Recensioni per
Di carne e di carta
di Mirya

Questa storia ha ottenuto 177 recensioni.
Positive : 163
Neutre o critiche: 14 (guarda)


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Recensore Junior
09/09/10, ore 18:49
Cap. 2:

Questa storia mi attira è ovvio. L'ha scritta tu ed è, come ogni tuo lavoro, magistrale. Per questo mi sono incazzata come una bestia quando ho letto gli appunti al tuo stile da parte di Erika e sempre per questo non voglio più partecipare a concorsi in cui lei fa la giuria (ma l'avrà letto il 'Male Oscuro' di Berto? Se non è quello un capolavoro... eppure mette un punto ogni...5 pagine più o meno?) Dall'altro lato c'è qualcosa che mi porta a tenere le distanze. Il protagonista mi ferisce, ogni volta che leggo mi sento umiliata anch'io. E non è perché non ci sia la giusta moderazione nel tuo raccontare, lo so che è "colpa mia", colpa delle esperienze del cazzo che ho avuto e che mi hanno rovinato. Ho letto soltanto due capitoli e ogni volta m'è venuto da piangere e non so se questo potrebbe far parte di una qualche elaborazione dei traumi o robe simili e probabilmente mi fa anche bene star così perché non è nemmeno giusto che io non possa leggere quello che mi va e prima o poi dovrò ripigliarmi. Il punto focale è che la tua storia mi piace e mi distrugge e sto convertendomi a Nietzsche quindi è per questo che non la abbandonerò, ma mi serve il mio tempo. Questa volta non la seguirò come seguo le altre e non mi ecciterò con il protagonista, questa volta abbandono un po' la barca e torno quando il mare non è troppo in tempesta.

Recensore Junior
09/09/10, ore 13:17
Cap. 2:

...come promesso, eccomi anche a recensire il secondo capitolo :)
innanzi tutto mi preme ricordare ancora una volta come io mi senta in sintonia con il tuo stile. hai una capacità innata di alternare momenti "solenni" ad altri decisamente comici, il che rende la narrazione sempre fresca e mai banale. la storia, come dicevo già per il capitolo scorso, è molto semplice e lineare, ma ciò non la rende meno speciale: il lettore non può fare a meno di andare sempre avanti, scoprendo ogni volta qualcosa di inaspettato. è incredibile come tu riesca a rendere emozionanti scene abbastanza quotidiane, e come il tuo linguaggio descrittivo dipinga con maestria le caratteristiche psicologiche dei personaggi, anche quelle più nascoste. insomma: non posso far altro che attendere trepidante il seguito!

Recensore Master
09/09/10, ore 12:02
Cap. 2:

ciao


Cazzo di budda tu sei tutto cio che io vorrei essere lo sai?
sei la sublimazione di cio che io volevo diventare e che per codardia non ho fatto, il tuo modo di vedere la vita è incredibilmente simile al mio e così più...più elevato, più assoluto, più tutto.
mi sento così infinitesimale rispetto a te da farmi paura da sola.
questa tua storia è bellissima, che parola banale e insulsa, non rispecchia affatto quello che ho provato leggendo ma dovrei riempire la pagina di sinonimi del Cinti e non servirebbe a nulla, perchè a giudicare dalle recensioni hai ricevuto moltissimi complimenti e tutti meritati senza dubbio.
i tuoi protagonisti sono perfetti nella loro imperfezione, hanno difetti e pregi che ammiro tantissimo, la tua Chiara è una perla gia solo per il suo modo di essere insegnante, averceli avuti prof così magari adesso sarei in un altro mondo, non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, ho commesso degli sbagli e non ho saputo cogliere l'attimo ma i rimpianti della vita scolastica mi perseguitano sempre.
posso affermare con assoluta certezza che insegnanti così sono il sogno di ogni studente anche se forse non se ne rende conto.
l'amica per eccellenza Ale mi ricorda molto Mab ed è come lei una vera forza della natura con uno spirito di osservazione forse troppo tarato verso gli altri e non verso se stessa. Ha subito capito che Leo è attratto da Chiara, gia il solo fatto di notare particolari di lei non troppo rilevanti è un chiaro indizio, ma non vede il gioco che questo Angelo sta giocando con lei.
questa storia promette di essere un altra splendida avventura delle tue.
meravigliossissima...^^
a presto
XXXromy75

Recensore Junior
08/09/10, ore 15:10

..sono folgorata.Mi è bastato il primo capitolo. Non so nemmeno da dove cominciare: è semplice, lineare, e sì, vi si intuisce un che di autobiografico... ma non è per nulla pesante, anzi! scorevole e piacevole come una brezza estiva, lo stile ricercato eppure di facile lettura, si divora con lo sguardo. Si sentono i profumi che descrivi, come sempre. Pregusto già il seguito... più impressioni nella prossima recensione :)

Recensore Junior
08/09/10, ore 09:22
Cap. 2:

Seppure in lieve ritardo ed ancora poco convinta d'essere tornata alla pianura, rieccomi per questo secondo capitolo.

Ah, la Ssis!
Sebbene io non abbia per ora preso in considerazione una simile scelta, né l'abbia accarezzata durante gli anni della prima laurea, la ricordo come una specie di creatura mitologica: molti ne parlavano, nessuno comprendeva bene quali e quanti crediti fossero necessari per accedervi, qualche docente continuava a tesserne le lodi ed ha finito per scomparire nel nulla, da un giorno all'altro.
Questo per chiarirti quanto sia divertente ritrovare certi piccoli particolari, che sono della città e del sistema universitario. E quanto mi ha fatto ridere quest'esordio di capitolo! I tuoi accenni all'attività d'insegnante mi han sempre fatta morir dal ridere (nonché invidiare un po' i tuoi studenti), ma vederli ora raccolti e rimescolati per un'intera scena é più di quanto potessi sperare. Molto, molto azzeccata la riflessione di Chiara in merito alla diversità di "intelligenze" che si possono incontrare fra gli studenti; in più io personalmente non ho mai avuto nulla contro la definizione di un rapporto allievo-insegnante che non é né un'amicizia né un isolamento in caste: anzi, ho sempre preferito il dialogo al monologo ed i maestri ai professori.
Concordo appieno con la regola d'oro dello sfottere, così come con la riflessione sulla qualità degli studenti e la qualità dei programmi ministeriali. Il fosso, insomma, si sta scavando con due sponde: uno studente imbecille di qua, un voto troppo generoso di là, pigrizia da una parte, basse aspettative dall'altra. Per fortuna che ci sei anche tu, fra i costrittori.

Villani, nomen omen.
Certo che mi hai incuriosita!
Sapevo che doveva esserci una spiegazione e questi tuoi accenni all'ideale...ah, io sono interessatissima agli ideali, soprattutto per capire quanti danni possono procurare prima di diventare parte positiva di un essere umano. Lo so bene io stessa, quando assumo opinioni granitiche e mi trasformo in una sorta di panzer (vedi, sarei un'assistente-incubo, lo so).
E le elucubrazioni di Chiara sono esattamente quelle che ho sfiorato io stessa, esaminando un'opzione dopo l'altra.

"l’istinto che ti spinge verso o contro di lui non è quello della violenza, ma quello del sesso"
E' strepitosa.
Anzi, me la metto su Facebook come status, perché riassume il mio principale atteggiamento sentimentalsessuale.

Le e-mails! Credo siano un po' l'incubo di tutti i laureandi. Presumo d'aver passato interi pomeriggi ad aspettare una risposta, un minuscolo segno di comprensione o almeno di disdegno, purché si manifestasse. La mia ex relatrice risolveva con un "parliamo nel mio studio", che finiva per essere più impegnativo - ma meno stressante - di aspettare responsi via e-mail. E non trovo del tutto fuori luogo la schermaglia di messaggi: non proprio con quel tono, ma mi é capitato più volte di essere sottilmente accusata di rompere le scatole (dalla segreteria, da un docente, da un assistente, etc) per via di una richiesta di delucidazioni. Ed anch'io tendo ad uccidere il mouse in quei momenti.
Alessandra ha tutto il mio appoggio.
Mi chiedo sovente se questi uomini che tergiversano lo facciano: a) per totale mancanza degli attributi che la genetica dovrebbe conferire soltanto a loro materialmente e che abbondano, spiritualmente, fra noi fanciulle; b) per mancanza di coscienza di ciò che vogliono e più ancora di come ottenerlo; c) perché credono pure che sia una tattica vincente (lo sarà in qualche caso: io mi stanco molto prima di loro, in compenso). In più, s'intende, adoro il piglio diretto e rapido con cui rovescia l'increscioso incontro con Villani. Il mio tifo é alle stelle.

Insomma, ottimo capitolo come sempre.
Adoro come riesci a combinare un ritmo vertiginoso, privo di tempi morti, con una straordinaria ricchezza di particolari funzionali all'atmosfera, curatissima ed efficace.

Recensore Veterano
07/09/10, ore 23:55
Cap. 2:

C'è voluto un po' per buttare giù questa recensione, ma spero di riuscire a dare un senso alle mie parole. ^^
La prima parte l'ho amata. Ho sentito te, in Chiara, ho visto una persona. Vedere, percepire una persona in una storia non è facile: mettere tre parole in croce e toccanti per far commuovere è poca cosa; usare le parole giuste e non altrettanto appariscenti o immediate per arrivare allo stesso risultato, non lo è altrettanto.
Mi spiego: la prima parte, quella riguardante lo scorcio sulla professione di Chiara, non è atta per forza a commuovere.
Però io mi sono commossa.
C'ho visto amore e dedizione per il proprio lavoro, attenzione per i propri studenti, desiderio di andare loro incontro per capirli quando necessario.
E' inevitabile, per me, ripensare al mio ultimo anno di superiori; soprattutto, di riassociare la figura di Chiara - e di te - alla prof di economia di quell'anno: venne da noi solo in quinta e bastò quel breve periodo per sentirla in sintonia con noi - pur avendo anche lei, ovviamente, quei "lati no" di ogni prof che gli studenti non amano ;)
Non so, anche il vedere gli studenti così, dalla parte dell'adulto e del docente, è qualcosa che ti fa sorridere e ti trasmette anche un po' di malinconia: il tempo per le sciocchezze finisce, è breve, eppure sembra tutto così importante, così essenziale... E non ci si rende conto che, per l'appunto, sono solo sciocchezze.
E Sivieri mi ricorda tanto un mio vecchio compagno di classe: mah, sarà che in ogni classo il pagliaccio di turno è assicurato.

La seconda parte, per me - pur concordando con le parole di Alessandra: è istinto sessuale, quello - inizia nel momento in cui si affronta il tema dell'amore.
Fantasia e realtà, quale triste binomio.
Non c'è niente di peggio di avere un animo portato a sognare e che non riesce ad interagire con la vita di tutti i giorni.
Mi sono ritrovata sul discorso attrazione, almeno in parte: se mi dovessi chiedere chi è il mio uomo ideale, non ti saprei rispondere.
Forse a risposta diretta ti direi "moro, occhi chiari"; ma poi mi ricordo che pure Brad Pitt ai suoi tempi d'oro non era male. E di certo moro non era.
Ma ciò che si legge nei libri, purtroppo, il più delle volte NON coincide con la realtà. Il più delle volte, mi ritrovo a considerare più reali ed emozionanti le storie che non finiscono propriamente bene - o che comunque procedono in maniera difficoltosa - perché le sento più reali (se scritte bene, chiaro).
Mi ritrovo a leggere storie d'amore romantiche in maniera distaccata, nella mente il pensiero "è solo un libro" - ed è grave, quando questo pensiero non ti viene soltanto per i film.
In ogni caso, a parte questo mio sproloquio, se Chiara crede davvero che le vampate di calore siano dovute al caso o al momento, le conviene mettersi il cuore in pace.

Ooooh, la parte all'ingresso l'ho A D O R A T A!
Alessandra, mitica, mitica Alessandra.
Se non ci fosse stata lei ha raccogliere la bava - e l'orgoglio, soprattutto - della nostra Chiara, non so cosa sarebbe successo.
Lui è un buzzurro cafone, un macaco della peggior specie.
Cielo, se fosse donna l'avrai già etichettato con 'zitella acida'.
Ma zitello lui non è, di successo con le donne ne ha fin troppo :|
Però è fastidioso, maremma, come il ronzio di un cimice nel cuore della notte - perdono, è la prima metafora che mi è venuta in mente. Autobiografica, oltretutto.
Di fa salire il nervoso in un nanosecondo, il desiderio di mandarlo a farsi fottere che è fin troppo prepotente.
Mannaggia lui!
Ed Alessandra è grandiosa nel rimetterlo in riga, nel rispondergli pan per polenta e farlo sentire, per un attimo, una cacchetta.
Anche se l'amaro finale, per l'ultima battuta di Chiara, risulta quasi accentuato dopo quell'incontro.

L'incontro con Villani è stato un incontro di fioretto, anche se quell'uomo sembra avere sempre una marcia in più.
Aggressività, desiderio, attrazione, antipatia.
Questi due fanno faville, tanto sono scarichi.
Come dice Alessandra, per la prima volta Chiara sta scoprendo cosa vuol dire avere degli ormoni impazziti verso qualcuno ed è chiaro che la cosa non può essere che destabilizzante, soprattutto se questo qualcuno altro non è che Villani.
Villani che urta ed al contempo attizza.
Però è vero, c'è troppo astio da parte su nei confronti di lei.
Troppo, per delle persone che non si sono mai viste.
E qui partono le congetture: il suo comportamento scaturisce dal fatto che si conoscono già - cosa per cui io non propendo - o perché Leo Leo si ritrova a fare i conti con certe emozioni che non credeva possibili?
Emozioni nate anche attraverso la tesi di Chiara, che ha risvegliato la parte più "sensibile" - nel senso che si lascia andare ai sensi e non alla ragione - di lui?
Dici che è un uomo che ha paura... quando ho letto il pezzo in cui le fissa le labbra, lucide di burrocacao, e poi ritorna in sé, là c'ho visto un attimo di smarrimento, quasi si fosse lasciato andare più del previsto.
Curiosa, curiosa, curiosa, curiosa!!!

E recensisco più che volentieri, sappilo, anche se i miei tempi sono lunghi - ma è un mio problema, questo :|
Le riflessioni finali sono perfette, come tutte quelle presenti nella storia.
Credo che la lotta interiori di Chiara sia quella che ti creerà più problemi, perché non è semplice gestire una situazione come la sua, ma sono sicura che lo farai al meglio!
Sono scoppiata a ridere quando hai detto di essere tornata al locale xD
Ti ho immaginata a scrutare ogni angolo, magari nello stesso posto in cui Chiara becca Leonardo. ^____^

Poi... ho letto gli altri commenti - ebbene sì, persona curiosa sono u.u - e secondo me il tuo stile va più che bene.
Questa non è certo una storia che va lette velocemente o senza rifletterci su.
Di più, ha tutte le carte in regola per dimostrarsi una signora storia.
Trovarne di scritte così bene, così approfondite e curate...
Dai migliori si pretende sempre di più, è vero, però non mi sembra il caso di impuntarsi su uno stile che, secondo me, non ha bisogno di modifiche - e parlo sempre personalmente, da ragazza che sicuramente l'italiano non lo conosce perfettamente.
Il discorso battute/riflessioni è sempre ostico, sempre.
Quanto dar spazio allo scambio di dialoghi? Quanta riflessione metterci in mezzo?
Di più, si tratta di una storia in terza persona singolare.
Non lo so, io posso solo dire di essermi immedesimata in ciò che hai scritto e di averlo letto senza problemi, con il giusto tempo che meritava.
L'unico mio consiglio, per te, è sempre stato quello sui periodi lunghi, ma è poca cosa. Può darsi che capitino dei momenti in cui ci si può perdere nella storia fra dialogo e dialogo, ma non mi sembra questo il caso - e, se ci sono, sono rari: qua le battute erano serrate ed il momento delle riflessioni trovava il suo posto.
Io non trovo nulla da ridire e ti faccio solo che i miei più sinceri complimenti.
Brava, brava, brava.

Un bacione ed al prossimo!!!
Anthea

Recensore Junior
07/09/10, ore 16:36
Cap. 2:

Dovevo recensire appena letto il capitolo ma un po' la fretta un po' le miliardi di cose da fare non ce l'ho fatta oggi mi metto di impegno per scrivere qualcosa. Non voglio che la mia solita indolenza abbia la meglio su di me e quindi eccomi qua.
Chiara emerge sempre più in questa storia a confine tra i sogni e la realtà in cui ogni passo può spingerti da un lato o dall'altro del precipizio. PErchè sempre il dualismo che da il titolo alla storia si fa strada nella mente e tu continui a riproporlo come se fosse una nenia. Si perchè è il fulcro questo dibattersi tra ciò che si scrive e ciò che si vive. Non c'è mai soluzione di continuità tutto sembra capovolgersi in questo gioco di sentimenti e provocazioni. Chiara professoressa mi ricorda tantissimo il mio mitico prof di letteratura che si comportava esattamente così e io ero (non per vantarmi ma per spiegare of course) l'allevia brava con lui mentre ricordo ancora il nonello lo scansafatiche l'ultimo tra gli ultimi e che lui incoraggiva sempre a fare di più. Mi manca tantissimo e leggerlo mi ha riportato indietro nel tempo. Le sue insicurezze emergono sempre di più e culminano con lei che rimanda la mail impaziente e lui che diventa sempre più scontroso nascondendosi dietro il ruolo del duro perchè neanche lui è esente da questa lotta interiore da questo tumulto che li lega tra la carta e la carta. E' un life motiv che va ripetendosi e che scandisce il tempo dell'azione in modo straordinario e quando sembra arrivare al culmine ecco che ci offri un'altra sfaccettatura un'altro modo di vedere le cose perchè la prospettiva non è mai univoca chiama sempre più punti di vista.
La scena dietro il paravento e poi l'arrivo di lui mi ha lasciata senza parole nel senso che ogni volta che i battibecchi si ripropongono mi ritrovo a chiedermi cosa spinga davvero Leonardo perchè c'è qualcosa che lo pungola. Mi è rimasto impresso che Chiara leggendo le sue pubblicazioni noti come manchino dell'amore per la carta passami il modo e come quindi lui sia più profondamente immerso nella carne al contrario di lei che alla carne ha rinunciato.
Spero di non aver scritto un mare di cretinate come al solito sto riflettendo molto e credo di trovarmi anche io in una situazione di stallo in cui la carne è passata in secondo piano.
Complimenti anche perchè portare avanti una storia del genere non è facile e mette molto indiscussione. Non smettere anche se il tuo incoscio ti ripete che stai facendo la cosa sbagliata zittiscilo perchè invece stai facendo la cosa giusta... Buon lavoro
Lady Jadis

Nuovo recensore
05/09/10, ore 12:15

Buongiorno! Dopo aver riassettato casa mi sono detta :" ora mi metto sul divano e finisco Black friars! Ma no, voglio cominciare di carne e di carta!!" . Non mi pento affatto della scelta anzi, sono entusiasta!! Infatti è anche la mia prima volta nel recensire,non amo molto scrivere e non sono brava a tradurre a parole le mie sensazioni, quindi MI PIACE MI PIACE. Mi sembrava di essere nell'ufficio di toccare la scrivania e di vedere i personaggi. C'è poco da dire, sei brava!!!!

Recensore Junior
04/09/10, ore 17:20
Cap. 2:

Wei! Anche se sono stata a scuola ieri per l'esame di fisica, devo dire che è stato bellissimo entrare nella classe di Chiara.
NO, non è stato traumatizzante, lei è davvero spassosa..
Dunque.. La capisco Chiara porétta, anche nelle grandi città capita di incontrare qualcuno, soprattutto se è l'ultima persona che vuoi vedere in quel momento! (Bei ricordi! >.<" )
Certo che però è antisgamo! Comunque dovrei istruirla, ci sono sempre un sacco di battute adatte a quei momenti che ti parano il fondoschiena!
Sai, essendo io e le mie amiche molto simpatiche alle figuraccie, che ci vengono a fare visita spesso, abbiamo dovuto attrezzarci a dovere!
Assolutamente spassosa la parte del bacio tra le due amiche, non tanto per l'evento in sè quanto per le reazioni di Leonardo!
La nostra Chiaretta di deve svegliare un pochino.. Cioè, da quello che ho capito non è una befana, quindi non dovrebbe sorprendersi del fatto che oltre a macachi giganti attiri pure dei bei ragas..
Adoooooooooro questi papiri, anche se è la tua prima volta con gli originali stai dando vita ad una storia semplice, ma proprio per questo bella e credibile, facendoci anche conoscere dei personaggi davvero fantastici e completi.
Grazie!

Recensore Junior
04/09/10, ore 16:38
Cap. 2:

Una parte di me è restia a lasciare questo commento, che farà di me un po' un(a) Leonardo e non certo perché ho un bel paio di occhi blu o una mandibola virile, soprattutto dopo la gentilezza che hai mostrato nei miei confronti dandomi utilissime dritte su come impostare una recensione; ma proprio per lo stesso motivo l'altra parte di me mi spinge a scriverti qualcosa, un po' per farti vedere quello che ho imparato grazie a te e un po' perché ti sei sempre mostrata aperta al dialogo. E io sono sempre avida di parole.
Ho letto questi primi due capitoli con qualche difficoltà e, dopo averli riletti e averci riflettuto, credo di avere individuato due problemi che vorrei esporti: il primo riguarda la struttura e il secondo riguarda invece lo stile.
La difficoltà principale di scrivere una storia "originale" (utilizzo questo termine per descrivere un racconto che non è una fanfiction) è essenzialmente il fatto di "non avere la pappa pronta"; non fraintendermi, non intendo certo dire che scrivere fanfiction sia "più facile" che scrivere un racconto originale, ma è senz'altro vero che spesso gioca a favore dell'autore il fatto che il lettore "già conosca" alcune cose: l'aspetto fisico dei personaggi, il loro back-ground, l'ambientazione generale e così via. Capisco quindi la difficoltà di fondo del dover presentare al lettore qualcosa di "completamente nuovo", un personaggio mai visto prima, e soprattutto suscitare dei sentimenti nei suoi confronti: empatia per Chiara, iniziale antipatia per Leonardo, eccetera eccetera. Il rischio è quello di finire per “rigurgitare” le informazioni e credo che sia questo, appunto, il grande problema della struttura narrativa che hai scelto.
Per quanto le battute dei personaggi siano briose e spigliate, esse sono – soprattutto nel primo capitolo – intervallate ogni volta da lunghissime digressioni che risucchiano il lettore via dalla scena principale (Chiara e Leonardo nello studio della professoressa, ad esempio) e lo costringono a “scivolare” da un'altra parte, a leggere un'altra cosa, a “distrarsi” e a perdere il ritmo, per poi tornare di nuovo a seguire un altro filo del discorso. Le digressioni sono, e non lo metto in dubbio, sono spesso utili per approfondire il passato e la personalità di un personaggio (in questo caso specifico di Chiara che, essendo la narratrice impersonale di questa storia, è il punto di vista attraverso il quale seguiremo la vicenda e svilupperemo anche gli altri personaggi) ma bisogna utilizzarle parsimoniosamente, per due motivi: il primo riguarda il ritmo della narrazione e il secondo riguarda, appunto, l'abitudine dell'info-rigurgito.
Le digressioni rallentano moltissimo il ritmo della narrazione, soprattutto durante uno scambio di battute: come ho già detto, il lettore è costretto a seguire due livelli narrativi distinti, quello principale del dialogo e quello secondario della/delle digressioni; ogni volta è come se dovesse scendere e salire una rampa di scale per tornare nel corridoio principale e questo “stacco” rende il procedimento del dialogo zoppicante. Da una parte, infatti, il lettore non riesce ad immergersi nell'atmosfera della scena (ed è un peccato, dato il vivace scambio di battute tra i due protagonisti, che crea una viva tensione sessuale) e dall'altra si perde anche il livello “fisico” dei dialoganti, che di certo non sono due marionette che si muovono su uno sfondo bianco: è come se io e te stessimo guardando una puntata di un telefilm in cassetta e tu mettessi in pausa ogni due minuti per raccontarmi quello che è successo prima o quello che succederà dopo questa puntata; intanto io guardo l'immagine statica, immobile, dei due personaggi, che tra una battuta e l'altra ciondolano sulla scena aspettando che la digressione finisca.
Il problema dell'info-rigurgito è più complesso. L'info-rigurgito è il “rovesciare” sul lettore una serie di informazioni, magari anche importanti per la storia, in maniera pedante e priva di grazia. Le informazioni dovrebbero trapelare da azione e dialogo, non essere sbattute in faccia al lettore. E questo non perché sia una regola, ma perché l'info-rigurgito è noioso. L'info-rigurgito si esplica in due modi principali: con l'intervento diretto dell'autore oppure attraverso dialoghi e pensieri farlocchi.
Il primo modo è il più brutto ed è purtroppo quello che, secondo me, tu hai inserito nel racconto. Con questo tipo di info-rigurgito, infatti, la narrazione viene interrotta e l'autore “sale in cattedra” per insegnare al lettore. Un esempio lampante di questo errore l'ho trovato nel primo capitolo:
- Come sarebbe che non vieni? E mi lasci sola a subire l’assalto del club delle prime mogli?
Il 
‘club delle prime mogli’ era una citazione dal film omonimo, che Chiara e Alessandra avevano visto insieme, e che trattava appunto di mogli abbandonate o tradite dai mariti, che si ricostruivano comunque una vita; il trio però di cui Alessandra stava parlando al telefono non aveva decisamente la stessa simpatia e la stessa vitalità delle meravigliose protagoniste di quel film. Al Liceo Scientifico, che le due ragazze avevano frequentato come compagne di banco, c’erano sempre state poche femmine; nella loro classe, oltre a loro due, c’erano solo altre tre fanciulle, che avevano passato un’adolescenza in grado di far impallidire Tinto Brass e che poi avevano tutte insieme messo la testa a posto, si erano tutte insieme sposate, avevano tutte insieme fatto un pargolo e si sarebbero presto e probabilmente fatte tutte insieme una liposuzione. Convinta anche che presto avrebbero tutte insieme divorziato, cornificando col giardiniere il marito che già le cornificava con la governante, Alessandra le aveva appunto già preventivamente ribattezzate ‘le prime mogli’.
Pam. L'azione si interrompe, la realtà virtuale sfuma e ora non ci sono più Chiara e Alessandra che parlano, ma tu, autrice, che spieghi al lettore il perché e il percome della citazione che hai usato. Quello che conta è la storia, non la citazione! La reazione del lettore di fronte a questo tipo di info-rigurgito è “sì, ma a me?” E non perché l'idea sia brutta, o noiosa, o inutile ai fini della storia, ma perché messa giù così è solo... un libretto delle istruzioni. Le informazioni in sé non sono interessanti, è come vengono integrate nella storia che le rende interessanti.
La soluzione all'info-rigurgito è mostrare. Non sto dicendo di non approfondire il personaggio di Chiara, di non spiegare i suoi trascorsi e via discorrendo. Per carità! Anche l'episodio delle sue ex-compagne di liceo è un modo per sfumare lei e ciò che l'ha formata, ed è utilissimo e prezioso come tutte le altre piccole cose che fanno di Chiara quello che è. Quello che non mi convince è il modo in cui inserisci queste informazioni, questa fretta di metterle giù, come se le "sbattessi" in faccia al lettore. In questo modo gestisci due livelli narrativi: uno è quello dell'azione mostrata, quello dell'azione vera, dove Chiara è un personaggio vivo che io riesco a immaginare mentre si muove, parla, ride, si arrabbia, legge su internet le informazioni su Leonardo e via discorrendo; l'altro, invece, è quello dove non c'è più realtà virtuale, è tutto raccontato, e mi immagino te, autrice, che mi spiattelli le informazioni che non hai saputo o voluto mostrarmi con della vita vera. È una scelta che in un certo senso mi viene da giudicare pigra, anche perché so che riesci meravigliosamente ad evitare scivoloni come questi. Basta leggere, nel secondo capitolo, il dialogo tra Alessandra e Chiara in coda per entrare nel locale: brioso, vivace, attivo e vivo, dove tutto prende vita nelle azioni e nelle battute dei personaggi e non nelle tue digressioni; i personaggi sono vivi perché sono vivi in quel momento, non perché tu, autrice, mi elargisci brani della loro biografia e dei loro trascorsi al liceo.
L'info-rigurgito, inoltre, credo sia a monte dell'altro problema che ho riscontrato, quello riguardante lo stile. Dal momento che, durante le digressioni, non c'è più vera azione, ma solo il resoconto di quello che c'è stato o di com'è la personalità di Chiara, spesso finisci per usare un lessico ed una sintassi molto... documentale. In certi punti sembra davvero di leggere una circolare amministrativa; uno stile tecnicamente irreprensibile ma assolutamente non adatto ad una commedia romantica. Mi rendo conto tuttavia che si renda necessario nelle digressioni, perché lì non c'è vero pathos, non c'è vera vita, non c'è vera azione: è solo la spiegazione di una cosa. Perché Chiara è sempre puntuale. Perché Chiara odia gli assistenti. Perché Alessandra e Chiara chiamano le loro “amiche” del liceo “il club delle prime mogli”. Spiegazioni. Digressioni.
Tutto ciò contrasta ferocemente con la vita che invece si respira quando ti concedi di “non spiegare”, quando fai davvero muovere e parlare i tuoi personaggi e non imponi la tua presenza di narratore nelle digressioni. I dialoghi, soprattutto quelli tra Alessandra e Chiara, sono piacevoli, vivaci e vividi, davvero amichevoli, davvero complici, e senza inutili spiegazioni o lunghe digressioni sul perché e il percome le due siano diventate amiche: la loro si amicizia viene mostrata attraverso le azioni e i dialoghi, non raccontata nelle digressioni.
Credo di aver detto tutto quello che dovevo dire, forse anche troppo. È un papiro di ben... oddio, quattro pagine su openoffice. Oh cielo.
Spero di aver espresso con chiarezza le mie opinioni e di aver saputo sfruttare i consigli che mi hai dato sul... tono (non so se sia proprio il tono, però ci siamo capite) con cui esprimerle. Se non altro, spero di poter sentire le tue, di opinioni, in merito. Adoro il confronto, soprattutto se posso imparare qualcosa. Finora, tutte le volte che ho avuto a che fare con te (oddio, sembra la battuta di un film western) ho sempre imparato e di questo ti ringrazio. :)

Recensore Junior
03/09/10, ore 17:14
Cap. 2:

cercherò di recensire più spesso! ;)promesso! :) parlando della storia...mmmm..la scena di chiara e alessandra è troppo simpatica..nel senso che l'hanno proprio fregato il nostro leonardo! che continua a essere un po' odioso! però non riesco a capire cosa prova lui..anche il ragionamento di alessandra è vero, se non avesse voluto farsi vedere, non avrebbe origliato la conversazione e nemmeno si sarebbe sorpreso così tanto al bacio tra le due ragazze. perchè penso che il suo stupore sia derivato dal fatto che una delle due era la "sua" dottoranda.
simpaticissimo lo scambio di battute in classe. averla una prof che quando è stanca porta un film invece di interrogare!!

Recensore Veterano
03/09/10, ore 14:16
Cap. 2:

Questo capitolo fiume che,alla prima lettura,mi aveva stordito si rivela fin troppo ricco di informazioni,di battute feroci e passaggi esilaranti.Per questo motivo dimenticherò sicuramente diverse cose che mi hanno colpito.
Chiara come insegnante è stata uno spettacolo specie se paragonata alle mummie che hanno popolato la mia carriera scolastica.
Chiara: questa donna pensa troppo davvero,analizza ogni sensazione,si interroga su ogni sintomo e si pone infinite domande a cui cerca risposta.Ma le manca la preparazione in questo campo ed infatti non vede l'ovvio e continua a girare spaesata.Meno male che l'amica-grillo parlante l'aiuta ad orientarsi, " Benvenuta nel mondo delle donne con gli ormoni normalmente funzionanti" parole sante!Mi prostro davanti ad Alessandra.
Personalmente non capisco come una donna giovane come Chiara possa già essersi rassegnata a non provare gli istinti più carnali,come possa già accontentarsi di tiepide passioni.Ben venga il figo-villano a sconvolgerle gli ormoni ammuffiti!! La terapia è d'urto ma a volte è l'unica soluzione.
Mi accorgo ora di aver delirato a lungo...
Brava,non mi stancherò mai di dirtelo!
Paula

Recensore Junior
03/09/10, ore 00:55
Cap. 2:

pure gli Abba...se non fossimo entrambe sposate e con prole, chiederei la tua mano :-D
Somma comprensione per l'esame di storia dell'arte,essendomi laureata in storia dell'arte medioevale e moderna, gli esami in cui mi toccava riconoscere un'opera da un pezzettino di cielo o dalla foglia di un albero, si sono davvero sprecati. Però le descrizioni astruse delle opere che puoi permetterti mentre scrivi la tesi sono impagabili (vuoi mettere in quanti modi può ricadere un panneggio??)
Prima che tu decida di non leggere più le mie recensioni: concordo con un Leonardo bello bellissimo, che cavolo, se fantasia deve essere, che lo sia fino in fondo! Adesso cerchiamo di scoprire il perchè di tale atteggiamento nei confronti di Chiara...o meglio, visto il periodo faticoso sul fronte lavorativo, i miei due neuroni hanno deciso di non scomodarsi per nulla e di attendere trepidanti insieme a me (non che abbiano altre possibilità)i prossimi capitoli

Recensore Veterano
03/09/10, ore 00:50
Cap. 2:

Leggo questa tua nuova storia in un momento in cui la frase "di carne e di carta" sarebbe un titolo adatto anche per queste mie ultime giornate. Sono sempre stata una dall'innamoramento cartaceo (o telefilmico, in particolare telefilmico) molto facile... Adesso per esempio sono in una fase in cui se non vedo almeno una puntata al giorno di One Tree Hill sto "male", è peggio di una droga...!!! Nathan Scott è una droga, forse non lo conosci, non ha importanza... Il fatto è che anch'io come Chiara sono sempre stata forte con gli uomini di carta e di... pellicola, un po' meno con quelli reali.
Ma, a parte questo, ho trovato altre attinenze con la tua storia...
Oggi ad un colloquio di lavoro il ragazzo che mi stava intervistando mi ha chiesto: "Come va con la scrittura?" e poi "Lei scrive?"... ed io mi sono ritrovata a sorridere rimanendo per un attimo senza parole, immaginandomi che faccia avrebbe fatto se gli avessi detto "Sì, su un sito di fanfiction. Ho scritto su Twilight, sa e anche su Harry Potter. Ah, per non parlare di Robert Pattinson."... poi ovviamente ho risposto tutt'altro, qualcosa di molto simile a "No". Insomma, qualcosa di molto simile ad una bugia.
Ci sono giorni in cui penso che tutto questo sia stupido e inutile (perchè ci sono tanti che lo pensano, anzi, che lo penserebbero), altri in cui diventa qualcosa di fondamentale, di cui non vorrei mai fare a meno...
Immagino però che a volte due mondi non si possano davvero far incontrare, vero? Se trovassi il posto in cui si incontrano, credo che troverei anche il mio, di posto. Per ora, continuo a cercare. ;)

Tutto questo per dire: le tue storie potranno essere "leggere" quanto vuoi... per me (e credo non solo per me) sono spesso fonte di riflessione e di questo ancora una volta ti ringrazio. I complimenti te li faccio un'altra volta, ma sai che sono impliciti. :)

P.S. Con la prima parte di questo capitolo mi hai fatto quasi venire voglia di diventare professoressa... è grave? ;P

Recensore Junior
03/09/10, ore 00:12

prima dei consueti complimenti, una riflessione: com'è che quando ho frequentato io l'università gli assistenti erano, sì, stronzi, ma di così bello non ce ne fosse nemmeno uno?? vabbè, mi ero invaghita del prof di psicologia dinamica, ma da un punto di vista puramente intellettuale, essendo lui, già ai tempi,non proprio un giovincello! diciamo che se le domande assurde su Dante me le avesse fatte uno come Leonardo...beh, avrei anche accettato di tornare due-tre-quattro volte :-))
Ok, Francesca, entriamo nel mondo di Chiara, quindi...corro a leggere il secondo capitolo! Baci