KyuMin, Sungmin/Saeun
« Min…? »
« Mh…? »
« A me comunque il rosa fa schifo. »
« Aish! Ti odio, Cho Kyuhyun! »
« Però a Saeun il rosa piacerà di sicuro. »
« … »
« … »
« Avrei preferito piacesse a te… »

WonKyu
« Kyu… », mise le mani avanti Siwon, pronto a ripararsi; una nota di panico nella voce. « Perché sei così arrabbiato? », domandò pacato.
Kyuhyun sputò fuori l’aria dai polmoni con indignazione: « E me lo chiedi pure? Io ero lì a dirti come mi sento e tu mi attacchi in faccia? Ma perché non te ne vai a ‘fanculo, cazzo? Tu e quella nuova casa di merda! »

«Chi. E’. Stato.», sibilò Heechul con gli occhi ridotti a due fessure e un istinto omicida pari solo a quello che abitava vita natural durante l’animo di Heebum.
«Non guardarmi.», mise le mani avanti Siwon. Lui quelle cose non le faceva.
«Io sono appena entrato!», si difese Leeteuk, sbucando dalla cucina con in mano una tazza fumante di thé.
«Io non so neanche di che cazzo stiamo parlando…», sbuffò Kangin.

KyuMin, Sungmin/Saeun
Sungmin annuì stancamente, stringendo ancor di più le sue braccia che avvolgevano il suo petto come in un abbraccio, tornando a guardare fuori dalla finestra sperando di vederlo arrivare di corsa.
Tuttavia, i minuti passavano e oltre alla neve, null’altro copriva la strada.
Nessun passo. Nessuna orma. Nessun uomo. Non Kyuhyun.
Dove sei?

EunHae
Nella penombra dovuta al pesante tessuto, intravide qualcosa penzolare dal bordo del suo pigiama.
Si tirò in piedi di scatto, terrorizzato irrazionalmente che potesse essere un serpente o qualche altra bestiaccia; ma quando fu in piedi e fissò il punto incriminato del letto dove c’era quel qualcosa, lo vide vuoto.
Con un sudore freddo che gli percorreva la schiena, guardò giù e notò che quel qualcosa di penzolante, di un vivace color rosso, era ancora addosso a lui.
Lo prese a manate, cercando di scacciarlo, ma senza successo.
Si mosse qua e la, svolazzante, ma non si staccò.

Quel colore così giallo, tendente quasi all’arancione, era affascinante. Era pastoso, un po’ liquido ma non troppo; liscio e vellutato, caldo. Molto caldo. E la sensazione che dava sulla pelle, a Leeteuk piaceva.
Quando però Ryeowook, lì inginocchiato vicino a lui, coprì quel giallo con una pezzetta bianca e lo strappò via con forza dalla sua pelle, improvvisamente il giallo fu sinonimo di dolore.

Se c’era una cosa che Shindong amava sopra ogni cosa, era sua mamma. Lo viziava in ogni modo possibile, cucinandogli un mucchio di roba squisita anche quando era a dieta.
Però, l’unica volta in cui non andava volentieri a trovare sua madre, era il giorno del suo compleanno.
E non perché non ci fossero sufficienti cibi succulenti ad attenderlo (quelli erano l’unica cosa che lo convinceva ad andarci comunque ogni anno!), ma bensì perché il regalo di sua madre era lo stesso ogni anno da quando era nato: un maglione. Di lana.

Se si teneva conto della velocità con cui Donghae aveva poggiato la testa sui suoi pantaloni di cotone rossi e si era addormentato come un bambino, di sicuro la fiducia del minore verso il suo hyung era enorme.
Il calore si infiammò e danzò al centro del suo petto, rendendogli gli occhi lucidi di amorevole commozione.

Heechul sbuffò: « Odio quello spazzolino. », cambiò discorso.
« Anche io odio molte cose, ma non sto sempre a lamentarmene. », fu la pronta risposta del minore.

Si era sentito solo.
Per molto tempo.
Ecco perché aveva cominciato a bere.
Quando si guardava allo specchio, a quel tempo, il riflesso che gli rimandava lo specchio, non gli piaceva neanche un po’. [...]
Il suo riflesso adesso era molto diverso da quello dell’epoca.

accenni EunHae
«Stai scherzando?», domandò Ryeowook, sconcertato.
«Ti sei bevuto il cervello.», affermò Heechul.
«Tu sei completamente fuori di melone.», concordò Kyuhyun.
«Non puoi avercelo proposto seriamente, dai...», rise nervosamente Leeteuk.
«Io sono favorevole.», annuì convinto Donghae.
«Figuriamoci...», borbottò Siwon, dandogli uno scappellotto.
«È solo una cosuccia piccola piccola...», sorrise a tutti denti Eunhyuk, colui che aveva scatenato il putiferio con la sua bizzarra richiesta.

Dieci anni.
Dieci.
A nessuno di loro sembrava possibile.

“Questioni canine. Chiamami appena puoi”.
Così diceva il messaggio che gli aveva mandato sua madre.
Anche se era sul set di uno dei tanti servizi fotografici per la SPAO insieme a Leeteuk e Kyuhyun, corse a perdifiato fino al bagno dove si chiuse e subito telefonò alla madre. Il cuore in gola. Cos’era successo alla sua amata Choco?

« Avanti, Heebum… vieni qua! », cinguettò e ringhiò al tempo stesso Heechul, ricorrendo il suo gatto per tutto il dormitorio mentre con i calzini neri con le papere gialle slittava sul parquet.
Ma Heebum non ne voleva proprio sapere di farsi prendere dal suo padrone.

Leeteuk non aveva molto ricordi della sua infanzia, ma c’era una cosa che non riusciva a dimenticare. Risaliva ai tempi dell’asilo, e riguardava una bambina coi codini e la frangetta che gli sorrideva. Non aveva gli incisivi davanti, ma quella finestrella era tenera e dolce, e rendevano il suo sorriso ancora più luminoso.
Ricordava come, con aria timida e le guance rosse, gli allungava i pastelli per colorare.

Donghae era sempre stato affascinato dal cielo.
Camminava sempre col naso rivolto all’insù, e non sbagliavano quando gli dicevano che aveva sempre la testa tra le nuvole.

KyuMin
Fare l'amore era bello sempre, con Kyuhyun. Ovunque, se fatto con lui, andava bene.
Lo avevano fatto... ovunque.
Ma se Sungmin avesse dovuto stabilire qual era il posto dove preferiva farlo, di sicuro avrebbe detto il letto.

YeWook
Se c’era una cosa che Ryeowook odiava – oltre ad una lunga serie infinita di cose – era la luce al mattino.
E il suo dannato compagno di stanza Yesung aveva la schifosissima abitudine di spalancare le tende ogni benedetta mattina, dando così la possibilità alla luce di penetrare della finestra e arrivargli dritta in faccia.

E’ stato solo un brutto sogno, pensò con sollievo.
Sungmin lo raggiunge e lo guardò con curiosità: «Hai fatto un brutto sogno, Ryeonggie?», domandò, carezzandogli piano la schiena per calmarlo.
Ryeowook si girò a guardarlo con la faccia allucinata: «Era un incubo, hyung. Un incubo!»

EunHae
Su una nuvola.
Era così che si sentiva Donghae quando era con Eunhyuk.
Leggero, così tanto che poteva galleggiare nell’aria.
Il corpo era leggero, ma anche la mente e il cuore.

KangTeuk
Leeteuk carezzò la sua scatola piena di tea al ginseng.
« Amori miei… », sospirò.
Finché aveva il suo tea, era felice.

Con quel profumo nauseabondo in tutte le stanze, sembrava sempre che ci fosse Heechul in agguato da qualche parte, pronto a sbucare fuori e a farti sentire mortalmente in imbarazzo come solo la Regina poteva essere in grado di fare.

Gli occhi offuscati gli rimandano una visione sfocata della realtà.
Il liquido ambrato sembra tremolare tra le mani, e forse il suo corpo trema appena davvero, non lo sa. Non si rende conto. Quel che vede non riesce ad arrivare al cervello e ad essere elaborato in un concetto conosciuto, in un’azione usuale.
Ed è così da mesi.
Perché si riduce così da mesi e mesi.
Perché ormai quel pietoso spettacolo è diventata la sua realtà.

EunHae
Quella spiaggia fu testimone del loro atto d’amore, della loro liberazione, del loro bisogno di stare insieme, sempre e comunque, ricercando ogni momento o posto per riuscire a farlo.

KangTeuk
Il dolore non sarebbe mai passato, ma sarebbe diventato più sopportabile. La rabbia forse ci sarebbe sempre stata, ma non avrebbe prevaricato su tutto. Allacciarsi la cravatta era la prima cosa che faceva da giorni e che un po’ era servito a riprendere coscienza di se.

Suo padre roteò gli occhi al cielo: « Non è un Rolex, Kyuhyun! E’ solo uno stupido computer! »
Il componente dei Super Junior assunse la sua miglior faccia indignata: « Non è solo uno stupido computer! Questo è il SIGNORE dei computer! », si affrettò a difenderlo lui, correndo ad abbracciarne la scatola e strusciandoci la guancia contro.

Sungmin/Saeun
«Guarda che ti senti male...», disse il secondo commilitone.
Sungmin lo ignorò: morire per un’overdose di zuccheri sarebbe stata la migliore delle morti.
E mangiò un’altra ciambella per conferma.

[TeukChul]
« Potevi mettere un cerotto, accidenti! », piagnucolò Leeteuk.
Heechul roteò gli occhi al cielo: « Io un cerotto te lo metterei sulla bocca quando cominci con queste pare mentali, davvero… »

KyuWook, KyuMin, YeWook
« Uhm? », mi domanda Ryeowook, voltandosi a guardarmi con espressione sorpresa: « Devo smetterla di fare cosa, scusa? »
« Di ciucciare roba davanti a me. », spiego « Devi farti una scopata, Wook. »
Ryeowook scoppia a ridere: « Oh, puoi ben dirlo! », ammette. « Comunque anche tu dovresti farti una scopata, Kyuhyun. Hai l’aria da represso. », mi fa notare senza tanti giri di parole.
« E con chi me la faccio? Con l’aria? Sungmin non c’è mai! », sbotto spazientito.
Ryeowook ridacchia: « Ci sono tanti pesci nell’oceano… », cinguetta.

WonKyu
Ma quando rientrò, notò ai piedi del letto un’altra busta. La tirò su e ne versò il contenuto sul letto finalmente sgombro. Si palesarono la t-shirt con la scritta e le mutande di Superman.
« Come ho fatto a dimenticarmele? », ridacchiò tra se.

Yesung amava condividere le sue giornate con le sue ELF. Anche se starnutiva spesso causa maledizioni lanciategli alle spalle (ne era certo), in fin dei conti non avrebbe mai rinunciato a scattarsi foto e a postarle.

accenni KangTeuk
«SIETE DEI MOSTRI!», fu l’urlo indignato e offeso che rimbombò tra le mura del dormitorio dei Super Junior.
«Non è possibile...», sbuffò Heechul, puntellando le mani chiuse a pugno sui fianchi magri. La nuova frangia bionda gli ricadeva floscia sulla fronte, in ciuffi ancora bagnati dalla doccia.
«E’ insopportabile.», concordò Eunhyuk, tirando su gli spaghetti di soia e facendo un gran rumore.
«Uccidetelo.», ringhiò Ryeowook, osservando quella patetica scena con sguardo omicida.
«E’ una vergogna per l’umanità.»

SiChul
Siwon inghiottì a vuoto, cercando disperatamente di non rimanere a bocca aperta: primo perché tutte le mosche del circondario ci si sarebbero ficcate a capofitto prendendola per una galleria; secondo perché non stava bene. Tanto più se davanti a te c’erano almeno cinquecento persone e tutto intorno telecamere. E poi lui le buone maniere le conosceva bene, perbacco!
Inghiottì di nuovo, trascinando giù il groppo indistinto di saliva e bava.
Sì, perché Siwon Choi stava sbavando.
E non poco!
Ed era tutta colpa di Kim Heechul.

SiChul
Leeteuk non voleva credere a quello che sentiva.
No, non poteva essere…
Assolutamente!
Eppure, dalle mura intonacate di bianco del loro dormitorio, quei rumori che provenivano dall’interno di quella stanza, erano assolutamente inconfondibili.

Il tocco è leggero.
Eunhyuk ha paura che carezzarla troppo forte possa sgretolarla, come fosse fatta di delicato cristallo.
Ha quattordici anni, Choco, e la sua vita da cane è stata lunga e benevola.

EunHae
Quel compleanno era stato difficile, il peggiore che Donghae ricordasse.
Era stato il giorno in cui si era arruolato per due anni e aveva dovuto dire arrivederci a tutti. Mettere in stand-by la sua vita per due, lunghissimi, anni.
Era stato il giorno in cui si era dovuto separare da Hyuk.
Un giorno pieno di lacrime e zero sorrisi forzati per non far preoccupare le ELF.
Un giorno in cui Donghae aveva pianto e si era disperato, lacrima dopo lacrima, senza possibilità di fermarle.

EunHae, KyuMin, Dong/ShiNae
« Hyung… » Lo fermò la voce di Sungmin.
« Uhm? », domandò questi, voltandosi appena verso il ragazzo.
Sungmin continuò a guardare il foglio, come in trance: « Hyung… », ripeté « Questa non è una dieta. Questo è un regime alimentare per morti di fame… »

« Rosa, gialla o blu? » La stylist glielo domanda per la centesima volta.
« Oppure? », domanda per la centesima volta Sungmin.
« Oppure il vestito leopardato. », gli mostra la donna.
Sungmin arriccia le labbra, confuso: « Tu cosa mi suggerisci? »
La stylist trattiene a stento uno sbuffo: « Il vestito leopardato te lo sei già messo, quindi è una cosa già vista… io direi di cambiare e metterti una gonna con un top. »

YeWook
«Quindi è questa?», domandò scettico Ryeowook, guardandosi intorno con l’aria di uno che avrebbe dato di stomaco entro pochi secondi. L’aspetto verdognolo della sua pelle, oltre a destabilizzare il suo sistema nervoso, era anche un chiaro sintomo di quanto quella situazione lo mettesse a disagio. Di quanto quella vista lo mettesse a disagio.
«Non è bellissimo?», domandò Yesung, tutto allegro come suo solito, bellamente ignaro degli istinti omicidi che il suo ragazzo stava riversando su di lui. Se fosse stato una persona normale, sotto lo sguardo inceneritore lanciatogli da Ryeowook, probabilmente sarebbe morto sul colpo.
Ma Yesung non era una persona normale.

YeWook
« Dai, Yeyè… apri un po’ di più la bocca… », cinguettò con voce suadente e melodiosa Ryeowook.
Il maggiore, imbarazzato e rosso in viso, sbatté le palpebre un paio di volte prima di decidersi a schiudere le labbra con un moto incerto.
Appena quella cavità fu abbastanza aperta, Ryeowook, con una mossa fulminea delle mani magrissime, ci infilò dentro la punta rossa.
« Mmmhhh… », gemette il minore, leccandosi le labbra e continuando a fissarlo negli occhi.
Yesung passò la lingua su quella punta rossa, sentendone la consistenza.
« Ti piace, Yeyè? »

WonKyu
Sussurrò di nuovo il nome dell’altro, raggiungendo a tentoni la sua nuca e infilandoci la mano dentro per stringergli i capelli scuri in una morsa eccitata; quindi venne con un forte e profondo gemito che gli sconquassò il petto e gli fece fremere tutto il corpo.

La pioggia era tante cose, per lui.
Forse, dopotutto, Donghae aveva ragione: la pioggia è solo il preludio a una bella giornata.
Per ora, la pioggia era solo portatrice di tristezza.
Ma presto sarebbe tornato al dormitorio, a casa.
E lì, la pioggia sarebbe tornata ad essere amica.
Lì, sarebbero tornate ad essere belle giornate.

KyuMin, Sungmin/Saeun
Sungmin è di fronte a me, in lacrime.
Io sono in piedi come uno stoccafisso a cercare di capire, di elaborare quelle parole dolorosissime che mi sono arrivate dritte all’orecchio dalla sua voce.
Anche se ho capito cosa mi ha detto, mi sa così assurdo e paradossale che non riesco a capacitarmi che siano vere.
« T… tu… parli sul serio? », domando confuso, disperato e ferito insieme.
Sungmin annuisce; le spalle scosse dai singhiozzi, pugnalandomi con quel gesto d’assenso dritto al petto.
« Tu mi hai… tradito con quella? »

EunHae
Donghae per Eunhuyk avrebbe dato anche un braccio, un occhio, un orecchio, un dito, la vita. Avrebbe sacrificato qualunque cosa per far sì che Eunhyuk fosse felice.
Ma quello no.
Non poteva.
Mai e poi mai gli avrebbe ceduto il suo cuscino.

YeWook
Leeteuk avanzò verso di lui correndo e ridendo.
Quando gli fu di fronte, mollò ciò che aveva in mano nella sua mano e poi corse via ridendo così forte che persino la musica di sottofondo non fu sufficiente a coprirne il fragore.
Yesung abbassò gli occhi sulla sua mano e guardò l’oggetto che il leader gli aveva lasciato nella sua folle corsa: era azzurro, di un azzurro vivace, allegro. Se non fosse stato così strano che ce lo avesse in mano, quasi quasi sarebbe stato anche bello.
Ma non era bello.
Era imbarazzante.
Perché era una cosa che aveva toccato poche volte e lo stava facendo davanti a tutti, su un palco.
Uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita, senza dubbio.

EunHae
C’era una droga ben più grande e potente, che lo incatenava a se e gli lasciava un sapore profondo sulla lingua, sulla bocca, sulle labbra. Ne sentiva il calore su per tutto il corpo, che si irradiava dai polpastrelli fino all’interno della carne.

Era un pacchetto azzurro, bianco e blu, a fantasia lucida. C’era una coccarda azzurra e dentro sembrava esserci qualcosa di morbido.
Come per l’altro pacco, lo capovolse e sul tavolo bianco cadde una maglia nera. Era a mezze maniche, semplicissima, con davanti una scritta bianca: “Nerd Is The New Sexy”, e dopo la parola Nerd un paio di occhiali modello Rayban.
« Quest’anno, doppio regalo simpatico! », sorrise sua madre.

EunHae
« Vuoi punirmi, Hyuk? »
« Sì. »
« Con tanta cioccolata? »
« Con tanta cioccolata. »
« Non vedo l’ora, Hyukkie… »

KyuMin
«Kyuhyun-ah…»
«Sungmin.»
«Lo sai che giorno è oggi?»
«Il 13 luglio, lo so.»
«E’ il nostro anniversario…»

HenryHae, EunHae
Quando gli occhi di Eunhyuk si posarono su quella scena, dentro il petto gli si accese immediato il fuoco cocente della gelosia.