• “Quel giorno rimanemmo tutti stupiti…quando Dio ci comunicò che d’ora in poi avremmo dovuto proteggere e amare gli uomini come nostri pari. Ammetto che neppure io capii perché li avesse creati ma me ne feci una ragione, nostro Padre ha sempre fatto del bene, perché avrei dovuto farmi domande se diceva andasse tutto bene?” cominciò Michele mettendo le braccia conserte “non mi dava fastidio amarli se questo era il suo volere. Però…non ero mai stato così tanto a contatto con loro...” non proseguì, forse non trovando le parole adatte, ma l'Incubo capì comunque cosa gli premesse infondo alla gola.
• “Dall’alto del piedistallo celeste non si vedono così tanto i difetti, hah? Ma da vicino è un po' diverso.”
Shoto annuì una volta sola. Poi riprese:
• “Tuttavia ci sono molte persone buone, anche se non credenti, quindi….mi domando…sarà giusto scompaiano alla fine di ogni cosa solo per un dubbio legittimo?”
• “Ma che domanda è?! – sbraitò Katsuki – E’ ovvio che non meritino la Vita Eterna!”
• “Quindi neanche Izuku Midoriya?”
Quel nome arrivò alle orecchie del demone con la stessa delicatezza di un macigno lanciato in un negozio di cristalli e in automatico Katsuki s’irrigidì.

Nessuno sano di mente attraverserebbe il Bosco di Fuoco: l'ovvio risultato della "scorciatoia" presa da Izuku e Shouto è di venire catturati dai barbari che lo abitano. Izuku, in quanto omega, viene accolto come ospite sotto l'ala protettiva dell'alpha Bakugou, il figlio della capo villaggio, mentre a Shouto, un alpha che nasconde un segreto, spetta la prigione sotto la sorveglianza dell'alpha Yoarashi.
~ Mitsuki ampliò il proprio sorriso. «Vedi, Izuku, il nostro popolo non può avere figli omega. È un'antica magia che scorre nelle nostre vene e che ci tiene in pace con il popolo dei draghi. Questo vuol dire che dobbiamo andare fuori dal villaggio a cercare i nostri sposi. Se un omega si avventura nelle nostre terre da solo non possiamo semplicemente lasciarlo andare. Era destino che tu venissi qui e che nostro figlio Katsuki ti trovasse».
~ Inasa, intanto, si era seduto a gambe incrociate davanti a Todoroki e aveva posato a terra la ciotola di terracotta. «So che non mi capisci, ma non era mia intenzione spaventarti oggi. Ammiro molto il tuo spirito! Credo proprio che diventeremo amici!».
[Autrici: Gala & XShade-Shinra]
[Fantasy!AU – Omegaverse – BKDK, Inatodo]

[OMEGAVERSE, AU STORICA, no quirk] [BakuDeku]
"Non pensi che quando Bakugou si risposerà il fortunato consorte ti vedrà come fumo negli occhi, con quello sguardo da cerbiatto sperduto e il legame d'infanzia che dividete? Sarai allontanato nel giro di una settimana, non prenderti in giro da solo. E quei ragazzini resteranno soli.”
[...]
Izuku voltò gli occhi stanchi verso l’ingresso della biblioteca, e lì trovò il padrone di tutto ciò che lo circondava. Il suo odore di legna arsa e falò autunnali avvolgeva già la stanza. Tutti gli alfa avevano un odore forte e dominante, ma quello di Kacchan era sempre stato più penetrante della media, denso e crepitante come fiamme capaci di incendiare un universo intero.
Solo un'altra omegaverse, e un altro mondo con un Deku e un Bakugou incapaci di stare lontani.

Uno strano Villain colpisce Deku facendolo diventare un coniglio. Durante la sua cattura, tuttavia, trovano solo vestiti e polvere, il suo corpo completamente disintegrato. Come riporteranno Deku alla normalità? Fluff e Kacchan x Deku

Nel mondo ci sono solo tre tipi di persone: i normali cittadini, le prede e i predatori.
Izuko ha sempre sognato di fare il cacciatore dal momento in cui da piccolo a seguito di un attacco di un lupo è rimasto ferito per proteggere la gente, ma non essendo selezionato si è arreso a una vita mediocre in un'ambulatorio. Ma tornando a casa una sarà troverà propio un lupo mannaro Bakuguo e dovrà scegliere cosa esattamente è per lui essere un'eroe come desiderava da piccolo. La guerra incombe "i selvaggi" attaccheranno la città e tutti e due saranno mottetti a schierarsi. Segreti, legami e molto altro. (avvertenze: BakuDeku, hawksxDabi)

E' difficile trovare un senso al perché gli conceda di entrare a conoscere a fondo i suoi segreti.
Ancora di più spiegare perché gli permetta di guardarli da vicino, di tenerli tra le lunghe dita e scivolare leggero a leccarli.
L'unica cosa certa in quel marasma di sensazioni è una soltanto.
Lui.

!Spoiler Capitolo 306!
Bakugou accartocciò il pezzo di carta. Gli occhi gli lacrimavano, ma nessuna lacrima avrebbe solcato il suo volto. Si strofinò furiosamente la faccia, deciso a non piangere. Era furioso, incazzato come mai lo era stato. Quell’idiota, cosa diavolo gli era saltato in testa? Katsuki sentì il suo cuore battere con forza nel petto. Con rabbia, lanciò la lettera appallottolata all’altro lato della sua stanza.

La campanella che annuncia la fine della giornata è il segnale.
Todoroki sfugge allo sguardo rosso che gli si posa addosso di sfuggita, a quell’angolo delle labbra impunemente stirato, mentre parla – o meglio, impreca – contro Kirishima e Kaminari, intorno al suo banco.
Sta giocando al gatto e al topo. E’ convinto di aver trovato un modo per addomesticarlo, quella verità sarebbe agghiacciante se si sapesse in giro.
Improvvisamente non ha più tanta voglia di ribellarsi, Shouto.
La sua smania di sottrarsi al proprio destino sembra essersi parecchio placata. Perché ha capito a sue spese che tentare di evadere da una prigione a volte significa solo finire in un casino più grande ancora.

La famigerata Missione dei Cento Anni è ai suoi inizi e il viaggio da affrontare è lungo. Ma nonostante tutto, Lucy non riesce a dormire. E non è l'emozione per la missione più famosa della Gilda a renderla insonne... C'è una sola persona che può essere oggetto dei suoi pensieri con un'intensità tale da tenerla sveglia.
[Ambientato dopo il finale dell'opera di Mashima, non tiene conto dello spin-off!]

Quegli occhi rossi che la scrutano attentamente, vigili come quelli di un predatore la mettono a disagio.
Infila una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre quello riprende a mangiare come nulla fosse.
Lei non ha più fame. Ma si sforza comunque di continuare a cenare, anche perché non vuole dargli questa soddisfazione.
Non gli permetterà di metterla in difficoltà, a nessun costo.

" L’acqua lieve scorre giù
L’anima crollata che vuole annegare
Questo era il mio regno, adesso è perduto
La pioggia leggera, in cui confido
Siamo tutti perduti
Come lacrime nella pioggia ..."

Lacie sorrideva, serena dopo tanto tempo. Attorno a lei il buio la circondava in un freddo abbracciò, la accarezza con gentilezza, spazzando piano piano via le piccole luci dal suo corpo. Oswald aveva ragione: quelle piccole scintille dorate riscaldavano veramente il cuore delle persone. Se solo fosse riuscita a vederle prima, magari la sua follia non si sarebbe radicata così profondamente nella sua mente.

Nell’ampia stanza d’ospedale -ariosa, riservata, asettica- c’erano solo lui e All Might.
E Midoriya, sdraiato in un letto troppo grande, ricoperto di bende su ogni porzione di pelle visibile, avvolto in un lenzuolo bianco che però era niente in confronto al pallore del suo volto, così smunto e sofferente da risultare irriconoscibile. Katsuki proprio non voleva guardarlo, eppure non poteva farne a meno: i suoi occhi erano attratti da quell’immagine in maniera schifosamente masochistica, e la morsa che sentiva all’altezza dello stomaco si faceva più stringente ogni volta in cui indugiavano sul suo profilo. Fuori era brutto tempo, pioveva a tratti. Anche con le finestre aperte l’odore del disinfettante copriva quello della pioggia.
(Prima di "Tonight we honor the hero" e molto prima di "Warm foothills". In teoria, un prequel. In pratica, l'inizio della fine.)

Izuku impiegò due minuti e cinquantasei secondi a materializzarsi davanti alla porta di Katsuki: aveva battuto il proprio record di ben quattro secondi. Bussò una volta, due, tre, e ad ogni bussata sentiva il proprio corpo farsi più teso e impaziente. Quando Kacchan aprì la porta, Izuku percepì nettamente i propri muscoli rilassarsi di botto, ma durò solo un secondo.
Indossava gli occhiali, Kacchan.
Izuku lo aveva sempre sospettato, ma finché erano stati al liceo si era trattato di un puro presentimento. Poi, qualche anno prima, l’innegabile conferma: Katsuki era leggermente miope da entrambi gli occhi, e per tutta l’adolescenza aveva ovviato al problema indossando perennemente le lenti a contatto.
Non gli piaceva portare gli occhiali; a Deku, invece, piaceva un sacco quell’aria seria che gli conferivano. Quel fare quasi intellettuale, o per meglio dire maturo. Gli piaceva un sacco.
- Deku, smettila di fissarmi come un imbecille. – grugnì il diretto interessato - Che sei venuto a fare? -
("Tonight we honor the hero" shameless sequel)

- Lo specchio… come si è rotto? –
Sbuffò - E adesso perché vuoi saperlo? –
- Perché porta sfortuna rompere uno specchio. Sette anni di disgrazie. –
- Da quando ti conosco saranno almeno venti anni di disgrazie. – borbottò lui, e Deku aprì un occhio probabilmente solo per guardarlo male.
- A volte non capisco se dici sul serio o se è solo il tuo modo di fare. –
Katsuki si sarebbe tagliato una mano, piuttosto che rispondere a quella domanda.