Recensioni per
L'Erede di Durin: un matrimonio che s'ha da fare
di idrilcelebrindal
TU... |
Un capitolo conclusivo degno di questa storia; la tenerezza di Kili è un qualcosa di unico, e mi sono commossa quando ha annunciato il nome del bambino... Myralis rimane anche in una situazione così è sempre di una forza eccezionale! Non avresti potuto creare un personaggio migliore! Perfetta per Kili! Ho adorato questa coppia dall'inizio! E leggere la fine di tutto ( sperando in un seguito;) è un piccolo dolore, pari però alla felicità di leggere qualcosa di così bello :) |
No.... Aspetta.... Mi stai dicendo che è finita ?! Finita finita ?! Cioè.... Ci sarà un seguito ?! |
Che bello, che bello, che bello! È nato il piccolo Thorin, finalmente! Spassosissima la tua descrizione dell'ansia pre-parto, delle urla isteriche di Miralys e soprattutto lo svenimento di Ori! Ahahah , davvero delizioso. |
“Mira… va tutto bene, vero? Non … non succederà niente se…” Lei gli affondò le mani tra i capelli e lo attirò di nuovo a sé, fino a sfiorargli la bocca con la sua. “Non mi romperò, Kili, fidati… e nemmeno il nostro piccolo. Anzi! Lui è così contento quando la sua mamma è contenta…” Era una scenetta ormai diventata abituale, ma Kili non riusciva proprio a scrollarsi di dosso l’apprensione. A volte si svegliava di notte, di colpo, con il cuore che batteva all’impazzata; solo quando vedeva Miralys placidamente addormentata accanto a lui riusciva a calmarsi. Allora la circondava con le braccia e se la teneva vicino, come per proteggerla da… da qualsiasi cosa. Si rendeva perfettamente conto che era un atteggiamento irrazionale, ma non c’era nulla da fare. Sarà così per i prossimi sei mesi, sarà meglio che mi rassegni, si diceva; ed guardava con invidia la futura mamma che, al contrario, diventava sempre più placida e radiosa, complice anche la perfetta salute di cui godeva. Era la stessa Miralys di sempre, dolce e sicura, anche se a volte… a volte a Kili sembrava persa in un mondo solo suo. Le Nane sono un mistero, pensava il giovane Re, e le Nane incinte ancora peggio. Dìs lo guardava – guardava lui! – e scuoteva la testa. Ma quando stringeva Miralys tra le braccia… allora era sempre lei, il suo amore, e Kili si sentiva in paradiso. “Mmmmh, in ogni caso sarà meglio andarci piano…” sussurrò baciandola ancora. *MA ... DAVVERO ? OH MAMMA MIA CHE BELLO! È MOLTO CHE NON AGGIORNI VOGLIO SAPERE! UN ABBRACCIO! |
“Allora era per questo che Eldris stava facendo il diavolo a quattro nel corridoio,” osservò Dìs. “Non so esattamente cosa volesse da Kili, ma immagino di sì. Perché stai ridacchiando?” “Beh… non me l’aspettavo, ma la cosa mi diverte. Quell’idiota è il figlio prediletto di Eldris, lo sai?” “E come no. C’è l’intera Erebor che imita la sua “evve”!... che hai da ridere…?” *questo nano è un mito ahahah* |
“Dove sei, figlio degenere! Traditore! Venduto!” “Sto balissibo, babba. Ho un tvemendo vaffveddove, sapessi…” “Solo la morte avrebbe dovuto tenerti lontano dalla cerimonia! Mi hai rovinato l’ingresso! E’ tutta colpa tua! E di tua sorella! E di quella… quella…” Allungata la mano, aveva strappato il telo dalla testa del figlio; il movimento improvviso aveva mandato il catino a rovesciarsi, inondando il nano di acqua bollente. Elder aveva ululato; e si era dimenticato di coprirsi il viso. Eldris lo aveva fissato esterrefatta. L’occhio di Elder era un arcobaleno di colori. E il collo non era da meno. “Mamma, è stato un tvadimento! Sono stato imbvogliato!” concluse Elder dopo aver raccontato alla madre tutta la storia – non senza aver inventato una strenua resistenza da parte sua che avrebbe addirittura messo in difficoltà Dwalin. Eldris lo squadrò pensosa; e per la prima volta si chiese se il figlio prediletto fosse veramente l’idiota che appariva in quel momento. *povero mi fa tanta pena ... Che risate però soprattutto quando eldris gli toglie il telo ... E quando dice di aver messo in difficoltà Dwalin. Proprio!* |
“E’ stata una bella festa, vero?” disse Bofur, i teneri occhi castani fissi su Bleis. Avevano cercato rifugio sulla balconata sopra le porte. “Molto,” rispose la Nana, con una vena di nostalgia nella voce. Il suo compagno le strinse il braccio. “Guarda! L’estate è vicina, anche se l’inverno è stato lungo. Se c’è una cosa di cui possiamo essere sicuri, è che tornerà ogni anno, e che il tempo guarisce ogni cosa.” Bleis lo guardò, intenerita… ma all’improvviso spalancò gli occhi. Si era resa conto solo in quel momento di un particolare importante. “Bofur! E il tuo cappello?” lui ridacchiò. “Quella vita è finita. Ora sono un Nano serio, ed ho deciso che non sarò più un giocattolaio.” “Non ci posso credere… veramente non fabbricherai più giocattoli?” Bleis era quasi dispiaciuta: i giocattoli di Bofur erano splendidi. “Non ho detto questo. Ho assunto dieci apprendisti e sarò un ‘imprenditore di giocattoli’! Ho deciso di mettermi in grande, ma non temere: sarò sempre pronto a fabbricare giocattoli per i miei futuri bambini… e per quanto riguarda il cappello, ti confesserò: l’ho messo in naftalina in una grande scatola in fondo al mio armadio, perché non si sa mai.” La vallata inondata dalla luce della luna era uno spettacolo affascinante, pieno di pace. Il grande Cancello era chiuso per la notte, ma alcune ombre scivolarono silenziosamente giù per la strada: sembravano due nani e due pony, carichi di bagagli. “Che strano…” disse Bleis; “chi si metterà in viaggio a quest’ora?” “Sarà qualcuno che ha avuto un’ emergenza, e comunque deve essere passato davanti alle Guardie. Se ci fosse stato qualcosa di sospetto l’avrebbero fermato.” Poi guardò meglio. “Se non fosse assurdo, giurerei che quello davanti sia Nori…” * Questa parte mi è piaciuta moltissimo, Bofur e così tenero, e così si da al commercio! Bravo così si fa! E Nori che se la fila ... L unica nota stonata è che gli sposi crollano ma vabbè * |
“Cos’è andato di traverso a mamma, che voi sappiate?” chiese Gràin a mezza voce. “Perché, le è successo qualcosa? A me sembra la stessa di sempre,” rispose Nàin. Il fratello sospirò, poi, pazientemente, fece notare a Nàin che di solito la loro madre, pur essendo poco trattabile, non sembrava un drago sputafuoco con il mal di denti. Nàin ridacchiò. “Io non ci vedo molto di diverso dal solito. Quando guarda me, sembra sempre un drago con il mal di denti!” *divertente e il resto commovente* |
“E se poi la mamma dello sposo volesse farci il piacere di portare quello che manca…” continuò. “Che cosa?” si stupì Miralys. “Non ti manca nulla?” Miralys si guardò intorno. Il vestito era appeso sopra lo specchio, un sogno di seta color verde acqua di foggia vagamente elfica, con finissimi ricami in filo d’oro. Le sue amiche di Gran Burrone si erano superate. “Intendi un gioiello?” “Ma sentila!” Bleis alzò gli occhi al cielo, con aria fintamente esasperata. “Certo! Hai mai visto una regina dei Nani senza nemmeno un gioiello? Guarda tua madre! Gronda oro anche a colazione.” Miralys fece una smorfia. “Un buon motivo per non portarne. Dìs non gronda oro, e non mi pare che ne soffra.” “Dìs porta il giusto, ed oggi so che indosserà gli zaffiri. Ha passato un bel po’ di tempo a sceglierli nella sala del tesoro… come avresti dovuto fare tu, se non fossi quella che sei! Fortunatamente c’è chi ci pensa.” Proprio in quel momento, la porta interna si aprì e comparve Dìs. La figlia di Thrain era l’espressione della regalità, dall’abito blu, colore della famiglia reale, all’acconciatura, agli splendidi zaffiri montati in mithril, che portava al collo, ai polsi e sulla fronte. Il colore delle pietre rifletteva sapientemente quello degli occhi azzurro cupo, ed anche le strisce d’argento nei capelli scuri erano portate orgogliosamente, come gioielli. *immagino la madre di miralys ihihihih * |
“Gleis dice solo che preferisce stare con Ori. Sai che si è trasferita da lui? Mamma sta levando lodi a Mahal e pregando perché non cambi idea… o che non la cambi lui, non si sa mai!” “Voglio molto bene ad Ori, ma cosa ci avrà mai trovato Gleis per arrivare a cambiare vita?” “E’ quello che si chiede l’intera Montagna…” Kili entrò nel salotto dove le due nane si erano nascoste per sfuggire alle dame di Eldris. “Cosa si chiede l’intera Montagna?” “Come abbia fatto Ori a conquistare Gleis al punto che non guarda più nessun altro!” disse Miralys. Kili si fermò di botto. “Non ci posso credere! Ecco perché è così tranquillo in questi ultimi tempi!” “Tranquillo? Mi sarei aspettata che perdesse la testa!” “Invece no,” rispose Kili. “Non si agita più per ogni sciocchezza, ed è estremamente efficiente, anche se ogni tanto si distrae, e se lo guardi ha sul viso l’espressione di chi ha incontrato Mahal nel proprio salotto. Ma non avrei mai pensato che…” “Beh, non ha incontrato Mahal, ma la sostanza è la stessa,” disse Bleis. Kili guardava le due nane con espressione un po’ stranita. “Questo sarà un duro colpo per l’autostima di una buona parte dei nani maschi di questo Regno… a partire da me. Gleis si è innamorata, dopo aver preso e scartato un numero infinito di amanti, e di chi? Di Ori! Tutti si chiederanno: cos’ha lui che io non ho?” “Vedi, amore mio, Ori è… gentile!” “A proposito di gentilezza,” disse Kili, “Bleis, mi stavo dimenticando di dirti che c’è qua fuori Bofur che ti cerca. Chiede se hai un momento per lui.” “Ma certo!” la nana si alzò in fretta ed uscì. Miralys guardò Kili. “E’ come penso io?” Kili fece un sorrisetto furbo. “Bofur, per caso…?” esitò la nana. “Bofur,” spiegò Kili, “è più rosolato che sullo spiedo dei troll. Direi che è nello stato di un quarto di manzo dopo dodici ore nel più grosso pentolone di Bombur: stracotto.” *e chi se lo aspettava! È sempre così timido ori!* |
Al contrario dei fratelli, guerrieri fino al midollo, Elder era un Nano molto elegante, e molto attento al suo bell’aspetto, dai capelli biondi accuratamente intrecciati ed arricciati, alla barba inanellata, al mantello ricamato, studiatamente gettato di traverso su una spalla. Il giovane chiacchierava con la madre, ostentando una grande noia. “Finalmente questo viaggio ovvibile è giunto al tevmine, madve… i miei capelli sono in uno stato pietoso, e ho uvgente necessità di un massaggio tonificante… ma la piccola Mivalys non poteva sposave uno dei nostvi? Eva proprio necessavia un’alleanza con questo bavbavo nato nelle Montagne Azzuvve, che di cevto non sa nemmeno come vivono le pevsone civili?” *fortissimo complimenti* |
Nel silenzio imbarazzato, Balin prese in mano la situazione. Circondò le spalle di Ori con un braccio, e gli parlò nel suo tono più paterno. “Vedi, ragazzo, sono sicuro che Gleis non si sarebbe offesa se avessi guardato… anzi, probabilmente si sarà offesa perché non hai guardato.” Ori spalancò gli occhi. “M-ma… ma Dori dice che…” “Figliolo, vieni con me, devo spiegarti qualcosa.” Balin si alzò e condusse con sé Ori verso la porta. “Mahal, nella sua saggezza, ha creato alcune Nane un po’… beh, diverse dalle altre. Sono la consolazione dei Nani senza una compagna, e quindi…” *il piccolo Ori * |
“E’ passato giusto un anno da quando siamo partiti dai Monti Azzurri; ricorderò sempre quella mattina di primavera, con l’aria piena del profumo del glicine, in cui la mia vita di prima è finita. Conosci le traversie ed i pericoli del viaggio, credo che tutti noi li abbiamo raccontati decine di volte; ma quei racconti non dicono di come quel viaggio abbia cambiato me… ed in una certa misura anche Fili. Una volta Thorin ci disse “Voi non sapete niente”, ed aveva ragione. Il viaggio mi ha mostrato cose di me che non sapevo, e che non mi piacevano affatto; ho scoperto la paura, la delusione, tutte le mie debolezze, ed ho cambiato idea quasi su tutto. E’ stato come passare attraverso il fuoco, che brucia tutte le scorie, tutto il superfluo; ed alla fine è rimasto quello che vedi adesso. L’ultimo atto di questo percorso è avvenuto qui.” Miralys lo sentì tremare. “Kili… basta. Tutto questo ti fa soffrire, e io non voglio.” Si girò nel cerchio delle sue braccia e lo strinse forte, appoggiandogli il capo sulla spalla. Ma lui le alzò il viso, in modo da guardarla negli occhi. “Amore mio, non devono esserci ombre tra noi. Sentirai raccontare un sacco di cose sul Kili ragazzo, alcune divertenti, altre meno: non rinnego niente di quello che ho fatto allora, ma adesso ho voltato pagina… ed è avvenuto esattamente qui. Venni qui, dopo la battaglia…” *parte triste ma meravigliosa* |
Alzò il viso e la guardò negli occhi. “Mamma, io credo che ci sia stato un equivoco riguardo a … a questo matrimonio che sembri detestare tanto. Tu hai pensato che fosse un matrimonio diplomatico, combinato per motivi politici…” “ E non lo è? Non è una brillante idea di Balin, guai a lui quando gli metterò le mani addosso?” Dìs alzò le sopracciglia sorpresa. Kili tirò un sospiro di sollievo. “No, mamma. Capisco che hai potuto pensarlo, e forse avrei dovuto spiegarmi meglio quando ti ho mandato la notizia; ma questo matrimonio non è affatto stato combinato. E’ solo successo che Miralys ed io ci siamo innamorati.” Dìs spalancò gli occhi e fece per dire qualcosa, ma Kili la interruppe. “Ti prego,” disse con un sorriso a mezza bocca, “lasciami finire, è già abbastanza difficile così. Vedi… lei è l’amore della mia vita. Da quanto ho sentito su te e papà, potrai capire… “ Dìs annui. “C’è stato un periodo in cui ho pensato di averla persa,” proseguì Kili, guardandosi le mani, “ed ero come … morto dentro. Come dopo la battaglia… poi per fortuna tutto è andato a posto. Ma c’è qualcosa d’altro… “ la parte difficile, pensò. Come si fa a dire certe cose alla propria madre? Sempre senza guardarla, trasse un profondo sospiro. “Vedi, io e lei… noi… abbiamo già… siamo già…” “Stai cercando di dirmi che siete amanti?” e brava, mamma. Alzò finalmente gli occhi, e gli sembrò che le labbra di Dìs tremassero leggermente. Stai ridendo anche tu di me, dannazione? “Sì, ma non solo… lei è qui. Noi viviamo già insieme. A tutti gli effetti, tranne l’ufficialità, lei è già la mia regina.” “E questo ti fa felice, Kili?” gli occhi azzurri lo fissavano, e lui ricambiò quello sguardo diretto. “Più di quanto sia capace di dirti.” E di colpo quegli occhi indagatori furono lucidi di lacrime. Kili rimase senza fiato, sgomento. “Mamma, no… non fare c...” non potè finire. Dìs lo abbracciò forte, stringendolo a sé, e Kili, sorpreso, ricambiò, senza capire, finchè fu lei a staccarsi ed a guardarlo. Le lacrime le rigavano le guance. “Mamma, mi dispiace, non vo...” “Kili,” lo interruppe Dìs, “ho pianto tanto in questi mesi, ma queste lacrime sono benedette. Sentire quello che mi dici è un sollievo enorme…” Kili era sempre più sorpreso, e lei gli prese le mani fra le sue. *ce l'ha proprio con Balin, poveretto* |