Ciao! *-*
Questa settimana, visto che non ho molto tempo per gli scambi, passo velocemente a farti una sorpresa. Ci tenevo troppo a dire "lo sapevo!".
Ok, va bene, nella seconda parte Tony rivela le sue difficoltà a relazionarsi con gli altri, ok che avevo capito anche questo visto il suo carattere, ma resta comunque il grande "lo sapevo" per la sua ritirata arrogante e sfottente che avrei preso volentieri a schiaffi. Fortunato che c'è Peter a dovergli rispondere, e Peter mostra tutta la sua immaturità; che non è una critica, ma è ciò che è. E' un ragazzo, non ancora un uomo, con molti dubbi e molta inesperienza, e reagisce di conseguenza.
Inutile dire cosa avrei risposto ioXD
Questa storia tira fuori un brutto lato di me. Non riesco più a iniziare una recensione con obiettività, devo sempre dirne quattro a Tony Stark... mhmm, che quell'arrogante sicuro di un milionario abbia conquistato anche me? Giammai!
Tornando a fare un po' i seri - ci provo - stavolta vorrei darti qualche consiglio sulla narrazione. Ho notato, non ricordo se nel capitolo precedente te lo avevo detto, che tendi ad allungare un po' troppo le frasi, come molte virgole e molte congiunzioni.
Secondo me, alcune frasi - soprattutto quelle più lunghe - potrebbero essere "ripulite".
Per esempio:
«No, non… non ho avuto ancora modo di farlo. Si sta rilassando e non ho voluto disturbarlo», rispose lui, lanciando all’altro uno sguardo che quello parve non comprendere ma che Peter sapeva di aver palesato totalmente il suo disappunto e la sua delusione riguardo quel comportamento che il più grande stava adottando nei suoi confronti. -> c'è un po' troppa presenza di termini in riferimento a persone e un po' di confusione di preposizioni.
Potrebbe essere:
«No, non… non ho avuto ancora modo di farlo. Si sta rilassando e non ho voluto disturbarlo», rispose lui, lanciandogli uno sguardo che Tony parve non comprendere ma in cui Peter sapeva di aver palesato totalmente il proprio disappunto e la propria delusione riguardo al comportamento che stava tenendo nei suoi confronti.
Qui non ho capito:
Il terreno era quasi una fonte inesorabile di calore e zio Ben e zia May avevano occupato la piscina insieme a Tony, la quale aveva passato tutto il tempo prima e dopo il pranzo a prendere il sole. -> forse "il quale" riferito a Tony, oppure è rivolto a zia May?
A volte, lasci senza fiato chi legge. In alcuni punti servirebbero più pause, più effetti di punteggiatura, che ti permetterebbero anche di esaltare alcuni concetti. Come nella parte finale, che io cambierei in questo modo:
Tony se lo tirò ancora più vicino, prendendolo per i fianchi e baciandolo di nuovo. Peter si chiese se, in qualche modo, quello fosse l’unico modo che aveva per chiedergli scusa col cuore; se fosse stato davvero così, allora forse lo avrebbe perdonato ogni volta. E non sapeva quanto la cosa potesse essere positiva, dopotutto.
Ovviamente i miei sono solo consigli, non li prendere assolutamente come arroganti modi di saccenteria, perché non lo vogliono essere. Dipende molto dai gusti personali, e i miei sono solo possibili rifiniture, ma credo che in generale ci sia bisogno semplicemente di un po' più di ordine e punti fermi. Tutto qui.
Ora cerco di tornare un po' al delirio.
Ho trovato questo capitolo più compatto dei precedenti, il che l'ho gradito molto. C'è più introspezione, più narrazione, e questo mi ha permesso di vivere anche di più il contesto. Per esempio il pianoforte. Mi ha sorpreso - non so se lo avessi già detto prima - scoprire che Peter suona il piano. Questa è già la seconda storia che seguo dove la musica ha il potere di sconvolgere la trama, il potere di sconvolgere le relazioni tra i personaggi, di attirare e sorprendere. Un po' come è Tony davanti alla musica di Peter.
Di questa parte ci sono due cose che ho assolutamente amato: la prima è la personalità con cui Peter suona e la capacità che hai tu di trasmettere questo. Se non sbaglio non è la prima storia in cui ti leggo parlare di musica, e anche quella volta mi avevi stregato con la tua capacità di far risuonare la potenza di tale espressione artistica attraverso le parole, una magia che sai cogliere ed esaltare con una poeticità che mi affascina sempre. La musica è un comunicatore potente ed estremo e il fatto che una musica tanto struggente e romantica riesca a trasformarsi in tensione e rabbia e sfogo attraverso le dita di chi la suona esprime quanta anima la musica possieda.
L'altra cosa che ho amato di questo passaggio è Tony che viene attirato dalla musica. E' una scena bellissima. Lui voleva davvero fare finta di niente, evitare di ferirlo, aveva paura; eppure sembra non poter resistere all'attrazione che ha nei confronti di Peter. E la musica che egli suona sembra attrarlo come un odore, come se fosse stata la voce di Peter a richiamarlo. Tony non può fare a meno di rimanere affascinato da Peter. Ogni volta che tenta di scappare, c'è qualcosa che lo riporta indietro, che ha il potere di incantarlo. E credo che anche questo aspetto rifletta il suo lato più mondano e "filantropo"? Boh, insomma, è come dire che "non si può resistere a un buon vino".
In generale mi è piaciuto davvero tanto questo capitolo, perché affronti in maniera realistica quei problemi reali di una relazione simile: si sente la differenza di età, ma si sentono anche i problemi personali di ognuno di loro. C'è un Tony che pensa di poter aggiustare sempre tutto con il metodo più rapido - il matrimonio con la sua vecchia compagna, un bacio e una stretta con Peter - c'è tutta la sua superficialità e tutti i suoi sensi di colpa; e io concordo con il fatto che una persona così fa male. C'è Peter con i suoi dubbi, la sua educazione ma anche quello sfogo doloroso che non riesce a trattenere; ed è stato reale il fatto che nel finale, per quanto lo perdoni, non si illude, anzi capisce che quel rapporto farà solo male. Ho trovato questo capitolo più maturo, più profondo. Hai indagato perfettamente con un'introspezione coinvolgente e un pov super controllato.
Mi è piaciuta molto l'ironia nascosta di Peter nella prima parte. Mi è giunto tutto il suo rammarico, il dolore dietro quel sorriso forzato. L'ho provato sulla mia pelle, davvero brava. E l'indifferenza di Tony è stato un pugno nello stomaco, si è sentito tutto lo shock e il peso di quella scena.
E davvero ben fatto è il modo in cui si dirama il doppio dialogo tra zio Ben, Tony e Peter: da una parte c'è il dialogo verbale, quello che i tre fanno circa la gita, i problemi di zia May con le donne del paese l'aperitivo; dall'altra parte c'è una discussione non verbale tra Tony e Peter, che si muove in parallelo con l'altra, e che sembra andare in direzioni opposte, perché se da un lato Peter cerca di capire, Tony fa il finto tonto. Da prendere a schiaffi (mi trattengo, scusa>.<)
La scena del pianoforte è stata piena di angst e di pathos, credo di avertelo già detto ma ci tengo tantissimo a ribadirlo: mi hai trasportato dentro a quel turbine di emozioni, più elevato grazie proprio alla musica.
A sorprendermi è stato il fatto che Tony lo abbia inseguito. Credo che la sua sicurezza e la sua determinazione circa l'evitare Peter si sia incrinata prima con la musica e poi rotta definitivamente davanti al dolore dell'altro. Il dialogo che ne segue ha un'entità più profonda rispetto a quello del capitolo precedente. Scende più sul personale e tocca tasti dolorosi per Tony, tasti che non riguardano solo la sua personalità, ma che scavano nel suo passato e che gettano nuova luce sul presente. Ammetto che in questa parte Tony è stato dolce e protettivo, ho quasi sentito il suo rimorso e, anche, la sua disperazione. Disperazione nel non riuscire a resistere e disperazione per avergli fatto del male
Tutte le emozioni, della prima parte in cui arriva la "tempesta" che avevo predetto e la seconda in cui la felicità degli zii è un'eco lontano che fa da sfondo al loro rincorrersi e farsi del male, sono arrivate tutte. Davvero un bellissimo capitolo.
A presto! (Recensione modificata il 05/07/2018 - 08:34 pm) |