Dio mio Soul, quando mi avevi detto di preparare il mio cuoricino a questo capitolo, non avrei mai pensato si trattasse di AIDS...
Dovevo prepararmi meglio a questa pugnalata. Penso che questo capitolo, dopotutto, sia la naturale conseguenza del precedente.
Ancora una volta, mi pare tutto al proprio posto. Le cose stanno chiaramente cambiando, e stanno peggiorando terribilmente, e molto velocemente, sicuramente troppo velocemente per Ives, e troppo dolorosamente per ogni lettore affezionato a lui e alla sua vita, come me.
Ogni capitolo si avvicina alla pugnalata finale, che si sente chiaramente che arriverà, perché ormai la speranza non è più un opzione per Ives. Non ho conoscenze approfondite dell'argomento, ma, se non sbaglio, può passare anche molto tempo prima di morire per un malato di AIDS.
Immagino che però tutto questo porti delle sofferenze a livello fisico... e non solo, perché in fondo è come avere una clessidra, o un orologio. Sai che, quando la sabbia non scenderà più, la tua ora sarà arrivata. E' davvero un modo terribile di morire, e non ci avrei mai mai mai pensato!
Ha tutto senso, è tutto architettato in modo straordinariamente perfetto, ma la mia testolina non era arrivata a comprendere questa possibilità!
E qui si rivela tutto il tuo genio: la trama diventa terribile, dolorosa, la fine è vicina, ma dietro tutto questo si vede il gran lavoro che hai fatto nel sturdiarla e mettere insieme tutti i pezzi, facendoli combaciare esattamente come un puzzle.
Tutto questo è straordinario, davvero. Ed è anche terribilmente doloroso, perché sento che Ives soffre profondamente, e non posso fare niente se non guardarlo morire e aspettare con lui l'ora in cui Ethan lo metterà nella tomba. E, in qualche modo, riesco a capire ciò che prova: il lettore si può identificare senza difficoltà in Ethan, soprattutto a questo punto della storia, quando non si può fare altro che aspettare l'evento.
E, lo ammetto, leggendo mi sono sentita terribilmente in colpa, perché, in fondo, che ne so io di che cosa vive un tossicodipendente? Che ne so io della droga, che non ho mai neanche fumato una sigaretta? E come posso osare esprimere giudizi, se tali si possono chiamare, su queste persone?
Forse è come dire a un senzatetto che è colpa sua se muore di fame, o forse no.
Sinceramente non lo so più, non so più cosa pensare, anche se la mia opinione, in parte, non vuole cambiare. Mi dicevi che sei stata in una comunità di tossicodipendenti con la scuola... e questo mi ha fatto riflettere, perché non ho dubbi sul fatto che, se anch'io avessi fatto questa esperienza, avrei sofferto troppo nel vederli, avrei empatizzato con loro e forse sarei anche arrivata a pensare che loro non avevano colpe per trovarsi in quella situazione.
La parte più razionale di me, invece, mi suggerisce che le cose stanno così, ma anche che, se queste persone avessero reagito, forse sarebbe tutto andato meglio. E questo mi fa sentire in colpa, perché alla fine io non ho il diritto di parlare di qualcosa che non conosco appieno!
La storia di Ives mi offre sempre degli spunti di riflessione straordinari, che adoro davvero. C'è talmente tanto oltre ciò che si legge, oltre ciò che pensa e che crede di pensare... ed è tutto bellissimo, nella sua bruttezza.
E' bellissimo perché funziona. E il fatto che Ives voglia bucarsi ancora, anche dopo aver scoperto di essere malato praticamente... terminale? Si può dire? Beh, ai miei occhi questo dimostra quanto in realtà lui non capisca affatto la gravità della situazione, o sia talmente privo di speranze, che preferisce morire da drogato, come lui stesso dice.
Questo è fondamentale, perché rende questo personaggio di una chiarezza disarmante. Ad ogni capitolo si vede l'impegno che hai messo nel delinearlo, nel crearlo, coerentemente e perfetto nelle sue millemila imperfezioni.
Ives è una persona terribilmente umana, su questo non ci sono dubbi, ed è per questo che leggere di lui è così doloroso... perché è come se fosse qui, accanto a me, e io non posso aiutarlo, non posso fare niente, come Ethan.
Non ho davvero parole per ciò che sei riuscita a creare, ogni volta mi viene da piangere non solo per la storia, ma perché è tutto perfetto. Mi sembra un quadro in cui tutto è al proprio posto, in cui nessun dettaglio è stato tralasciato... e, come ho già detto, è tutto talmente bello da far piangere.
E il bello è che tutta questa raccolta non è nemmeno composta da capitoli lunghi, da frasi chilometriche o termini particolarmente ricercati. E' tutto alla Ives, è tutto strepitosamente e dolorosamente umano.
L'AIDS, poi, come ho detto, è stato un vero colpo di scena inserito nel momento giusto. Queste storie sono il mio pane quotidiano, questo è il genere di cui mi cibo, perché... è tutto così bello da far star male.
Non so quali altre parole utilizzare per dirti quanto sia tutto perfetto, magari pensi che stia esagerando, ma davvero, sono sempre sincera e questa storia mi sta dilaniando il cuore, quindi, se possibile, lo sono ancora di più del normale.
Ora sto sproloquiando, me ne rendo conto ^^'
E se il conto dei capitoli non mi inganna... dovremmo essere arrivati quasi alla fine, SIGH SIGH SIGH SIGHISSIMO T___________T
Attendo con impazienza il prossimo capitolo (so che non sono dei veri e propri "capitoli", ma non so come chiamarli XD), non m'importa se sarà l'ultimo o il penultimo, questa è una di quelle storie che leggerei tutto d'un fiato anche se le palpebre fossero sul punto di chiudersi dal sonno <3 |