Quando si staccarono, col fiato corto e le labbra gonfie Paul disse un'ultima frase prima di staccarsi e vestirsi del tutto.
-Resti comunque il più grande pervertito che io conosca, Johnny.-

Tutto comincia a Liverpool e...

E di te, cosa è rimasto?

“Perché hai scelto me?”

John tese la mano verso di lui e in silenzio attese. I battiti del cuore di Paul scandivano ogni millesimo di secondo, mentre le labbra tremanti avevano paura di pronunciare una qualsiasi risposta. Un “sì” avrebbe significato molto. Avrebbe significato tutto. Avrebbe portato la loro storia ad una svolta importante, li avrebbe fatti crescere e forse legare ancora di più. E un “no”.. Cosa avrebbe significato? Forse la loro storia sarebbe rimasta la stessa, forse sarebbe cambiata inesorabilmente. Perché quello sarebbe stato l’ennesimo “no” di Paul, davanti ad una richiesta così semplice, così naturale, così piena d’amore.

Paul non è dove si suppone che sia, state attenti a ciò che desiderate...

“Da quando il gruppo si è sciolto, pensavo di essermi liberato di te, ma tu sei tornato ancora! E adesso stai scappando un’altra volta, solo perché quella stronza che ti ha portato alla follia aspetta un bambino!”

“Forse lo sto dicendo perché ho bevuto, John. Non avrei mai avuto il coraggio. Domani, se vorrai, tornerà tutto come prima. Ma questa notte, tu sei ancora mio.”
Si aggrappò con le mani alla camicia di John, toccando lievemente il suo petto. Si appoggiò alla parete con la schiena, attirandolo a sé e avvicinandosi al suo orecchio con la bocca.
“Sarà il nostro piccolo segreto.”

Paul si ferma in mezzo al marciapiede, afferra il braccio di John e lo tira a sé per poter accostare le labbra al suo orecchio. Un gesto casuale che non può attirare troppo l'attenzione delle poche persone intorno a loro.
Per Paul McCartney, John Lennon è meglio di qualsiasi sole.

-Se non ti conoscessi bene direi che stai cercando di non farti vedere mentre tremi dal freddo.
John si fermò un momento, fissandolo. Paul non lo stava nemmeno guardando, come diamine faceva a saperlo? Come diamine faceva a sapere sempre tutto?
Anche se forse, pensò John sconsolato, Paul non sapeva proprio tutto.
[McLennon]

“Paul?”
“Sì?”
“Puoi cantarmi una ninna nanna?”

-Ora c'è Yoko, no?-
-Ora c'è Yoko.-

Quando John finalmente decise di aprire gli occhi, vide uno degli spettacolo più belli della sua vita. Il viso candido di Paul, rischiarato dalla luce del sole, era girato verso il proprio. Sul suo volto era stampato un sorriso puro, quello con cui Paul si addormentava ogni notte, mentre il compagno lo teneva stretto a sé.

Quelle erano parole che andavano bene insieme, certo. Un nome femminile e una canzone a seguito, che era più una dichiarazione d'amore. Ma se quelle parole fossero state dedicate a qualcun altro? Se al posto di un nome femminile ce ne fosse stato uno maschile, sarebbero andate bene comunque?
[McLennon]

“Allora non lo sai. È brutto dover essere la persona che te lo dice. Non so se lo dirò nel modo giusto.”
“Dai, mi stai facendo preoccupare. Parla.”
George rialzò gli occhi su di lui. Paul si accorse che erano lucidi. Qual era il problema?
“Ehi. Stai piangendo?”
“Paul. Ieri sera un pazzo ha sparato a John.”