Il finale di Mockingjay mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Come hanno fatto Peeta e Katniss a ritrovarsi? Che ne è stato di Gale? E degli altri?
L'ho immaginato così.
[Dal primo capitolo]
Vorrei dirgli che se se andasse per me sarebbe la fine: smetterei di alzarmi dal letto, di lavarmi, di mangiare, di vivere. Sopravvivrei, certo, perché incapace di uccidermi per via del debito che sento nei confronti di tutte le persone che hanno perso la propria vita per salvare la mia, ma questa non sarebbe una vita degna di essere vissuta. Vorrei dirgli che quando ha piantato le primule avevo creduto che fosse tornato da me, che avevo pensato che forse le cose sarebbero potute andare, se non bene, almeno meglio di come andavano prima. Ma non so farlo. Io non so parlare, non so esprimere i miei sentimenti, era lui che smuoveva le folle con le sue parole. Così rimango lì, a fissarlo, mentre lo vedo scrutarmi l’anima attraverso gli occhi.
“Ho capito”, dice. Ed io non ho idea di cosa abbia capito, ma dopo averlo detto mi stringe a sé e a me basta questo: è una promessa, significa “resterò, nonostante tutto”.

E se Peeta non fosse stato depistato? Come sarebbe stato il suo incontro con Katniss dopo essere stato liberato?
Dal testo:
"Affonda il volto tra i miei capelli e quel piccolo gesto mi fa tremare ancora di più. Aspettavo il suo ritorno ansiosa, con la consapevolezza che magari non sarebbe più tornato, che quelle braccia non mi avrebbero più stretto. Ma questo non sta accadendo."

Ecco la mia seconda one shot assolutamente Everlark. E' un'altra mia personale interpretazione di un momento fondamentale della vita di Peeta e Katniss, ovvero la scelta di costruire una vera e propria famiglia. Dal testo:
"-Sapevo di trovarti qui- sussurra una voce alle mie spalle che mi fa sobbalzare improvvisamente.
[...]
-Vuoi tornare di nuovo a letto?- dico, sperando che mi risponda di si perché queste sue attenzioni mi fanno desiderare soltanto di renderla nuovamente mia.
-Mmh no, voglio scoprire cosa mi nascondi qui dentro…- afferma, e prima che mi renda conto di cosa sta per accadere, Katniss si trova già all’interno del mio inferno/paradiso intenta a fissare ogni quadro fatto in questo tempo. Il sorriso gioioso e scherzoso che le circondava il volto muore lentamente mentre io resto immobile, pronto a vederla correre via lontano da me."
Sequel di "La mia pace è lei."

"Avevano ucciso, ingannato, manipolato ed erano sopravvissuti... ma non si erano salvati.
Come un incendio che inizia in sordina per poi divampare mortale, le lingue di fuoco di ricordi aberranti li avevano avvolti e bruciati vivi, lentamente, con una flemma malsana che ancora si trascinavano dietro.
E, così, loro erano sopravvissuti, ma non erano vivi."

Questa one shot nasce dalla mia personalissima idea su come Peeta e Katniss siano arrivati al punto del fatidico: -Tu mi ami. Vero o falso?-.
Dalla storia:
"Lei non è mai stata con Gale, né ha mai provato tutto questo con nessun’altro.
È mia. Completamente, nel corpo e nell’anima.
Mi sento uno stupido ad aver anche solo pensato che non sia così.
“Ha scelto me. Mi vuole. Mi desidera.”
E’ una cantilena che si ripete incessantemente nella mia testa ma non provo a cacciarla perché è l’unico pensiero che mi spinge a donarle tutto me, ogni brandello della mia essenza."

[Post Mockingjay, pre-epilogo] Colpa. Quel sentimento volgare, parassita, velenoso, in grado di distruggere ogni cosa. [...] Colpa di aver bisogno l’uno dell’altro nonostante la vicinanza non facesse che ricordare a entrambi tutto il male subito e inferto. Colpa di usarsi a vicenda per sopravvivere, impedendosi a vicenda di provare a… vivere. Ma vivere per cosa, poi? Per chi, ormai?

Ho provato a mettere nero su bianco ciò che può essere accaduto dopo gli eventi dell'ultimo libro.

"[...] mentre una lacrima di dolore per la violata purezza scivolava dai tuoi occhi, io ho sentito un moto d’orgoglio e fierezza incommensurabili.
Ti ho chiesto di guardarmi, mentre mi facevo spazio in te. Ti ho chiesto di guardarmi perché avevo paura che tu potessi immaginare qualcun altro. Volevo che tu sapessi di essere con me. Volevo che tu capissi quello che stava per succedere. Volevo che tu l’affrontassi con me. Volevo aiutarti e starti accanto, in un momento difficile ed emozionante come questo. Volevo fosse indimenticabile."

- Allontanati da me!
- Allora non avvicinarti tu.
Sussurro io, beffardo, quando la vedo fare un passo in avanti per superarmi o comunque, convincermi a spostarmi.
- Voglio andarmene!
- Non mi importa.
E tu rimani immobile, tesa, senza parole.
Il silenzio scende su di noi, avvolgendoci entrambi nella sua presa gentile.
E poi, dopo qualche minuto, divertito e provacatorio mi lascio cadere sui cuscini, senza staccarti gli occhi di dosso.
- Danza per me, Mezzosangue.
E tu sgrani gli occhi.
 Mi guardi, allucinata, tremi d'indignazione, indietreggi...
Finchè confusa e preoccupata non mi ricominci a sputare addosso il tuo rancore.
- Tu sei malato, Malfoy!
Per tutta risposta lascio ricadere la mia testa all'indietro, prendendo a ridere sinceramente divertito... sotto il tuo sguardo esterefatto.
Poi però... quando riporto la mia attenzione su di te, ti guardo negli occhi,
 deciso, implacabile, determinato... serissimo.
- Se lo fossi allora non sarebbe intelligente, da parte tua, sfidarmi, non credi?
Serio e tuttavia provocatore.
Tu rimani in silenzio per un istante, schiacciata dal peso del grigio intimidatorio dei miei occhi. 
Non mi scapperai, Mezzosangue.
Non stasera.

- Avanti... insegnamelo. Fammi capire perchè è diverso dal mio sesso.
- Malfoy non...
Draco, per tutta risposta, si chinò veloce su di lei, l'afferrò per le spalle con un impeto che la fece quasi cadere, baciandola.
La sua lingua cercò quella di Hermione, la torturò con passione e malizia, con dolcezza e sentimento... le leccò il labbro, lo mordicchiò... finchè non la liberò, per sussurrarle:
- Fa il tuo amore con me, Granger.
La stava sfidando.

Il Fatal Sin.
Luogo di incontro in cui maghi e streghe saziavano la propria fame di lussuria e dissetavano la voglia di peccato.
Posto che puzzava così deliziosamente di carezze corrotte e tenerezze pagate.