Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
11/08/22, ore 12:11
Cap. 84:

Ciao Agrifoglio. Mi dispiace molto per Bernadette. Posso comprendere il suo stato d'animo e il suo desiderio di tenere il bambino e al tempo stesso comprendo Rosalie nel suo realismo. In questo modo sia Bernadette che il bambino potranno avere una vita migliore ma il prezzo da pagare é alto. Ho apprezzato il Generale nel suo parlare nei confronti di Robert. Ho immaginato Bernadette riflettere sulle conseguenze dell'amore e non potevi trovare immagine piú pertinente per quel paragrafo. Sono lieta che la Contessa Du Barry abbia deciso di rendersi utile. Mi é dispiaciuto per Honoré. Nel finale un incontro con un altro uomo per Bernadette. Forse per il momento é meglio che sia lontana dagli uomini. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 11/08/2022 - 12:12 pm)

Recensore Junior
10/08/22, ore 21:27
Cap. 84:

Un altro grande capitolo Agrifoglio, tutto all’insegna dei personaggi minori, perché i maggiori se ne stanno quasi sempre in disparte anche se fanno comunque la loro bella figura.
In disparte è costretta a restarsene Oscar perché se reagisse nel modo a lei congeniale macchierebbe la sua reputazione nel momento in cui essa deve rimanere integra e finirebbe di rovinare Bernadette. Così le ha suggerito André e così conviene lei stessa che si debba fare, in una scena che mi ha ricordato la morte di quel bambino freddato da un colpo di pistola sulla schiena. Oscar vorrebbe fare tuoni e fulmini, ma André la prende per un braccio e la richiama a più miti consigli.
In disparte sta volentieri anche André che dopo avere raccomandato la prudenza alla moglie decide di non raccogliere le suppliche del nipote acquisito e di lasciarlo cuocere nel suo brodo. Perché sprecare una cartuccia per un individuo immeritevole che oltretutto non gli sta a cuore, quando sa benissimo che con la collera del generale ogni intercessione rimarrebbe lettera morta?
Bernadette mostra la sua forza e la sua fragilità. Dopo avere ceduto ad un lestofante non così difficile da smascherare, scoppia in lacrime, perché sa che adesso i giochi sono finiti e si fa sul serio. E’ una ragazza che sbaglia poco, ma che sbaglia in grande e che si è resa conto che quel suo unico errore le è costato carissimo: la serenità e forse parte della stima della madre e la privazione di suo figlio che non potrà crescere insieme a lei.
Gli insegnamenti che ha ricevuto, però, sono solidi e lei stessa resta una ragazza a posto e con la testa sulle spalle. A Lille cerca di vedere il lato migliore delle cose perché può finalmente uscire di casa liberamente, senza timore di vedersi spuntare fuori de Ligne e tenta di rendersi utile perché ha bisogno di tenersi impegnata ed in ozio dovrà giocoforza vivere a lungo.
A Lille ritroviamo un altro personaggio minore, quel giovane marchese che si era invaghito così tanto della bella Paolina Bonaparte da affrontare per lei un imperatore corrucciato e che si ritrovò invece cornificato e quasi spedito davanti al plotone d’esecuzione. La delusione amorosa lo ha precipitato a terra e, pur non avendo dovuto subire un decimo delle sventure di Bernadette, si è lasciato andare, vivendo da gaudente dietro alle cocottes. Rimane però una brava persona e forse è lui la risposta alle traversie di Bernadette.
Rosalie, che era un po’ che non la rivedevamo, da quel malore durante la giornata musicale che tanto fece tremare, più che scandalizzata, sembra delusa ed impaurita. E’ facile che dalla figlia si aspettasse scelte diverse ed esiti diversi che in un certo senso riscattassero la sua infanzia ed anche la morte dolorosa di Nicole. I sogni si sono infranti, ma ora bisogna salvare il salvabile e non soffermarsi a piangere sul latte versato.
Ritroviamo un altro personaggio minore sparito da quasi quarant’anni, quella contessa du Barry che insieme a Maria Antonietta spaccò la corte in due e per poco non fece scoppiare una guerra. E’ stato molto positivo il suo cambiamento, così come esemplare è stata la reazione della regina madre che, pur avendo conservato le sue idee, ha saputo addomesticarle in nome del buon senso e della ragion di stato. La contessa offre alla causa dei diamanti di valore immenso e, si sa, pecunia non olet. Se le cose fossero andate così da principio, molti problemi non ci sarebbero stati.
Che dire poi della madre di Oscar che finalmente mostra un po’ di carattere, forse perché affezionata a Bernadette o forse perché stufa di essere etichettata come la pappamolla della famiglia?
Del tenente dei dragoni invece non diciamo niente che è meglio.
Veniamo poi alla vera sorpresa del capitolo. Questi due coprotagonisti erano da anni la coppia stabile della nuova generazione. Mentre Antigone sognava un uomo interessante, schifando l’apparentemente amebico Grégoire Henri de Girodelle e Bernadette viveva le sue alterne e travagliate vicende, il figlio maggiore di Oscar ed André e la figlia minore dei coniugi de Girodelle sembravano serenamente e felicemente avviati ai fiori d’arancio. Che è ora ‘sta novità del velo? La ragazza noi la vogliamo vedere col velo da sposa e non con quello da monaca! Oppure è tutto un depistaggio? Oscar, per accelerare i tempi, ha chiesto alla futura nuora di entrare nel convento di Compiègne come novizia, per indagare sul tesoro dei giacobini o per aprirle porte e cancelli e farla indagare. Sarebbe carino!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Master
10/08/22, ore 02:52
Cap. 84:

" Questo è ciò che la vita riserva alle donne e noi non possiamo scegliere, ma soltanto rassegnarci e tirare avanti col sorriso sulle labbra"
Senza por tempo in mezzo esordisco questa mia recensione con le parole accorate di Rosalie, verso la figlia sedotta e abbandonata, come da copione e naturalmente incinta. Era inevitabile finisse così, lo avevo compreso già nel capitolo precedente....e questa frase di Rosalie mi ricorda tanto quella della mamma di Rose, in Titanic. " Siamo donne le nostre non sono mai scelte facili "e in quel caso si trattava di contrarre un matrimonio d' interesse contro la volontà della ragazza.
Il tuo racconto rispecchia perfettamente il falso ed ipocrita moralismo della società ottocentesca ( sarà così fino agli anni 70 del Novecento, più o meno), mi ricorda moltissimo i romanzi d' appendice dei grandi scrittori russi come Tolstoj e Dostoevskij, mi ricorda molto anche Hugo, soprattutto ripensando al personaggio di Fantine e alla sua tristissima sorte. Perché? Solo per aver ceduto alla "tentazione ".
La doppia morale che caratterizza i rapporti fra uomo/ donna è ben presente nella tua storia, Oscar vorrebbe far qualcosa ma anche lei viene frenata perché vi sarebbero delle gravi conseguenze .Bernadette, dal canto suo, cresciuta con un' educazione di un certo tipo , non può che sentirsi in colpa per questo figlio " bastardo" ( come si diceva una volta)e addirittura si paragona al marchese de Saint Quintino che vive in maniera dissolta frequentando donne di facili costumi.
Lei ha avuto un 'unica iniziale colpa : l' ingenuità e le continue avances( che oggi sarebbero definite stalking)da parte di quello sciagurato , hanno portato alla resa incondizionata della giovane , che già sapeva di essere solo una preda , ma ad un certo punto non pote' più difendersi da quegli attacchi così famelici e vogliosi.
È appena menzionata all' inizio la figura del prete , naturalmente scandalizzato e inorridito dal " peccato " di lussuria lo stesso che però veniva praticato nelle canoniche nei conventi nei seminari ma di cui nessuno osava aprir bocca, se non per mezze frasi che potevano suscitare soltanto scherno ed incredulità.
La donna , fino alla fine degli anni 60 era considerata un mezzo e un fine, non un' essere umano, il suo piacere non era contemplato ,il suo fine era il matrimonio e i figli. La chiesa ha sempre manifestato una certa ipocrisia e lo fa ancora adesso. Un tempo nessuno si sarebbe mai sognato di offrire un aiuto economico alla giovane che volesse allevare da sola il suo bimbo, veniva tacciato di una poco di buono, il figlio era meglio se fosse stato adottato, per il suo bene, da coppie senza figli possibilmente ricche. Ciò che chiede Rosalie a Bernadette, a noi sembra una rinuncia incalcolabile, allora era considerata una grande opportunità di rifarsi una vita. Mancando l'uomo che legittimasse con il suo cognome il nascituro, costui, da solo con la madre avrebbe avuto una vita all' insegna dell' infelicità e del disonore per il solo fatto di esserci .
Qui il destino o la sorte,a cui si appella Bernadette, sono in realtà solo paraventi , è la società, le leggi dell' epoca e il bigottismo a due facce che distrugge giovani vite e vite che si affacciano al mondo.
Ora è l'esatto contrario: una donna, anche se la peggiore delle prostitute o la mangiauomini più pericolosa se "decide " di portare a termine una gravidanza, anche da padre ignoto, viene acclamata quasi come una santa. Perché? Finalmente , e a caro prezzo le donne possono decidere della loro vita, senza rischiare di morire sotto i ferri oppure lanciandosi da un balcone perché non desiderano una maternità.
Il tuo coinvolgente racconto mi ha anche ricordato che la datrice di lavoro di mia madre, negli anni 50 del 900' fini' in carcere per colpa di un feto abbandonato in una boscaglia. Era giovanissima, fu cacciata di casa, nessuno si occupò di lei e , quando venne scoperta , fu marchiata per gran parte della sua vita.
Ad un certo punto in queste situazioni, arriva sempre un salvatore, di solito vedovo, anziano con figli adulti che " sistema" tutto , credo anche ne " La leonessa " ci sarà una soluzione simile perché, insomma, una ragazza disonorata si deve accontentare del meno peggio.
Tante piccole grandi tragedie si consumavano nell' universo femminile, tu hai scelto di farle vivere fino in fondo invece Rijoko Ikeda, per alcune giovani ha scelto la via del sacrificio di se stesse pur di non cedere sessualmente ad orchi e demoni travestiti da principi. Ragazze che si suicidano e sembrano fragili ma si dimostrano ribelli e determinate fino alla fine.
Rosalie è la più forte , persino più forte di Oscar l' unica che alla fine troverà il giusto riscatto anche a prezzo di molti sacrifici e dolori, ma pur contando sempre e solo su se stessa e le sue forze.
Debbo dire, senza nulla togliere a tante belle fictions lette in questa sezione, che la finale originale giapponese è la migliore, ha un suo perché ,ma questo lo capisci solo da adulta.

Ti aspetto dunque con i prossimi aggiornamenti, questa la fiction e' tua ed è giusto seguire il proprio sentire. Buona giornata
(Recensione modificata il 10/08/2022 - 08:44 am)
P.S. Grazie della risposta; la signora in questione, cambiò città e fece il classico matrimonio di interesse con un vedovo ,proprietario di negozi di abbigliamento, purtroppo non ebbero figli , dopo la disavventura accaduta , non ne pote ' più averne.
A proposito di disavventure, come mai tanto accanimento con la povera Bernardette?? Mi dispiace , ho letto che dovrà passare altri guai. Attendo il seguito , buona giornata
(Recensione modificata il 12/08/2022 - 09:54 am)

Recensore Master
10/08/22, ore 00:24
Cap. 84:

Splendido capitolo Agrifoglio.
Bernadette paga un prezzo altissimo per quella notte di follia.
Rosalie ha ragione le donne non possono vivere avventure impunemente, pagano sempre il conto più alto: lei è costretta a restare per mesi in esilio e a dare via il frutto di quella passione sbagliata, lui, il tenente de Ligne, può tranquillamente continuare nelle sue avventure galanti...ma fino ad un certo punto poiché il signor nonno e la signora zia lo ostracizzano dalla famiglia e gli impediranno di fare carriera.
Robert deve ringraziare André che impedisce ad Oscar di sfidarlo a duello, situazione che lo avrebbe visto spacciato.
Bellissimo l'incontro tra Oscar e madame du Barry.
La Contessa ormai è una donna in pace con sé stessa che vuole solo aiutare la Corte.
Niente più schermaglie neanche più tra Maria Antonietta e Jeanne du Barry: le scaramucce sono per i giovani, gli anziani vivono.
Bernadette, nel suo esilio, incontra una vecchia conoscenza il marchese di Saint Quentin.
Lo riconosce subito, ha ancora gli stessi occhi, ma anche lui la riconosce, anche lui dagli occhi...che ci sia un pò di tregua per questi due sfortunati?
Honorè intanto ha una terribile delusione poiché la sua promessa sposa decide di prendere il velo anziché accettare la sua proposta di nozze.
Come sempre coinvolgente ed estremamente realistico, complimenti e a presto.
(Recensione modificata il 10/08/2022 - 12:27 am)

Recensore Junior
09/08/22, ore 21:57
Cap. 84:

Questo è un capitolo tutto al femminile.
Ritroviamo la figura di Bernadette che sconta il suo momento di follia del capitolo precedente. La sua unica notte non è stata nulla di speciale ed anzi le ha svelato chiaramente, se mai ce ne fosse stato bisogno, la natura egoista del tenente de Line che pensa soltanto al suo piacere e poi si addormenta lasciandola sola, confusa e piena di vergogna. Dopo questa notte sono arrivati i guai e la ragazza si è scoperta incinta. La soluzione propostale dalla madre è razionale ma durissima: affidare il bambino ad una coppia di coniugi senza figli e ripartire da zero come se nulla fosse successo. Vane sono le proteste della ragazza, subito ridotta al silenzio da Rosalie: con la realtà non si scherza e la realtà di una ragazza madre è particolarmente dura. Il bambino sarà presto per lei soltanto un ricordo ed anzi è meglio che non sia neppure quello.
Oltre alla grave rinuncia a Bernadette è imposto anche un esilio, in modo da nascondere il suo stato ed il luogo prescelto è Lille dove ci sono le proprietà che André ha messo generosamente a sua disposizione. A Lille la ragazza si dà da fare, aiutando i domestici di André a fare le commissioni. Più che il suo stato in sé le pesa la solitudine cui sarà presto condannata che la costringerà a stare a lungo con se stessa e con i suoi fantasmi. Proprio durante un’uscita di sera, per prendere una medicina al maggiordomo, sbaglia strada e si trova davanti ad un café chantant, dove trova un’umanità gaudente e spensierata costituita da alcune donne di spettacolo e da una sua e nostra vecchia conoscenza, quel marchese de Saint Quentin che André aveva conosciuto ragazzino e che anni prima era stato deluso dalla bella Paolina Bonaparte e quasi fucilato da Napoleone. Il giovane uomo si distingue dal resto del gruppo per i suoi modi più raffinati e contenuti, così come in passato si era distinto dal resto degli adulti per il suo approccio più empatico coi bambini. Bernadette lo riconosce e subito scattano in lei considerazioni meste sulle conseguenze dell’amore e giudizi affrettati, subito rimangiati in considerazione del suo stato. Alcune settimane dopo è lui a riconoscere lei, interrompendo quella serie di fantasmi interiori e di pensieri pesanti che la solitudine imposta le stava procurando e chi sa se la notte di San Lorenzo e quella stella intravista non procureranno infine un porto sicuro a questi due amanti sfortunati.
Poi ovviamente c’è la madre di Bernadette, l’ex piagnona Rosalie che qui mostra un lato duro che apparentemente non le conoscevamo, ma che era insito nella forza con cui affrontava tutte le traversie, superandole. L’equazione di Rosalie è semplice: Bernadette ed il bambino insieme starebbero malissimo, ognuno per conto suo invece starebbero benissimo, ergo bisogna separarli. Vediamo riemergere in lei i traumi di un’infanzia di privazioni e di dolori. Figlia bastarda di una donna senza marito che morì di sfinimento per procurare alle figlie lo zero assoluto della sopravvivenza, ora vuole evitare alla sua unica figlia lo stesso destino e per farlo combatte come una tigre. In quella figlia aveva risposto mille speranze, investendoci tutto ed ora non ci sta a questa fine ingloriosa. Alla fine la durezza di Rosalie si scoglie in un abbraccio ed è dietro quelle lacrime oltre le quali brilla il sorriso che si cela tutta la filosofia di vita del personaggio: il destino delle donne, ma anche degli uomini, è tragico e la vita non fa sconti, ma con resistenza e pacatezza si risolvono i problemi.
Un’altra donna protagonista di questo capitolo è la contessa du Barry, finalmente cambiata e redenta rispetto a quella dell’anime che è rappresentata come una caricatura a metà strada tra Eva Kant e Crimilde. La sua sollecitudine verso Oscar che un tempo non le fu amica, ma che poi fu l’unica a mostrarle un minimo di riguardo nell’ora più buia, è palese dall’inizio dell’incontro, in quelle braccia tese ed accoglienti che segnano il totale seppellimento dell’ascia di guerra. Poi la donna si scusa per avere convocato Oscar con quel caldo soffocante, la rifocilla e le offre di mostrarle il padiglione della musica, così da farla tornare a casa ad un’ora meno soffocante. Soprattutto però la contessa vuole rimediare agli errori passati facendo dono dei suoi gioielli per combattere Napoleone e qui entra in scena un’altra figura di spicco, quella della regina. Temprata dal passare degli anni e dal peso delle responsabilità e dei dolori che l’hanno forgiata, tirandone fuori il meglio, Maria Antonietta depone anche lei l’ascia di guerra ed accoglie l’ex rivale con rispetto e gentilezza.
Un’altra figura interessante è quella di Oscar che innanzitutto è la depositaria ed insieme la latrice di tutte queste manifestazioni di redenzione. Sia il duca d’Orléans che il cardinale de Rohan ed infine la contessa du Barry chiedono di lei e la donna, dopo il primo stupore, accoglie tutti e tre i pentiti, un tempo suoi nemici, con animo grande e senza pregiudizio. Oscar era capace di grande furia, ma non portava mai rancore.
Una di queste sfuriate sta per riservarle adesso al nipote che dei geni de Jarjayes pare proprio non essersene fatto un granché. Fosse per lei lo passerebbe da parte a parte o lo sfiderebbe più civilmente a duello, ma interviene prontamente André, come sempre, riportandola a più miti consigli.
Proprio in occasione del processo familiare al farabutto, si delinea in modo inaspettato un’altra figura femminile, quasi sempre evanescente e defilata, quella della madre di Oscar. La signora, una volta tanto, prende posizione e si mostra dura, da malinconica ed eternamente malata che era, dando il suo pieno sostegno al marito nella cacciata del nipote degenere.
Infine abbiamo la giovane Girodelle il cui rifiuto apre un’altra storyline. Questa ragazza l’abbiamo sempre intravista a fianco della più esuberante Antigone e la sua storia d’amore quieta e senza problemi è stata sempre offuscata dalle bizze di Antigone e dalla disavventure di Bernadette. Ora inspiegabilmente rifiuta quel matrimonio che ogni broker avrebbe dato per certo, piazzando la scommessa uno a uno. Ma si può lasciare Honoré per il velo? Boh, chiedetelo a lei!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
09/08/22, ore 19:56

Certo che Napoleone in questa tua storia alternativa è un autentico flagello ed a farne le spese è uno dei pezzi da novanta della trama. Non che quello autentico fosse un confetto, ma qui sono sottolineati tutti i lati peggiori del personaggio e sono evidenziati gli aspetti e gli eventi che gli fecero meno onore. Niente da dire, visto che Napoleone è l’antagonista della storia, ma mi fa uno strano effetto vederlo associato a certi comportamenti meschini, lui che fu uno dei più grandi personaggi della storia.
Napoleone quindi, memore anche delle angherie subite al collegio militare e dell’insulto che Girodelle gli rivolse, decide di chiudere la vicenda in modo drastico, ordinando la fucilazione dell’ufficiale. Il salvataggio del duca d’Enghien gli brucia troppo e lui probabilmente vuole dare ad Oscar un messaggio forte, della serie “o la smetti di intrometterti o questa è la fine che toccherà a te ed ai tuoi”.
Girodelle si comporta con generosità e con grande eroismo e se ne va da par suo, con eleganza e bontà. Basti pensare alle parole finali che invia ad Oscar, per non farla sentire tropo in colpa a causa del loro litigio. Queste grandi doti non bastano, però, ad allontanare la morte ed il suo corpo crivellato è ritrovato dai compagni d’armi poco tempo dopo la fucilazione.
Oscar in tutto ciò è molto provata ed io di certo non la invidio. Non si era lasciata proprio benissimo col suo secondo, per via di quella discussione sui rispettivi ruoli nella missione e delle parole decisamente troppo franche che Girodelle le aveva rivolto. A pesare come un macigno tra di loro c’era il ferimento di madame de Girodelle, avvenuto qualche anno prima e frutto della volontà di Oscar di andare avanti costi quel che costi, sempre e comunque, infischiandosene del parere degli altri.
Ora Oscar medita vendetta e non si fermerà finché non avrà sconfitto Napoleone, vendicando l’amico e mettendo al sicuro la Francia e l’Europa dalle mire del bieco tiranno.
Nella restante parte del capitolo mi colpisce molto la situazione di Bernadette, per niente invidiabile e psicologicamente molto ingarbugliata.
La ragazza è stata lasciata dal giovane che amava, situazione che la fa soffrire, ma che io non giudico troppo negativa. Il rampollo dei Lavoisier era, infatti, troppo attaccato alle gonnelle di mammà ed assolutamente incapace di farsi valere e di difendere a spada tratta la donna amata. Come disse Ezra Pound, se un uomo non ha il coraggio di difendere le idee in cui crede, o queste non valgono niente o non vale niente lui. Il giovane Antoine Laurent de Lavoisier non soltanto non ha mai avuto il coraggio di tenersi Bernadette, ma l’ha anche illusa. Non volendosi privare di nulla, né della famiglia né della giovane fidanzata, ha menato il can per l’aia a tempo indefinito, creando un affidamento e permettendo che l’affetto di Bernadette crescesse e si cementasse. Uno così meglio perderlo che trovarlo.
Come se ciò non bastasse, la giovane è insidiata dal corteggiatore precedente, quel nipote di Oscar che l’avrebbe voluta come amante, non reputandola all’altezza del ruolo di moglie. Il fatto pericoloso, in tutto ciò, è che Bernadette non disdegna del tutto le avances dell’uomo e che questa situazione rischia di degenerare.
Su un altro versante, vediamo che la ragazza ha anche attirato l’attenzione della contessa Eve de Lis, la nuova fiamma di Alain, dal passato misterioso e dalle intenzioni poco limpide. La dama fa alla ragazza dei doni costosissimi e col suo carisma ed il suo modo di fare incalzante non le consente di rifiutare. Resta da chiedersi cosa voglia un personaggio tanto ambiguo da una giovane per bene e socialmente ed economicamente irrilevante come Bernadette e se questa situazione si rivelerà pericolosa. Quegli occhi dello stesso punto di verde aprono degli scenari che sto tentando di delineare.
La storia procede interessante ed avvincente come ai suoi esordi e, malgrado il numero elevato di capitoli ed i quattro anni dall’inizio, sembra ancora fresca e giovane come nella parte iniziale. I miei complimenti.
Green Tourmaline

Recensore Veterano
09/08/22, ore 16:04
Cap. 84:

Il soggiorno a Lille porta Bernadette all'incontro con qualcuno di cui aveva apprezzato le doti e anche il Marchese de Saint Quentin non sembra indifferente alla ragazza incontrata molti anni prima.
E' pur vero che quando una porta si chiude....
Citando il brano che riporti
"Dove c’è il desiderio ci sarà una fiamma
Dove c’è una fiamma qualcuno è destinato a bruciarsi
Ma solo perché brucia, non vuol dire che morirai"
perché non potrebbe essere possibile un nuovo inizio per due persone così deluse dall'amore? E magari Bernadette non dovrà rinunciare a suo figlio...
Poi arriva la redenzione anche per la Du Barry che porta alla chiusura definitiva di un'altra antica diatriba di Corte...se Napoleone sapesse di tutti questi lasciti dovrebbe davvero iniziare a fare qualche conto :)
A presto

Recensore Junior
08/08/22, ore 22:55
Cap. 84:

Questo nuovo capitolo si apre con un disastro annunciato per la sventurata Bernadette. Lo capiamo subito perché dopo essere stata travolta dalla passione, la ragazza si ritrova sola, in preda alla confusione ed alla vergogna con de Ligne accanto addormentato. Il bellimbusto ha appagato i suoi sensi senza la minima delicatezza –lei era vergine – e poi si è addormentato. Questa coppia, se coppia la vogliamo chiamare, non comunica, non è sulla stessa lunghezza d’onda ed a lui nulla importa dei sentimenti di Bernadette e di cosa lei provi veramente.
Poi abbiamo la rampogna del prete, neanche lui usa la minima delicatezza e tanto per addolcire anche la persecuzione della ragazza ad opera del tenente dei dragoni che la tempesta di lettere e la pedina quando esce di casa.
Per mesi lei è sola e non si confida finché – piove sempre sul bagnato- scopre si essere incinta ed allora si deve per forza aprire con Rosalie. Il confronto madre – figlia è drammatico. Rosalie all’inizio attacca Bernadette perché si sono infrante le speranze per cui tanto si era data da fare ed inoltre rivede in lei la sua situazione e quella della madre adottiva. La donna ha vissuto un’infanzia disagiata, in un sottoscala umido e buio, con una madre che si è letteralmente consumata per dare a lei ed a Jeanne cibo scarso ed abiti cenciosi e non vuole che lo stesso capiti a Bernadette sulla quale tanto ha investito e che è l’unica parente che le sia rimasta. Rosalie è esasperata, ma anche molto pragmatica: non si piange sul latte versato, ma ci si dà da fare per rimediare. Perciò Bernadette dovrà scordarsi del bambino ed affidarlo ad una famiglia di lontani parenti senza figli e poi ricominciare come se nulla fosse, nascondendo il dolore dietro il sorriso come molte donne fanno.
Dopo una prima fase di durezza, Rosalie si scioglie davanti alle lacrime della figlia, la abbraccia e la rinfranca, assicurandole di non essere stata delusa da lei. Probabilmente non dice la verità e la delusione c’è, ma occorre stringersi, fare fronte comune ed aiutarsi per salvare il salvabile.
Quello che colpisce di Bernadette è che, un po’ come la madre, non si perde mai del tutto d’animo e quando tocca il fondo trova sempre la forza di risalire. A Lille, infatti, non se ne resta con le mani in mano, ma dà il suo aiuto al personale domestico svolgendo delle commissioni. Vorrebbe socializzare, ma non può per non dare nell’occhio. Il particolare importante è che a Lille non c’è il tenente de Ligne a molestarla. Con tutta probabilità, se non ci fosse stato neanche a Versailles ed a Parigi, Bernadette si sarebbe ripresa anche dalla rottura col giovane Lavoisier, ma lui era sempre lì ad infastidirla.
A Lille la ragazza rivede una conoscenza del suo passato, quel marchese Camille Alexandre de Saint Quentin che un tempo fece amicizia con André. Di lui ricorda un uomo buono e gioviale dal volto aperto e franco che non disdegnava di intrattenersi con lei e con gli altri bambini. Le cose purtroppo sono cambiate ed anche lui ha avuto modo di soffrire per amore. Il risultato è che egli adesso frequenta donne di dubbia moralità, vivendo da scioperato. Ciò che mi è piaciuto di questa scena è che Bernadette inizialmente è portata a giudicare, ma poi abbassa gli occhi sul suo ventre e capisce che nessuno ha il monopolio degli errori.
I due si rivedono qualche settimana dopo, nei pressi del castello di Lille, la mattina successiva alla notte di San Lorenzo. Bernadette pensa ai disastri della sua vita, al dolore ed alla delusione inflitti alla madre ed all’ingiustizia di fondo perché lei deve celare una vergogna mentre de Ligne ne è indenne. Proprio mentre è intenta ad arrovellarsi però arriva il marchese de Saint Quentin ed i due si incontrano. Lui è ancora l’uomo dal volto aperto e dagli occhi buoni –anche se tristi – di tanti anni prima ed a sorpresa la riconosce sia come la ragazza davanti al café chantant che come la bimba di tanti anni prima. Mi ha colpita che de Ligne si è mostrato del tutto insensibile con lei, non capendone l’anima mentre il marchese l’ha riconosciuta addirittura dopo tanti anni, dagli occhi e dall’espressione. Lui quindi ha riconosciuto l’anima di Bernadette. Questi due hanno molto in comune perché si sono innamorati delle persone sbagliate e ne hanno portato le tristi conseguenze. Ora saranno entrambi ammaccati e guardinghi, molto diffidenti e lei ha un problema molto incombente, ma nessuno corre loro dietro e come dice la canzone bisogna provare, provare e provare e chi sa che quella stella cadente non cercata, ma vista lo stesso qualche ora prima, durante la notte di San Lorenzo, non sia quella giusta anziché una sciocca superstizione!
Esprimo poi il mio stupore per il rifiuto della giovane Girodelle. Se c’era una coppia che non aveva mai dato problemi, questa era proprio quella formata da Honoré ed Elisabeth Clotilde. Mentre Antigone disdegnava Grégoire Henri e Bernadette stentava a trovare la sua strada, quei due erano gli unici a filare d’amore e d’accordo, una garanzia. Ora invece, in una sorta d’inversione di tendenza, le cose sembrano aggiustarsi per Antigone e Grégoire Henri e guastarsi per questi altri due. Elisabeth Clotilde era innamoratissima di Honoré e di punto in bianco dice di volersi fare suora. Qui gatta ci cova.
Ritroviamo poi la contessa du Barry, invecchiata splendidamente sia nel corpo che nel carattere, notevolmente addolcito ora che vive come le piace, fuori da intrighi e contese. Con Oscar è cortesissima e mette a disposizione dello stato i suoi diamanti, quegli stessi che nella storia reale le furono rubati, costringendola ad un soggiorno a Londra e decretandone la condanna a morte come favoreggiatrice degli emigrés. Maria Antonietta decide di riceverla per ringraziarla e per la prima volta in vita sua la tratta come un essere umano. E’ proprio vero che il tempo è galantuomo!
Infine una menzione speciale per il generale de Jarjayes che mette al suo posto lo scellerato tenente de Ligne. Bernadette quindi si sbagliava quando pensava che lui l’avesse fatta franca. Anche la contessa per una volta si mostra dura e solidale col marito mentre André, fatto per lui eccezionale, guarda a terra, si chiude nel mutismo e rifiuta di intercedere per il nipote acquisito. La reazione di Oscar è proprio oscariana e la scena in cui mette mano all’elsa quasi volesse sfidare il nipote a duello, salvo essere richiamata alla razionalità dal marito mi ricorda quella in cui il duca di Germaine uccide il piccolo Pierre e lei vorrebbe affrontarlo, ma André la trattiene, richiamandola alla prudenza.
Un altro capitolo davvero molto bello, mille complimenti!

Recensore Master
08/08/22, ore 18:51
Cap. 84:

Ciao Agrifoglio,
che altro bel capitolo ci hai regalato, dove avvengono fatti e conversazioni di un certo qual peso, sempre tutto in conformità all’economia della tua storia.
E così assistiamo alla rottura dell’idillio effimero tra Bernadette e quel bellimbusto del Tenente dei Dragoni. Era stata solo una fugace avventura di una notte, dove lui aveva appagato i suoi bisogni e i suoi sensi, mentre Bernadette aveva vissuto quelle ore in una sorta di limbo che l’aveva lasciata confusa e amareggiata. Non era così che doveva andare la sua vita. Non era così che aveva sempre sognato l’amore. Lo aveva rincorso ma lo aveva concesso all’unica persona alla quale non avrebbe dovuto donarlo.
Fortemente di impatto, ma d’altra parte non ci si poteva aspettare una reazione differente, il colloquio avuto con sua madre Rosalie, la quale è molto dispiaciuta per quello che le è accaduto, ma non è disposta a piangere sul latte ormai versato: lei non avrebbe permesso che sua figlia, che con sacrificio aveva fatto studiare, affinché potesse avere una vita dignitosa e piena, la rovinasse per quell’incidente di percorso. In questo frangente Rosalie è molto risoluta e non si piega di fronte alle scuse, e soprattutto alle lacrime, della figlia addolorata di averle causato dispiacere con il suo comportamento che certamente non rispecchia né il suo pensiero né tantomeno la sua indole. Ancora in Rosalie, mentre parla alla figlia, è troppo presente il ricordo della sua vita passata, e quella della sua madre adottiva che, per assicurare a lei e a Jeanne il fabbisogno quotidiano, si era ammalata ed era morta di lavoro. A Bernadette non avrebbe permesso di rivivere quei momenti di angoscia, e così il bambino, che sarebbe nato da questa infausta relazione, sarebbe stato dato in adozione a parenti di Bernard, i quali non avevano potuto avere figli, nonostante i tanti tentativi. Secondo Rosalie così Bernadette avrebbe potuto ricostruirsi una vita, anche se il dolore di sapere di avere un figlio e di non poterlo conoscere, vedere e tantomeno frequentare per assistere alla sua crescita, sarà un dolore che forse si porterà dentro per il resto della sua vita.
La famiglia Jarjayes ha messo a disposizione di Bernadette il castello e il palazzotto di Lille nei quali potrà ritirarsi per portare a termine la gravidanza, senza essere fatta oggetto di pettegolezzi da nessuno, in quanto in quei posti si era recata da giovane, e molto raramente, quindi nessuno sarà in grado di riconoscerla.
Mi è piaciuto moltissimo il “tribunale” che si è allestito a palazzo Jarjayes, e presieduto in primis dal Generale e dalla Contessa, insieme ad André ed Oscar, che ha ricevuto il tenente al quale è stata fatta una lavata di capo che ha sfrondato la sua testa bacata da qualsiasi idea di poter ancora beneficiare sia del loro appoggio, in quanto parenti, che di qualsiasi beneficio futuro. Il generale ha parlato con durezza, e persino la moglie, di solito dimessa e quasi trasparente, ha emesso il suo verdetto. Oscar avrebbe voluto trafiggerlo con la sua spada, se non fosse che André è riuscito, come solo lui sa fare, a ricondurla alla ragione, facendo notare tutto quello che sarebbe potuto scaturire se la vicenda fosse venuta a conoscenza e, in più, lei in questo momento deve incarnare in toto la guida della Francia e non può essere sfiorata dall’ombra di uno scandalo. Il bellimbusto se ne va con la coda tra le gambe in compagnia della sua sola spavalderia.
Interessante invece l’incontro tra Oscar e Madame du Barry, nel suo castello, dove vive una vita serena e agiata, accanto all’amante di vecchia data. Non è più la donna che Oscar tantissimi anni prima aveva scortato fuori da Versailles al convento dove era stata destinata. E’ ancora una donna estremamente piacevole d’aspetto, come se il tempo l’avesse solo sfiorata non portandosi via nulla della bellezza che aveva fatto innamorare il re. Dopo tutto questo tempo anche lei vuole essere di supporto alla Francia e, sull’onda dell’esempio del duca d’Orleans e poi del Cardinale de Rohan, ha deciso di donare alla corona i suoi molti gioielli, lasciando Oscar basita dal gesto. Oscar in questo momento è solo il latore del desiderio della du Barry, la quale viene ricevuta a corte proprio dalla regina madre, quella stessa regina che in gioventù aveva osteggiato, facendo nascere, all’interno della reggia, due fazioni, composte da coloro che sostenevano l’una o l’altra. Ma quei tempi sono lontani, così come le scaramucce di allora, ora per entrambe è il tempo della concretezza, in quanto con l’età devono godere di ogni prezioso giorno disponibile.
Intanto Honorè sta per affrontare una nuova battaglia: sta recandosi a chiedere la mano di Elisabeth Clotilde, dopo il giusto periodo di lutto osservato per la morte del genitore. Quello che non si aspetta nessuno, presente nella sala dove è stato ricevuto, è che la giovane rifiuti la proposta, adducendo di voler prendere il velo. Decisamente un fulmine nel cielo di Honoré, il quale non comprende le ragioni e se va inebetito e frastornato da quanto accaduto.
Nel frattempo Bernadette ha raggiunto Lille, dove cerca di rendersi utile per quanto possibile. Non le piace oziare e, proprio in occasione di una commissione fatta a causa del malessere del maggiordomo di palazzo, si trova a pensare che avrebbe avuto piacere di potersi calare nel tessuto cittadino, conoscere posti e gente del luogo, e si imbatte in una scena che si svolge di fronte ad un cafè chantant, con alcune donne e uomini che ridono e che attirano, con il loro comportamento, l’attenzione, scoprendo che uno dei gentiluomini sia il marchese di Saint Quentin, conosciuto tanti anni prima e che si era sempre dimostrato molto affabile e gentile con lei, nonostante tra loro vi fosse un considerevole divario di età. Quel giovane sembra stia conducendo una vita dissoluta, scialacquando il patrimonio di famiglia e accompagnandosi a persone di dubbia moralità; ma non appena le viene in mente questo pensiero, subito torna sui suoi passi, riflettendo circa la sua situazione: entrambi stanno soffrendo per amore, avendo incontrato sulla loro strada persone delle quali non avrebbero dovuto innamorarsi.
Ma Bernadette al castello di Lille ha anche molto tempo per ripensare a ciò che è stata la sua vita fino a quel momento: al disastro della sua vita amorosa sia con il tenente de Ligne che con il giovane Lavoisier, al dolore e alla delusione dati a sua madre in virtù del suo comportamento, alla possibilità concreta che la sua vita fosse rovinata e lei dovesse solo cercare di rimettere insieme i cocci che ne restavano.
In questo turbinare di riflessioni, ecco apprestarsi verso di lei il marchese di Saint Quentin, che ha riconosciuto in lei la donna intravista una sera di qualche tempo prima, senza aver potuto presentarsi. Bernadette resta leggermente interdetta dal fatto che il giovane si ricordi il suo nome e soprattutto chi sia. Quell’uomo dagli occhi buoni e dal sorriso aperto è ancora lo stesso giovane che ricordava allora e, forse, anche per Bernadette non tutto potrebbe essere perduto.
Veramente un altro passaggio denso di avvenimenti, che la tua penna disegna per noi, facendoci percepire con grande naturalezza i vari stati d’animo che attraversano i singoli personaggi, entrando in una sorta di empatia con ciascuno di loro.
Non mi resta che attendere il prosieguo, sempre con la solita curiosità.
Un ringraziamento e un caro saluto.

Recensore Junior
08/08/22, ore 16:34
Cap. 84:

Un altro bellissimo capitolo cara Agrifoglio in cui troviamo gli sviluppi della triste vicenda di Bernadette che ha concluso il capitolo precedente nell’euforia dei sensi con l’accompagnamento musicale delle arie di Mozart e si è ritrovata ora a contatto con la dura realtà delle ragazze sedotte e disonorate Per lei il dopo è stato solitudine e vergogna Voleva troncare quella relazione balzana ma De Ligne le stava sempre dietro stalkerizzandola continuamente con lettere alluvionali ed appostandosi ovunque per vederla mentre lei non ne voleva più sapere Alla fine la triste sorpresa : era incinta . E comunque complimenti vivissimi al prete…….. La reazione di Rosalie non è stata ovviamente delle migliori perché la figlia era l’unica cosa che le rimaneva e su cui aveva investito tutto riponendoci enormi speranze. La triste vicenda di Bernadette poi le richiamava alla memoria la sua infanzia di degrado e di privazioni e la parabola discendente di Nicole che si era consumata nei lavori pesanti fino ad ammalarsi ed a morirne Rosalie non si rassegna non vuole che la stessa cosa capiti a Bernadette e così elabora un piano B razionale ma dolorosissimo :il bambino sarà preso da una coppia senza figli imparentata con Bernard ed andrà a stare a Marsiglia mentre Bernadette si nasconderà a Lille e dopo il parto tornerà a casa come se niente fosse e si scorderà per sempre di suo figlio .La ragazza lancia l’idea di tenerselo, vivendo sotto falso nome per il resto dei suoi giorni ma la madre boccia l’idea come sconclusionata
Ritroviamo Bernadette in quel di Lille intenta a darsi da fare Il suo carattere forte ed aperto prevale Vorrebbe conoscere gli abitanti anche se si rende conto di non dover dare nell’occhio però vuole rendersi utile con il personale di servizio facendo quello che sa fare e cioè le commissioni E’ proprio svolgendo una di queste commissioni che si imbatte in un gruppo di sciantose che circondano un uomo . Bernadette si accorge con sgomento e tristezza che il nobiluomo in questione è il marchese Camille Alexandre de Saint Quentin conoscenza della famiglia Jarjayes di vecchia data ed ora reduce da una delusione amorosa. La ragazza è dispiaciuta per lui per il fatto che sia caduto così in basso con le sue frequentazioni ma subito pensa alla sua situazione ed evita di dare giudizi affrettati Circa un mese dopo i due si rincontrano nelle campagne vicino al castello di Lille e sorprendentemente lui si ricorda di lei sia di averla vista alcune settimane prima che tanti anni prima a palazzo Jarjayes…….. Che dire……… se sono rose fioriranno ahahahahah!!!!!!!
Il tenente De Ligne ha quello che si merita perché viene sottoposto ad un vero e proprio processo familiare col generale che gli si rivolge con severità e durezza snocciolando tutte le sue malefatte ed Oscar che vorrebbe addirittura sfidarlo a duello se non fosse per la mano santa di Andrè che come al solito la ferma Persino la contessa de Jarjayes sempre mite , malinconica ed esangue (almeno quando si decide a comparire ahahahah!!!! ) lo tratta con durezza il che è tutto dire…… Il comportamento di questo squallido soggetto è davvero inqualificabile, come se niente fosse minimizza e banalizza senza assumersi le sue responsabilità e dando la colpa a Bernadette Del resto c’è poco da assumersi responsabilità egli è già sposato e non può commettere bigamia ahahahahah!!!!! Comunque è giusto che abbia perso il sostegno dei parenti e la già scarsa stima che loro avevano per lui Se Bernadette si trova di fronte ad un avvenire piuttosto incerto è giusto che anche lui paghi il fio con l’unico sostegno di quella bruttona gelosa della moglie………..
Mi è piaciuta invece la svolta della Du Barry che da antagonista demoniaca e sguaiata si è trasformata in un’anziana signora che si porta bene i suoi anni e che si gode la vita nel suo castello Al riparo dai veleni della corte è diventata un’altra , più serena e disponibile e sentito l’esempio del duca d’Orléans e del cardinale de Rohan non esita a mettere i suoi gioielli al servizio dello stato ,gli stessi gioielli che nella realtà le costarono la vita……. Bella e matura è stata la reazione della regina Maria Antonietta che ormai donna adulta, temprata dalle responsabilità di governo e non più avvelenata dalle prozie del marito si decide finalmente a trattare civilmente l’antica rivale Tra le due donne il clima è finalmente disteso malgrado l’ex favorita ,pur essendo più anziana ,si porti l’età meglio della regina madre ahahahahah!!!!!
Dulcis in fundo il carico da undici che nessuno si aspettava : Elisabeth Clotilde de Girodelle pianta in asso il povero Honoré che era andato lì a farle la proposta di matrimonio che tutti attendevamo Questa coppia finora era andata liscia come l’olio ed io personalmente mi sarei aspettata un esito diverso e più scontato ed invece ecco che il poveretto si ritrova solo in una stanza come fulminato da una scarica elettrica……. Com’è che questa ragazza ha deciso all’improvviso di prendere il velo ? Non ne aveva mai parlato ed anzi sembrava innamoratissima di Honoré …….. Soffre ancora così tanto per il padre oppure cela qualcos’altro? Ed ora che Honoré è tornato libero potrebbe essere a disposizione di Bernadette oppure questa sceglierà il marchese festaiolo dalla lunga memoria o un terzo uomo ( tanto i corteggiatori non le mancano anche col pancione ahahahah!!!!!) o preferirà la via della solitudine?
Un capitolo come al solito strepitoso ti prego aggiorna presto!!

Recensore Master
08/08/22, ore 11:45
Cap. 84:

Povera Bernadette, vittima di una società del tutto sbagliata!! Però forse troverà inaspettatamente l'amore nel suo amico d'infanzia.. Mi è piaciuto molto vedere il cambiamento nella Contessa Du Barry e il suo mutato rapporto con la regina.

Recensore Master
08/08/22, ore 01:42
Cap. 84:

Capitolo quasi interamente occupato dalla triste storia di Bernadette; anche lei finisce a Lille, "chez les Ch'tis", per portare a termine con discrezione la gravidanza esito di quella sola notte di passione. La soluzione prospettata dalla madre è terribile, ma risente anche della pragmaticità e del buonsenso che la vita ha instillato con la sua durezza in Rosalie e dei ricordi della sua prima gioventù disgraziata. Certo, è amarissimo il paradosso per cui la figlia di Rosalie si appresta a diventare madre in conseguenza del suo solo cedimento sensuale, e i coniugi Lefèvbre, cui verrà affidato il bambino e che dovranno crescerlo, cercano da oltre dieci anni di avere un erede: ingiustizie della sorte che accadevano così spesso anche un tempo e di cui mi parlava anche mia nonna, ricostruendo le genealogie della nostra cittadina, di cui era l'abitante più vecchia, e io stessa ho assistito a un caso bizzarro. Mi ha fatto molta tenerezza l'ora di Oscar, che non può certo sfidare a duello il nipote (caro Andrè, la riporta sempre sul sentiero della razionalità!), dopo l'oltraggio alla figlia della sua antica protetta. Infine, mi ha fatto piacere ritrovare anche Madame Du Barry, personaggio molto più tragico e positivo di quello a tratti bidimensionale tratteggiato da Ikeda e Dezaki, e che storicamente a Louvenciennes affascinò anche un ospite d'eccezione come Giuseppe II.
E i suoi gioielli fastosi, che di fatto le costarono la vita (tornò in Francia per recuperarli dall'Inghilterra, e mal gliene incolse!), diventano qui strumento al servizio della patria: chapeau! Ben trovato davvero questo particolare. Ma ora...una caccia al tesoro incombe, vero? A presto!!!!! D.
(Recensione modificata il 08/08/2022 - 01:44 am)

Recensore Master
07/08/22, ore 16:06

Cara Agrifoglio,
finalmente, trovata un po' di quiete dalle vacanze montane, e, soprattutto, un po' di connessione stabile, dopo che il ripetitore saltato ci ha lasciato per 72 ore isolati, mi posso ritagliare un mezz'ora di beata solitudine per recensire l'ultimo tuo capitolo.
Confermo che una storia come questa credo di non averla mai incontrata su efp, né su altre piattaforme di scrittura, e devo dire che soddisfa la mia passione per la storia, per la storia napoleonica, per i racconti distopici (hai visto che bello il recente "Roma in bilico"?
Due sono le cose più interessanti del capitolo che ci hai offerto: la redenzione del Cardinale, anche lui addolcito dalla vecchiaia, come il Philippe "Egalité", con cui Maria Antonietta, resa saggia da quella maturità che la storia non le diede il tempo di dimostrare appieno, trova, infine, una forma di pacificazione. Certo, il Rohan che si fece beffare da Jeanne De La Motte née Valois, e che fu poi assolto dal Parlamento di Parigi, che ne riscontrò la assoluta dabbenaggine, nonostante gli intenti onesti e non criminali, era molto meno caricaturale, ingenuità a parte, del personaggio grottesco tratteggiato dal manga e dall'anime; anzi, il Rohan storico era anche un bell'uomo, distinto e alto. Certo, sono affascinanti questi personaggi resi saggi dal procedere dell'età.
E poi, con me, con la suggestione mozartiana, dal "Don Giovanni", poi, vai sul velluto: l'aria con cui Don Giovanni seduce Zerlina, anzi, "Zerlinetta mia", come viene chiamata più avanti nell'opera, si adatta perfettamente alla situazione narrativa.
Il capitolo potrebbe avere come sottotitolo "Di matrimoni e altre questioni familiari": matrimoni combinati, come quello del giovane Luigi XVII, e di matrimoni sfumati, e di matrimoni che forse si profileranno... visto l'interesse crescente di Antigone per il giovane Girodel.
Quanto alla nascita del "Re di Roma", hai perfettamente ragione: io credo che Napoleone abbia detto al medico di cercare di salvare la madre e non il nascituro non per altro, ma perché Maria Luisa era giovane e in salute, e avrebbe potuto avere molti figli (ne avrà altri due, ahimé, ma dal Maresciallo Neipperg, ancora vivente Napoleone, confinato a Sant'Elena), e sicuramente era per lui molto importante non perdere l'alleanza cementata dal matrimonio,
Spero di leggerti presto, perché ormai la questione del tesoro dei Giacobini incombe, e, come argutamente osserva André, il mistero, iniziato in Vaticano, dovrebbe sciogliersi in un carmelo. Sai che mi hai fatto venire in mente, a proposito di convento di clausura che custodisce segreti, il monastero in cui Jean Valjean ripara con Cosette, spacciandosi come fratello di Fauchelevent e impiegandosi come giardiniere, convento in cui né Javert né le altre forze di polizia possono entrare?
Un saluto e a presto!
D

Recensore Junior
07/08/22, ore 02:57

Mi è piaciuta questa ricostruzione alternativa che hai fatto della distruzione della Bastiglia.
Oscar ed i soldati la cingono d’assedio, lei come al solito con la spada sguainata, ma per sottrarla non al re bambino, ma alla follia di Saint Just che ha deciso di farsi esplodere portandosi dietro tutta la città.
Mi sono piaciute le caratterizzazioni dei personaggi, dal paranoico e disumano Robespierre, alle prese con la santa inquisizione e con la morte dolorosa della sorella, al rozzo e schietto Danton, fino ad arrivare al folle ed esaltato Saint Just ed al “normale” Augustin de Robespierre.
Robespierre è arrivato al capolinea, è divorato dalla paranoia, sospetta anche dei muri e si è separato persino dall’adorato cane perché i suoi abbai gli urtavano i nervi. L’inquisizione gli è addosso e la morte della sorella gli ha mostrato che anche lui è fallibile e che, pur ritenendosi incorruttibile, è in grado di commettere le peggiori ingiustizie come tutti gli altri. E’ un uomo comune suo malgrado.
Mi è piaciuto in tutto ciò vedere come la gentilezza e l’umanità di Oscar abbiano ammansito la fiera che era nel giacobino, salvandole la vita mentre la ruvidezza di Danton che usa parolacce e toni perentori ha fatto scattare la molla finale e più tragica.
Ho adorato il dialogo tra Saint Just e Danton. Il secondo è un uomo corpulento e sgraziato, ma con un maggiore spirito di sopravvivenza. Egli dice senza mezzi termini a Saint Just che le sue sono le idee di un folle e che tra lui e Théroigne de Méricourt hanno rinchiuso in manicomio la persona sbagliata.
Mi è piaciuta la strategia di Oscar, aprire una breccia nella torre per annacquare i barili e renderli inservibili, con i mortai che fanno da copertura ed è straordinario il crescendo di emozioni e di eventi che hanno portato ad un ingresso in stile “arrivano i nostri” (l’artiglieria pesante de Les Invalides preceduta dal messo della regina) ed alla deflagrazione finale con quella Bastiglia che viene giù in un’immensa nuvola di polvere e di detriti mentre Oscar e gli altri corrono via verso la salvezza.
Stupenda questa compagnia della rosa bianca che si ritrova un’altra volta per salvare la vita ai parigini.
Coinvolgente e molto umano è Augustin de Robespierre che tenta di salvare il salvabile, purché voglia essere salvato ed il fratello non vuole, rinchiuso com’è in se stesso e rifiutando ogni forma di contatto umano. Spiazzante e di forte impatto scenico è il brano in cui Augustin de Robespierre entra nello studio del fratello e scopre i cadaveri.
Alla fine tutto è andato a posto e sebbene per vie traverse, hai riportato ogni cosa nei binari. La Bastiglia, rimasta in piedi nel 1789, è stata rasa al suolo in modo rocambolesco e Robespierre e Saint Just non sfuggono al loro fato del 28 luglio 1794, ma vanno incontro al tristo mietitore non grazie alla democrazia egualizzante della ghigliottina, ma in modo diverso e congeniale al modo di essere di ognuno di loro.
Il capitolo si conclude con la vittoria dei “buoni”, ma pur sempre con una nota amara. Alain non ci è proprio riuscito a perdonare se stesso per l’uccisione – da lui non voluta – del cugino e partirà volontario in guerra per dimenticare ed espiare, non prima di avere affidato le sue donne alle cure solerti e discrete di Oscar e di André.
Un capitolo coinvolgente e strepitoso che chiude un’epoca. Resto in attesa del prossimo che ne aprirà un’altra.
Green Tourmaline

Recensore Junior
05/08/22, ore 12:52

Ho iniziato a leggere questa storia incuriosita dalla presentazione e devo dire che mi ha stupito molto l’inizio concitato, segnato dai cavalli lanciati al galoppo e da Oscar che grida ordini a destra ed a manca. Sembrava proprio di trovarsi in una puntata di Lady Oscar!
Siamo nel maggio del 1788 quando Oscar è al comando dei sodati della guardia e dunque, in teoria, quando alla protagonista manca poco più di un anno da vivere eppure la storia inizia proprio nei luoghi dove cominciò l’avventura professionale di Oscar ed in una circostanza simile. Il duca d’Orléans infatti vuole tendere un agguato ed eliminare il fratello della regina negli stessi luoghi in cui diciotto anni prima pensava di far rapire Maria Antonietta.
Mi è piaciuta quest’idea di mettere in campo l’imperatore Giuseppe II che effettivamente viaggiava in incognito, facendosi chiamare conte di Falkenstein. Anche la “mascherata” del conte di Falkenstein richiama il travestimento di Maria Antonietta da giovane cameriera.
Ci sono queste similitudini con le situazioni della serie animata, ma anche delle significative differenze. La più considerevole di tutte è che la cecità di André si manifesta nel bel mezzo di una scaramuccia, mettendo in forse la sopravvivenza di Oscar e degli altri soldati ed anche il buon esito della missione. In effetti, come scrivono anche gli altri, non era molto credibile che, con una salute così compromessa, André riuscisse a superare la visita di arruolamento ed a cavarsela in caserma, nelle missioni e durante i turni di guardia, così come non è credibile che ad accorgersene fosse stato il solo Alain.
Quindi i problemi alla vista di André si manifestano nel bel mezzo di un combattimento e l’uomo, a causa della sua salute malferma, è congedato dall’esercito. Mi ha colpito il confronto finale tra lui ed Oscar, fatto di silenzi e di non detti come nella storia originale e l’atteggiamento lapidario di Oscar. Lo strappo pesa tra di loro come un macigno.
A questo punto cosa succederà? André sicuramente avrebbe smosso mari e monti per farsi arruolare di nuovo e non si sarebbe allontanato tanto facilmente. Qui però c’è un vizio di fondo, costituito da un’invalidità conclamata, che non glielo consentirà. André seguirà Oscar in un’altra maniera, da fuori l’esercito, magari con l’aiuto di Alain che lo informerà dei loro movimenti e dei fatti di rilievo?
Un’altra differenza è che Oscar sembra avere mantenuto un legame molto stretto con Maria Antonietta malgrado l’allontanamento dalle guardie reali e tutto quanto è successo con Fersen. Ciò prelude ad un esito diverso della trama e ad uno schieramento differente dei due protagonisti? Se Oscar non si schierasse coi rivoluzionari, infatti, potrebbe sopravvivere, tisi permettendo.
Ritroviamo anche i due duchi perfidi e gaglioffi, Orléans e Germaine, il primo l’ideatore ed il secondo la spalla malvagia. Ritroviamo i sicari e ritroviamo gli intrighi. Cosa ci faceva l’imperatore d’Austria in Francia? Di cosa era andato a parlare col cognato?
Mi chiedo come potranno evolvere gli eventi anche perché la storia è lunga e, se l’inizio è questo, ci sarà spazio per un numero infinito di colpi di scena.
Vado a leggere il prosieguo approfittando del week end.
Un saluto ed a presto.
Green Tourmaline