Neville Paciock, l’elemento comico del potterverse canon.
Da piccolo, è cicciotto e imbranato, sottovalutato dai suoi, schernito dagli altri.
Trattato con impazienza da Piton, McGranitt, Bumb e Sprite.
Deriso dall’autrice (il cognome significa “sederone”), e dai traduttori, con il bonario ma svilente “Paciock”.
Nato lo stesso giorno di Harry, ma con un destino ben diverso.
Harry diventa il più giovane cercatore della storia, Neville sviene per il pianto della mandragola.
I genitori di Harry hanno un'aura gloriosa per la morte eroica, i Paciock sono ricoverati, immemori e impazziti, al San Mungo.
Harry cerca gli Horcrux, Neville resta a Hogwarts a organizzare la resistenza, in difesa dei compagni che lo hanno sempre deriso.
Neville, più abituato alla fatica che alla fortuna, che non concepisce estetica senza etica (per essere bello, dev’essere anche buono).
Che fa sghignazzare Voldemort e i Mangiamorte quando li affronta nella battaglia di Hogwarts,
ma lui li affronta lo stesso, armato delle sue certezze e di un maglione fatto in casa.
Neville che nel “mio” robiverso prende in mano la sua vita e impara (dolorosamente) a farsi beffe delle beffe.
Vuoi vedere che alla fine la profezia lo riguardava, e l’eroe è davvero lui?

"𝘙𝘪𝘤𝘶𝘳𝘷𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘴𝘶𝘪 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘪, 𝘭𝘦 𝘣𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘢𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘳𝘪𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘢𝘷𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘢 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘴𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰, 𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘢𝘷𝘢 𝘴𝘶 𝘥𝘪 𝘭𝘶𝘪, 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘢 𝘧𝘪𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘯𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘦 𝘯𝘦 𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘷𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰, 𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘷𝘢 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢".
È questa l'immagine che ha Harry di Draco Malfoy all'intero di Azkaban.
Dopo anni, il senso di colpa di non aver provato a fare qualcosa più che fermarlo con una maledizione che lo avrebbe ucciso, si ritrova a cercare un modo per tirarlo fuori di lì prima del previsto.
Il fato vuole che sia possibile solo se Malfoy contribuirà a risolvere un caso misterioso di omicidi che seguono la legge dei Dieci Comandamenti.

[Sequel di "Nel Nome del Padre e del Figlio" e de "L'Eredità della Maledizione"]
Cos'è più straziante? Essere nella stessa stanza, ma sentirsi distanti, o allontanarsi realmente per provare a riavvicinarsi?
È ciò che Scorpius Malfoy ha voluto provare a comprendere, partendo per l'America. Ma la lontananza può davvero permettere di sanare le ferite? O, come Albus Potter ha gridato sul suo volto, è solo un modo per fuggire da ogni pensiero, da ogni ricordo, da ogni responsabilità e per andare avanti?
Ad Hogwarts, la vita continua per come tutti la conoscono. Ed è la stessa per tutti. O quasi.
Ad Ilvermorny, di vita ce n'è una nuova. Fatta di indipendenza, di nuove sensazioni, di decisioni, a volte difficili. Decisioni che possono cambiare la vita di più di una persona.
Da questo dipenderà il futuro di Albus e Scorpius. Delle loro famiglie. E non solo.
Ma, soprattutto, da questo dipenderà la loro felicità.
Perché, a volte, bisogna osare per poter essere felici.
A volte, bisogna fare delle scelte, prendere delle decisioni, per poter essere felici.
E non avere paura.
Dal testo:
"È arrivato il momento. È la resa dei conti. Ora, dimmelo. Una volta per tutte. Senza tornare più indietro. È me che vuoi?"

“Una delle prime volte che ci siamo visti quassù mi hai chiesto se pensassi che se Voldemort vincesse la guerra la mia vita sarebbe migliore” prese parola Draco. Era seduto elegantemente sul davanzale della finestra: abbastanza da spingere Harry a controllare che non cadesse, ma non così tanto da farlo preoccupare sul serio.
“Me lo ricordo”. Harry pensava da un po’ di tempo a quella parte che i suoi incontri con Draco Malfoy avessero smesso di essere casuali almeno un paio di mesi prima e che entrambi avessero deciso, di comune accordo, di ignorare quella vocina nel retro del loro cervello che la considerava una pessima idea.
“Non ti ho risposto” , disse, aspirando una boccata della sigaretta che Harry gli aveva gentilmente offerto qualche momento prima.
“Mi ricordo anche questo”. Draco era etereo, illuminato dalla luna come una fata dei laghi, che ammalia con il suo sguardo i maghi che le passano accanto. Ma l’etereo era sempre accompagnato da qualcos’altro nel caso di Draco Malfoy: ogni giorno Harry si avvicinava sempre di più a capire cosa.
“Non volevo farlo” spiegò, sempre senza girarsi verso di lui, ma neanche guardando fuori.

Un fidanzamento inaspettato, due vecchi nemici che si ritrovano, loro malgrado, a dover interagire per il bene dei rispettivi figli, il comportamento sconsiderato degli ex coniugi e una bottiglia di Firewhisky da 300 galeoni segnano l'inizio di questa storia. Un incontro occasionale diventa qualcosa di più, con una scadenza: il giorno in cui i loro figli pronunceranno il fatidico "sì".
Ma le cose raramente vanno secondo i piani.
Questa storia è una traduzione dell'omonima fanfiction della scrittrice Lena Phoria che mi concesso l'autorizzazione di tradurre e pubblicare. A lei vanno tutti i crediti. Naturalmente, i personaggi sono frutto della fantasia di J.K.Rowling, tranne gli Oc che appartengono a Lena Phoria.
Attenzione: il capitolo 21 contiene tematiche delicate

“Ehi Sirius, ho trovato un cervellone. Scommetto che il nostro amico qui ci farà copiare un sacco di compiti”
E poi compare lui. Lunghi capelli neri, un paio di jeans a zampa fanno capolino dal bordo inferiore della divisa. Ha la cravatta slacciata. Il suo baule deve costare una piccola fortuna, con le borchie dorate e la superficie di pelle nera levigata, ma lui lo sbatte dentro senza alcun riguardo. I suoi occhi grigi si posano su di me. Le labbra rimangono serie per un istante e poi un angolo si curva verso l’alto, facendo brillare lo sguardo.
“Un cervellone?” dice. “Io non credo. Secondo me ha fatto a botte” aggiunge indicando il mio graffio, non senza una certa ammirazione. Mi porge una mano. “Sono Sirius, Sirius Black.”
Ed iniziò così.

“Si trasferiscono al Castello?”
Ian lo guardò con occhi grandi. “Certo, dove credi che debbano stare? A Malfoy Manor? Scorpius non resiste neanche due giorni con i suoi. Castle of Nott è abbastanza grande per ospitare quattro persone, mi pare” replicò ironico.
Nate pensò che la casa di famiglia potesse ospitare tutti gli studenti di Hogwarts, ma non era quello il punto. “Ma ci sono gli animali di Louis!”
“Mi pare che li tenga fuori, nel parco, nelle stalle. L’ultima volta che ho controllato non c’erano Ippogrifi nelle camere.”
“No, ma…”
Ian sollevò le sopracciglia. “Cosa?”
“Per quanto il castello sia grande sicuro incontrerò quello.”
Ian sbuffò. “Nathan, ma che problemi hai con Rigel?”
“Io, nessuno. Lui mi guarda come se fossi letame di Drago.”
“Evidentemente perché l’ultima volta che ti ha visto avevi le scarpe sporche di concime.”
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Sequel Vaiolo di Drago| Non leggibile singolarmente.

Neville Paciock, medimago al San Mungo, genitore dei suoi genitori e tenero affetto di nonna Augusta (Auggie).
Uno che da piccolo era bullizzato da compagni e persino professori per la sua goffaggine.
Uno che ha ucciso Nagini con la spada di Godric Grifondoro, indossando un maglione fatto a mano dalla nonna. Uno che non si vergogna di essere sé stesso, che forse è il modo più coraggioso di essere eroe.
Uno che ama vivere in pace, ma se si trova a dover combattere una guerra non si tira indietro.
Neville è stato lasciato dal compagno e tutti credono lui soffra ancora.
Questa è la storia di come Neville sia più forte di ciò che credono tutti.

« Vuoi da bere o vuoi uscire da questo marasma? Magari potresti dimostrarmi cosa posso fare per poter essere un bravo conquistatore con i tipi come te » gli soffiò quelle ultime parole a pochi centimetri dal viso, desiderando poter azzardare di più.
«Interessante, sembri così addomesticabile...Eppure...e sentiamo come sarebbero i "tipi come me" ?»
Draco non si tiró indietro, ma fece un piccolo errore: il suo sguardo non potè non cadere sulle labbra scintillanti del moro di fronte a lui, sentiva il respiro già dentro la sua bocca e non potè far a meno di pensare come sarebbe stato sentirne il sapore.

Pericolosa era l’aggettivo che Harry avrebbe usato per descrivere Millicent Bulstrode. Capelli scuri, la pelle olivastra, che metteva in risalto gli occhi nocciola, contornati da ciglia folte e lunghe. Una lunga cicatrice frastagliata le sfregiava l’avambraccio sinistro. La mostrava quasi fosse una medaglia. Harry non riusciva a far collimare l’immagine a quella della ragazzina perennemente incazzata e un po’ in sovrappeso di Hogwarts.
“Il Dipartimento delle Forze Magiche Europeo mi ha mandato in Inghilterra seguendo la pista, ma non riesco a fare progressi. So che la Perla è qui, so chi la detiene, ma sono bloccata. I lupi mannari sono già sulle sue tracce, non ci metteranno molto a seguire la mia stessa pista… il nostro tempo sta scandendo.”
“Che cos’è la Perla?”
Lei lo guardò, una lunga occhiata penetrante che forse sarebbe risultata essere più spaventosa se lui non fosse abituato a ben altro.
“Un’arma. Una delle armi più potenti del mondo magico. La Perla non può essere creata, non può essere evocata… lei appare quando un evento traumatico ha sbilanciato il mondo magico rischiando di incrinare l’equilibrio naturale tra magia e mondo babbano.”

Il sesto anno ad Hogwarts, per Harry e i suoi amici, si era aperto con la consapevolezza che l’ombra di Voldemort si allungava sulla scuola e su tutto il mondo magico. Dopo ciò che era successo al Ministero della Magia non più tardi del maggio scorso, tutto il mondo magico aveva finalmente accettato che il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato non fosse solo frutto dell’immaginazione di un sedicenne assetato di fama, ma una realtà tangibile, e ciò si ripercuoteva anche sull’ambiente scolastico. In particolare, dopo la diffusione della notizia di Katie Bell e del suo avvelenamento, il panico serpeggiava tra gli studenti che si chiedevano chi e perché avesse deciso di attaccare così deliberatamente una ragazza giovane e senza alcun particolare legame con Voldemort o i suoi obiettivi.
In questo clima di tensione, il giovane Serpeverde che risponde al nome di Draco Malfoy sta finalmente realizzando che il compito assegnatogli dall’Oscuro Signore non è un premio, bensì una spada di Damocle che pende sulla sua testa...

E se Voldemort avesse scoperto che Harry fosse stato uno dei suoi tanti adorati Horcrux?
Come sarebbe andata la storia?
Che fine avrebbe fatto il bambino sopravvissuto?

Può dall'odio più profondo nascere un amore incondizionato e travolgente?
Possono essere cancellati anni di disprezzo e prese in giro per amore?
Draco Malfoy.
Hermione Granger.
Purosangue e Mezzosangue.
Nettamente diversi, ma così simili.
Riusciranno a mettere da parte il loro orgoglio ed iniziare a vivere?
Seguite Draco ed Hermione in questa nuova avventura nata sotto una buona stella!

Hermione ritorna ad Hogwarts lasciandosi alle spalle gli strascichi della guerra. Ha solo due obiettivi da raggiungere: superare i M.A.G.O. e ritrovare i suoi genitori. Ci riuscirà da sola o avrà bisogno di una aiuto?
Anche Draco si trova a ultimare il settimo anno, riuscirà a scendere a patti con se stesso per mettere fine alla sua guerra interiore?
Non sarà una Dramione semplice, non aspettatevi un Draco dolce e spensierato. Piuttosto preparatevi ad entrare nella mente di due sopravvissuti.

La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]