Recensioni per
Parents
di Mave

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/10/14, ore 15:01

Sei davvero brava, davvero tanto! Questa scena è perfetta. Per come hai delineato Karl, che è un giovane campione orgoglioso, ma anche un figlio che s'impegna affinché la sua famiglia si riunisca, perché come qualsiasi altro ragazzo, indipendentemente dalla sua passione sportiva, desidera la serenità di una casa. Qui però il calcio fa da collante con la vita del padre, mi è piaciuta la similitudine tra i due "fallimenti", il timore che una partita persa possa distruggere il sogno di famiglia unita. Traspare, oltre che la sensibilità, anche la giovane età del ragazzo, che intenerisce. Un chicca il finale con la piccola Marie, che mi ha fatto sorridere, come quell'ultima frase sulla sicurezza della famiglia ritrovata. Grazie a te quindi per questi piccoli stralci di vita, carichi di sentimenti e puri, nella loro semplicità.

Recensore Master
24/10/14, ore 00:54

Mi si é appannato lo sguardo nel leggere questo capitolo . Ho rivisto mia madre . Per un prezioso , fugace attimo l'ho rivista . Anche lei era una sarta e spesso si addormentava sul lavoro, se si attardava .
Grazie .

Recensore Master
17/10/14, ore 16:50

Elaborare un lutto è difficile. Tutti servono per riempire il vuoto, nessuno può farlo realmente. Perché non si colma e basta, rimane dentro di te, bisogna imparare a conviverci. Bisogna imparare a piangere. Perché altrimenti le emozioni che si portano dentro, implodono in un circolo vizioso senza fine. Questo capitolo mi ha toccata particolarmente e tu sei stata davvero brava e sensibile nel trattare un tema tanto delicato. Perché consolare non vuol dire cancellare il dolore altrui, ma aiutare a sostenerlo, indicare una strada per ripartire. Spero di cuore che tornerai presto a mettere mano a questa raccolta di emozioni, mi troverai sicuramente pronta a seguirti, per ora sono contenta di aver potuto portare a termine la lettura di quanto avevi già scritto. A presto speriamo e grazie ancora per questa storia!

Recensore Master
17/10/14, ore 16:26

S'intravede e si sente davvero un clima austero tra le parete della villa. Anche il freddo di certe situazioni, così si comprendono certe scelte di vita. Un bel viaggio nei ricordi di questo Genzo, che ci mostra anche le sue debolezze, che poi sono diventati punti di forza per diventare il numero uno. Sotto sotto per non deludere nemmeno quel padre assente, ma esigente. L'incontro tra i due, nel finale mi ha sorpresa, non tanto per il gesto di stizza di Genzo, ma per come reagisce suo padre. Chinandosi a raccogliere la frutta, tagliando la mela, stringendo le fasce sui polsi. E la casa si riscalda un po' così.

Recensore Master
17/10/14, ore 16:15

Perfettamente Ryo Ishizaki! Davvero hai saputo cogliere tutto di lui, la definizione di uomo spogliatoio è proprio calzante! Ho adorato questo capitolo perché è proprio come il suo protagonista, allegro. Perché secondo me lui è quel tipo di personaggio che deve essere presente in ogni storia, per allentare i toni drammatici ma anche per evidenziare una bella amicizia. Anche la sua mamma, caratterizzata da te è divertentissima. Hai creato una bella complicità tra i due, così simili, così uniti. Bravissima ancora una volta!

Recensore Master
16/10/14, ore 18:19

La storia di Taro mi lascia sempre un retrogusto amaro, nel senso che percepisco sempre la sua solitudine e quell'attitudine a essere un bravo figlio, mosso dall'amore per il taciturno padre pittore. Forse perché anch'io nella mia vita ho dovuto traslocare per il lavoro del mio papà, proprio alla stessa età di Taro. Non è facile gestire le emozioni, in quei frangenti, Taro dal canto suo ha anche l'aggravante della separazione dei suoi, a complicare tutto... Probabilmente, mossa dai miei ricordi personali, non sto interpretando al meglio il tuo messaggio di estro, ma perdonami, ci sono delle cose più forti di me. Un altro bello spaccato genitore figlio, complimenti!

Recensore Master
15/10/14, ore 17:00

Eh ma allora... Ho gli occhi a cuoricino! Bellissimo davvero il modo in cui hai descritto l'ambiente che circonda Hikaru! Il freddo, la neve, il buio e l'ululato dei lupi sembra di sentirli davvero, sembra di essere proprio lì, accanto a lui e quasi quasi, viene istintivo strofinarsi le mani e incassare il collo nelle spalle! Anche in questo racconto mi è piaciuto davvero tutto, in particolare la caratterizzazione della mamma di Hikaru (bella l'idea di un suo soggiorno studio in Italia, poi per me Firenze è un mondo a sé, fatto di ricordi e tante emozioni!)! Carina la trovata dei dolcetti "della malattia"e complicità pura nel finale, quel passaggio di cellulare con tanto di conta del fuso orario! Sei davvero brava, mi dispiace tanto non aver potuto seguire questi capitoli mentre aggiornavi!

Recensore Master
15/10/14, ore 16:49

"Non hanno permesso all'ovvio di distruggere i loro sogni."
Una bellissima frase, un perfetto paragone tra padre e figlio, anche se in ambiti completamente diversi.
"L'uomo fatto da sé" e il piccolo calciatore, che preferisce vivere e paradossalmente morire, pur di non restare in panchina, pur di non vivere in disparte, a guardare gli altri che avanzano.
Sei molto brava ad associare le condizioni climatiche/ambientali agli stati d'animo dei personaggi, così come la postura di Jun, se pur convalescente, lascia trasparire quanto sia "principe", la sua indole.
Bello poi il parallelismo tra i sorrisi, quello della foto sulla scrivania con quello "dal vivo" del ragazzo che prende coraggio dalle parole di suo padre. Ovvio che poi esca il sole! ;)

Recensore Master
15/10/14, ore 16:36

Mi hai commossa! Ultimamente sto scoprendo il personaggio di Kojiro, o meglio, gli sto prestando più attenzione e tutto quello che mi sono immaginata su di lui e i suoi sentimenti, lo hai reso così bene! Anche questa volta, con tantissima sensibilità, hai trattato un personaggio che non è facile per niente! La devozione che mostra nei confronti della sua famiglia, di sua madre... la parte finale mi ha davvero colpita, perché alla ruvidità, se così la posso chiamare, di questo ragazzino che deve crescere troppo in fretta, accosti la dolcezza dei suoi anni, con quel volere la sua mamma tutta per sé. Complimenti davvero, mi hai emozionato!

Recensore Master
15/10/14, ore 16:28

Avevo letto questo capitolo appena lo pubblicasti ma solo ora ho trovato il tempo di scriverti le mie impressioni più che positive! Innanzitutto perché qui parli del padre di Tsubasa, quindi indirettamente anche di lui. Ho sempre pensato che questo fosse un rapporto particolare e che Tsubasa abbia sviluppato una sorta di forte indipendenza, anche grazie all'esempio del padre. Di certo i due si sono mancati a vicenda, come è logico che sia, e in questo racconto lo hai espresso davvero bene. Il mare d'inverno è poi un ottimo sfondo per i sentimenti di quest'uomo, sempre lontano da chi ama, così come il tiepido raggio di sole è la speranza a cui si aggrappa, perché manca poco a tornare a casa. Davvero molto dolce e delicato, di grande sensibilità! Tanti complimenti!

Recensore Master
13/10/14, ore 15:01

Molto bello questo capitolo.Genzo è il mio personaggio preferito e sono contenta di leggere che, sulla sua infanzia,la pensiamo allo stesso modo.Sono convinta anch'io infatti che,la solitudine;il continuo sentirsi dire di essere un privilegiato ed un ragazzo superiore agli altri perchè nato in una famiglia ricca e potente,abbiano influito tantissimo su di lui.Per fortuna però,l'arroganza e la superbia sono durate poco,ed in poco tempo,è venuto fuori il vero Genzo:un ragazzo eccezzionale.
Hai scritto bene:e un bambino che deve sperimentare presto l'assenza dei genitori,troppo indaffarati per occuparsi di lui;un quindicenne(qui però ti devo correggere,Genzo è partito per Amburgo ad 11 anni)che deve crescere in fretta in un paese così lontano da casa,così teutonico e rigoroso come la Germania,che l'aveva adottato come figlio suo,deve avere necessariamente qualcosa di super.A Genzo non è stato regalato nulla.E' il N.1 e basta!
"Non voglio che tu faccia carriera così!Non comportandoti da mercenario!"strane parole dette da un uomo che per la carriera e i soldi,ha trascurato il suo unico figlio.....La Germania l'ho sempre considerata la vera Patria di Genzo,lì ha tutto:amici,carriera,futuro.Spero sempre di leggere che Takahashi lo fa diventare cittadino tedesco.
Nel finale Akihiko s'è riscattato.Ha tagliato la mela,porgendo i spicchi al figlio,e la tenerazza con qui gli sistema le bende,sono stati gesti molto belli.

Recensore Junior
27/07/14, ore 16:44

Che emozione leggere questo capitolo su Stephen e la sua mamma. Ho apprezzato davvero molto come hai ripercorso la vita di Levin dal giorno dell'incidente fino alla sua "redenzione".
Ed è proprio grazie ad Ingrid se il figlio ha ritrovato la retta via e la voglia di ritornare a giocare.
La parte finale è stata dolcissima, con il gesto della signora Levin, che ha fatto sì che il muro che il giovane attaccante ha costruito, per proteggersi dal mondo si sgretolasse per farlo ritornare a vivere come Stephen e non più come cyborg.
Devo ammettere che questo è uno dei capitoli più belli di tutta la ff: hai saputo rendere benissimo il pg di Stephen e poi, ho apprezzato tantissimo la descrizione del porto e della città che fanno da sfondo alle vicende.
(Recensione modificata il 27/07/2014 - 04:50 pm)

Recensore Veterano
22/07/14, ore 14:02

Grazie per questo bel ritratto di Levin e della sua mamma. Hai dipinto un momento molto forte e commovente, un omaggio meritato a quello che secondo me è il personaggio più violento e poetico creato dal maestro Takahashi!
A presto,
Aelfgifu

Recensore Veterano
21/07/14, ore 10:20

Che meraviglia *_*
Sono tutte carinissime queste shot sui genitori ma in questa, devo dire, che ti sei superata. Forse perchè, bene o male, il pg di Mamma Ishizaki, nonostante la si veda giusto in un paio di occasioni, esiste e, al pari del figlio, non può non fare simpatia. E tu l'hai resa in un modo stupendo e plausibilissimo, creando un parallelo col figlio che fa venire la lacrimuccia. Perchè in mezzo a tanto talento ed eccezionalità, imbattibilità e genio, la normalità commuove. E in fondo Ryo e sua mamma sono quelli che ci fanno sperare davvero che, per quanto siamo solo normali, il sogno di sfiorare la coppa del mondo può sempre realizzarsi.
Concludo con la frase che più mi ha toccato il cuore, gridandoti B R A V A.
"Ryo e Kaori si somigliano. Non saranno mai i protagonisti, sbaglieranno e non saranno perfetti, eppure è la loro testardaggine autentica, il loro spirito combattivo, il pedalare sempre in salita che li rende persone migliori, che gli permette di migliorarsi" <3<3<3<3<3

Recensore Junior
11/07/14, ore 15:34

Mi è piaciuto molto questo viaggio nei ricordi di Genzo, in cui vengono ripercorse le tappe più importanti della sua vita e della sua carriera calcistica.
Credo che la sua indole ambiziosa sia stata alimentata, ancora di più, dall'assenza dei suoi, ma soprattutto dalle parole che il padre gli ripeteva, fino a farlo convincere di essere lui il migliore in tutto.
Molto dolce, poi, l'ultima parte del capitolo: padre e figlio, finalmente, si rivedono dopo tanto tempo e, Akihiko, seppur a modo suo, gli dimostra tutto l'affetto che prova lui, il suo unico figlio.
Che tenera la scenetta, in cui il signor Wakabayashi taglia la mela a Genzo, perchè lui avendo subito un brutto infortunio ne è impossibilitato, e in seguito, comincia a tastargli i polsi per stringergli le bende della medicazione, "comportandosi, per la prima volta, da padre".

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