Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/04/20, ore 22:12
Cap. 14:

Carissima, un capitolo atteso, senza dubbio potente. Meticoloso ed efficace, oltre che a tratti terrificante il modo in cui ci porti passo passo nelle sensazioni soprattutto uditive ed olfattive di Rowen. E’ una discesa nei meandri dell’ignoto, di quella paura atavica che rende il non sapere, il non conoscere nulla della propria sorte più straziante del dolore stesso.
Ti dirò: sono d’accordo con mano. La tortura maggiore per gli esseri umani non è la violenza. Quella è la tortura adatta a piegare i demoni. Esseri che non hanno sentimenti, che non hanno speranza, motivi per rialzarsi… Esseri diversi dagli esseri umani, di cui invece conosce pregi e debolezze… che inevitabilmente sa come trattare.
Una forma di tortura meno dispersiva di energie tra l’altro. Ti lasciano a marcire dentro una stanza e via… Ecco, Mano lo capisco. E’ lineare in piani ed intenti. Cosa che invece, come sai, non mi riesce mai bene con suo padre, di cui non comprendo ancora a pieno l’efficacia delle azioni, il motivo di certi intenti. Mano sa piegare gli esseri umani perché è così che hanno piegato lui. Certo, a rifletterci, non è affatto una bella vita.
All’inizio del capitolo hai saputo terrorizzare (per lo meno me, che ho una soglia comunque sia non troppo alta per questi temi forse… o ho semplicemente perso un po’ di pelo sullo stomaco con la vecchiaia, chissà), come ti anticipavo, usando solo due sensi. Troppo spesso, infatti, ci affidiamo alla vista. Quel non poter contare sul senso principale, unito al fatto di non poter misurare l’esatto scorrere del tempo, fino al timore di sfociare nella follia. Insomma, grande, davvero. Mi hai fatto passare dall’attesa della scena clou del triller fino al restare basita per riflettere anche sulla natura umana. Oh, ci hai messo il mondo in un capitolo solo. Complimenti davvero :)
E’ anche d’impatto l’elemento olfattivo. Sti demoni puzzano, punto: selvatico e zolfo. Un aroma inconfondibile direi. Colpiscono pure con quello. Agli occhi (si fa per dire) di Rowen, qui, è un demone persino Mano Insanguinata. Anzi, è pure peggio: perché è un uomo ma è peggio di un demone. E’ l’emblema della perversione che nasce per stravolgimento di qualcosa di naturale. Non c’è praticamente nulla di quei bambini che si sono conosciuti. E’ passato troppo tempo. Sono accadute troppe cose. In questo senso, mi viene da chiedermi se l’evolvere della trama porterà questi due anche a riscoprirsi. A gettare luce sulla verità. Quali saranno, allora, le loro reazioni davanti ad ogni cosa? Ne reggeranno il peso. Si tratta senza dubbio di personalità estremamente forti visto le rispettive infanzie, se così si possono chiamare. Ma a volte anche la fibra più forte, se tirata troppo, alla fine cede.
Qui, in effetti, mai una volta Rowen sembra un debole. E’ semplicemente un uomo che cede a tutto l’ampio spettro di sensazioni umane di cui chiunque potrebbe essere preda in una situazione simile. Ma mai, mai si arrende. Pensa di farla finita, ok. Come dargli torto? Si lascia andare alla rabbia. L’unico elemento su cui scatenarlo è se stesso. E per un attimo cede. A questo proposito, chissà se il dolore autoinferto è maggiore o no di quello procurato successivamente dal torturatore? In ogni caso, in quel momento tragico, Rowen non lo sente. Troppa la rabbia, il non accettare, l’adrenalina in circolo. Alla fine, però, pure gli esseri umani sono animali. La parte primordiale, quella che vuole sopravvivere comunque ad ogni costo, emerge. Ed è magnifica e terribile quando succede. Magari, smaltita la foga per non essere stato creduto, Rowen riuscirà addirittura a riflettere? A trovare uno stratagemma, qualcosa, per provare a fuggire? Sì, è un cacciatore, nato rinchiuso dentro Syrdin, però chissà. Forse, prima che le forze lo abbandonino del tutto riuscirà comunque ad ingegnarsi in qualche modo. Anche perché, altrimenti, qua la vedo molto molto molto ma molto dura. Ed a rifletterci bene, pure per Mano, in quel caso, non è che le cose vadano molto meglio.
Insomma, se non trova risposte, visto quanto paparino tenga a lui, quanto ci mette a fargli pelo e contropelo, ma definitivamente?
Perchè, ammesso e non concesso che di lui abbia bisogno, si ha sempre il più che legittimo sospetto che tutti sono utili, lui compreso, ma nessuno indispensabile…
Insomma, la situazione è disperata, intricata, bellissima. Voglio proprio vedere come si sbroglia!
L’unica cosa sicura mi sembra, purtroppo, un altro pessimo quarto d’ora a breve per Rowen, poveraccio. Certo che, tra lui e Mano, davvero, non so chi sia più sfortunato. :)
Scherzi a parte, carissima, davvero complimenti e grazie per la storia meravigliosa che ci stai regalando :)

Recensore Veterano
01/04/20, ore 15:23

Ti dirò, questo ritorno a Syrdin non mi dispiace affatto. Spezza bene la tensione dei capitoli precedenti, creando aspettativa per i prossimi avvenimenti; al contempo permette di vedere cosa sta accadendo agli altri personaggi, rimasti indietro rispetto ai due protagonisti principali.
Mi è piaciuto che questo sia un capitolo principalmente incentrato su Mordhen, perché è un personaggio dall'aria solida, di cui avrei voluto davvero sapere di più.
Il modo in cui si preoccupa di Nerya, anche se lei è ormai condannata, è qualcosa di straziante. Il suo è un dolore pieno di cose non dette, gravato dal peso di un'incomprensione mai sanata. E' molto triste vedere fino a che punto possano trascinarsi i vecchi malumori.
Ho trovato interessante la rapida carrellata di ricordi della sua vita a Syrdin. Ora comprendo meglio il motivo per cui appaia così legato a Thoan, nonostante quest'ultimo abbia un carattere diametralmente opposto, e perché il suo rapporto con Rowen fosse stato meno affettuoso di quello che avrebbe potuto essere tra zio e nipote, anche in un frangente cupo come quello in cui si muovono i personaggi.
Posso capire quanto possa essere straziante, per lui, l'idea di lasciare andare Nerya. In un certo senso è come chiudere la porta al passato, tagliando definitivamente i ponti con ciò che è stato.
Un'altra parte che mi è piaciuta particolarmente è il breve colloquio con Augustus.
Questo vecchio guaritore, dopo l'ultimo attacco, sembra davvero essere sprofondato nella più nera rassegnazione. E' ancora padrone di sé stesso, è ancora lucido, ma c'è qualcosa che nasconde e che non promette niente di buono.
Il momento in cui Mordhen capisce che qualcosa non va mi ha dato i brividi. Avevo capito che Thoan fosse un po' una testa calda, ma che cercasse davvero di fare qualcosa di così sciocco come organizzare un attacco contro i demoni. E' un suicidio, e nemmeno uno dei migliori perché si capisce subito che i demoni non li uccideranno sul colpo, ma si prenderanno del tempo per provocare agli abitanti di Syrdin quanto più dolore possibile.
Ed effettivamente, è questo che accade. Forse la scelta del vecchio guaritore, di togliersi la vita prima che potessero farlo i demoni, è stata più dignitosa di quella dei suoi concittadini, che si sono gettati in battaglia con la disperazioni delle bestie morenti. La fuga dalla città, per Mordhen, è davvero l'unica cosa che resta.
Complimenti per il capitolo, ancora una volta mi ha tenuta incollata fino alla fine.
Alla prossima <3

Recensore Master
01/04/20, ore 12:37
Cap. 10:

Buongiorno <3
Anche questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, l'ho trovato molto forte e particolarmente intenso, ma finora è stato uno dei miei preferiti proprio per questo. Poi vabbè, non mi ripeto, adoro Mano insanguinata e tutta la sua comprensibile cattiveria - suo padre però mi fa molta più paura, e a quanto pare non sono l'unica a esserne inquietata xD -, il fatto che sia infastidito dal tempo extra che ci stanno mettendo per trovare Rowen non ha fatto altro che alimentare la mia ansia. Ho amato le descrizioni dei luoghi e il modo in cui, tornato a casa, Mano insanguinata la percepisce come appunto la sua casa e al tempo stesso una prigione. Mi è dispiaciuto un sacco sia per Mano insanguinata che per Golgoth, in realtà, che si ritrova la mente trapassate da un dolore lancinante e forse soffre più di Mano insanguinata stesso; Davian nemmeno deve sfiorarlo fisicamente per causargli del dolore, ed è solo un piccolo indizio di quale sia la sua forza. Ancora penso al prequel di questa storia e mi dico che non mi aspettavo potesse diventare così folle, spietato, cattivo... e mi dispiace tanto anche per lui, in realtà, perché l'ho conosciuto quando ancora non era così crudele. Oltretutto mi è dispiaciuto un sacco perché Mano insanguinata ce l'ha messa tutta per portare a termine gli ordini che gli sono stati dati, e di certo non è colpa sua se non ce l'ha fatta, ma il ricettacolo di Kyr non intende ascoltare le sue spiegazioni. Preferisce arrabbiarsi e terrorizzarci tutti. Quando ha iniziato a soffocarlo ho davvero temuto per la sua vita, da una parte mi ripetevo che Mano insanguinata non poteva certo lasciarci adesso, dall'altra sapevo che Davian non si fermerebbe solo perché quello è suo figlio. Mi si è spezzato il cuore quando ho letto che Mano insanguinata la morte la vorrebbe davvero, almeno riuscirebbe a essere libero dalla sofferenza e la crudeltà in cui ha sempre vissuto, e in questo caso lasciarlo vivo e continuare a controllarlo è la scelta più sadica che suo padre possa fare. Naturalmente alla fine lo tortura tanto da farlo stare malissimo ma non abbastanza da ucciderlo. Gli serve ancora, ha bisogno di lui, e forse se non ne avesse bisogno per i suoi scopi l'avrebbe già ucciso senza nessuna pietà. L'ultima scena del capitolo è quella meno violenta, vediamo Mano insanguinata che cerca di riprendersi e ritornare ai suoi compiti, ma dopo come l'ha maltrattato suo padre non è troppo semplice tornare in forma. Mi ha fatto sorridere leggere che ha bisogno di mangiare e che Golgoth a stento comprende i bisogni umani, è quel dettaglio che non può evitare di farmi provare ancora più pena nei suoi confronti. Povero T.T 
In effetti l'ordine di Davian è strano, perché mai uccidere dei demoni? Ma questo lo scopriremo solo in seguito. 
Indubbiamente questa è una delle letture migliori che abbia mai fatto su questa piattaforma. Adoro troppo come scrivi, e in modo assurdo adoro tutto nonostante il genere, che non mi è mai piaciuto granché - mi tengo sempre alla larga dal fantasy, ma qui c'è talmente tanta cattiveria che sto amando immensamente ogni capitolo, ogni frase, ogni personaggio. Tutto, sto amando tutto di questa storia e mai avrei pensato di dirlo di un fantasy, giuro.
Penso di non avere altro da dire, ma sappi che non vedo l'ora di proseguire con la lettura **
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Veterano
01/04/20, ore 10:42
Cap. 14:

Ciao cara, rieccomi! Devo dire che aspettavo questo momento con una certa trepidazione: finalmente le storyline di Rowen e di Mano Insanguinata si congiungono. In realtà il loro è un rapido scambio di battute ed effettivamente Rowen non vede ancora in faccia colui che lo sta interrogando, pur conoscendone la fama. Ma andiamo per ordine, perché le cose da dire sono mooolte. Partiamo dal momento in cui Rowen riprende i sensi e si rende conto di essere davvero nei pasticci. È incatenato, bendato, in un luogo sconosciuto ma che appare immediatamente minaccioso. Ho adorato il fatto che la descrizione del luogo sia affidata unicamente ai suoni e agli odori percepiti dal protagonista, che non fanno altro che aumentare il suo senso di inquietudine: dalle urla strazianti degli altri prigionieri, ai ruggiti dei demoni, al suono di carne masticata, all'odore pungente del sangue. Dopo un iniziale momento di stordimento e panico, Rowen si trova costretto a prestare attenzione ad ogni singolo dettaglio che possa consentirgli di capire in che situazione si trova: è solo? Ci sono altri prigionieri? Ci sono creature pericolose in agguato? Tutti questi interrogativi lo tormentano, e man mano che il tempo passa il panico e la frustrazione crescono in lui, alimentati dall'assenza di informazioni e dalla condizione di "disabilità" a cui è costretto, privato degli occhi e dell'uso delle mani. E poi, all'improvviso arriva lui: il famigerato Mano Insanguinata, un uomo senza un volto ma su cui ha sempre sentito storie terribili. Rowen ovviamente non sa cosa aspettarsi da questo personaggio sanguinario ma avvolto nel mistero e ho apprezzato molto il fatto che, ascoltando la sua voce "umana", abbia istintivamente abbassato la guardia. Ma Mano dà subito prova di non essere da meno degli aguzzini demoni: l'interrogatorio inizia in modo " tranquillo", con Mano che fa domande e pretende risposte e Rowen che cerca di risultare in tutti i modi credibile. Il problema, caro Rowen è che il fatto che tu sia inutile a Mano non piace e pur di estorcerti qualunque informazione, è disposto a farti crepare di fame! Insomma, come sempre per questo poveretto una gioia dopo l'altra eheheh attendo con hype di leggere come proseguirà l'interrogatorio, se Mano finirà per credere al prigioniero o se Rowen riuscirà ad inventarsi qualcosa per tirarsi fuori dall'ennesino pasticcio! Ancora una volta ti faccio tantissimo complimenti per lo stile, sempre impeccabile. Alla prossima!

Recensore Master
31/03/20, ore 20:03
Cap. 8:

Mi piace molto questo capitolo dedicato a Mano Insanguinata. La sua natura quasi completamente non umana viene indagata ancora un po' in questo capitolo di approfondimento su di lui, anche se naturalmente la trama continua a svilupparsi. Mi piace perché sembra che abbia una natura duale, anche se non al 50/50, più probabilmente qualcosa come 1% umano e 99% non più umano.
La sua psiche è bell'e fottuta, se mi permetti un francesismo, naturalmente ha dovuto adattarsi per sopravvivere. Però ogni tanto si vede che la sua natura umana fa ancora capolino. Ad esempio prima dice di avere imparato a non farsi mai domande, ma soltanto nel paragrafo successivo si fa delle domande, anche se di carattere filosofico e non pragmatico: era questo il mondo che suo padre aveva progettato quando si è seduto sul trono? Chi lo sa, forse il lettore potrebbe saperlo se avesse letto la storia precedente (che prima o poi leggerò), però non avendola letta mi trovo nella stessa situazione di Mano Insanguinata: posso solo fare ipotesi. In realtà non lo faccio perché non ho la sua stessa curiosità, mia curiosità è più che altro sul figlio del tiranno, e questa è la mia ipotesi: lui non può rispondere a queste domande sul suo padre perché lui non conosce davvero suo padre. Non è neanche proprio suo padre, è più che altro un dio che per caso è anche colui che lo ha generato. Sai che io non ho mai capito per quale ragione il tiranno abbia voluto suo figlio al suo fianco? Tanto se doveva trattarlo come la merda poteva prendere un essere umano qualsiasi. Che cos'è questa fissa della gente per il proprio sangue? O forse in realtà non gli interessa più di tanto che sia un suo servitore, gli interessa piuttosto tenerlo vicino? Forse la risposta è che il Ricettacolo di Kyr ha un punto debole, e suo figlio è la chiave di quel punto debole. Non intendo un punto debole a livello affettivo, intendo più qualcosa come "se un mago abbastanza esperto conoscesse il giusto rituale, potrebbe confidarmi usando la magia del sangue, ma non potendo prendere il mio sangue potrebbe usare quello di mio figlio". Non so, una roba così.
Comunque tornando al ragazzo, mi dispiace veramente tanto che la sua vita sia andata in questo modo. In certi punti mi fa perfino tenerezza, anche se forse "pietà" sarebbe una parola più adeguata. mi dispiace quando comincia a sentire la fame, il freddo e la stanchezza, e capisce che l'unica cosa che tiene la sua mente lontana dalla pazzia è la fragile barriera della convinzione di essere al di sopra delle emozioni e delle sensazioni umane. Eppure quel povero ragazzo potrebbe capire che esiste una differenza fra provare emozioni umane e provare sensazioni tattili umane.
Proposito di sensazioni tattili, chissà che cosa ha passato a livello di torture, ma adesso sto per dire una gigantesca bestemmia: Golgoth è quello che lo ha "forgiato" a suon di torture, eppure Mano Insanguinata non ha problemi a marciare al suo fianco, e Golgoth stesso guarda all'umano in parte come se fosse una sua creatura. Al punto da arrivare ad essere dispiaciuto di non averlo trasformato in un demone, eppure compiaciuto di come certi suoi aspetti umani lo caratterizzino e gli diano qualcosa che lo rende diverso da un demone; forse serve effettivamente qualcosa di diverso da un demone perché altrimenti bastava avere un esercito di demoni. Comunque, fosse anche in un modo "da demone", crudele e privo di affettività, mi è sembrato quasi come se Golgoth guardasse a Mano Insanguinata come a un figlio.
Quello che mi piace veramente tanto della tua storia è che le relazioni fra personaggi non sono mai scontate. Hanno sempre un questo alone cupo: il rapporto fra Rowen e sua madre, fra Mordhen e Thoan, fra Rowen e i suoi nuovi compagni di fuga e ora fra Mano Insanguinata e Golgoth, sono sempre rapporti molto complessi, sviluppatisi in un terreno velenoso (tranne il rapporto fra i due amici che si è sviluppato in tempi ancora non critici ma è stato guastato in seguito) e sempre fra persone che non sembrano capaci di voler bene in modo disinteressato, ovviamente il demone e il ragazzo spezzato non possono voler bene affatto, ma anche negli altri casi è come se ci fosse sempre un secondo fine dietro ad ogni rapporto, per quanto positivo: Rowen aveva bisogno di sua madre perché era il suo unico punto di riferimento, Mordhenaveva bisogno del suo amico più o meno per lo stesso motivo, Thoan gli dava l'illusione di essere ancora in qualche modo l'aspirante eroe che era un tempo. Non c'è mai un solo strato di significato nei rapporti fra i tuoi personaggi. Io sono convinta che comunque Mano Insanguinata, anche se sa benissimo che Golgoth è un demone, in tutti questi anni non dico che si sia affezionato ma abbia cominciato a guardarlo come ad un punto di riferimento, perché la psiche umana funziona in questo modo. Si aggrappa a qualunque cosa pur di potersi aggrappare a qualcosa, e a volte perfino il male conosciuto è meglio del male sconosciuto.
Parlando della trama, non si sa ancora sbloccato un granché ma sono bastardamente soddisfatta che i razziatori siano nelle grane. Quegli stronzi.

Recensore Junior
30/03/20, ore 00:49
Cap. 11:

Would you believe that? Mi era sfuggito un capitolo. E che capitolo, peraltro, uno assolutamente cruciale xD
Me ne sono accorto infatti tentando di andare avanti, e qualcosa non mi quadrava. Ok, recuperato, suppongo che dovrò fare più attenzione in futuro.

Comunque, avrei pensato che Rowen avrebbe eluso la cattura ancora per un po', soprattutto ora che i Big (Golgoth e Mano) non sono più sulle sue tracce. Ma alla fine è chiaro che se la sta vedendo con un avversario decisamente non nella sua lega, senza un aiuto *serio* non poteva scappare a lungo. L'impressione è che stiamo andando verso un qualche climax, almeno per quanto riguarda la sua parte della storia, ma d'altro canto quella di Mordhen sembra ancora in alto mare. We'll see.
Complessivamente mi è piaciuto il capitolo, è pieno di azione e stilisticamente pulito. Unica nota: ad un certo punto dici che Rowen "tornò a concentrarsi sulla corsa"; solo che non aveva iniziato a correre, anzi, avevi precisato che *non* stava correndo in quel momento.

No further communications, al prossimo... ai prossimi due capitoli ;)

Recensore Veterano
29/03/20, ore 20:53
Cap. 8:

Arieccomi, come sempre all'ultimo minuto! Ti chiedo scusa perché avevo promesso avrei finito tutte le recensioni ieri e, invece, le distrazioni hanno avuto la meglio. Mi sono comunque letta il capitolo ieri sera, prima di andare a letto perché avevo bisogno di conciliarmi il sonno 💖 Sì, sono una di quelle persone che sorride al pensiero di poter sognare Mano Insanguinata. Sono una sua fangirl e sono pronta a sventolare striscioni. 

Ho letto nelle note che i capitoli a lui dedicati sono per te quelli più difficili da scrivere e non me ne sorprendo: hai ideato un personaggio così magnificamente sfaccettato che ha bisogno di attenzioni non indifferenti alla propria introspezione, ma ci tornerò tra qualche riga. Quello che posso dire è che il risultato è sempre eccellente e, nonostante non smetterò mai di decantare il mio amore per quello squinzio di Rowen, i capitoli di Mano sono i miei preferiti. Ha un carisma micidiale che buca la pagina e che fa trasudare tutto il terrore che pervade i Razziatori (e tutti gli abitanti di questo mondo) solo a udirne il nome (soprannome), ma anche quella sorta di rispetto da parte dei demoni che, normalmente, non starebbero di certo a sottoporsi a un essere umano. 

Diciamo, comunque, che se la fortuna ha fatto un sorriso sghembo a Rowen nell'ultimo capitolo, al momento non sta avendo decisamente gli stessi riguardi nei confronti di Mano -il che lo rende incredibilmente relatable, sotto questo punto di vista. Quando finalmente sembra essere sempre più vicino alla cattura, ecco che prontamente accade l'ennesimo imprevisto. La sua rabbia, la sua irritazione per questo è comprensibile e anche qui veniamo a conoscenza di un altro suo aspetto: come chiunque, ha le sue contraddizioni. Siamo stati finora abituati a vederlo -perdonami l'espressione coatta a venire- a non magnasse 'n'emozione (letteralmente) che i suoi attacchi di rabbia sono sorprendenti e fanno paura. Io, come Camek, me la farei sotto facilmente a vedere uno con la nomea di essere violento e spregevole, che ti parla e ti fissa con il vuoto totale, accendersi di rabbia improvvisa. E non stona neanche perché non si tratta di scatti d'ira improvvisi, ma una rabbia più ostica e divorante, probabilmente mischiata al pensiero di ciò che potrebbe fare suo padre una volta che dovrà rendere atto dei propri ritardi, dei propri fallimenti. Perché non dimentichiamoci che dietro 'sto porello ci sta l'involucro di un dio maligno e sanguinario, qualcosa che /davvero/ di umano non ha più nulla -e niente, dici che Mano è troppo grande per chiamare il Telefono Azzurro? Comunque mi sono appena resa conto di questa cosa mentre scrivo la recensione: Mano Insanguinata non è il ricettacolo di Kyr. Agisce nel nome del padre, come da titolo, ma non è uguale. Non è un erede designato, è solo uno strumento assoggettato da ciò che ha divorato Davian. Probabilmente è un'osservazione del tutto superflua, ma ho un debole per i drammi famigliari e personaggi con daddy issues quindi non posso fare a meno di essere affascinata da ciò che contrasta un figlio da un padre. 

In parole povere, le contraddizioni che ancora legano Mano alla propria umanità -nonostante nella sua testolina bacata non sia assolutamente così- lo potrebbero rendere anche potenzialmente recuperabile, ma la verità è che non voglio che lo sia lmao. Tra l'altro, sono sempre più propensa a shipparlo con Rowen, quindi se c'è qualcosa di complicato e malato in un rapporto (che poi sono pure mezzi cugini... oh no, adesso sto facendo parallelismi con Davian e Shandon e non devo) WELL SIGN ME UP.  Comunque, questi piccoli incidenti di percorso mi fanno smaniare ancora di più per l'incontro tra questi due, ma non mi lamento perché amo lo slowburn e amo farmi del male, quindi... chi si lamenta?? 

Niente, chiudo qui perché avrei dovuto fare una recensione e invece è uscito solo un Mano Insanguinata appreciation post (??) e direi che mi sono già resa abbastanza ridicola. Ritiro gli striscioni ma sono pronta a sbandierarli nuovamente alla prossima. Ah e comunque sappi che non mi sono scordata di Mordhen e di quanto sta accandendo a Syrdin, quindi spero di poter rivedere presto anche la città sfigatella. La coralità di questa storia mi commuove, te lo giuro <3 

Un bacione enorme 💖 A te e a Mano 💖

Recensore Master
26/03/20, ore 20:07
Cap. 13:

Eccomi qui!
Aaaaah, è sempre un piacere leggere le allegre avventure di Mano insanguinata e del suo padre surrogato Golgoth. Questi due sono sempre una certezza quando si parla di voler vivacizzare la situazione: se vuoi una carneficina fatta bene, chi vai a chiamare? Mano insanguinata e Golgoth! Anche se avrebbero bisogno di un nome migliore, e magari di una bella colonna sonora dei Motorhead.
Vederli interagire è sempre una gioia per gli occhi, adoro la loro complicità e il modo con cui riescono ad amalgamare le loro azioni e strategie per ottenere il massimo risultate dalle loro missioni. Hanno una grande chimica tra alleati.
Sarà che la quarantena mi ha reso più sadico del solito, ma ho adorato il massacro dei demoni e il loro scontro con l'implacabile duo, davvero una battaglia splendidamente realizzata sia dal punto di vista delle descrizioni che della tensione, come di consueto mi sembrava di assistere ad un film in diretta televisiva.
Il breve scambio tra Mano e quel Demone mi ha fatto sorgere non pochi dubbi, mi chiedo a cosa si riferisse quest'ultimo. Perchè Mano sarebbe un traditore? Una domanda che mi tartasserà per un bel po', me lo sento, ulteriormente aggravata dall'ultimo ordine del temibile Ricettacolo.
Mi chiedo quali siano le sua intenzioni...
In definitiva, un'altro stupendo capitolo dedicato alla parte oscura, brava davvero!

Recensore Master
26/03/20, ore 10:03
Cap. 13:

Tesoro, eccomi qui!
Intanto, lascia che fangirli un po' sul ritorno dei miei amati Golgoth e Mano Insanguinata che mi erano tanto mancati nei capitoli scorsi (nonostante abbia amato quello dedicato a Mordhen e Thoan).
Non ti nascondo che vederlo così massacrato e dolorante mi ha spezzato il cuore e per un attimo solo ho pensato di andare da lui a curarlo, poi però mi sono ricordata due cose: 1) non esiste, è un personaggio letterario; 2) sono in quarantena, anzi, siamo tutti in quarantena.
Partendo dal presupposto che trovo la tua storia sempre molto ben scritta e decisamente capace di tenere l'attenzione sempre al massimo, trattando con delicatezza e sincerità anche tematiche delicate (tipo la violenza usata su quello che all'epoca doveva essere solo un ragazzino, mi riferisco ai primi righi, dove Mano ricorda le botte e penso altro che Golgoth gli ha inferto quando ancora faceva domande).
Ah sì, vorrei essere Golgoth, più carina, più dolce, più morbida, ma vorrei essere Golgoth e potermi prendere cura di Mano (ma forse l'ho già detto).
Mi piace molto come riesci a mettere in opposizione (sul piano della resistenza fisica) il balor - demone che non è mai stanco nè dolorante, che non si interessa di aver ferito o ucciso qualcuno, che resiste al dolore senza emettere un fiato - e Mano Insanguinata, che nonostante tutto è umano e come tale soffre, è stanco, è debole.
Il ritmo incalzante della battaglia tra i demoni e Golgoth e Mano è adatto alla scena e tiene la tensione alta, esattamente come dovrebbe fare una scena simile, dando immagini che non sono altro che lampi rapidi di ciò che succede, anche confusionari in un certo senso, esattamente come sarebbe in una battaglia.
Mi è piaciuto molto il riferimento all'incendio che divampava il giorno in cui quella brutta persona di Nerya ha abbandonato Mano insanguinata a Golgoth e al Ricettacolo di Kyr, anche se Mano non ricorda bene che cosa sia accaduto (ma io sì e non perdonerò mai Nerya).
Interessante, molto interessante, il pezzo finale, con Vorjah che è di fronte al Ricettacolo. Veniamo a sapere che qualcuno è imprigionato nelle segrete, un umano, ma chi?
Gianni e Pinotto nelle note è il tocco da maestro, sappilo, e io l'ho adorato.
Alla prossima (aggiornamento che aspetto con ansia),
Baci L.

Recensore Master
25/03/20, ore 16:52
Cap. 13:

Carissima Dark Sider, ammetto che speravo di vedere finalmente l'incontro tra Mano e Rowen ma non sono affatto delusa da questo coinvolgente capitolo, anche perchè ormai l'incontro è prossimo: "Di lui si occuperà mio figlio" dice infatti chiaramente il ricettacolo di Kyr. Interessantissimo è anche l'ordine di condurre da lui tutti i superstiti di Syrdin: sono molto curiosa di vedere tutte le linee di narrazione riannodarsi tra loro e più personaggi confluire in uno stesso luogo.
Ma prima, tocca me riannodare il filo della recensione ahah Il capitolo è infatti concentrato su Mano e Golgoth. Di quest'ultimo non hai potuto fornire per comprensibilissime esigenze di trama un punto di vista, ma nonostante la sua voce sarebbe stata interessante, mi è piaciuto come sempre dare un'occhiata nella mente di Mano: la dipingi infatti sempre splendidamente nel dissidio tra essere umano ed essere disumano. Ho apprezzato il focus sui suoi ricordi, ma ancora di più nel presente dove hai sottolineato curiosamente la sua debolezza.
Questo si vede almeno in due punti: nella sua forma più evidente con il dolore fisico - che Golgoth come demone non prova - e, in maniera più sottile ma tuttavia forse più incisiva, con il concetto di gratitudine. Scrivi infatti: Non glielo aveva detto, perché nella lingua dei demoni non esistevano parole per esprimere quel concetto e perché si trattava di una debolezza priva d’importanza. Questa riflessione en passant mi è piaciuta molto: la gratitudine diventa un discrime tra uomo e demone e viene ricondotta subito a debolezza.
Le scene di battaglia sono sempre molto incalzanti e riconfermo la mia totale approvazione per i dialoghi in abissale. Se questo fosse un libro la traduzione finirebbe nelle note a piè di pagina, mentre nella formattazione del sito si perde l'immediatezza del significato simultaneo; tuttavia, questo non è un difetto: come forse ho già avuto modo di dirti, quando leggo i tuoi capitoli ho la tendenza a non guardare la traduzione prima della fine, infatti, ma a cercare di cogliere il significato dalle reazioni e dai pensieri dei personaggi. Il tuo modo di descrivere minuziosamente la situazione permette questo "esercizio" e l'effetto allora che il linguaggio crea è quello di far immergere di più nella lettura.
Aspetto davvero con molta curiosità il seguito! Bravissima come sempre, davvero, alla prossima!

Recensore Veterano
25/03/20, ore 15:22
Cap. 13:

Ciao cara, finalmente riesco a leggere questo nuovo capitolo. Avevamo lasciato i prodi Mano Insanguinata e Golgoth a vedersela con l'ira di Kyr, che dopo aver minacciato di uccidere il figlio lo ha spedito a far strage di demoni. Come sempre quel poveretto di Mano è assillato da mille dubbi, sebbene si sforzi di ignorare la normale curiosità umana. Questo capitolo ha, in effetti, fatto sorgere anche in me tante domande (spero che Kyr non venga a darmi le botte per questo ahahahah). Mano è stato addestrato per essere a tutti gli effetti un demone tra i demoni, sebbene, almeno all'apparenza, non dimostri di avere né i poteri né la resistenza di un demone. Diciamolo, é comunque un soldato ubbidiente e spietato, molto abile per la giovane età e di sicuro in un esercito di umani queste doti lo renderebbero un perfetto leader. Ma se Kyr dispone già di creature così infinitamente potenti, come mai affidare ad un umano compiti così fuori dalla sua portata? Sicuramente avrà in serbo per il figlio un progetto ben preciso e ho mille teorie che mi frullano in testa, tra cui quella che Kyr abbia bisogno di un nuovo contenitore e che stia preparando Mano a prendere il suo posto...sì però Kyr e daglielo un potere pure a tuo figlio, se lo merita in fondo!
Golgoth, che è insieme carceriere e alleato di Mano, si dimostra molto paziente e cerca di fargli notare i suoi limiti, benché il ragazzo voglia ostinatamente portare a termine la missione e ignori il dolore che la punizione paterna gli provoca. E questo dimostra ancora una volta quanto il burbero Balor in realtà ci tenga a lui, visto che i demoni non comprendono la sofferenza umana come minimo avrebbe potuto ridere di lui, vedendolo in difficoltà. Mi piace molto il loro rapporto, fatto di solidarietà e rispetto, anche se non viene mai esternato a parole. Mi è piaciuta anche la reazione di Mano al potere di Golgoth: mi aspettavo che la vista del fuoco facesse scattare in lui ricordi dolorosi sul suo sequestro avvenuto da bambino, e invece lo vediamo affascinato dalle fiamme, che gli riportano alla mente un passato ormai lontano. Ma ecco che in lui sorge la fatidica domanda: da chi sono stato portato via? Ecco Mano, tra poco lo scoprirai!
Ma la "quiete" dura poco e Mano è costretto a mettere da parte i quesiti per affrontare i primi demoni. La scena del combattimento mi è piaciuta molto, l'ho trovata adrenalitica e incalzante e non ho fatto nessuna fatica a seguirla. Mi è piaciuto anche il modo in cui hai descritto l'aspetto con cui si palesano i due tipi di demoni, sembra proprio il genere di creature che ti aspetti saltino fuori dall'armadio o dal buio sotto al letto! É inoltre molto interessante che il Draugr abbia dato a mano del traditore. Sicuramente ha fiutato in lui qualcosa che il ragazzo ancora non sospetta, oppure conosce il modo di agire degli uomini e si aspetta un tradimento da parte sua da un momento all'altro, dovuto proprio alla sua "debolezza", all'essere, nonostante tutto, legato a sentimenti umani. E giustamente in Mano sorgono una serie di altri quesiti, a cui Golgoth replica come sembre dicendogli di non fare domande. È evidente che il Balor sappia qualcosa sui misteriosi piani di Kyr : dai Golgoth non tenerci sulle spine dicci tutto!
Intanto, "Mai-una-gioia-Rowen" è stato condotto al palazzo del tiranno, che pare abbia ancora qualcosa in serbo anche per quei disgraziati dei cittadini di Syrdin. Avranno mai pace prima o poi? XD bellissimo capitolo, ricco di azione e misteri! Alla prossima!

Recensore Master
25/03/20, ore 12:34
Cap. 13:

Nella prima parte del tuo capitolo, benché l’hai sempre spiegato bene ed attentamente, mi viene sempre da chiedermi il perché di determinate caratteristiche dell’educazione impartita a Mano Insanguinata. Ok che sia un essere umano tra i demoni e debba avvicinarsi il più possibile a loro per esserne il degno comandante… tuttavia, tentare di sopprimere tutte le caratteristiche proprie dell’essere umano, in uno che essere umano lo è… insomma, fino a quando può ritenersi una mossa saggia? Al di la di tutta la riflessione sul bene e sul male che, onestamente, in questo caso mi interessa poco.
Insomma, se hai una rapa non puoi farne uno scarpone. Prenditi uno scarpone e molla la rapa, se hai bisogno di una cosa specifica. Paragone forse tirato per i capelli, lo so. Spero comunque di riuscire a rendere l’idea. Gli esseri umani sono caratterizzati da sentimenti e soprattutto intelligenza, curiosità. La loro stessa evoluzione si basa su quella scintilla intellettuale che li separa ed eleva dalle scimmie. E’ vero che un individuo che non si pone domande è più facile da raggirare… ma è pure poco utile. Cesare che era Cesare - se non ricordo male la storia, che sono bella arrugginita – è stato grazie a qualche concessione ai nemici sconfitti che prima di essere accoppato è diventato il condottiero che noi tutti conosciamo. Avvenimenti simili mi pare di ricordarli anche per Alessandro il Macedone e sono sicura che, a cercarli, grandi personaggi del genere possano rintracciarsi ovunque, da oriente ad occidente, nord e sud… solo che io non li conosco. Eppure, i cattivi sembrano sempre intimamente convinti della loro schiacciante superiorità, di intelligenza, di mezzi, di tutti gli aspetti possibili ed inimmaginabili… Poi, qualche volta, lo sprovveduto paga anche lo scotto.
Bella ed intensa la scena dello scontro. Hai calcato opportunamente la mano sul fatto dell’adrenalina dello scontro che copre il dolore delle recenti torture inferte sulle membra del figlio del capo, poveraccio. Ho notato con un sottile velo di piacere che stavolta il giovane non è riuscito a tenere del tutto la lingua a freno. Quelle domande che di tanto in tanto gli ronzano in testa hanno trovato la strada della lingua. Ad annichilirlo non è bastato lo spettro del dolore. Meglio. La cosa si fa più interessante. Colpisce poi che i primi ricordi di questo giovane siano relativi al fuoco. In effetti, concordo pienamente sul fatto della potenza distruttiva del fuoco… anche se, concedimelo, può pure essere una sorta di elemento di purificazione. La terra rinasce più fertile dopo che è devastata dalle fiamme. Questo, però, non è certamente il caso dei tuoi personaggi.
Mi ha pure colpito quel non essere ancora un traditore… ma che Mano lo diventerà presto. Non so perché, ma mi è sembrato un avvertimento più che legittimo, la constatazione di chi, essere mezzo magico, anche se morente, vede comunque un po’ più avanti e, finita per finita, si diverte a elargire una profezia nefasta sul nemico che, per il momento, gli è superiore. Quasi a dirgli… tanto ci rivediamo presto dall’altra parte. Hai poco da cantar vittoria.
In effetti, il piano del ricettacolo di Kyr, all’inizio, non è chiaro. Che sia arrivato il momento di sacrificare suo figlio e tutto il piano preveda un modo macchinoso per riuscirci traendone al contempo il massimo profitto? Forse lui non è di quei cattivi sprecano risorse in sciocchi deliri di onnipotenza.
Menzione a parte per Golgoth che, ad essere sinceri, per certi versi mi intriga più di Mano Insanguinata per la sua natura complessa. Anche se dell’indole e perdonami dell’aspetto faccio volentieri a meno. :)
La trama è fitta ed interessante. Onestamente sono curiosa anche io di scoprire quale macchinoso tranello ci sia dietro. Golgoth sa … mannaggia. Io sono di quelli rompiscatole che vessa fino allo sfinimento chi conosce. Purtroppo non sono nata fornita della pazienza per assistere al film e conoscere il finale insieme a tutti. Me lo rivedo dieci volte conoscendo a memoria la trama se mi è piaciuto… ma l’attesa insomma non mi appartiene. Però, dai, non saranno troppi capitoli, spero, per conoscere tutto.
E’ una mente contorta il ricettacolo di Kyr. Prima quasi ammazza la sua progenie poi gli lascia comunque il compito di spicco ed interessante. Che dopo un paio di sculaccioni voglia comunque far intendere al pargolo che un po’ lo tiene in conto? O, meglio, devono tenerlo in conto i suoi sottoposti: devono essere rispettate le gerarchie? Credo più la seconda.
Interessante scoprire che ci sia ancora bisogno dei superstiti di Syrdin. Forse, il cattivo supremo ha ancora qualcosa da chiedergli dell’accademia di magia. Vedremo, vedremo. Sono enormemente curiosa. Ottimo stile, ottimo ritmo, ottimo tutto. Anche le note dopo il capitolo che, in questo periodo, qualcuno ancora non ci sente. Grazie per questo splendido capitolo carissima. Alla prossima :)

Recensore Veterano
25/03/20, ore 10:35
Cap. 8:

I capitoli con Mano Insanguinata potranno essere i più ostici, ma devo confessarti che sono tra quelli che preferisco. Sarà che provo una grande pena per questo giovane uomo, che ha subito le peggiori violenze e sevizie sin dall'infanzia e che è stato spezzato affinché non divenisse altro che uno strumento. Se non fosse che mi ucciderebbe sul colpo lo rapirei per portarlo in terapia, povero caro.
All'inizio di questo capitolo lo incontriamo mentre è ancora impegnato nella sua ricerca, attorniato dai suoi demoni in un modo che mi ha ricordato una quelle immagini ottocentesche di uomini impegnati nella caccia alla volpe, con la muta di segugi intorno.
Temevo davvero che incappasse proprio nell'accampamento da cui era fuggito Rowen, il che avrebbe portato il ragazzo di Syrdin a vedersela molto brutta sin da subito, ma così non è stato. Ho apprezzato il fatto che si sia imbattuto in un altro campo di Razziatori, perché questo espediente ha tenuto alta la tensione.
Mi è piaciuto l'interrogatorio dei Razziatori. Hanno abitualmente a che fare con i demoni, è vero, ma non per questo hanno smesso di considerarli una minaccia; la paura che provano è palpabile e più che giustificata. Bello come, invece, il loro capo appaia inizialmente più spavaldo, meno impaurito dei suoi uomini.
Tra tutte le cose dette da Camek, quella che mi ha colpita di più è stato il suo commento su Syrdin. Già i discorsi fatti dai ragazzi prigionieri nei capitoli precedenti, mi avevano suggerito che quella cittadina avesse qualcosa di diverso dalle altre, ma ora si scopre qualcosa in più. Syrdin non versa solo in una situazione di rovina peggiore rispetto alle altre città, ma ha anche fama di portare sfortuna, il che spiegherebbe perché non ci si avvicini nessun altro a eccezione dei demoni -o dei Razziatori, in questo caso. Mi chiedo se questa brutta nomea abbia a che fare con i maghi che vi risiedevano, o se forse è dovuta a qualche altro evento.
Comunque sia, al momento le attenzioni di Mano Insanguinata e dei suoi demoni sono concentrare su Rowen, più che sulla città, e temo che lo troveranno prestissimo - in capo a uno o due capitoli - viste le informazioni che hanno raccolto grazie al poveraccio recuperato da Vorjah.
Ancora, mi è piaciuto come Mano Insanguinata cerchi di resistere alla fame e alla stanchezza, quasi odiandosi per la propria imperfetta natura umana. Leggendo dei suoi sforzi mi sembrava proprio di percepire la sua spossatezza.
In ultimo, ho trovato bellissimo il potere telepatico del ricettacolo di Kyr, che riesce a dare ordini a distanza. Ora però temo di vederlo all'opera, e allo stesso tempo sono curiosa di sapere cosa mai possa volere dal figlio in modo così improvviso.
Bellissimo capitolo, come sempre. Questa storia mi sta piacendo sempre di più.
Alla prossima!

Recensore Master
25/03/20, ore 10:05

Buongiorno <3
La citazione di questo capitolo mi piace moltissimo, e penso calzi a pennello con quanto appena letto **
Ho amato il modo in cui hai iniziato il capitolo, parlandoci del rapporto fra Mordhen e Nerya e caratterizzando entrambi molto bene. Leggendolo mi sono innamorata di Mordhen, trovo sia un personaggio stupendo e dalla caratterizzazione impeccabile. Non è stato un problema non vedere né Rowen né Mano insanguinata, però non vedo comunque l'ora di leggere ancora di loro e vedere come gli vanno le cose e che diavolo stanno combinando. 
Hai scavato dentro alla storia di Mordhen e Nerya in modo sublime; ora è possibile vederli come personaggi davvero a tutto tondo, con il loro passato alle spalle e un rapporto che si è logorato nel tempo. Hai dato modo di capire le motivazioni di entrambi. Nerya se l'è presa perché Mordhen l'ha abbandonata, ma d'altra parte per Mordhen era necessario andare via, inseguire i suoi sogni per non essere costretto a una vita da vasaio che gli sarebbe stata stretta. Crudele da parte tua non fargli poi nemmeno realizzare i suoi sogni, ha solo inseguito un'utopia, ma quantomeno ha fatto un lavoro più interessante. Solo che ora si ritrova con un pessimo rapporto con Nerya, sono diventati quasi due estranei... e se consideriamo che lei ci lascia pure le penne a fine di capitolo, posso affermare che la tua crudeltà pare non avere mai fine XD
Le introspezioni di Mordhen sono qualcosa di meraviglioso. In particolare questa mi è piaciuta davvero tantissimo: "Era sempre stato il suo modo di difendersi quello di seppellire ciò che poteva fargli del male, impedendo che lo raggiungesse. E c’erano così tante cose sepolte dentro di lui, che ruggivano e scalpitavano e graffiavano, che se solo fossero riuscite a dissotterrarsi, a tornare alla luce, lo avrebbero annientato, riducendolo in cenere."
Ho adorato il modo in cui hai gestito la sua 'chiacchierata' non troppo allegra con August, una figura che sa più di quello che dice e che mi è parsa tremendamente enigmatica e ambigua proprio perché ci ha impiegato un'eternità a tirare fuori ogni parola, sotto la pressione di Mordhen. Oltretutto August l'ho un po' odiato quando ha chiesto il permesso di uccidere Nerya - no, ma vai tranquillo, sicuramente Mordhen ti dirà 'sìsì, uccidi pure mia sorella!'
La battaglia l'hai descritta benissimo, i demoni che distruggono tutto e fanno scorrere fiumi di sangue, l'atmosfera lugubre e tutti i corpi che vengono fatti a pezzi, è stato un capitolo incredibilmente forte sotto ogni aspetto, dalle scene che Mordhen si trova di fronte ad anche i semplici dialoghi che ha prima con August e, ancora, alle sue introspezioni. Ho adorato che pur riconoscendo qualche viso non si sia fermato ad aiutare nessuno, occupato solo a cercare Thoan in mezzo a quel casino. Pensavo che non sarebbe riuscito a trovarlo, invece lo trova eccome, ma in pessime condizioni... quando ha detto di non voler morire mi hai fatto venire gli occhi lucidi, con questo capitolo sei riuscita a farmi provare moltissime emozioni. 
E se all'inizio avevo odiato August per i suoi pensieri estremamente pessimisti, quando si è avvelenato l'ho odiato ancora di più. E' un uomo che ha totalmente perso le speranze, terrorizzato da quello che sta succedendo e che si rifiuta di lottare ancora e di vedere ciò che sta succedendo. Mi è dispiaciuto troppo per Mordhen, che ha trascinato Thoan fino a lì per permettergli di salvarsi e, invece, ora non ha nemmeno qualcuno in grado di rimetterlo in sesto. A questo punto spero con tutto il cuore che Mordhen riesca a salvare almeno Thoan, viste le ultime svolte. Sei stata davvero crudele con questo personaggio, lasciamelo dire xD
Ti faccio i miei complimenti per lo splendido capitolo e spero di leggere presto il prossimo *^*
fumoemiele

Recensore Master
24/03/20, ore 22:58
Cap. 7:

Strabello anche questo capitolo, e non lo dico solo perché sono riusciti a fuggire. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai descritto la prima parte, l'attesa, il freddo, l'ansia e la speranza, la forcina che cade, Wes che la recupera al tatto... sembrava di essere lì. Sono rimasta con il fiato sospeso a vedere se l'avrebbe ritrovata. Leggere quella parte mi ha catapultato nella scena fino a sentire le sensazioni quasi a livello tattile, hai uno stile di scrittura che è il top.
Bella la scena della fuga, ma non ho capito perché Rowen si sia messo davanti alla porta se non intendeva uscire per primo, è stata una mossa un po' poco furba. Mentre invece la sua decisione di lasciare il tizio in balia del cane, ahimé, devo dire che l'ho capita e che era perfettamente logica, purtroppo era la sua unica possibilità di salvezza, e anche se non lo fosse stata, aiutare quel tizio significava perdere preziosissimi secondi e rallentare la fuga. Non è necessario essere egoisti come Rowen per compiere quella scelta, l'avrebbe fatto chiunque verso un estraneo.
La fuga rocambolesca mi è piaciuta molto perché continuava ad avere quel sapore di scena molto realistica, con i Razziatori che si avventavano sui prigionieri come i bruti che sono, aizzando i cani e combattendo spesso a mani nude o con armi del cavolo perché tanto hanno la superiorità fisica dalla loro. Molto realistico, sembrano proprio quei briganti da due soldi che sono, ma ahimé sono tanti e sono grossi.
Quando Rowen è arrivato alla foresta, lì ho proprio avuto l'impressione che fosse un pesce che veniva ributtato in acqua, e ho trovato quasi ingiusto che venisse riacchiappato proprio nel suo elemento. Eppure alla fine la sua abilità a muoversi nelle foreste gli ha reso giustizia: Luth afferma di averlo aiutato per quel motivo. E secondo me ci sta.
Forse c'era dell'altro, ma non ne sono sicura, perché se Rowen fosse stato una persona altruista magari Luth l'avrebbe salvato per quello, ma Rowen non lo è, non è affidabile, quindi ci sta che l'unica cosa che abbia da offrire sia la sua competenza. Eppure sono contenta perché ho l'impressione che il gesto di Luth gli abbia messo la pulce nell'orecchio e che questo potrebbe essere un primo minuscolo passo per Rowen verso una crescita personale. Boh, io lo spero. Alla fine quel ragazzo ne ha ricevuta molto poca, di gentilezza, in tutta la sua vita. Non si sa mai come potrebbe comportarsi, se consentisse a se stesso di affezionarsi a qualcuno.
Bellissimo capitolo come sempre, e mi sa che ora i Razziatori sono un sacco nei guai con Mano Insanguinata, si sono persi la preda che lui vuole...