Salve, sono la traduttrice di A Study In Texting e ho deciso di provare a fare un piccolo esperimento (innocuo) sulla storia :)
Se vi ho incuriosito abbastanza, spero che questo 'coso' vi piaccia!

Era febbraio, una fitta nebbia avvolgeva Londra e il detective era steso a pancia all'aria sul divano del 221b, mentre il dottore aggiornava il suo blog.
Non c'erano casi da settimane ormai, e i due coinquilini combattevano solamente contro la noia.
Inoltre Sherlock era ammalato, riducendosi a un ammasso sedentario spettinato e ricoperto di maglioni e coperte varie, incapace perfino di sparare allo smile tanto odiato presente su una delle pareti dell'appartamento.

"Patetico John. Stai cercando di ignorarmi.
Non puoi dimenticare John.
Non vuoi dimenticare.
Non me."
Piccola OS Johnlock post-2x03 (mi rifiuto di nominare il nome della puntata invano).
Angst. Angst e dolore a palate e il tutto sulle note di Against All Odds.

Sherlock scrive degli SMS a John perché non sa come parlargli.
NOTE: bromance
NOTE: text fic
NOTE: retirement!lock

E chi se non loro? Ancora Sasuke e Naruto, Naruto e Sasuke... la coppietta dell'anno!
Mani e lingue che si cercano.
Vestiti strappati.
Lacrime si confondono a sospiri trattenuti.
“Non dire il mio nome, non chiamarmi, non fiatare...sei debole, stupido; così sentimentale” Sussurra quasi con cattiveria, scandendo le parole, mentre lo tocca senza dolcezza, mentre gli scava dentro con le dita, mentre le sue labbra pallide, sottili, tornano a lambirgli il collo, il mento; l’altra mano a tirargli i capelli biondi, tanto forte da poterglieli strappare.

John ritorna in Afghanistan per un mese nelle vesti di medico militare e Sherlock resta da solo nell'appartamento. L'unica forma di contatto che hanno è via email. Delle volte è più semplice scrivere che parlarsi faccia a faccia...

John Watson era arrivato come un inaspettato ed ostinato filtro, rendendolo sempre più trasparente, puro e bello. Un conduttore di luce efficace e tremendamente normale, come milioni al mondo. Somigliava al Sole: una stella come miliardi di miliardi nell’universo, eppure essenziale per la Terra, mentre continuava a gravitarle intorno.
E se non era il Sole a girare attorno alla Terra, allora non esisteva un paragone possibile per loro due e il loro rapporto indelebile.
Ricominciare dopo tre anni di distanza non è semplice...
Note: pre-slash (anche se dipende dall'interpretazione)

-Secondo te... si può dimenticare?-
Sasuke emise uno sbuffo e si sdraiò sul sacco a pelo intento a scrutare il firmamento, quella notte stellato.
-Penso saprai di già la risposta... o almeno ciò che penso io.-
Mi sdraiai accanto a lui e, voltandomi dalla sua parte, rimasi quasi stupito da quei lineamenti sottili e al contempo duri che si stagliavano sul suo volto.
-Eppure, sai, io ci sono riuscito!-
Le iridi di Sasuke incontrarono le mie e subito si intrisero di curiosità.
-E come?-
Mi feci coraggio.
-Facendo la tua conoscenza...-

Non è facile trovare un’introduzione avvincente che non risulti troppo monotona.
Questa storia, sappiate solo, ha come protagonista Naruto. Da bambino, dopo molti tumulti, è scappato dalla sua terra ed è stato adottato da Kakashi. Il tema principale sarà il dubbio, quello che ti porta a rivalutarti, quello che porta rivoluzione. Ad ogni capitolo è collegata una canzone e una sua frase specifica. Non si tratta di una Fanfiction scolastica, sebbene Sasuke e Naruto siano adolescenti. Non l’ho specificato all’interno della storia, ma l’ho immaginata ambientata alla fine degli anni 90’ o nei primi del 2000, ma non ha molta importanza. Mi sono in parte ispirata al film ‘Come tu mi vuoi’ per scriverla, infatti oltre al titolo ci sono alcuni punti in comune con la trama originale.
‘Naruto mi descrisse accuratamente il suo sguardo, disse che conteneva disprezzo e delusione, che lo aveva guardato come se valesse meno di quei cocci sparsi per terra. Pensare che non dovesse essere stata la prima persona a guardarlo a quel modo mi fece dispiacere, o forse provai solo pena per lui. In ogni caso, fece male.’
SasuNaru

Di John vorrebbe poter conoscere tutto. La posizione in cui ama addormentarsi; la fragranza preferita dei bastoncini di Mrs. Hudson; quali fumetti leggeva da bambino, l'ordine esatto con cui indossa i vestiti al mattino; perché scrive con la sinistra e spara con la destra; le sensazioni che lasciano sulla pelle quei maglioni enormi e orribili - stupendi - con cui si ostina a coprire il suo corpo minuto ma atletico; se gradirebbe un giorno o l'altro tuffarsi nelle limpide acque di una delle tante piccole piscine naturali che la costa del Sussex crea nei pressi della residenza estiva degli Holmes, assieme. Nudi.

Dove Sherlock e John parlano un sacco di bridge, ma non esattamente di bridge.
(Text!fic)

Sherlock Holmes era agile. Forte. Veloce.
Incredibilmente resistente.
Ma non era indistruttibile.
E purtroppo questo era un particolare che tendeva a dimenticare fastidiosamente spesso.
La gamba rotta in tre punti guaribile in settimane sei, inglobata dall’inguine fino alla punta del piede in un massiccio involucro di gesso, giaceva distesa sul predellino della sedia a rotelle sulla quale il proprietario del suddetto arto era bloccato da quasi una settimana, senza nessuna concreta possibilità di movimento.
John aveva visto chiaramente la fine del mondo avvicinarsi a grandi passi, annunciata da quel referto.
Guaribile in settimane sei.
Un intero mese più quattordici lunghissimi giorni in cui lui sarebbe dovuto restare su quella sedia. Immobile.
Oh, dio.
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