La donna riesce a percepirne il profumo farsi più intenso, il calore del suo corpo lambirla – fiamme suadenti. Melodia smorzata che riecheggia fra la cacofonia del cielo.
Eppure, solo dopo alcuni attimi, le prende la mano. «Il tempo non è riuscito ad estirpare le tue paure» osserva.
{Sulpicia/Aro | Sulpicia!Centric | Epoca medievale.}

Aro rammentava nitidamente la prima volta che aveva visto Sulpicia.
Una minuta figura dai capelli chiari che le ondeggiavano sulle spalle, gli occhi di gemma – di gemma azzurra come il mare e il cielo, intensa, di gemma che possiede la capacità di infrangere qualsiasi barriera (...)
{Aro/Sulpicia ♥}

La paura può essere definita istinto di conservazione.
La paura può essere ciò che ci blocca.
La paura ci può negare occasioni, possibilità.
La paura può essere sconfitta oppure può divenire un’ossessione.
La paura può corrodere, può salvare, può renderci prigionieri di noi stessi.
La paura è una contraddizione.
Tutti ne hanno una, se non adesso allora prima. Jane compresa.

Una volta suo cognato l’aveva definita «La fiammella che riscalda le notti d’inverno, che ne illumina il buio». A quel tempo aveva trovato quelle parole stucchevoli, ma adesso che le tenebre delle ore notturne di dicembre si facevano più dense, adesso comprendeva perché la gente paragonasse la pioggia al pianto e, per la prima volta, esse gli parvero fredde, come il buio che lo circondava.
Come il dolore che lo attanagliava. No, il dolore non c’entrava niente. Era Marcus quello ad essere stato preso in quella morsa, non lui.
[Leggermente OOC l'ultima frase in quanto rispecchia la mia visione personale].

Eppure era lì. Lei era ancora lì. I capelli corvini che le ricadevano sulle spalle, gli occhi color cremisi che scintillavano di una luce genuina, diversa, vera. Lei era vera.
(...)
Non voleva farlo. Non ne aveva alcun motivo. Ma lei, lei, l’avrebbe desiderato. Lei avrebbe sorriso. Lei sarebbe stata soddisfatta.
«Sì, signore». L’uomo indugiò sul volto di Jane: spento, inespressivo. «Benissimo».
Stava mentendo.
{Marcus/Jane; accenni Aro/Jane ♥; storia revisionata.}

#01. {Jane/Aro} ~ La stoffa dell’illusione ~ [...] oppure, ancora meglio, per il gioiellino di una collezione a cui si è particolarmente affezionati.
#02. {Heidi/Demetri} ~ Seduzione ~ Heidi sapeva di essere nata per divenire un’immortale.
#03. {Marcus/Didyme} ~ Faro ~ Il suo sogno d’immortalità si era trasformato in un incubo.
#04. {Alec/Corin} ~ Nonostante tutto ~ Un delicato bacio sulla sua guancia lo fece voltare.
#05. {Sulpicia/Aro} ~ Come Penelope amava Ulisse ~ Sapeva di non essere mai abbastanza.
#06. {Athenodora/Caius} ~ La sua Atena ~ Avrebbe continuato a farlo sorridere con la sua risata dinanzi ai suoi tentativi di esprimersi in versi.
#07. {Afton/Chelsea} ~ Ragione di vita ~ Tutto ha un inizio e tutto ha una fine; è inevitabile.

Soffia, urlando al cielo e agli uomini e agli immortali il proprio quesito.
(...) E il fratello sorride, per la prima volta d'un sorriso triste di chi vorrebbe dimenticare. Ma non può.
{Personaggio accennato: Didyme | Completamente revisionata.}

E pensare che una volta dietro quelli occhi e quel sorriso c’era il calore della felicità.
E pensare che una volta su quel viso, seppur imperfetto, c’era l’innocenza di una bambina.