Un professore troppo ligio alle regole.
Una promessa troppo difficile da mantenere.
Un cuore che batte troppo forte per essere ignorato.
E pensare che è iniziato tutto con una semplice supplenza...
«Allora, prof, devo smettere?» Sussurrò, soffiando le parole sulla sua pelle umida.
Giorgio sapeva benissimo quale sarebbe stata la risposta giusta.
Ma la ignorò deliberatamente.
«No.» Mormorò, chiudendo di nuovo gli occhi.

Osservò il proprio riflesso con sguardo critico, mentre si legava i capelli biondi contro la nuca, cercando di liberare il volto dalle ciocche rimanenti. Aveva un corpo particolare. Il suo fisico non poteva essere considerato “maschile” alla prima occhiata. Magro, snello e apparentemente fragile. Non aveva particolare muscolatura e non si preoccupava neanche di lavorare per metterla su.

«Se avessi in mano un pugno di stelle, Roxas, che cosa desidereresti?»
«Se avessi delle stelle, dici?»
«Sì. Quei puntini luccicanti, no? Quelli che uno vorrebbe guardarli e guardarli, finché non s’addormenta, quei puntini che vorresti avere una visuale più ampia possibile per non perdertene nemmeno uno. Secondo me le stelle rappresentano i sogni e i desideri più belli e puri di ognuno di noi».
[Ad Hayley Black.]

Era schivo, minuto ma bello. Indossava felpe scure, jeans strappati e non ricordavo di avergli mai visto ai piedi qualcosa di diverso dalle converse sbiadite e sporche in punta. Quella volta che mi avvicinai alla sua piccola figura, per parlargli o invitarlo che fosse, i miei colori ed il mio ordine si scontrarono quasi violentemente con la sua ombra perpetua. Ricordo di aver notato i suoi capelli biondi, spettinati, un po’ mossi e un po’ sul viso; i suoi occhi grandi e cerchiati dalla stanchezza si posarono su di me e io li scoprii grigi e pungenti. Mi aveva guardato per lunghi attimi, incuriosito. Poi aveva alzato un sopracciglio come dire “Beh, allora? Che vuoi?”

Persi e poi ritrovati.
Il destino mescola le carte, noi le giochiamo.
Credete ai dèjà vu?
William e Nicole sì.

Ecco una serie di drabble (oppure Flashfic? Non so!) che parlano dell'amore tra due normali ragazzi di liceo. Sono ispirate a due tipi che ho conosciuto da poco e a cui voglio già bene!

“Una voce cominciò a chiamare il nome del biondo. Non era affatto simile a quella di un angelo. No, quella voce era dannatamente umana.. ma soprattutto, era un suono conosciuto.. Matt.”
“Il rosso avvampò. Già, perchè? Si chiese. “Beh... suppongo perchè siamo amici da così tanto tempo e perchè non voglio che tu ci lasci le penne.. come faresti senza di me?” tentò di buttarla sul ridere.”
Una fiction incentrata sul rapporto che c'è tra questi due splendidi personaggi di Death Note così trascurati dalla Ohba. E se la loro fosse qualcosa di più profondo di una semplice amicizia? Riusciranno ad accettarsi e ad aprirsi l'uno con l'altro o rimarranno bloccati dall'orgoglio e dalla paura?
E' la mia primissima fan fiction, quindi abbiate pietà di me! Spero di non essere banale e di trasmettervi il modo in cui io vedo il vero amore che c'è tra Mello e Matt.. di quelli difficili da incontrare nella realtà!

Avevo un fratello, nati insieme in una giornata d’inverno: gemelli, identici. Una sola differenza tra noi. Una che ha finito per annientarci.

Andrea aveva un amore, riccioli neri. Storia di adolescenti stupidi, ribelli, ormonali e confusi. Non sono capace ad impostare gli avvertimenti, comunque, si parla di cose sporche. La canzone citata nel titolo sarà di mia proprietà nel giorno in cui verrò adottata da Dori Ghezzi.

1974. La giovane Cecilia Menotti, diciottenne italiana, fugge a Barcellona in cerca di fortuna. Purtroppo però, non è tutto rose e fiori, e Cecilia non può far altro che andare a raccontare le sue disavventure alle simpatica commessa della libreria Sempere & Figli. Finchè un giorno dietro il bancone non troverà un ragazzo dai capelli rossi...

Nevica. Un turbine bianco sbatte contro la finestra, un turbine bianco portato da un vento gelido, originario di chissà quale posto lontano. I fiocchi sono grandi come pezzi di cotone. Mi piacerebbe sapere se sono altrettanto morbidi. Mi piacerebbe sapertelo dire.
One-shot un po' corta che mi è stata ispirata dalla neve. Un po' verità, un po' finzione. Spero che vi piaccia. Mi scuso se il carattere risulta piccolo, ma con il programma è il massimo che riesco a fare

Fermandosi ad osservare, spesso nulla di preciso, spesso solo un punto indefinito davanti a noi, un punto che ci permette di pensare

Una volta, quando ero piccolo, ma proprio piccolo che non sapevo neanche contare fino a 10; papà mi ha detto che i bambini buoni vanno in cielo, mentre quelli cattivi vanno sotto terra... “E quelli che fanno i cattivi mentre stanno in cielo? Che succede a loro, papà?” Gli ho chiesto io. “Loro vengono qui, sul nostro pianeta.”