Jimin è un ragazzo solare, disponibile e con un sorriso che illuminerebbe le giornate più buie. Un ragazzo bellissimo e dal cuore d'oro.
Yoongi è un ragazzo solo, freddo e triste. Terribilmente triste. Ma questo non lo sanno in molti.
Eppure si sa. Gli opposti si attraggono.

"Quanto staremo via?"
"Non lo so..." fece avvicinandosi a me. "Dipende da quanto tempo impiegheremo a trovare ciò di cui abbiamo bisogno" portò un dito sotto il mio mento, ed io alzai lo sguardo titubante su di lui.
"E dopo averlo trovato?" dissi a bassa voce.
"Anche questo dipenderà da cosa troviamo. Ma qualunque cosa accada, tu, angelo..." avvicinò il suo viso al mio, le labbra che si sfioravano. "Tu sarai sempre mio" sussurrò, per poi poggiare la sua bocca gelida sulla mia.
Devil's voice is sweet to hear.

Seul, 2015.
La notte di Halloween era sempre stata un evento storico all'Anathema, la discoteca più in voga della città. Già non era un posto raccomandabile, ma in quella occasione raggiungeva apici scandalosi. Sorprendeva pure Jimin e lui di certo non era un santo. A meno che ai santi non sia permesso fare i ballerini nei club.
Jimin si sarebbe aspettato di tutto, tranne che essere coinvolto a sua insaputa in un esperimento. In effetti, non gliene si può fare un torto; da quando in qua le mele hanno incubi, gelosia e passione come effetti collaterali? E da quando in qua le maledizioni si trasmettono con un bacio?
I suoi amici non possono saperlo. Yoongi non vuole saperlo. Non vuole avere più niente a che fare con Park Jimin.

Hoseok è un goblin e ormai sono 900 anni che attende colui che potrà mettere fine alla sua lunga vita: lo sposo del Goblin.
Taehyung è uno studente di diciannove anni con una vita difficile e numerosi problemi. I suoi zii lo maltrattano e a scuola tutti lo ignorano a causa della sua capacità di vedere i fantasmi.
Yoongi è un mietitore di anime di 300 anni che non ha alcuna memoria del suo passato e che per sua sfortuna si ritrova ad abitare con il Goblin.
Jimin è uno spensierato ventunenne. La sua è una vita semplice almeno fino a quando il destino - chiamato comunemente Namjoon - non lo farà incontrare con Yoongi.
«E questa qui, amici miei, è proprio la storia del triste ed eterno amore del Goblin e del suo sposo.»
[VHOPE E YOONMIN con accenni NAMJIN]

"Prendete tutto quello che riuscite a prendere, ma non date mai nell'occhio. Se sospettano qualcosa, allora fategli un bel pompino. Funzionerà."
_
Nonostante la loro giovane età, quei quattro erano i migliori in quel campo. Nessuno sospettava di loro, non avevano mai commesso alcuno scivolone. Nonostante le dinamiche non fossero particolarmente "comuni", dietro quella banda criminale si celava un solido rapporto di amicizia, di rispetto reciproco. Ognuno era diventato per l'altro la famiglia che nessuno di loro aveva mai avuto.
taekook;
yoonmin;
(side!taegi, side!yoonkook, side!jikook, side!vmin, side!namjin, side!vhope).

Taehyung è un giovane studente universitario, fidanzato da circa quattro anni, trasferitosi a Seoul durante un periodo di tormento e crisi interiore. Vive in una situazione di stallo e non sa come andare avanti.
La sua vita viene completamente stravolta la sera in cui conosce una persona: Jeon Jungkook.
Dalla storia: «Non ti scoperei mai, Jeon. Mai.» aggiunse, scandendo ogni parola, guardando Jungkook dritto negli occhi. Se Jungkook non avesse provato determinate sensazioni, gli avrebbe anche creduto. Ma non era quello il caso. Dunque spinto da un impeto di coraggio, afferrò il suo polso e lo sbattè al muro. Fece aderire il suo corpo a quello del castano e gli bloccò i polsi sopra la testa. Non era mai stato così intraprendente, ma doveva provare. Forse quella era l'unica chance che gli restava con Taehyung.
«Dimostrami che non vuoi scoparmi – lo sfidò Jungkook, a un centimetro dalle sue labbra – Baciami.»
*Vkook e Yoonmin

Dicono in molti che sono troppo giovane per riuscire a comporre da solo musica e testi di quello spessore, parlano di frode o di chissà che altro...
Onestamente?
Che parlino pure, più mi nominano e più mi fanno pubblicità.
Però, forse, un trucchetto c'è, sempre se possa essere considerato un trucchetto: seguo una voce che risuona nella mia testa, mi fa da guida e so che gli devo tutto; le mie canzoni sono il risultato della mia mente ma rappresentano la visuale di un mondo di emozioni che da solo non sarei mai riuscito a provare, questo lo so bene, quello che non so è... di chi è questa voce che continuo a sentire?
|[Per Yoongi era tutta una cosa nuova, non capiva come potesse sentirsi tanto attratto da una persona al primo sguardo, rifiutava l'insulsa idea di una cotta, per lui non esistevano.
Eppure ammetteva che c'era qualcosa che lo spingeva a voler sapere sempre di più su di lui.
Non avrebbe mai potuto immaginare la realtà celata dietro quella situazione.]|

«Dimmi, a che servono le gare ?»
«Per vedere se uno è più bravo dell’altro.» Disse orgoglioso Jongin.
Suho sorrise. «Prova solo che sei più veloce, tutto qua.» Fece una pausa. «Se decidessi di correre lo farei per qualcosa d’importante, altrimenti che senso avrebbe ?»
Non si tratta di vincere o perdere, il punto è: fino a quanto sei disposto a metterti in gioco per una persona ?
–
[ au! Fast and the Furious: Tokyo Drift ]

[Bokuto/Akaashi] [Kuroo/Kenma]
E’ solo il primo giorno e Akaashi già non ce la sta più facendo.
Di fronte a lui, la tragedia del secolo: Bokuto e Kuroo abbracciati stretti e con due espressioni contrite in volto. Bokuto viene addirittura scosso da qualche singhiozzo, ogni tanto.
Akaashi sospira per quella che è la centesima volta negli ultimi dieci minuti.
Kuroo si allontana da Bokuto e gli mette le mani sulle spalle. “Bro,” lo chiama, utilizzando quello stupido nickname che si sono affibbiati l’un l’altro durante il loro primo anno di università. “Devo andare.”
“Ma bro!” replica lui, imitando l’amico e prendendolo per le spalle. “Sappi che mi mancherai tantissimo.”
“Anche tu, bro… anche tu,” replica Kuroo con identica sofferenza.
“Ci sarà sempre un posto sul mio divano per te,” Bokuto si porta una mano sul cuore e Akaashi si schiarisce la gola. “Sul nostro divano,” si corregge, ma Akaashi fa un altro verso. “Basta che prima avvisi,” conclude, voltandosi verso il compagno per vedere la sua espressione. Akaashi si limita a far roteare gli occhi.

-Credevi davvero di potermi sfuggire Jongin? Che quel buon a nulla di un poliziotto potesse davvero difenderti da me?- urlò il biondo costringendolo ad inginocchiarsi di fronte a lui mentre lo teneva dritto per i capelli.
-No Sehun. Non lo credevo. -disse tossendo mentre osservava dietro le spalle del maggiore la figura di Kyungsoo priva di sensi.
-Devi guardare me, non lui!- lo rimproverò il più alto costringendolo a guardarlo negli occhi mentre un sentiva un senso di nausea farsi largo dentro di sé.
-Se devi uccidermi, fallo subito. Perché non ho intenzione di esser ancora la tua puttana, cugino- rispose per poi sputargli addosso mentre quest'ultimo rideva delle sue parole.
-Eppure non mi sembrava ti dispiacesse all'epoca. Quindi, cugino, non ho nessuna fretta di ucciderti. Anzi ho proprio voglio di farmi una bella scopata con te. Magari di fronte al tuo amato sbirro. Che ne dici eh?- replicò trascinandolo accanto all'ispettore e costringendolo a voltarsi mentre lui si spogliava velocemente.
-Dico che mi fai schifo.- esclamò poco prima che il maggiore gli strappasse i boxer di dosso, per poi violare con forza la sua entrata facendo urlare di dolore.
Il suo incubo era appena iniziato.

Un breve racconto di una fenice, di una morte e di una rinascita dalle ceneri.
“Devo proprio dirtelo, la tua musica mi ha cambiato la vita. Non esagero, dico sul serio. La mia vita era senza uno scopo, sai,” e Yoongi non capì il motivo di quel bisogno d’aprirsi così tanto perciò strizzò le labbra fini in una smorfia di disappunto, “Ma l’ho trovato. La tua musica me lo ha fatto trovare. Ci credi? Che ho capito di non poter fare l’avvocato? Devi credermi. Sono Park Jimin.”
“Min Yoongi.”
Un barlume di speranza invase le iridi languide del più piccolo.
“Ho trovato un senso, Min Yoongi!”

Per JK lo sfogo non era nulla di cui preoccuparsi. Protetto sotto a spesse mura in metallo, le misure di sicurezza della sua ricca casa creavano un secondo mondo sicuro e impenetrabile. Tutto ciò che accadeva fuori accadeva fuori e basta, a lui non interessava. Le persone potevano scannarsi a vicenda, compiere azioni ignobili e passarla anche liscia, finché Jungkook era rinchiuso in casa cose come quelle erano ignorate.
Ma quando sua madre fu uccisa, proprio in casa sua, sotto quelle mura che credeva sicure, allora il piccolo Jungkook iniziò a rendersi conto di quanto ciò che può accadere fuori possa irrompere nella sua tranquillità. Quando si accorse che non esiste posto sicuro, che starsene tranquillo è impossibile, iniziò a interessarsi.
Durante lo sfogo miliardi di innocenti venivano assassinati e gli artefici rimanevano impuniti. Il governo aveva deciso così, un giorno all'anno, per dodici ore, le persone avrebbero potuto fare tutto ciò che volevano. Bastavano dodici ore per tranciare vite su vite.
Ma JK deciderà di sfruttare proprio lo sfogo per ottenere vendetta.

Urlava per la strada, sotto quella finestra non più illuminata. Urlava e piangeva. Urlava, piangeva e ringhiava, rivolgendo il suo sguardo, che sembrava spegnersi istante dopo istante sempre di più a quella finestra, come se qualcuno potesse effettivamente risponderlo o sentirlo. Voleva forse far pietà a qualcuno? Attirare l’attenzione di una persona in particolare?
L’unica cosa certa, era che per un momento ebbi quasi paura, non avevo mai visto qualcuno comportarsi così, specie se reputavo questo qualcuno una persona normale, senza alcun disagio o difetto: la perfezione. Avete presente quelle persone con una vita perfetta, una casa perfetta, una ragazza perfetta, una famiglia perfetta? Ecco, Kim Sungkyu era una di quelle.
Un ragazzo che avevo sempre ammirato e invidiato sia per le sue condizioni di vita, che per la sua rendita scolastica: sempre in cima alle classifiche d’istituto, ogni certamen che la scuola organizzava, sempre primo: un genio. Un meraviglioso e nobile genio, per il quale io, Nam Woohyun, ho covato per anni dei sentimenti. Sentimenti che così come potrebbero essere d’amore, potrebbero essere di compassione, odio, amicizia o non so cosa.

Jaebum non era mai stato un tipo molto socievole, aveva sempre preferito i videogames alle persone, e avrebbe continuato ad essere solo se quel giorno non avesse deciso di sorridere a qualcuno senza motivo...

La prima volta che i suoi occhi si posano su di lui, Jimin non ha la folta chioma aranciata che lo contraddistingue a metri di distanza.
Non ha nemmeno il corpo scolpito di adesso; i tratti maturi e spigolosi del suo viso sono completamente esenti, e anche la fragilità che ora lo caratterizza, la prima volta che Yoongi lo vede, non esiste.
"Hyung, quindi mi aiuterai?"
"E io cosa ne trarrò in cambio?"
*YOONMIN*
Con altre coppie che si formeranno nel corso della storia.
Monsta X inside.