Arrivarono finalmente all’auto.
Takeda fece per aprire la portiera, ma non riuscì a farlo ché due mani lo presero per la vita, costringendolo a voltarsi.
Incontrò gli occhi magnetici e il sorriso furbo del biondo. « Vorresti festeggiare in un modo più, come dire… adulto? » Domandò.
Takeda rise di gusto, accarezzandogli poi una guancia e attirandolo a sé. Si baciarono. All’inizio dolcemente, poi più languidamente.
« Amore, andiamo a casa? Abbiamo aspettato per troppo tempo. Quelle settimane di allenamenti a Tokyo sono state una tortura. So che dobbiamo riposare per domani, ma, in questo momento, ti farei cose che nemmeno immagini. » disse Ukai, baciandogli il collo.
« E cosa vorresti fare? Sentiamo, coach. » rispose Takeda, chiudendo gli occhi e prendendo fra le mani candide i capelli biondi dell’altro.
« Cose che nessuno vuole sentire. » disse una voce imbarazzata alle loro spalle. Entrambi si bloccarono sul posto, sbarrando gli occhi e sudando freddo.
Quella voce… era la voce di uno dei loro alunni.

«Stai qui» fece quella voce che non udiva da quasi una settimana – agli allenamenti di basket non si erano scambiati un fiato neanche a pagarli oro -, mentre stringeva la presa per esser sicuro che non gli sfuggisse.
Hanamichi riuscì a sibilare un innervosito: «Che cazzo ci fai qui tu? Dov’è Yohei?» pur sentendosi sudare freddo per quel tocco inaspettato.
«Se ne è già andato dai tuoi amici alla sala giochi» rispose l’altro annoiato. «Pago io per lui se resti».
[Slam Dunk - HanaRuHana]
[Sequel di Hangover]

L'ennesima storia in cui Harry e Draco sono costretti a stare insieme per cause al di fuori del loro controllo e poi succedono un sacco di cose che condurranno al Vero Amore. Perché ogni scrittore di H/D deve scriverne almeno una.

[Operazione U.N.C.L.E.]
The Man From U.N.C.L.E.
Napoleon/Illya
Ritrovare Illya dopo una intera settimana di prigionia è un colpo al cuore per Napoleon ma lo è ancora di più per Illya dover fare i conti con la strana e meravigliosa emozione che si rende conto di provare nell'essere di nuovo insieme a Napoleon.

Era uno spettacolo: i capelli biondi erano incollato al volto bagnato di sudore, con la treccia ormai disfatta, gli occhi gialli ardevano di ardore e tenacia, i muscoli tesissimi premevano contro la stoffa degli esigui vestiti: Mustang perse la testa, e si lasciò andare a un gesto sleale.

Era passato oltre un mese dal suo rientro a Casa Baggins - includendo i giorni passati a risolvere i vari problemi legati alla sua 'presunta morte' che aveva assolutamente dovuto fronteggiare nel minor tempo possibile -, e per quanto Bilbo avesse sentito la mancanza di quelle mura così familiari e rassicuranti, del suo letto e dei suoi libri... in quel momento sentiva una 'mancanza' ben diversa.
Perché l'idea di vivere di nuovo solo dopo aver passato quasi un anno in compagnia di tredici chiassosi ed invadenti Nani, più uno Stregone, lo rendeva nostalgico e triste... e non era da lui.

[Lo Hobbit][Lo Hobbit]La compagnia di Thorin Scudodiquercia continua la sua avventura verso Erebor;Thorin, suo malgrado, deve rivalutare la minuta, ma corraggiosa figura di Bilbo all'interno della sua compagnia. Forse il piccolo Hobbit aiuterà il re dei nani a comprendere, che nel suo cuore, c'è spazio anche per onore, orgoglio, affetto...e non solo rabbia, odio e disprezzo. (WARNING: Yaoi, VM18, ThorinxBilbo,FilixKili; per favore, leggere attentamente la premessa all'interno della fanfic, grazie! Buona lettura!)

Quella non era stata solo la notte di Capodanno, dove si festeggiava l'ingresso del nuovo anno e con l'occasione ci si lasciava anche un pò andare.
Ma il Pimo di Gennaio era anche il compleanno di Kaede, quindi non aveva lasciato che quella festa passasse inosservata in favore del veglione e dei festeggiamenti a tema con la fine dell'anno.
Rukawa aveva snocciolato qualche protesta, secondo la quale quel giorno avrebbe voluto passarlo in compagnia solo ed esclusivamente sua.
Però si era lasciato convincere piuttosto facilmente alla promessa che non avrebbe dovuto alzare un dito per riordinare e che, non importava a quale ora l'ultimo ospite avesse levato le tende, lo avrebbe trascinato sul futon e una volta lì, non lo avrebbe lasciato uscire per quelle che sarebbero state ore.
E solo per quello Kaede aveva acconsentito all'invasione della loro casa, perché non c'era niente di meglio del do'hao che gli prometteva vere e proprie follie tra le lenzuola.
E come previsto, la notte in bianco aveva chiesto il giusto pegno alla volpe di casa, che dormiva solennemente e appagato.

"La stanza era illuminata solo dal chiarore della luna piena che filtrava dall’oblò, però bastava per farlo dannare, per non fargli prendere sonno. Quei fievoli raggi, che un romantico poeta avrebbe dipinto come fili d’argento, per lui erano poco più di una nefasta luce fioca che però delineava fin troppo perfettamente il corpo addormentato del suo capitano.
Docile, indifeso, come solo quando dormiva si poteva ammirare. "
Sanji/Rufy
[uso di linguaggio colorito]

Ho provato ad immedesimarmi in Hanamichi estraendo i pensieri e i dubbi che lo attanagliano nella puntata 60 dell’anime, cambiando radicalmente il finale. [RuHana]
"Prima che potessi finire la frase mi zittì premendo le sue labbra con forza sulle mie e io non potei fare a meno che paralizzarmi sgranando velocemente gli occhi. Cosa cazzo stava facendo? Non so dire quanto durò quel contatto, so solo che lo interruppe per mordermi il labbro inferiore, tirandolo malamente, facendo sgorgare sangue dalla ferita. Ferita che leccò come se cercasse di rimarginarla con la sua saliva, mentre succhiava con dovizia il sangue."

Un temporale, un faro solitario, Hanamichi e Kaede improvvisamente insieme nel mezzo della tempesta...
“Do’aho”.
Hanamichi s’irrigidì, senza osare voltarsi. Non era possibile che ci fosse...
“Rukawa!”
Il grido pieno di sgomento gli era sfuggito subito dopo il suo scatto improvviso. Sakuragi era convinto che quella voce fosse stata solo un parto della sua mente, ma si era sbagliato. Il giovane che aveva di fronte era fin troppo solido per essere uno scherzo della sua immaginazione. A Sakuragi parve che tutta l’aria della stanza fosse venuta a mancare. Non respirava. Il cuore martellava così tanto che era sicuro che tra poco gli sarebbe schizzato fuori dal petto.
Il panico lo sommerse.
Cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Cosa?

La notte è fatta di silenzi, di riposo.
Di sogni in cui annullarsi e di lenzuola pulite in cui distendersi. Cose così semplici eppure così difficili per Edward Elric

Cavolo se era un tipo bizzarro! Ma forse, se non fosse stato così, non avrebbe mai accettato di entrare a far parte della sua ciurma. E poi il capitano aveva insistito tanto... fu la prima volta che Sanji ebbe la sensazione di essere davvero “voluto”.... *Breve esperimento su una coppia abbastanza insolita!*