Beh, ecco, da… da dove comincio? Oddio…
Ok, facciamo che prima magari mi presento, almeno non sembro una completa scema.
Bene: tanto piacere Vaius! Felice di conoscerti!
Ecco, ora, probabilmente e logicamente, tu non avrai la minima idea di chi io sia, e giustamente comunque, ma sappi solo che è da un discreto numero di mesi che ho inserito due tuoi meravigliosi lavori fra i miei preferiti; tuttavia, ecco… non avevo ancora avuto modo od occasione di recensire nessuno dei due. Si tratta, come penso avrai facilmente intuito, di “Amnesia” e “La Dura Realtà” (va bè, che te lo dico a fare? Le hai scritte tu; lo saprai meglio di me), comunque, tornando alla mia condotta inqualificabile, ecco, non c’è molto che io possa addurre come scusa o attenuante, a parte che sono inguaribilmente sbadata e cronicamente ritardataria; ma davvero, sono stata molto villana nel non avere speso neanche una parola per rendere loro merito. Insomma, mi sembra di averne un po’ approfittato.
Scusami tanto quindi, sono mortificata, il mio ritardo è abissale e credo pure di essere fuori tempo massimo per recensire con efficacia, ma mi sento in debito e vorrei un minimo riparare al mio torto; pertanto forse è meglio che la pianti un attimo di tergiversare e passi a rimediare articolando qualcosa di decente. Ok. Ci provo. Non assicuro niente, ma ci provo…
Bene. Parto dall’inizio, allora.
Ah, ecco, oddio, devi scusarmi ancora per un’altra ragione: non sono esattamente ferratissima in merito al galateo virtuale, per cui probabilmente sto facendo una cosa molto maleducata e volgare (e forse pure illegale, bhò), perché vorrei parlare di entrambe in un’unica mano. Ora, giustamente ti sembrerò un filo (filo?) opportunista, del tipo che non solo non mi sono mai fatta sentire, ma me ne approfitto pure sbrigandomela in una sola volta, però ti prego di credere alla mia buona fede se dico che lo faccio fondamentalmente perché, essendo entrambe strettamente connesse, non riuscirei a commentarle separatamente senza tirarle in ballo a vicenda; per cui interpretalo solo come una scelta dettata dalla volontà di parlarne in maniera completa… cioè, questi sono gli intenti, che poi spari delle corbellerie, invece di qualcosa di sensato, è altamente probabile.
Beh, parto innanzi tutto da “Amnesia”, ti spiace?
Ecco, ho trovato bellissimo lo spunto, l’idea di partenza in altre parole; infatti, ché ché se ne dica della perdita di memoria come clichè inflazionato, credo tutto stia nel come si gestisce la cosa, e a te va il merito tutt’altro che trascurabile d’essertela giocata alla grande. Ora, io non so se fosse voluto o meno, o se magari ti sia uscito inconsciamente, comunque sia ho trovato significativo l’inizio e la fine, ossia: partire con il pairing separato, ovvero con i due impediti lontani fisicamente ma comunque connessi, per poi invece ribaltare tutto sul finale, vicini fisicamente (oddio, vicini, va bè, convivono), ma separati dai loro casini emotivi. Non so come ti sia venuto fuori, ma è una delle cose che mi ha colpito di più.
La storia nel suo sviluppo è poi avvincentissima, con tutto quell’alternarsi di punti di vista, d’azione e calma, di commedia e dramma; davvero, alterni con equilibrio e intelligenza tanti generi.
Ed è poi notevole anche la gestione dei personaggi, tutti pienamente IC, anzi, hai una trattazione che si avvicina tanterrimo, o comunque si allinea, a quella di Kishy. Non so se sia per pianificata fedeltà al manga o alla regia dell’autore, ma non c’è stacco apparente. Sono quasi… bhò, paralleli, ha senso?
Poi non credo ci sia bisogno che ti dica quanto Hinata e il dobe siano aderenti ai loro caratteri originali, così come tutto il resto della combriccola: Shikamaru scazzato, Kakashi-sensei (l’Hokage più sciallato di tutti i tempi), fino al teme, che è piacevolmente tornato a stati d’adorabile indisponenza. Ma il merito maggiore credo vada all’aver dato al tutto un’impronta più adulta e meno infantile rispetto al manga. Comunque è impressionante come tu riesca a gestire Hinata, nel senso, considerando che sei un ragazzo (asp-… perché sei un ragazzo, giusto? Oh cacchio, cioè, a me sembrato di sì, ma adesso non vorrei essermene uscita con una terribile gaffe; nel caso mi scuso, mamma saura, sempre a fare figuraccie io… che vergogna) … Ehm… Ok, mi sono ufficialmente persa… Ah, no! Ci sono! Ecco: Hinata. È fedelissima all’originale; sai? Ed è tanto più straordinario perché è e resta IC pur con la memoria menomata e in un contesto nuovo. È credibilissima, sul serio, da come si muove, a come parla, fino alle paranoie o associazioni d’idee, per cui braverrimo.
Complimenti poi per come fai interagire fra loro tutti i personaggi, dando ad ognuno il giusto spazio; c’è una visione e una gestione molto corale della storia, e credo sia difficilissimo mantenerla senza scivolare nella tentazione di concentrarsi solo sui personaggi preferiti; ma soprattutto bravissimo per essere riuscito nell’impresa di dare una sfumatura più matura e tormentata al dobe, sempre allegrone e un po’ idiota, ma sorprendentemente più sveglio.
La cosa che ti fa però più onore, credo sia il saper gestire benissimo il NaruHina, e senza scivolare nelle sue ovvie insidie (e ti parlo da portatrice malata di NaruHinaggine, sia chiaro); perché crei un’interazione e una dinamica naturalissima, senza forzare la mano nel renderli perdutamente impediti o in senso opposto, e senza eccedere nella zuccherosità o fluffosità, cosa difficilissima.
Complimenti inoltre per l’inventiva circa i nuovi personaggi (ah, Yume la voglio come animaletto da compagnia), che comunque s’inseriscono senza sforzo o attrito con il resto del gruppo.
Tornando alla trama, sappi che ho adorato la conclusione di “Amnesia”, davvero, mi è piaciuta da matti, sarà che amo il dramma, le seghe mentali, gli sfigati cronici che s’incasinano la vita da soli, bhò, comunque sia, mi è super-piaciuta. Soprattuto per l’onestà. Insomma, credo fosse la conclusione naturale, o comunque in linea con gli assunti, e senza forzature verso un happy ending rabbonitore.
E qui finisce la prima parte della mia arringa… ehm…
Santi numi, ho paura perché credo di aver già scritto uno sfacelo… Mamma saura, spero solo di non stare infastidendo o annoiando troppo; nel caso chiedo scusa, ho la chiacchiera facile io… Comunque, ah, ecco, passo a “La Dura Realtà” se non ti spiace, così magari rientro un filo più nei binari…
Benone… niente, anche qua, io non ho idea se ci sia un diabolico piano dietro alla scelta di aprire ogni fic con ‘sti due sfigati separati e con il morale sotto i tacchi, ma è una cosa che a me personalmente piace tantissimo, perché credo ci sia tutto un gioco di scambi e paralleli interessanterrimo. Tutti i personaggi sono ancora pienamente IC (e a titolo informativo, tra le new-entry adoro la malefica progenie di Danzo). Poi, che altro?
La storia è sempre super-avvincente e per nulla scontata, anzi, tutt’altro; è originalissima, e secondo un’ottica della guerra meno idealistica e nettamente più concreta rispetto a quella di Kishy. Ecco, è tutto molto realistico, in particolare le scene d’azione. Guarda, sono strutturate con una chiarezza quasi cinematografica, perché per quanto incasinate, serrate o spinte, sono comunque perfettamente comprensibili, e questo pure in dinamiche più collettive che non credo siano facili da gestire anche solo in astratto. C’è poi un perfetto controllo della trama in todo, tanto di quella orizzontale nel suo complesso, quanto di quella verticale dei singoli capitoli; e deve essere una roba difficilissima considerando il macello di personaggi, luoghi, tempi e azioni in gioco. Vorrei poter elaborare qualcosa di vagamente più sensato in merito all’intrigo e alle macchinazioni vere e proprie, ma temo d’essere troppo fessa per anche solo riuscire a stare dietro agli sviluppi episodici, per cui abbi pazienza, non saprei proprio come pronunciarmi altrimenti; a parte che inizio a temere di più i capitoli di calma piatta, perché nel giro di due righe potrebbero saltar fuori agguati, attentati e scapparci pure il morto.
Legittimissima poi la scelta di calare il sipario su alcuni personaggi, inimicandoti magari il loro seguito di fanghèrls, perché comunque ci sta tutto; insomma, considerando lo stampo dichiaratamente bellico del contesto, sarebbe più strano il contrario. Sappi comunque che io l’apprezzo tanto. Certo, ho paura, non ho idea di cosa caspita potrai combinare, temo che Konoha dovrà essere nuovamente ricostruita e appaltata a Yamato, e prevedo grossi casini, ma mi piace.
Complimenti inoltre per come riesci a rendere l’immagine, la fisicità quasi dell’ambiente, e il tutto con descrizioni essenziali. Hai una narrazione, come posso dire… incisiva, ecco. Lascia il segno in sostanza. Netta, pulita, quasi minimal, ma senza per questo risultare brusca o ermetica. È chiara nella sua essenzialità. Insomma, dici le cose così come stanno (sarà mica il tuo credo ninja? Mamma mia, che umorismo… va bè).
Altro tuo grossissimo merito sta nel riuscire ad equilibrare e calibrare insieme azione vera e propria, e risvolti psicologici.
Ti dico solo che ho adorato i capitoli del rapimento/inseguimento, con lo stacco continuo dei due punti di vista, la conclusione con il colpo di coda drammatico, (ma che a noi ragazze piace tanto), le scene claustrofobiche in mezzo a Suna, che mi hanno letteralmente destabilizzato come non avveniva dai nefasti tempi di "The Blair Witch Project", e i siparietti di Hinata con il suo gruppetto di genin (e sono preoccupantemente convinta d’amare Koji).
Ah no, aspetta! C’è una cosa che mi ha quasi fatto tirare le cuoia dal ridere: il teme! Ora, io generalmente amo Naruto in ogni forma e condimento, ma il teme che cucina l’insalata di pomodori… santi numi e mortacci stracci, è stato bellissimo. L’ho adorato, pensavo digievolvesse in Gordon Ramsay da un momento all’altro, ma l’ho adorato. Che meraviglia…
Ok, ecco, niente… non saprei davvero che altro dire (perché non ti sembra dia aver già parlato abbastanza?!).
Ah, oddio, aspetta solo un momento… dunque… ho scritto due paginine in Word. Mamma mia, ma sono un asciugona!
Ecco, concludendo, niente, forse da quest’ammasso di ciarle e commenti sconnessi e senza capo né coda non è emerso, e forse, anzi, sicuramente tu non ci avrai capito un’acca; ma quello che ho cercato di articolare in maniera caotica e a tratti delirante, è solo che entrambe le storie mi sono piaciute da matti, ecco. Non… non saprei davvero in che altro modo dirlo più chiaramente.
So bene di essere impossibilmente fuori tempo massimo, fuori tema e anche un po’ fuori gioco (fuori gioco, ma che c’entra?), e di questo mi scuso profondissimamente; sono veramente mortificata, sono ingiustificabile, e a questo riguardo sappi che non sei assolutamente tenuto né a perdonarmi, rispondermi o quant’altro. Solo mi sembrava corretto farti i complimenti per tutto, storia, inventiva e scrittura, insomma braverrimo.
Ecco, niente, credo di aver concluso, e senza sforare nelle terza pagina, che soddisfazione ragazzi!
Allora, ti rinnovo tutti i complimenti di questo mondo per entrambe le opere, perchè se li meritano tutti, e perché hanno avuto tra i molti pregi, quello di essere state forse le prime a finire nella mia lista dei preferiti.
Scusa umilmente per il disastroso ritardo. Spero di non averti infastidito troppo (tanto con queste quattro scemenze, quanto con la precedente mancanza), forse ti avrò solo annoiato; comunque sia mi auguro che, se mai riuscirai a capirci qualcosa, questa tirata possa farti in qualche modo piacere.
Va bòn, bravissimo ancora per tutto quanto e… scusa ancora, beh, per tutto quanto.
In ogni caso, grazie.
^__^ (Recensione modificata il 26/03/2012 - 04:41 pm)
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