“Ehi Duncan.” Un altro sussurro, le mani ed il corpo dell'assalitore, ora aveva appurato che fosse un maschio lo tenevano spinto sul muro, una mano gli cingeva un braccio, spingendolo verso la parete, l'altra accarezzava la schiena, delineando quei muscoli e una gamba era in mezzo alle sue, bloccandolo ulteriormente e facendolo sussultare questa volta.
Di chi era quella voce? L'aveva già sentita, sapeva di averla già sentita, ma al momento era più preoccupato per quella mano che in tutta tranquillità lo accarezzava. Duncan cercò di restare in piedi, aspettando solo un buon momento per scappare. Ma come poteva farlo, con quell'inferno in testa?