«Esprimi un desiderio.»
"Nah, non può succedere davvero."
Sbuffai, mia zia era strana mi stava contagiando con la sua stranezza.
Però... Volevo comunque provare.
Così presi un bel respiro e dissi «Voglio andare nel dormitorio degli EXO. Adesso.» sottolineai l'ultima parola con uno strillo più acuto e attesi.
[...]
All’ improvviso il ragazzo scattò a sedere «Gli angeli se si innamorano di un essere umano, diventano umani a loro volta… Ma solo se l’amato ricambia il sentimento… Mia! -mi prese il viso tra le mani- e se diventassi il dodicesimo membro degli EXO?»

Luhan nemmeno si rende conto di essersi incantato. E’ bellissimo, sembra arte pura. Il suo respiro si fa pesante, e non può affermare che sia per la paura.
Il ragazzo ha un’espressione tra il divertito e il sadico, e Luhan si risveglia dai suoi pensieri solo quando gli soffia sulle labbra. Il suo alito sa di arnica montana.
“Mettila così…” mormora, la voce suadente, roca ma dolce.
Un centimetro li divide.
“Tu sei il bello…” il suo respiro gli solletica il labbro superiore, facendogli socchiudere gli occhi come se fosse perso in un luogo che non esiste, dove ci sono solo lui e il ragazzo che ha di fronte, “e io sono la bestia.”
[In revisione. Primi 4 capitoli modificati]

[HunHan]
"Sapeva benissimo che non erano affari suoi, sapeva bene che aveva già una vita frenetica a cui pensare, e sapeva che quella persona era uno sconosciuto e sarebbe rimasto tale. Ma ancora il peso di quegli occhi lo incatenava. Quella che appariva come una solitaria e malinconica esistenza lo spingeva a pensare che forse poi tanto diversi non erano.
Sperava solo che questo interesse, così nel modo strano e turbolento in cui era iniziato, piano piano si sarebbe spento.
Devi smetterla di pensarci.
Questo si ripeté alzandosi da terra, pulendosi i pantaloni dalla polvere e poi proseguendo per la sua strada.
Eppure nell’aria un filo di quella forte e virile essenza lo riportava su pensieri diversi, inusuali e forse potenzialmente pericolosi…"

Le persone: esseri dotati di coscienza di sé e possessori di propria identità. Ma quante volte ti sei ritrovato a che fare con coscienze sgradevoli, e identità odiose? La personalità è la semplice manifestazione di reazioni chimiche che avvengono nel cervello; e se avessi tu il potere di gestire queste reazioni? Noi, alla SMILEE CORPORATION®, utilizzando software e materiali di ultimissima generazione, creiamo androidi su misura per te e le tue esigenze. Vieni oggi a un nostro Centro Commercio® e scopri le infinite possibilità di personalizzazione che ti offriamo. Progetta con noi, il tuo nuovo Life Companion®.
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In una mattina di metà inverno, il detective Park Chanyeol viene chiamato a risolvere un caso molto importante da cui dipende il futuro della sua carriera e non solo. Inconsapevolmente, le vite di sette persone saranno legate da una terribile verità.

HUNHAN --- (side KAILU)
< “Luhan, perché stai piangendo? ”
“Non farci caso, stavo solo riflettendo…”
“Su Jongin? Lascia stare, ora non pensare a nulla, ascolta il vento. Il vento ti protegge cerbiatto, ti culla come una madre. Quando sono triste o pensieroso aspetto che il vento mi accarezzi il viso, mi fa sentire bene. Porta via tutti i pensieri negativi e mi da la forza per andare avanti, giorno dopo giorno”
“È bellissimo Sehun. Tu sei il mio vento” >
CHANBAEK
< Raggiungo strisciando l’uscita controllando che nessuno mi abbia seguito.
“Si può sapere perché sei lì a terra?”
“Sto cercando di uccidere una persona”
“Ovvero?”
“Chanyeol. Per caso lo conosci?”
“Perché mai dovresti volermi morto?” >
KAISOO
< Mi volto e mi ritrovo il petto di Jongin a pochi centimetri di distanza dal mio viso. Senza fatica prende il disinfettante sul ripiano più alto che io non sono riuscito a raggiungere. Alzo lo sguardo per guardarlo e noto che anche lui mi sta osservando.
“T-tieni il disinfettante”
Si gira di scatto. Era rossore quello che ho visto sulle sue guance? >

Un ragazzo rassegnato alla vita, un altro a cui della vita non importa granché.
L'incontro di due anime, la consapevolezza di un prossimo brusco addio.

[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.

Sono passati duecentodieci anni da quando una guerra nucleare ha trasformato la Terra in un guscio letale di radiazioni, i pochi sopravvissuti vivono nello spazio, a bordo di una Nave che orbita attorno al pianeta. L’unica speranza di tornare a casa è il progetto Exodus, che ogni trentacinque anni spedisce un gruppo di giovani soldati sulla superficie per verificarne le condizioni. Nessuno era mai sopravvissuto per più di sei mesi, ma questa volta qualcosa è cambiato. I dodici prescelti, che non ricordano nulla delle loro vite precedenti, si ritrovano ad affrontare sfide alle quali nessuno prima di loro era andato incontro. Scopriranno che la superficie non è il luogo desolato e privo di vita che immaginavano, che non tutte le radiazioni portano alla morte, ma spesso a qualcosa di peggiore. Scopriranno di non essere soli.

{ C H A N B A E K }
Byun Baekhyun, vittima di frequenti abusi, viene incastrato dal patrigno in merito all'omicidio della madre e viene rinchiuso in un noto manicomio coreano. Lì, incontrerà il complice della sua tentata fuga, Chanyeol, per cui Baekhyun nutrirà dei profondi sentimenti. Ma riuscirà a scappare e a vendicare la madre? 

"Rosso era il colore che più mi rappresentava, che delimitava gli orli sfrangiati della mia misera esistenza dettata dai tempi di un piacere malato, di una pazza passione."
"Ed una rosa candida nacque sulle spoglie di una rosa scarlatta."
||KaiSoo||

"Ero inevitabilmente legato a quella vita fatta di risse,fumo,alcool e droga.
Era la mia gabbia. Una gabbia da cui non potevo uscire.
E lui era all'esterno di essa.
Era come se le nostre mani fossero intrecciate e lui cercasse di tirarmi fuori da quella prigione: senza risultati.
E allora le possibilità erano due: o lasciarlo andare, o trascinarlo in quella morsa con me."
"E quale scelta volevi per lui?"
"La libertà ma lui non era d'accordo."

Luhan lotta ogni giorno per sopravvivere in quell’ambiente apparentemente sicuro che è la sua scuola. È preso di mira da dei ragazzi che rendono la sua vita un inferno, uno in particolare sembra odiarlo più di tutti, senza alcuna ragione. È troppo tardi quando si rende realmente conto di esser diventato il suo giocattolo con il quale divertirsi e non vuole che gli altri ci giochino lo vuole tutto per sé. L’odio si trasforma in desiderio, è da lì che nasce tutto.

Due famiglie, un potere, un unica vendetta.
Forse non ti è chiara la mia presenza qui”
“Oh credimi, lo so, non preoccuparti”
•••••
La forza del sangue, la grandezza dell'odio e la potenza dell'amore.
Fuori ormai splendevano gli ultimi raggi del sole come a testimoniare la fine di un’altra giornata. La luce del tramonto si scagliava sulla finestra e colpiva dritto il volto di un bellissimo e alto ragazzo che, con le sue grandi mani, andò a toccare la catenina a cui era agganciato un piccolo ciondolo che portava al collo.

Una semplice notte può scatenare incontri bollenti.
Dal testo:
“Il tuo nome?”
“Luhan”
Fuoriuscì un suono sommesso dalle sue labbra, quasi come se fosse divertito. “Amico dello sposo?”.
Ricordai l’errore di prima. “No, non sono amico di quel tipo strano che inventa macchine per il caffè”.
Lo sconosciuto si lasciò sfuggire una risata, persino la sua risata ispirava calma per le orecchie.
“Tipo strano che inventa macchine per il caffè?” rise ancora più forte “E’ mio padre”
Cazzo.
•HunHan