E infine giunsi al secondo capitolo, cara.
Mi spiace lasciarti ultimamente recensioni sempre quando sono stanchissima, ma se leggo un capitolo lo devo recensire subito altrimenti mi dimentico quello che devo dire – ho una memoria pessima, ahimè.
Comunque, mi piace molto in quale momento hai voluto ambientare questo secondo capitolo, ovvero durante la prigionia di Elsa. Anche nel film è uno di quei momenti che mi sono piaciuti maggiormente e vederlo rivisto nella tua storia, cambiato per adattarlo a questa versione di Hans – che continuo ad amare sempre più – devo dire è stato molto bello. Hai ovviamente reso egregiamente tutte le sensazioni, le emozioni e i sentimenti. Il passaggio in cui Elsa pensa a come percepisce lei il freddo l’ho seriamente adorato, è profondo e malinconico, me l’ha fatta percepire ancora più IC di quando già non fosse – la sua sofferenza, il suo essere sempre stata educata a rimanere rinchiusa non solo ambientalmente, ma emotivamente, l’ha resa fredda, incapace di comprendere come sia possibile che altri possano in qualche modo pensare alla sua felicità, al suo meglio.
Il discorso vede contrapposti proprio questa sua incapacità di potersi aprire, perché mai l’ha fatto, condita con la paura intrinseca, profonda, che da sempre le ha provato ed è cresciuta con lei. La sua concezione di annichilirsi per Anna, di pensare al bene per lei come a una questione che si può risolvere solo con la propria fuga, che sia in una stanza o su di una montagna, è una ripercussione di com’è cresciuta. Le frasi che rivolge ad Hans sanno di sofferenza, ma anche di quell’orgoglio, di quella forza algida di cui Elsa è formata, di quell’eleganza che non riesce a perdere nemmeno quando è in catene, perché fa parte profondamente di lei.
Questo passaggio l’ho proprio amato → « “Normale?” il tentativo d’arringa viene immediatamente spezzato dalla voce di lei che si tramuta in lieve rabbia “cosa in tutto questo è normale?” solleva appena i polsi per mostrargli il modo in cui è ridotta “sono stata cresciuta con l’idea di essere diversa, di sentirmi diversa e non mi è stato concesso un solo giorno di felicità. E’ normale avere paura di chi non è come noi?” ». Hai condensato in queste sue frasi la sua condizione, la sua percezione di sé stessa e di quella che crede sia il mondo nei propri confronti. E mi piace anche come le fai inquadrare Hans, inconcepibile dal suo punto di vista, e come lui abbia timore non dei suoi poteri, ma del suo sguardo – maggiormente temibili per il peso che hanno in sé.
Un’altra frase che mi ha colpito molto è questa, non a caso rifacendomi a quando detto poco sopra → « Gli occhi cerulei di lei si infettano poco a poco nel corpo di lui. Lo osservano, lo studiano, gli squarciano il cuore come una lama affilata ed Hans non può più tenere alte le barriere che ha costruito per proteggersi. ». Questa descrizione dello sguardo di Elsa l’ho amato, è perfetto, calzante e straordinario. Veramente intensa, ha reso particolarmente bene come li percepisce Hans gli occhi della Regina, come sono oppressivi per tutto quello di non detto che racchiudono.
Complimenti anche per questo capitolo, in sintesi!
Presto recupererò anche il terzo capitolo, e cercherò di farlo quando non sono morta di sonno, così magari viene fuori una recensione più corposa!
Mania |