Recensioni per
Notti agitate
di Chevalier1

Questa storia ha ottenuto 107 recensioni.
Positive : 107
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
02/09/23, ore 00:01
Cap. 20:

Questo passaggio sovrannaturale avviene in tutta naturalezza, senza ambientazioni epiche e si dipana in tanti piccoli dettagli che costituiscono una specie di crescendo, i petali di rosa, la presenza di André che va a prenderla commosso, il desiderio improvviso di un abito bianco che dirà solo un attimo, ma tanto basta, la presenza di frere Jacques che per un brevissimo tempo è stato, per loro, consigliere e quasi padre spirituale. Si allarga il cuore quando compaiono i tre bambini. Il principe Luois Joseph, Gilbert Sugane e l'innocente Pierre, del quale non sapremo mai il cognome. Oscar, che nella sua vita terrena non è mai stata madre, nelle premure riservate a questi tre piccoli che ha a suo modo amato, ha mostrato una dote di maternage notevole. Esiste chi ha affermato essere un "orrore" averla immaginata madre di bambini, lamentando che tra tutti gli snaturamenti e le esagerazioni degli OOC, la maternità era il tratto che meno le si confaceva, tanto più che aveva vissuto la vita da uomo e da soldato. E chi lo dice mai?
Solo un punto di vista tanto assoluto ed intransigente potrebbe essere un orrore. L'orrore del restare in superficie, senza andare mai ad apprezzare i piccoli dettagli.
Queste visioni così assolutistiche non m sono mai piaciute e non le vedo nemmeno così argomentate, anzi non lo sono per niente. Si dice che nelle storie tutti quanti abbiamo il difetto di attribuire ad Oscar qualcosa di noi in cui, molti anni fa, ci siamo evidentemente riconosciuti. In questo processo di assimlazione, qualcosa è maturato modificandosi nel tempo e ci ha portato ad una visione ed è giusto che sia così perché è questo il modo in cui un'opera ti lascia qualcosa che permane nel tempo. E tu hai pienamente valorizzato questo lascito. Sta di fatto che il senso di cura che Oscar ha nei confronti dei più deboli ed indifesi ed i bambini lo sono per antonomasia, tira da sempre fuori il meglio di lei e nella visione di Veronica Franco, giusto per dire, quel potenziale, porta all'esperienza della metamorfosi e della crescita umana in cui emerge la sua parte più autentica. L'autrice ricorre alla bella metafora del seme che per farsi pianta deve spezzare la sua pelle. E quindi perché no? Perché non immaginare anche una dimensione di maternità nella sua possibilile vita.
Le avventure di Oscar, sia quella che è stata, sia quelle che tante volte immaginiamo, mi fanno pensare spesso ad un verso di una canzone dei Pink Floyd

They flutter behind you your possible pasts...

Ondeggiano dietro te i tuoi possibili trascorsi.

Mi sono spesso soffermato a chiedermi se Oscar stessa, giunta ad un certo punto della sua breve vita abbia pensato a trascorsi possibili per sé.
Plausibilmente si, come avviene per tutti. Ecco perché pur essendo un personaggio fittizio le riconosciamo una profonda umanità. Nell'anime basterebbe solo la notte di rimpianto, quando si danna per non essersi avvenuta prima dei sentimenti di André.

"avessi potuto amarti già a sedici anni..."

Le ho messo in bocca queste parole. E forse questa frase potrei averla rubata a qualcuno, ma nella sua semplicità sta tutta la potenza di un sentimento che forse non si poteva esprimere meglio.
La comparsa di tutti i personaggi è una quadratura del cerchio mirabile. Apprezzabilissima la coerenza interna anche con altri racconti, fin quasi a creare uno "Chevalier no bara universe" tutto tuo dove non si ravvedono ripensamenti di sorta è ispirante e da una impressione di solidità narrativa che non limita affatto la tua creatività.
Scritta benissimo, con tratto lieve e parole misuratissime, questa raccolta ci ha accompagnato ed è stata una piccola oasi che mi sono goduto riservandole i momenti migliori delle giornate e penso che per altri sia stato lo stesso.
La citazione dei versi di Machado finali mi strappa la standing ovation e mi dona emozione. Quei versi sono davvero il senso mirabile del mistero che alla fine si rivela a chi deve essere rivelato, restando però occulto a noi spettatori che almeno ci prendiamo con essi la consolazione del sapere queste due anime unite in una felicità perpetua e perfetta. Quella che Oscar aveva chiamato quando ancora giovane
La felicità "completa".
Avevo messo da quasi subito questa storia tra le mie preferite ed ho fatto bene.

Recensore Junior
26/08/23, ore 20:08

“Si chiese se André avesse avuto bisogno di trattenere il proprio istinto, di negarsi qualcosa per insegnare con dolcezza al corpo di lei, irrigidito da decenni di postura militare e senso del dovere, ad assecondare la vibrazione di corde sconosciute di cui ignorava l’esistenza.”

Domanda apparentemente banale, ma solo in apparenza, lo ribadiamo, e pure più che legittima perché l’amore non è veramente una cosa istintiva come si pensa quando non se ne ha ancora sufficiente esperienza. In una anima nobile come quella di André ci deve essere stata sicuramente la preoccupazione di quella prima volta (ed unica, ahimé). In un mondo in cui le narrazioni sugli approcci tra uomini e donne riportano ad elementi di cronaca assolutamente infelici (e mi limito) ci si dimentica che esistono uomini sensibili che si accostano all’amata con una sepcie di sacro timore reverenziale, fino, a volte ad esserne inizialmente bloccati. Ma per fortuna un felice istinto ha fatto sì che tutte le eventuali barriere e rigidità cadessero una ad una, come se in fondo André avesse conosciuto Oscar talmente nel profondo da anticiparne l’acerba intimità e facendole scoprire la differenza sostanziale tra l’amore immaginato e vagheggiato e quello vissuto in profondità, in modo veramente adulto, laddove la fisicità ne è suggello ed al tempo stesso rito di passaggio.
Alla fine anche una nota giocosa:

“Si immersero fino al ginocchio tra i ciottoli del fiume per lavarsi schizzandosi come da bambini, si lasciarono asciugare al vento e rivestirono le proprie uniformi e con esse i propri doveri.”

Ho pensato spesso anche io che nelle loro peregrinazioni in mezzo alla natura, nei rispettivi momenti di riposo, esistesse questo desiderio di tornare ad essere un po’ ragazzini liberandosi dei doveri (e delle maschere) per poi riprenderli, solo quel vezzo ha un sapore nuovo anche fortificato dalla ritrovata unione che per altro ha fatto quel notevole salto in avanti

Mi piace molto come hai immaginato questo rapporto padre figlia in modo differente da quello di ogni altra fan fiction che mi sia capitato di leggere, un legame anch’esso in bilico tra espressioni manifeste e silenzi, un rapporto che dalla problematicità tipica dei conflitti padri figli diventa un rapporto franco tra due persone adulte di generazioni diverse, ma particolare perché una resterà sempre “emanazione dell’altra”. Il generale turbato dalle intenzioni che non riconosceva in Oscar ci ripensa fino al punto di arrivare a respirare lo stesso amore che la figlia prova per André al quale aveva pur dato una informale benedizione (la vogliamo dire incompleta? Ma non gli si poteva chiedere di più, forse) e ne resta pervaso fino all’ultimo accesso di passione verso la moglie amata. Quell’ultima volta che anche per lui vale un “come se non ci fosse un domani”.

Per la recensione dell’ultimo capitolo mi prenderò un po’ più di tempo vista la sua peculiarità

Recensore Junior
26/08/23, ore 19:45
Cap. 18:

Devo ammettere che l’idea di una notte agitata del dott. Lassonne e del concedergli uno spazio come questo è assolutamente originale. Lassone già nell’anime appare molto preoccupato per Oscar ed il suo sguardo fa intravedere una pena infinita che sconfina nella commozione finale e certamente trova la sua radice nell’antica consuetudine che il medico ha con l’intera famiglia Jarjayes, ma soprattutto con quest’anima assolutamente singolare che è Oscar, un caso più unico che raro perché, di certo, ad un medico del tempo non capitava di dover medicare ad una donna ferite da taglio e da armi da fuoco, a meno che non fosse banalmente la vittima di un’aggressione, ma per Oscar è diverso ed il dott. Lassone lo sa bene. Oscar è una meravigliosa singolarità, per il dottore come per noi.
Non mi ricordo bene (perdona la mia perdurante stanchezza) se sei tu l’autrice di un’altra ff in cui il medico assiste Oscar appena adolescente con un dialogo che riguarda la manifestazione concreta della sua incipiente femminilità; un dialogo nel quale egli si pone nella doppia veste di uomo di scienza e quasi di un parente prossimo, con uno spirito che la moderna pedagogia identifica con la parola francese “maternage”. Credo di ricordare che una prima versione di quel racconto sia stato oggetto di critiche anche piuttosto veementi in cui si obiettava che al tempo il medico non si poneva in quel modo nei confronti di un paziente, senza tenere conto che in un racconto come questo si può anche tirare fuori dall’epoca in cui si muovono caratteri e personaggi che hanno il crisma dell’eccezionalità. E non è del resto Oscar un personaggio assolutamente fuori dal tempo perfino dello stesso secolo in cui nasce e si muove? In fondo perché il personaggio eccezionale dovrebbe essere solo il protagonista ed i pochissimi che gli si muovono attorno con costanza.
Le misure che Lassone chiede ad Oscar sono per lei estreme e, franchezza per franchezza, ella decide di disobbedire rendendogli la cosa manifesta tranne che in quel “vivere ogni giorno come se non ci fosse un domani” (espressione che, oggi come oggi, è diventata una specie di mantra – aforisma sulla cui vera portata però assai pochi riflettono, fino a diventare un luogo comune, spesso di una banalità sconvolgente). Questa vicenda dovrebbe indurla a dichiararsi finalmente ad André, ma sappiamo bene quanto ella sia piena di scrupoli (che sono stati anche il nostro maggior rammarico oltre che il suo), ma la risoluzione finale che ella prende, sotto molti punti di vista, s’impone come una necessità stringente.

Recensore Junior
24/08/23, ore 17:44

Sono ancora ai primi capitoli, ma devo farti i complimenti perché in questa ff sei davvero brava a far voce ai sentimenti
Grazie

Recensore Junior
19/08/23, ore 20:10
Cap. 20:

Una splendida chiusura per questa altrettanto splendida serie, che ha accompagnato anche qualche mia notte insonne… e ora, finalmente, è ora del sonno eterno per i nostri Oscar e André… belli così, in uniforme, pronti per il per sempre. Tanto bella l’immagine dei tre piccoli paggetti, dolcissima. Grazie a te Chevalier per il tuo tocco originale e creativo nel ripercorrere la storia, mai banale, mai scontata. Spero di rileggerti presto <3

Recensore Master
16/08/23, ore 12:07
Cap. 20:

Mia cara,
dalla tua penna così piena di garbo non avrei potuto aspettarmi nulla di diverso o di più bello: quella che hai descritto, sai,
è una buona approssimazione di come dovrebbe essere il Paradiso.
E credo davvero che una sposa più bella di Oscar in alta uniforme non avrebbe mai potuto esistere
Un saluto carissimo, e grazie per questa tua opera, con la speranza di rileggerti presto,
d

Recensore Master
14/08/23, ore 15:47
Cap. 20:

Cara, carissima Chevalier, quale splendida conclusione hai immaginato e creato con sensibilità per le tue Notti agitate.
Abbiamo lasciato i fatti tristi e pesanti per immergerci in un’atmosfera altra, fatta di ciò che ogni amante di questa storia e dei suoi personaggi, tutti indistintamente coloro che la compongono e che l’hanno fatta vivere, avrebbe voluto per i protagonisti principali Oscar e André.
Hai coronato il loro sogno d’amore in un tempo e in un luogo che non sono di questa terra, dove non si soffrirà più e il cielo forse sarà sempre azzurro.
Li abbiamo visti sposi, finalmente, con tutti coloro che li amavano attorno, senza escludere proprio nessuno. Ce li hai mostrati per quelli che sono: due giovani innamorati che hanno compreso che solo insieme avrebbero potuto completarsi a vicenda e vivere pienamente il loro tempo. Bellissimi nei loro abiti da soldato che fanno risaltare anche le loro rispettive personalità. E’ un sogno che si concretizza e che rende meno amaro l’aver lasciato il mondo terreno con tutti quelli che hanno amato e che a loro volta li hanno amati.
Assistiamo ad una cerimonia semplice, officiata niente meno che da Frère Jacques, in una chiesetta altrettanto semplice, con un picchetto d’onore, tra cui spicca in prima fila Alain in tutto il suo splendore di uomo e di soldato, che li attende sul sagrato, non appena espressi i voti nuziali, che, devo ammettere, mi hanno fatto scorrere un leggero brivido lungo la schiena dovuto alla commozione che il momento rivestiva. Passano sotto l’arco fatto di spade e sfilano davanti a coloro che hanno conosciuto il loro sentimento ed ora ne sono consapevolmente e felicemente partecipi.
Non hai dimenticato nessuno tra coloro che non ci sono più e coloro che invece rimangono. All’appello manca solo la presenza del generale Jarjayes il quale però, uscendo dall’ombra, si palesa ad Oscar offrendole una rosa bianca appena sbocciata, ma senza proferire alcuna parola, poiché ora, dopo tutto quanto è accaduto, non serve più. Solo ora Oscar può lasciarsi andare alla commozione, che ha tenuto frenata nel suo cuore, con quella lacrima che scende sulla gota.
Poi li ritroviamo insieme mentre risalgono la collina di Arras, il posto d’elezione dei loro cuori: lì sono in pace con tutto e tutti e camminano convinti verso l’ignoto che affronteranno rigorosamente assieme.
Il rosso di un magnifico tramonto pare aspettarli per accoglierli affinché oltrepassino la soglia per l’eternità dove il dolore del mondo si cancella per trasformarsi in pace.
Un ultimo passaggio davvero emozionante, che mi lascia pienamente soddisfatta per la piega che hai voluto imprimergli, e soprattutto all’altezza di tutti i capitoli precedenti i quali ci hanno dato, oltre che una visione d’insieme, anche un punto di vista approfondito e che ha reso più palpitante l’intera raccolta che, con maestria, eleganza, cura e sensibilità, hai scritto.
Non posso che complimentarmi una volta di più per la tua abilità nella scrittura auspicando di poterti ritrovare prossimamente con qualche nuovo progetto.
Per il momento ti ringrazio per la compagnia che mi ha fatto la tua storia e ti auguro di trascorrere al meglio quel che resta dell’estate.
Un affettuoso saluto. Elena

Recensore Master
14/08/23, ore 12:14
Cap. 20:

Bellissima, con un finale struggente. Il generale non poteva mancare al matrimonio della figlia, anche se non avrebbe mai e poi mai potuto palesarsi! Peccato che il loro unirsi non sia più sulla Terra.. ma è proprio un'unione eterna!

Recensore Junior
14/08/23, ore 12:07
Cap. 20:

Una chiusura delicata e soave per questa serie di one-shot.
Nonostante non abbia commentato prima,ho seguito la tua raccolta e mi è piaciuto molto come hai deciso di chiuderla
A presto e grazie

Nuovo recensore
14/08/23, ore 00:35
Cap. 20:

Capitolo delicato e incantevole, che rende il finale che tutti conosciamo aperto alla speranza e alla dolcezza di un'eternità insieme dopo aver celebrato sulla soglia dell'aldilà la loro cerimonia nuziale. Grazie di cuore per questa raccolta

Recensore Junior
13/08/23, ore 23:41
Cap. 20:

E' incantevole quest'ultimo capitolo, mi sono commossa fino alle lacrime (e non sono una che piange facilmente). Con grazia e delicatezza mi hai guidato nello stesso cammino di Oscar mentre il rumore delle esplosioni e il furore della battaglia si allontanano avvolgendomi nella luce e nella bellezza delle tue parole. Ho un nodo alla gola, davvero. Hai dato un perfetto finale a questa storia i cui capitoli, uno dopo l'altro, ho letto con enorme interesse e piacere. Non ho recensito sempre perché, in tutta onestà, non sapevo cosa dire, e neanche adesso lo so bene, se non che questa che hai scritto è senza dubbio una delle storie più belle, toccanti e profonde che abbia letto anche fuori da questo sito. Davvero complimenti, sono sicura che la rileggerò molte volte, e grazie per avermi regalato questo gioiello.
(Recensione modificata il 13/08/2023 - 11:43 pm)

Nuovo recensore
13/08/23, ore 22:47
Cap. 20:

Nessuna delusione !!! Una chiusa davvero perfetta: nella sua delicatezza e commozione, brilla di luce propria. Dopo il buio di tante notti, proprio la luce (di un luglio assolato, dell'abito di una sposa, degli occhi di un marito innamorato, dello scintillio delle lame nel picchetto d'onore) è la sensazione sinestetica che mi ha accompagnato lungo tutta quest'ultima lettura. Regalarci un lieto fine nel pieno rispetto della trama e dei caratteri originali... Beh che dire... una quadratura del cerchio straordinaria !!!
Grazie per questo percorso che ci hai regalato.

Nuovo recensore
10/08/23, ore 20:17

Mi aspettavo che la scena dell'abito tagliuzzato fosse un riferimento a Lupin,che tagliò l'uniforme di Oscar con la spada di Goemon. Però l'episodio era il 101 e non il 100;)

Recensore Junior
09/08/23, ore 22:01
Cap. 18:

Chevalier cara, finalmente posso ritornare tra le righe delle tue recensioni! (dispiaciuta dell'assenza e del ritardo, sicuro...).
Scelgo questo capitolo perché mi rimarrà impresso per un po'.
"Se anche sapeste di avere un solo giorno davanti lo spendereste a salvare l’ultima vita se la vostra scienza ve ne desse la facoltà, a soccorrere l’ultimo ferito, ad amare fino all’ultima goccia le persone che amate, a dare una speranza di mondo migliore a chi resterà dopo di voi."
...hai detto tutto qui. E' proprio così, la Medicina deve alzare le mani e allora parla il cuore. Parla l'animo di un medico che non può curare ma solo sentenziare morte; parla un uomo che se la prede in un Dio in cui non crede (bellissimo passaggio!); parla d'amore, quello di un padre che non è mai stato. E già che ci siamo, è il caso di dire che Lassonne ha dovuto arrendersi anche nei confronti di André.
Hai dipinto una figura professionale come quella del medico in maniera eccelsa, con tutta la sua umanità ed anche caparbietà! Ultima cosa, ho amato le riflessioni sul dettaglio dei guanti: finissimo, bello, bello e ancora bello. Grazie davvero. A presto <3

Recensore Master
08/08/23, ore 22:32

Carissima Chevalier,
non posso non esprimerti il mio apprezzamento e la mia ammirazione per come hai saputo condurre la narrazione della notte fra il 12 e 13 luglio 1789 secondo una duplice prospettiva, raccontandoci di due coppie: Oscar e André, certamente, ma anche il Generale e la Contessa. E se ho trovato delicatissimo e molto vero il modo in cui hai presentato la repentina "educazione sensoriale" del corpo di Oscar alle dolcezze dell'amore, non ho potuto non commuovermi leggendo del corteggiamento e della notte d'amore del Generale con la sua Marguerite, con tanto di citazione dal "Don Giovanni". Del resto, anche il Generale è richiamato alle armi con il suo reggimento (tendiamo a dimenticarcelo, ma anche lui sta per andare incontro, forse, a una sorte pericolosa e sanguinosa), e quella che per Oscar e André è la loro prima (e unica, sigh!) notte d'amore, per il Augustin François e Marguerite è l'ultima di un matrimonio felice e appassionato
Un saluto caro, ringraziandoti per la tua finezza,
d

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