Perché il tatto è una cosa concreta, il calore non si può fingere.
Scritta per l'advent calendar 2022 del gruppo fb h/c Italia. Prompt: Non devi amarmi per forza.

Ma non ti fa male?
Glielo avevano chiesto un’infinità di volte, così tante che aveva smesso di contarle. Lui però non rispondeva mai.
Come potrebbe farmi male?
Certo, gli era capitato di ferirsi durante i suoi diciott’anni di vita. Forse appena un po’ più spesso di quanto accadeva alle persone normali. A volte aveva quasi voglia di andarselo a cercare, quel dolore di cui tutti parlavano. Aveva voglia di infilarsi le dita nella carne e scavare, perlustrare ogni antro e ogni cavità, portare alla luce qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse fargli capire di essere umano.
Dentro quei buchi però trovava solo sangue e promesse infrante: non c’era proprio niente di interessante in tagli e contusioni.
{Naruto x Sasuke}

«È finito il ramen».
«Non è finito. Ce ne sono ancora due…»
«Poche!»
«…o trecento confezioni. Nello sgabuzzino».
[Buon anno]

Le dita sfiorano i suoi contorni labili. Lo accarezzano e Naruto scopre in quell’incontrarsi cos’è la solitudine. Perché, ora che conosce Sasuke, sa che al suo mondo senza tempo, fatto di fughe e scorribande tra le nebulose, giocando a rimpiattino con i pianeti, manca qualcosa.

Reincarnation!AU
Dietro la maschera di apatia c'era dolore nei suoi occhi. Non sapeva bene come o perché, ma l'aveva notato fin dal primo momento. Non era mai riuscito a capire fino in fondo, ma adesso che quel dolore pareva sciogliersi in lacrime e singhiozzi, avrebbe solo voluto far sparire l'impressione che fosse tutto maledettamente familiare.

“Dopo il temporale”, si corresse con un borbottio timido, abbassando lo sguardo e tornando ad avvolgere le braccia intorno alla sua vita. “Te ne torni a casa tua dopo il temporale. Non è il caso che tu esca, con questo tempo.”
Sasuke sbuffò una risata leggera, e il cuore di Naruto prese il volo. Guardò verso la finestra e poi alle mani di Naruto congiunte sul suo grembo; la tempesta era cessata. C'era solo quella pioggerellina leggera che batteva dolce contro i vetri, e tingeva la stanza di un delicato grigio luminoso.
“Sì”, annuì Sasuke, accompagnando un piccolo sospiro alle sue parole. Era un suono insolitamente dolce e leggero, come la pioggia. “Dopo il temporale.”
Oppure: piove, e Naruto vuole dire tutto e non riesce a dire niente.

“Non sembri contenta di vedermi” disse Sasuke, tranquillo. Portò la mano sui capelli biondi di Naruto e vi posò una sorta di… carezza, poi si allungò a strappargli la canna di mano.
“Certo che lo sono” disse Sakura, “sono solo stupita. Non te n’eri andato a vivere all’estero?”
“Sì”, asserì, “ma la brace a Pasquetta è un rito sacro, per lui”, una mano sottile indicò distrattamente il cranio biondo di Naruto, “perciò siamo tornati un po’ prima”.
Sakura sbatté le palpebre ancora un paio di volte, le ciglia a svolazzare. Aprì la bocca, poi la richiuse.
“Siamo... siate...”
Ma che diavolo?

«Non riuscirai a farmi nemmeno un graffio sul coprifronte» aveva detto a Naruto. Eppure lo stemma di Konoha giaceva nel fango, con una linea trasversale al centro. Quella battaglia, sebbene vinta, aveva un po’ troppo il sapore di sconfitta.
«Non riuscirai a farmi nemmeno un graffio sul coprifronte» gli aveva detto Sasuke. Per questo il rasengan aveva puntato al centro della placca in metallo con incisa la foglia di Konoha. E nonostante il chidori che gli trapassava il petto, sapeva che quello scontro, almeno in parte, l’aveva vinto lui.
[Per Sofia]

[Dark Fantasy Au] [Tematiche delicate] [Violenza] [ShiIta]
Cammina con incedere lento, le suole delle scarpe strisciano sull’asfalto irregolare.
Passo dopo passo, si trascina tra le ombre allungate da luci intermittenti di lampioni mezzi rotti.
La sua schiena è dritta, avvolta da un leggero impermeabile beige; non trema, nonostante il freddo dell’inverno trapassi le ossa.
Le sguardo è fisso, verso l’orizzonte nero che ingloba il vicolo stretto che sta percorrendo: sembra infinito, immerso in confini dissipati nello spazio.
Solo il ticchettio dell’orologio sembra scandire un tempo preciso: tic tac tic tac tic tac– scorre fatale, senza passare mai.
Più si addentra, più il tanfo di morte, piscio e povertà gli si appiccica addosso; insieme allo sguardo affilato di gente sconosciuta, bivaccata e disperata nella notte gelida.
Continua a camminare, l’andamento calmo e solenne di chi squarcia speranze infrante. È questo quello che legge nei volti anonimi di chi lo osserva: aspettative fievoli di improvvisa carità, magari l’idea disperata di tentare la fortuna, un tozzo di pane, dell’acqua, degli spiccioli gettati alla rinfusa, un tentativo maldestro di taccheggio.
In ogni caso non gli importa, lui non è lì per questo. (...)

Così stringe la mano di Sasuke, che stringe la sua e assieme hanno forse un po’ più paura, perché c’è il peso dell’altro.
«Cosa succede se mi ammalo?» si chiedono a vicenda con gli occhi «Cosa succede se ti lascio solo? Cosa succede se…?». E nessuno dei due ha il coraggio di finire quella domanda. È meglio preoccuparsi per Sakura, che sta da sola, che ammettere che la paura più grande è stare in casa, assieme, vedersi uscire e non sapere se sarai fortunato, o se hai portato la morte per entrambi. E litigare, perché lo spazio è poco, e hai bisogno di privacy, e fai troppo rumore, e c’è puzza di ramen, e basta comprare pomodori che tanto vanno a male, e…
[Auguri Giuliana]

Naruto e Sasuke sono due studenti fuori sede, bloccati da soli nell'appartamento che sub-affitano insieme a Sakura che però, ahimè, è tornata a casa prima che la città fosse bloccata.
Ne seguono siparietti in cui:
- Naruto sclera perché non può uscire a fare skate, è finito il ramen, la chitarra elettrica fa troppo rumore e i vicini si lamentano, non può vedere i suoi amici, è costretto a studiare per passare il tempo infinito
- Sasuke sclera perché Naruto mette musica a tutto volume e ha comprato solo Ramen istantaneo; sta finendo le sigarette, non riesce a studiare, non può inventare scuse per non rispondere alle chiamate stressanti su WhatsApp di Itachi
Complice la vicinanza forzata e una cena a lume di candela (cucinata da Sasuke perché: basta con sto ramen!), a causa di un cortocircuito, i due inizieranno a parlare veramente e a conoscersi di più.
E la quarantena inizierà ad essere molto più interessante

"[...] quelli che sta guardando sono i due ninja che sono riusciti a sconfiggere Kaguya, a vincere la guerra, sono i discepoli di due dei tre Sennin leggendari, uno è il figlio di Yondaime, l’altro un erede di Madara Uchiha, e si stanno rincorrendo come se fossero gattini che giocano. Gattini. Kakashi è senza parole".
-
[pov!Kakashi; NaruSasu]

Ci sono notti troppo scure e interminabili, per Sasuke.
Ci sono albe che sembrano non arrivare mai, per Naruto.
Ma ogni notte finisce per dare inizio ad un nuovo giorno, che li vede riuniti, forse un po' più fragili, forse un po' più forti.
*Angst with Happy Ending ☆ NaruSasuNaru*

Sa quanto tempo impiega un corpo umano a bruciare?
Sette ore, dottore. 420 minuti, 25200 secondi in cui un dolore lancinante ti affligge, finché il cervello non si spegne. È semplice, banale come bere un bicchier d’acqua – ahah. Nell’immediato, sono i peli a prendere fuoco e subito il dolore è atroce: le fiamme raggiungono i bulbi piliferi, attaccano l’epidermide e dopo cinque minuti – 350 secondi – è completamente bruciata. E l’uomo urla, dottore. Urla come un maiale che sta per essere sgozzato, ha perfino lo stesso odore. A lei piace la carne di maiale, dottore? Ovvio, a chi non piace quel sapore intenso che pregusta non appena la brace comincia ad arroventarla e il profumo si espande nell’aria? Chi non ama l’odore della carne di maiale? Rispondiamo in maniera automatica a quella prelibatezza: la nostra salivazione aumenta, lo stomaco langue e non vediamo l’ora di affondare i denti nei muscoli dell’animale che abbiamo accuratamente macellato, fingendo di non sapere che, fino a prima, urlava.
Ma lei voleva sapere del fuoco, giusto?
[Cannibal!AU][Per Iky]

Restarono così per un po', ansimanti e sudati, deliziandosi del silenzio della notte, coi grilli che continuavano a frinire e la luna che cominciava a calare. Poi Naruto si staccò per guardarlo: Sasuke aveva gli occhi socchiusi, la bocca leggermente aperta, il respiro quasi di nuovo regolare, la frangia bagnata e attaccata alla fronte ed era maledettamente, pericolosamente bellissimo.
''Dobe, fa caldo, togliti''
E schifosamente bastardo.
[Accenni al SakuHina]
Questa storia partecipa alla 'Calippo Challenge' indetta dal gruppo Facebook SASUNARU FanFiction Italia