Una normale mattina di metà aprile, sesta ora.
Ian Baker non riesce a seguire la lezione, al contrario di Faith Morgan, la ragazza nuova giunta a metà dell'anno scolastico.
Faith non parla mai con nessuno. E' un tipo schivo, lei, ma ascolta e vede tutto. Nulla sfugge al suo occhio attento. Ian l'ha osservata spesso dal primo giorno in cui è arrivata in classe. Lo incuriosisce quel suo atteggiamento freddo e distaccato.
Ma quella giornata è destinata a mutare il corso della sua vita per sempre: la musica di un flauto che si propaga per l’aula, durante la lezione, e nulla sarà più come prima.

Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..

Anne, Frances e Catherine sono tre amiche. La loro vita viene sconvolta una notte d'estate, quando vengono catapultate nel mondo magico da cui provengono ma a cui non sapevano di appartenere. Una regina. Una guerriera. Una musa. Un compito: salvare Heimal. Un mondo dove il Male regna sovrano, dove anche l’amore diventa letale e le più solide amicizie saranno messe a dura prova. Riusciranno a sopravvivere o saranno schiacciate dal peso del compito a cui sono destinate?
"Toccammo le vette più alte del cielo e gli abissi più profondi della terra. Noi eravamo così. Paradiso e inferno. Non eravamo sempre un bene l’uno per l’altra, ma eravamo necessari reciprocamente per poter sopravvivere." (cap.13)
“ La battaglia era finita e io mi guardavo intorno, mentre la spada di Oiden cadeva a terra con un rumore sordo. Regnava un silenzio devastante, tra vinti e vincitori. Ma davvero qualcuno aveva vinto? Mentre la nausea si impossessava di me capii che non esisteva vittoria. Avevamo perso tutti. Avevamo perso tutto.” (cap.25)

Già da un po’ sul mio computer c’è un virus. Per lo più accende e spegne il computer senza il mio consenso, ogni tanto nasconde i miei file in giro per varie cartelle e spesso accende la webcam senza il mio permesso. Ma soprattutto ha la brutta abitudine di voler chattare con me.

La vita ci pone sempre davanti a tanti bivi. Puoi sempre scegliere. Io la mia scelta l’avevo già fatta. Io dovevo andare a nord per quanto la strada potesse essere impervia e pericolosa io dovevo comunque andare a nord. Ma ora c’è davanti a me un altro bivio e non era fatto di terra e pietra ma di carne e ossa. Era una persona, accasciata proprio nel mezzo del sentiero, che non mi dava la possibilità di proseguire se non schiacciandola. Ed ecco il problema, il bivio: l’aiuto o non l’aiuto?
3° classificata al contest "Half Dragon Yaoi" e vincitrice del premio "Originalità"

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.