Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Povero Marchese, cornuto e quasi mazziato!
Paolina è tremenda...

Finalmente, il Re è tornato e può ricongiungersi a sua madre.

Recensore Master
12/12/21, ore 21:22

Il Re è stato liberato e dopo la battaglia di Trafalgar Nelson trova la morte.

Descrizione storica sempre ineccepibile.

Recensore Master
12/12/21, ore 21:06

Il Marchese è decisamente invaghito di Paolina ed è intenzionato a sposarla, nonostante la forte contrarietà di Victoire.
Decisamente interessanti le descrizioni della città eterna.

Recensore Veterano
12/12/21, ore 20:34
Cap. 74:

Buonasera Agriifoglio,
la tua descrizione delle internate  nell’ospedale della Salpêtrière è molto cruda e realistica. Le immagini che hai tradotto in parole sono molto vivide, e non era affatto facile.
Triste pensare che fino all'abolizione dei manicomi sancita della legge Basaglia ancora nella civilissima Italia degli anni '70 esistessero strutture in cui i malati erano trattati come se non fossero esseri umani.
La tua storia è una continua scoperta! Aggiorna presto!

 

Recensore Master
12/12/21, ore 20:10

L'espansione di Napoleone prosegue imperterrita, e sembra che nessuno sia ancora riuscito a fermarlo.

Riusciranno a farlo?

Recensore Master
12/12/21, ore 19:52

Ingegnoso l'omicidio del Conte di Polignac, e ti faccio i miei complimenti per la sapiente narrazione storica, nonchè delle foto a dir poco splendide.

Recensore Junior
12/12/21, ore 19:46

Buonasera _Agrifoglio_,
in questo capitolo, come illustrato dal titolo, campeggia e giganteggia la figura del vescovo zoppo ossia di quel Talleyrand Périgord che storicamente fu un abile e fine politico e che anche qui fa la sua parte.
Colpisce la descrizione quanto mai azzeccata che ne fa André e cioè quella di un uomo che evita di prendere posizioni nette e che dice ad ognuno quel che vuol sentirsi dire.
Talleyrand non si scompone mai, neppure di fronte all’aggressività di Maria Antonietta che lo umilia di fronte a tutti, compare dal nulla senza fare rumore, è inespressivo se non per qualche neutrale manifestazione di bonomia e non si sa cosa vuole e cosa pensa.
Fa credere a Robespierre ed al duca d’Orléans di essere contro Oscar e Maria Antonietta ed al primo di essere anche contro le donne mentre, parlando con Oscar e con André, pare essere a favore di Maria Antonietta nonostante tutto e manifesta una grande stima verso Oscar che è una donna. Fa credere a Robespierre di essere dalla sua parte, ma poi parlando con André, lo descrive come un uomo dalla pesantezza indicibile. Ride, scherza e pugnala alle spalle, ma per ora non si sa cosa voglia e da che parte stia.
La regina ha rifiutato pubblicamente al vescovo la carica di ministro degli esteri e ciò le ha fruttato l’accusa di condurre una politica filoaustriaca. Come se non bastasse è anche riemersa la questione di legittimità ed il duca d’Orléans è più che intenzionato a procurarsi tramite il conte di Compiègne la prove della nascita illegittima del re.
Proprio a casa Compiègne si svolge la seconda parte del capitolo. La povera Geneviève sta per partorire, ma il marito e soprattutto la suocera la tengono segregata e le impediscono di scrivere a casa e di cercarsi una levatrice di suo gradimento. La donna, riuscendo ad eludere per alcuni istanti la sorveglianza di quel Cerbero della suocera, chiede aiuto ad André e questo avverte la madre e la zia della contessa che fanno irruzione in casa Compiègne al momento del parto, giusto in tempo per evitare che una levatrice sporca, incapace, con strumenti vetusti ed arrugginiti e dalla pessima reputazione faccia morire la puerpera.
In tutto ciò, va una particolare menzione alla simpatia del conte di Compiègne che mostra disgusto alla vista del suo neonato!
Il diritto, però, è dalla parte dei cattivi, ma Maria Antonietta salva la situazione, nominando Geneviève de Compiègne sua dama di compagnia e disponendo il trasferimento della madre e del bambino a corte, fuori da quell’inferno domestico.
Questa storia è sempre più variegata ed avvincente e devo dire che mi piace tantissimo!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
12/12/21, ore 19:39

Eccomi qui!
Bel capitolo, che vede il ritorno in grande stile di Josephine, novella spia di Napoleone.
Esilarante la gelosia di Oscar...

Ma mi domando: chi ha ucciso il Conte di Compiegne?

Recensore Junior
11/12/21, ore 19:06

Buonasera _Agrifoglio_,
che dire? Con questo capitolo e con questo what if hai fatto proprio match point!
Hai giocato su più piani, con la storia, con la trentottesima puntata di Lady Oscar e con quello che tu stessa hai creato.
Con la storia, perché l’omicidio del re ferma la presa della Bastiglia – divertente la reazione stizzita di Saint Just e di Théroigne de Méricourt che sbattono la spada per terra e tentano di portare indietro la gente di peso! – e lo scoppio, almeno quello ufficiale, della rivoluzione e ci pone dinnanzi a nuovi scenari. Chi guiderà la Francia de facto, visto che il re de iure non ha l’età per regnare?
Con la trentottesima puntata di Lady Oscar perché il capitolo precedente si conclude con uno sparo, nella stessa posizione: il sottoponte ed alla stessa ora: il tramonto, ma c’erano molti più personaggi presenti e si poteva fare il toto nome dello sfortunato individuo destinato a prendere il posto di André a meno che non fosse sempre lui a dover morire. Non era specificato che lo sparo era in lontananza e che il morto non era lì presente.
Con la leonessa di Francia, perché gli indizi del precedente capitolo portavano a pensare che nel mirino c’era la regina, che era quella più odiata, mentre dietro c’erano le trame del solito duca d’Orléans che, avvalendosi di una nuova guardia reale e di un nuovo valletto, ha creato la perfetta commedia degli inganni: un veleno non inodore, un baccano che lo avrebbe udito pure un sordo ed il depistaggio è stato servito su un vassoio d’argento. I principali difensori del re sono stati attirati lontano dal palazzo delle Tuileries in una trappola perfetta ed il cecchino ha avuto campo libero per agire.
Mi è piaciuta la parte in cui Oscar realizza a poco a poco di essere stata messa nel sacco e di come sa ne faccia una colpa. Una persona iper responsabilizzata come lei avrebbe davvero reagito così.
Mi sono piaciuti la confusione, i dialoghi col maggiore necessariamente urlati ed interrotti dallo strepito della folla ed il crescendo rossiniano di delirio collettivo e di caos, ben rappresentato anche dal titolo del capitolo.
Mi sono piaciute le premure di André verso Oscar: bada a lei, ma senza dare nell’occhio per non sminuirne l’autorità; della regina verso il figlio: non vuole che sia traumatizzato; del re verso tutti; si sente in colpa per avere favorito il disordine, regnando senza autorità e chiede scusa alla famiglia ed al mondo intero.
I cortigiani e la folla, pur appartenendo a ceti diversi, in definitiva si somigliano, perché fanno tutti un gran baccano in preda all’isteria collettiva, al desiderio di esserci e di dire “io c’ero” ed alla bramosia di procurarsi favori dall’astro nascente del momento.
Emozionantissimo il discorso di Oscar alla folla! Questa donna non scherza quando prende un impegno e non scherza neppure Alain che scavalca cancelli e folle urlanti pur di portare aiuto a quello che sarà sempre il suo comandante.
Il malessere di Oscar lascia pensare che dopo la morte arriverà la vita, nel ciclo continuo dell’esistenza.
I miei complimenti ed a presto.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
11/12/21, ore 15:48
Cap. 74:

E come al solito, cara Agrifoglio, un altro capitolo che tiene il lettore completamente avvinto alle parole che ci regalano delle visioni di “anime perse” molto ampia ed interessante.
Come non rimanere sconcertati dal quadro di disperazione che hai dipinto in quella visita fatta fa Oscar, André e gli altri, fra cui il loro figlio Honorè, che si erano accodati in quella missione, che aveva come unico scopo quello di cercare di carpire informazioni a Theroigne de Mericourt circa il famigerato tesoro dei giacobini, ma la donna è in uno stato di prostrazione tale che non può essere di aiuto in quella ricerca che si sta dimostrando vana e complicata. La descrizione di queste enormi costruzioni, nelle quali venivano condannate a stare persone delle più diverse condizioni, e senza avere la mimina possibilità di essere curate veramente in questi tipi di strutture, è a dir poco sconvolgente. Man mano che leggevo mi sembrava di poter essere insieme a quel gruppo improvvisato di visitatori, i quali non sapevano neanche che parole usare per dimostrare il loro sconcerto. Le descrizioni delle condizioni in cui versavano quelle persone sono state rese molto vivide e quanto mai reali. Persino chi avrebbe dovuto preoccuparsi di loro, in quanto gli erano state affidate, non le prendeva nella giusta considerazione e quindi ecco che ce le mostri incatenate ai muri, o fare movimenti e comportamenti inconsulti nella competa indiffirenza di coloro che avrebbero dovuto badare a loro. Oscar e compagni sono oltremodo sconvolti da quello che hanno visto nei pochi momenti in cui si sono intrattenuti nella struttura, pensando che l’inferno avesse preso stabile dimora proprio in quel pozzo di disperazione, dove le persone entravano e ne uscivano sicuramente solo da morte. Sei stata in grado di rimandare al lettore tutto l’intimo tormento provato e di essere impotenti di fronte a quella malattia che, non sapendo come curarla, attendevano che portasse alla tomba i malcapitati che ne venivano colpiti, anziché pensare che il disagio psichico potesse essere curato con metodologie più pietose e soprattutto più congrue. Oscar infatti, in un successivo colloquio con la regina, la quale aveva chiesto di interrogare Theroigne circa il tesoro dei giacobini, si fa paladina del fatto che occorreva trattare diversamente quelle povere anime, dando e dimostrando loro umanità, che invece l’attuale direttore non prendeva in considerazione, mentre vi era un nuovo medico, un certo Dottor Pinel, che con il suo lavoro e un diverso tipo di approccio aveva portato dei risultati trattando quelle persone come pazienti e non come mentecatti. La regina accoglie la richiesta di Oscar di sostituire con il nuovo e avvenieristico, considerato il tempo, medico, la conduzione della Salpetriere.
Ma di anime perse in questo capitolo ce ne sono altre, anche se non rasentano lo stato di quelle di cui ci hai appena mostrato le vite.
Troviamo Sir Arthur tristemente coniugato a Kitty, che man mano che passa il tempo, si sta accorgendo dell’errore fatto sposando una donna con la quale più niente aveva in comune. Lui era un uomo arrivato, era all’apice del suo successo, era nella sua fase ascendente, mentre la moglie era irrimediabilmente in fase costantemente discendente, poiché non riusciva, pur con tutta la sua volontà, ad essere una buona e premurosa moglie, ed essere così all’altezza di suo marito. Forse la nascita del figlio che aspettano potrà cercare di riavvicinare questi coniugi, che si sono condannati da soli ad una vita infelice, per la volontà di mantenere fede ad una promessa di troppo tempo prima non avendo voluto considerare che il tempo trascorso aveva inciso sui caratteri di tutti e due.
In fase di frustrazione troviamo anche Napoleone, il quale deve confrontarsi con la vittoria di un suo sottoposto e che rischia di metterlo in una luce non più brillante come il sole e a cui si sta abituando. Qualcosa si sta incrinando ma non può darlo a vedere e così ostenta una sicurezza che non ha fregiandosi del fatto di essere l’imperatore.
E poi veniamo alle note dolenti circa il rapporto fra Bernadette e il tenente De Ligne, il quale fa una proposta “indecente” alla donna di cui ci dice innamorato, e alla quale ha regalato poesie, nelle quali lei si è cullata convinta dell’amore di quel bel giovane che le aveva rapito il cuore. Il tenente le chiede di diventare la sua amante mentre lui cerca di sposare una donna ricca. Lui d’altronde non è un primogenito e Bernadette è solo la figlia di una governante e mai avrebbe contemplato un eventuale matrimonio fra loro. Una situazione che indigna in primis la diretta interessata, che lascia il tenente alla sua ricerca della moglie ricca, mentre scappa via con il cuore spezzato per un sogno che, cullato nel cuore e nella mente, si è infranto ancor prima di cominciare.
Sempre apprezzabile l’estrema cura per i dettagli con cui corredi la tua storia, con note e immagini che rendono più complete le tue parole. Un caro saluto e a risentirci presto!

Recensore Master
11/12/21, ore 15:48
Cap. 74:

Ciao Agrifoglio. Nel leggere il titolo ho pensato chi fossero queste anime perse. Terribile quanto letto nella parte iniziale del capitolo che hai ben descritto. Poi troviamo Théroigne de Méricourt. Oscar mostra la sua sensibilità nel parlare con la Regina riguardo quel posto e sono lieta che quest'ultima abbia deciso di aiutarla. Mi fa piacere che Kitty, nonostante questo matrimonio, aspetti un bambino. C'è anche Napoleone e mi è piaciuta Bernadette nel suo comportamento. Belle e pertinenti le immagini scelte, che fanno immergere ancora di più nell'atmosfera. Apprezzo come sempre le note, mostrando ancora di più il tuo impegno. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 11/12/2021 - 03:49 pm)

Recensore Master
11/12/21, ore 08:36
Cap. 74:

Anime Perse, recita il titolo di quest' ultimo capitolo, un titolo quanto mai azzeccato perché ci introduce laddove si dice: "Lasciate ogni speranza voi che entrate": il manicomio.
Oscar ancora una volta da' prova di grande coraggio e decisione nell" affrontare Theroigne che sembra diventata l'ombra di se stessa. Rinchiusa in mezzo ai " pazzi" anzi, in questo caso le pazze, donne scomode incomprese bistrattate. I cosiddetti mentecatti ,molti uomini ,ma, come dicevo prima, soprattutto donne la cui alienazione è soltanto una via di fuga da una società soffocante che opprime, rigetta e non riconosce diritti ed uguaglianza.
Oscar con la sua consueta sensibilità e intelligenza, non può permettere che esseri umani vengano trattati in maniera così crudele e,pur non riuscendo a ricavare nulla dall' incontro con la sua vecchia antagonista, chiede ed ottiene da Maria Antonietta, anche lei da sempre molto generosa e attenta , un cambio di direzione della struttura. Viene confermato Pinel, pioniere della moderna psichiatria, precursore del nostro Basaglia. Sebbene le cure , i rimedi per contenere il disagio mentale fossero ancora molto rudimentali, certamente un approccio più umano poteva essere già di grande giovamento e sollievo per quelle povere anime.
Si potrebbe aggiungere (andando un pochino fuori tema ma non troppo)confrontando il presente col passato che nell' Ottocento la malattia, il disagio psichico veniva criminalizzato , anche se i malati non avevano commesso delitti venivano rinchiusi e incatenati, oggi si tende a " medicalizzare" la persona anche sana di mente e trattarla da alienata, e rinchiuderla certamente con mezzi più sofisticati e moderni, fuori dalla società perché continua scomodamente ad affermare verità inaccettabili .

Tornando al tuo capitolo, ancora una volta mi trovo molto rammaricata, dispiaciuta per la povera Kitty. Forse ai tempi era tutto diverso, ma questo matrimonio " obbligato " per me è stata una grande ingiustizia. Arthur Wellesley continua a comportarsi con grande superficialità e immaturità; come se l' aspetto fisico fosse la cosa più importante in una donna ,come se la giovinezza durasse per sempre! Chi sfiorisce prima ,chi poi, accadrà anche a lui!

Passando all' altro personaggio femminile del capitolo, sono contenta, molto contenta che Bernadette, forte , dignitosa e fiera come la madre, abbia respinto con fermezza la disgustosa proposta del tenente di Ligne che le chiede di diventare la sua amante in sede ufficiosa. È disperata, afflitta, giustamente delusa ma prima o poi le passerà. È un amore sbagliato, per il suo bene deve voltare pagina !
Un breve accenno in questo capitolo anche a Napoleone il cui vanto, la cui gloria inizia a manifestare qualche segno di cedimento . Lui si sente frustrato e certamente inizierà a commettere qualche passo falso.....
Che dire cara Agrifoglio? Un capitolo come al solito straordinario, impreziosito da immagini e riferimenti storici degni di nota e visivamente di grande impatto. Complimenti
(Recensione modificata il 11/12/2021 - 08:47 am)

Recensore Master
10/12/21, ore 23:09
Cap. 74:

A modo loro tutte anime perse in questo capitolo. Nella prima parte ci sono le reali anime perse: le internate in manicomio. Quanta disumanità si perpetua contro queste persone che a volte venivano rinchiuse solo perché "scomode" e non perché realmente pazze, a farle impazzire ci avrebbe pensato quell'ambiente malsano. Persino un personaggio come Theorigne non merita un simile trattamento e Oscar, magnanima come sempre chiede alla Regina un cambio di direttore. Poi c'è Sir Arthur, ancora in crisi per il matrimonio che ha contratto qualche mese prima. Lui e Kitty non sono minimamente compatibili e lui si adatta per via della promessa fatta undici anni prima, c'è una bella notizia però, l'arrivo di un bambino. Anche Napoleone è un pò perso, o meglio, è confuso, poiché non ha portato a termine la battaglia migliore, e questo lo fa infuriare. Infine la giovane Bernadette si scontra con la dura realtà: quello che per lei era un grande amore era solo la ricerca di un'amante piacente per il conte di Ligne. Lei ha molto coraggio a rifiutare ma il suo cuore è spezzato. Complimenti per questo capitolo, non deludi mai A presto.

Recensore Veterano
10/12/21, ore 22:16
Cap. 74:

La prima cosa che salta all'occhio sono ovviamente le immagini, molto belle e significative, soprattutto quella che ritrae la liberazione dei malati di mente da parte di Pinel, precursore della psichiatria attuale. Quello che descrivi è molto realistico e dipinge bene la situazione degli "ospizi" in cui le persone purtroppo erano considerate in tanti modi ma non "malati" da curare.
Poi vediamo Bernadotte che inizia a manifestare comportamenti antinapoleonici che, una volta sul trono di Svezia, sfoceranno nell'opposizione netta all'imperatore. Sai che ho letto di recente che fu proprio il nome di suo figlio Oscar I ad ispirare la Ikeda per il nome della bionda leonessa?
E poi c'è Bernadette che, da degna figlia di Rosalie e cresciuta con esempi di una certa caratura morale, mai si ridurrebbe al ruolo di amante, addirittura mantenuta dalla moglie di De Ligne!

Recensore Junior
10/12/21, ore 20:58
Cap. 21:

Buonasera _Agrifoglio_,
proseguo nella lettura di questa storia così intensa ed avventurosa. E’ successo di tutto e, infatti, André è diventato nobile a seguito del suo atto eroico, ma ciò non è bastato a sciogliere il cuore guerriero e avvolto dai rovi di Oscar che lo ha clamorosamente rifiutato gettandolo nello sconforto. L’uomo però non è rimasto a piangere ed a gemere, ma ha deciso di cambiare radicalmente, tagliando i ponti col passato e prendendo possesso del suo nuovo feudo di Lille.
Il capitolo si apre quindi con le finestre della nuova stanza padronale di André che si spalancano sul nuovo scenario della piazza principale di Lille e con la descrizione della città. Un luogo elegante, ma anche un po’ triste, con le frequenti nebbie e le luci soffuse, degne di un quadro di Monet. Questo paesaggio rarefatto ben rappresenta lo stato d’animo di André, che non cede all’ozio né all’autocompiacimento, ma che, pur tenendosi impegnato, accusa il colpo del rifiuto di Oscar e soffre molto la sua lontananza anche se non lo dice.
Quella messa peggio, però, è proprio Oscar che sta facendo il deserto intorno a sé. Ha allontanato Girodelle ed ora anche André e, ormai completamente sola, accoglie in casa Diane, nella speranza di trovare in lei una nuova Rosalie. Le due giovani, però, sono molto diverse perché Rosalie era una donna forte e pragmatica che ha saputo porsi come elemento di coesione e che si è bene inserita anche in un rapporto esclusivo come quello fra Oscar ed André mentre Diane, con la sua fragilità e le sue pulsioni suicide, potrebbe rendere ancora più pesante l’umore già tetro di Oscar.
Oscar, da un lato, ha beneficiato dell’allontanamento di André che l’ha costretta a cavarsela da sola in certe cose, affinando dei lati caratteriali prima poco sviluppati, ma dall’altro, perdendo l’unica persona che la capiva e l’accettava per quello che era, rischia di diventare totalmente selvatica.
Oltre a questi due filoni introspettivi, ne troviamo due avventurosi, con André che incontra casualmente, nella locanda di Lille, il conte di Canterbury e sir Percy Blakeney, decisi a regolare i conti col duca d’Orléans e con Oscar alle prese con una strana e fastidiosa talpa che ha sabotato una sua missione a Parigi.
Degna di nota è anche la storyline di Girodelle che sta accantonando Oscar per mademoiselle de Chambord. Lui non è un grande seduttore, è impacciato e sbaglia le battute ed i complimenti, ma lei è una donna concreta che sembra andare al sodo.
Sono curiosa di sapere come tutte queste linee narrative evolveranno.
Alla prossima.
Match Point