Michael Corleone si trova in Sicilia dopo gli eventi che l'hanno costretto alla fuga. In quella terra antica e seccata dal sole, tenta di rimettere insieme i cocci di un'esistenza andata in pezzi. Eppure, anche nella solitudine di giorni sempre uguali, il destino gli riserverà l'incontro che cambierà la sua vita.
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Per un attimo si chiese se la felicità potesse avere quello stesso sapore – il sapore di limoni e di pelle scottata al sole. E il profumo dell’erba bagnata.
Sotto le dita poteva ancora avvertire il calore ardente di Angelo – come un bruciatura.
Michael Corleone chiuse gli occhi, lasciando che quelle sensazioni gli si marchiassero a fuoco nella memoria.
E per un po’, ci fu soltanto la musica.
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Un racconto ispirato liberamente ai personaggi del film "Il Padrino", di Francis Ford Coppola. Una storia d'amore e di vendetta, una lunga parabola sul prezzo dei sentimenti - così troppo spesso incommensurabilmente alto.

Due giovani.
Due cuori.
Due vite paradossalmente diverse l' una dall' altra.
Due maschere ed il carnevale di Venezia, realtà celate e nulla di vero.
O forse si?
Buonasera signore maschere, benvenute nella città di sogni e speranze di due giovani innamorati e della loro storia.

Le persone, per salvarsi, leggono.
E a volte scrivono, ma non è questo il punto.
Il punto è che leggono.

Ma anche per noi ormai é arrivata la notte.

[...]Bobby indicò con gli occhi ai suoi cani di stare buoni ed attendere, per il momento: erano stati addestrati a scivolare nelle vicinanze in presenza di visitatori. "Se aspetta qui andrò a controllare i miei contatti."
L'uomo non sembrò molto contento, "Posso entrare? I miei ragazzi hanno freddo e siamo stati in viaggio per tutto il giorno."[...]

Padron John e Padrona Yoko sono gli orgogliosi proprietari di una struttura redditizia in cui le fantasie sessuali sono l'unica realtà possibile. Sogni di schiavitù sessuale, sottomissione, dominazione, dolore e piacere fioriscono tra le mura di questo club. Che cosa ha a che fare un posto come questo con un certo ragazzo di Liverpool laborioso, ambizioso, normale, con gli occhi da cerbiatta e capelli scuri? La risposta è a portata di clic. Ma attenzione, cliccando su questa storia, entrerete nella Sala Rossa. Pensateci. Potete cliccare, ma voglio che la vostra scelta sia sicura e sana. Perché, sapete, una volta entrati… non c'è più ritorno.

Nello stesso ospedale dove moriva John Lennon, in quel momento c'era una radio che trasmetteva "All my loving." E se appena prima di morire John avesse fatto in tempo a udire quella canzone e fosse riuscito a rivolgere i suoi ultimi pensieri a Paul?
Gli occhi della sua mente sono ancora aperti, in un certo senso, ma se John li chiudesse potrebbe forse sentire le labbra di Paul che gli baciano delicatamente le palpebre.

Jimbert ambientata nel Natale del 1972, dopo il concerto dei Led Zeppelin all'Alexandra Palace di Londra.
-Cosa hai intenzione di fare ora?- disse, con il volto quasi affondato tra i capelli mossi di Jimmy. -Vuoi baciarmi di nuovo, vuoi fare l'amore con me? Poi non ne parleremo più e sarà tutto nuovamente sparito. Come facciamo con tutte le ragazze che ci passiamo. Per te sono come loro, vero?

- Nemmeno io lo sopporto, e anche io ho notato che sbaglia sempre tutto. Ma non te la prendere, resta solo perché è il migliore.. - Fu interrotto da Paul che si voltò di scatto
- Non è il suo migliore amico, io lo sono! Io gli ho insegnato come prendere una fottuta chitarra, io gli ho insegnato come suonare, io sono stato con lui quando la madre è morta, io, non Stuart, io!
Paul ansimava dopo aver urlato contro il piccolo George che sembrava intimorito dallo scatto d’ira del maggiore.

altrimenti conosciuta come "tentativo fallito di scrivere angst".
“Cosa ci fai qua?”
John non aveva nemmeno avuto bisogno di voltarsi per capire a chi appartenessero quei passi affrettati e quel respiro affannato, perché nessun passo e nessun respiro aveva il suono di quello di Paul.

“Mi manca come ridi.”
“Mi manca come baci.”
“Mi manca come rompi il cazzo.”
“Tutto questo è reale o sto sognando, John?”
“Diavolo Paul, certo che è tutto vero, i sogni mica sono boiate effimere come le tette!”

ATTENTION: McLennon.

Ci troviamo in un universo governato da una logica da cartone animato. La storia si svolge in periodo Natalizio e ruota intorno alla figura di Babbo Natale e alla cosiddetta "letterina": Nico, il protagonista, la manda al Polo Nord con la speranza che quest'anno, per la prima volta dopo molto tempo, il suo desiderio venga finalmente esaudito. È raccontata in prima persona attraverso gli occhi del protagonista, che non ha atteggiamenti tipici di un bambino di sette anni... o di qualunque essere umano normale, dopotutto.
Prego tutti i potenziali lettori di non prendere troppo sul serio la storia, scritta principalmente per divertimento; devo inoltre avvertire che in alcuni passaggi essa sconvolge i canoni del buonsenso nella scrittura, ma confido che la troverete lo stesso coinvolgente.

Michael era sempre stato quello da proteggere.
Sonny gli voleva bene, piu che a tutti gli altri, ed aveva visto il fratellino non come un peso, ma come un modo per dimostrare ai genitori che finalmente era responsabile e maturo.
Poco contava il caledoiscopio di emozioni che lo legavano a Michael, emozioni che non si spiegava completamente.
#Michael e Sonny, solo bromance (?)

'- it's too late, Harry.'
'We can still reach him -' Harry struggled hard and viciously, but Lupin would not let go...

Certo che Michael ne aveva di fegato, pensava Sonny. Poche volte nella vita aveva visto qualcuno affrontare così fieramente il loro genitore. Persino lui aveva sempre preferito evitare di farlo.
Michael, invece, per nulla intimidito, aveva in breve esposto ai genitori la sua volontà di arruolarsi nell'esercito, proprio quando tutti erano a tavola in attesa di festeggiare il compleanno di Don Vito. Quel momento di gioia era stato già ridimensionato dalla notizia dell'attacco giapponese alla base statunitense di Pearl Harbor, ma nessuno avrebbe potuto pensare che sarebbe stato Michael a distruggere definitivamente l'armonia della famiglia.