo di testa propria non si fa che mettere in pericolo sé stessi e gli altri. Di sicuro lui e Mordhen sarebbero andati d'accordo! Davvero tanti tanti complimenti, quanto capitolo mi ha regalato una valanga di emozioni! Alla prossima!

Recensore Junior
26/02/20, ore 13:01
Cap. 7:

Hey!

Dunque, secondo me la scelta di non spezzare il capitolo è appropriata: sinora hai mantenuto una bella alternanza fra capitoli riflessivi in cui introduci i personaggi e capitoli più ricchi di azione come questo, quindi direi che la scelta di continuare così mi è piaciuta.
Ma andiamo nel vivo della rece: a volte si usa l'espressione "kicking the dog" per riferirsi a quando un personaggio fa qualcosa di terribilmente cattivo e antipatico, come dare un calcio ad un povero cagnolino. Ok, qui abbiamo un caso unico di "NOT kicking the dog": ha fatto qualcosa di terribilmente stronzo NON dando un calcio al cane xD
Va bene, adesso devo ammettere che Rowen inizia a stare un po' sul cazzo. D'altro canto, delle situazioni in cui vale mors tua, vita mea esistono, in parte posso comunque capirlo.
D'altro canto, lo stesso Luth dichiara di avere salvato Rowen più o meno sulla base dello stesso principio, perché può essergli utile. Tuttavia, il buon Luth mi sembra un po' più saggio: appare capace di capire, almeno, che in circostanze estreme a volte è prezioso anche saper fare gioco di squadra. Sembra decisamente portato a fare il capo. 
Ah, non dimentichiamoci il momento di gloria di Wes che, zitto zitto, salva il culo a tutti :)

E noi ci vediamo nel prossimo capitolo!

Recensore Veterano
26/02/20, ore 10:15
Cap. 4:

Leggere questo capitolo è stato come salire sulle montagne russe: una continua giravolta con il cuore in gola, che mi ha tenuta inchiodata fino alla fine. 
Mi è piaciuto moltissimo, ma andiamo con ordine.
Io lo so. Lo so che questo Mano Insanguinata mi ucciderebbe sul posto se lo sapesse, ma più leggo della sua figura, del suo stato d'animo e di quello che ha dovuto affrontare, più provo dispiacere per lui. Già dalle prime righe, scoprendo il motivo che lo ha inizialmente spinto a imprimersi un'impronta insanguinata sul viso, mi ha stretto il cuore. Eppure non è qualcuno per cui si possa provare pietà - almeno per ora.
Da come si muove, dal modo in cui il suo seguito demoniaco gli obbedisce ciecamente, si capisce che non è un uomo con cui scherzare. La sua calma, soprattutto, è tale da mettere i brividi. 
Lui ha il controllo, e lo si percepisce distintamente.
La situazione a Syrdin non è delle migliori, e mi è piaciuto molto leggere i pensieri di Mordhen. Sente su di sé il peso di essere il capo, o comunque il portavoce della sua comunità, ed è addolorato per la propria impotenza. Ho trovato le sue reazioni e il suo stato d'animo molto condivisibili. In questo capitolo il suo personaggio ha preso quello spessore che non ha potuto mostrare nei pov di Rowen, e mi è piaciuto.
Interessante, poi, la scena all'Accademia dei maghi. Sei riuscita a descrivere efficacemente e in poche parole l'interno dell'edificio vuoto, con tanta chiarezza che mi pareva di averlo davanti, ed è stato uno dei miei momenti preferiti anche se mi ha portato ad un dubbio assillante: dove diamine sono finiti i maghi? Perché se ne sono andati in sordina, lasciando gli abitanti di Syrdin ad una vita di incertezze?
Mi ha ricordato in qualche modo la misteriosa scomparsa degli elfi Dwemer di The Elder Scrolls, che da un giorno con l'altro svanirono senza lasciare traccia, abbandonando dietro di sé le loro grandi città sotterranee e una strana tecnologia.
Tutto questo mi fa sospettare che la scomparsa dei Maghi da Syrdin non sia dipesa del tutto da loro. Forse si sono rifugiati da qualche parte, o magari sono rimasti coinvolti in qualche processo magico andato storto. Comunque sia andata, sono curiosissima di scoprire cosa è loro accaduto.
Allo stesso modo sono curiosa di conoscere la sorte di Rowen. E' stato catturato, e già questa non è proprio una radiosa prospettiva per il futuro, e a peggiorare la situazione ci si è messo il suo vecchio concittadino, che non solo ha fatto il suo nome ma ha dato anche una sua descrizione (e non credo ci siano tanti giovanotti bruni con gli occhi chiari, tra le mani dei Razziatori).
Insomma, una pessima situazione. Ero curiosa di scoprire la reazione di Mano Insanguinata qualora avesse visto Nerya, ma da un lato è meglio che non l'abbia fatto; avrebbe potuto risvegliare in lui qualcosa in più del semplice desiderio di agguantare Rowen, e il ragazzo avrebbe potuto vedersela ancor più brutta.
Ance questo capitolo mi è piaciuto un sacco. La storia sta rivelando risvolti sempre più misteriosi, e sono curiosa di vedere cosa accadrà in seguito.
Alla prossima!

Recensore Master
26/02/20, ore 09:31
Cap. 10:

POVERI CUCCIOLI!
No, ok, cucciolo non è il nome adatto a Mano Insanguinata né a Golgoth, ma insomma! Non si meritano di essere trattati così, assolutamente no u.u
Ora, come sempre il capitolo è scritto molto bene. Riesci a essere delicata e implacabile allo stesso tempo, quando ce n'è bisogno (come nel caso della descrizione della violenza del Ricettacolo su Mano e Golgoth) e sì, sei stata bravissima nel descrivere qualcosa, come la violenza di un "padre" su un figlio, che non hai vissuto senza risultare scontata e senza andare "oltre", mantenendoti realistica e senza aver bisogno di dire tutto per filo e per segno, facendoci capire senza dire.
Questa entità oscura che è il Ricettacolo di Kyr mi incuriosisce, perchè me lo immagino sicuramente senza più nulla di umano, ma forse neanche realmente corporeo. Me lo immagino un po' tipo blob gassoso che con il potere si plasma, che può assumere consistenza al bisogno, ma che di base è un ammasso fluido e puzzolente (ed ecco spiegato, nella mia mente, l'oscurità sempre e comunque) di malvagità, logorato dal potere.
Ovviamente, dire che per Mano insanguinata e Golgoth mi dispiace è un eufemismo. Vorrei poter coccolare e tranquillizzare (non che ne abbiano bisogno, quei due potenti soldati, e soprattutto dubito che me lo lascerebbero fare, ma vabbèèèè) entrambi.
Con questo capitolo, tutto incentrato sull'incontro tra Mano, Golgoth e il Ricettacolo, sul passato di Mano, sul suo "rapporto" con il "Padre", mi hai ancora di più incuriosita! Non vedo l'ora di andare avanti e scoprire che cosa hanno vissuto, perchè il Ricettacolo è così, perchè ha voluto per forza un "figlio" senza sentimenti...
Infine, questo nuovo agghiacciante compito: perchè? Perchè assegnare a Mano e Golgoth un compito del genere? Perchè mandarli ad uccidere demoni, rimuovendoli dall'incarico principale che riguarda i maghi di Syrdin?
Sono stra curiosa di scoprirlo!
Complimenti tesoro, stai creando una meraviglia!
A presto
Baci L.