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Autore: sayuri_88    26/09/2011    2 recensioni
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso?
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Allora come è andata la prima settimana di scuola? io ne ho ancora una prima di tornare all'università e respirare la sana e pulita aria di Milano - si legge l'ironia? . Voglio ringraziare tutte le raazze che hanno messo la storia tra le seguite-preferite e ricordate e un ringraziamento particolare Irine , _Clarita_( visto che non l'ho abbandonata?; ) ) per le recensioni allo scorso capitolo.
Buona lettura e ci vediamo sotto!
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“Oh Mio Dio! Dobbiamo festeggiare assolutamente!” la voce di Mel esplode dal ricevitore del mio cellulare. È euforica come me. Ho appena lasciato Roxy e la prima cosa che ho fatto è stato chiamare Mel, mi ha supportato così tanto che doveva essere la prima a saperlo.
— Assolutamente. Roxy ha detto che sabato prossimo farò la prima esibizione. Maddie sarà sempre meno presente per via del matrimonio… — spiego eccitata all’idea di iniziare così presto.
“Allora dobbiamo andare il prima possibile! Che ne dici di andare questa sera? Abbiamo il giorno libero” propone iniziando a elencare diversi locali della città.
— Okay, che ne dici se andiamo al Swerwe? Quel locale sulla Folsom — propongo ricordandomi il volantino che mi hanno dato all’uscita del centro commerciale.
“Ah si ho capito! È perfetto. Preparati a una notte di follia” e detto questo ci salutiamo, dandoci appuntamento alle dieci di sera.
 
— Hai intenzione di fare conquiste questa sera? — mi chiede maliziosa Mel appena la raggiungo.
Dopo un quarto d’ora che osservavo il mio guardaroba, ho optato per un vestito a balze, blu notte, che si allacciava attorno al collo grazie a una fascia e un paio di sandali dello stesso colore.
— Questa sera niente ragazzi, solo due amiche che si vogliono divertire — prometto dandole un bacio sulla guancia.
Quando mi giro verso il locale però il mio morale cade a picco. Il grande murales che copre la parete d’ingresso del locale è completamente nascosto da una marea di gente che urla, ride e scherza. Come entriamo con tutta quella coda?
— Non preoccuparti — mi dice Mel entusiasta prima di raggiungere i buttafuori che controllano l’entrata.
— Ciao Kaleb! — saluta l’energumeno di almeno centocinquanta chili e un metro e novanta di altezza che in risposta l’abbraccia calorosamente.
— Melany che piacere vederti, vedo che sei in compagnia — esclama nella mia direzione. Lo sguardo malizioso e ammiccante che mi lancia, mi lascia spaesata.
Sta di fatto che dopo alcuni convenevoli Kaleb, ci fa entrare, scavalcando tutta la marmaglia di gente.
Il locale è pieno di gente e la musica rimbomba per tutta la sala. Le luci a intermittenza mi fanno sentire come dentro a un caleidoscopio.
— Di c’è il bar! Andiamo a prendere qualcosa — urla la mia amica per sovrastare la musica. Io annuisco e insieme cerchiamo di superare indenni la pista da ballo.
— Oddio! Ho bevuto troppo — lo dico tra una risata e l’altra, dopo il primo drink ne sono seguiti altri tre o quattro o più. Ho leggermente perso il conto.
— Cosa! Oh no, qui abbiamo bisogno di un altro giro. Dobbiamo festeggiare e per una sera possiamo trasgredire — e ordina un paio di bicchieri di chupito che non hanno nemmeno il tempo di essere posati sul bancone che li abbiamo già bevuti.
La serata scorre veloce e per una sera tutti i problemi e il mondo reale rimangono fuori da queste quattro mura, mi voglio solo divertire e ballare.
Siamo ancora al bancone a ridere e scherzare ma questa volta senza ordinare nulla, abbiamo già dato per questa serata, ma qualcuno non la pensa come noi, il barman si avvicina a noi posando due bicchieri pieni di un qualche liquido fosforescente.
— Da parte di quei due ragazzi laggiù.
Sia io che Mel ci voltiamo nella direzione indicata e dall’altra parte del bancone vediamo due ragazzi sui trent’anni alzare i bicchieri nella nostra direzione. Indossano entrambi dei pantaloni scuri e una camicia bianca sbottonata sul davanti, i capelli tenuti indietro da una dose massiccia di gel. Mel si volta verso di me e la vedo trattenere a stento le risate, io non sono messa meglio e senza più trattenerci scoppiamo in una risata rumorosa.
— O mamma mia! Ma li hai visti? — mi chiede scioccata e io non posso che annuire e ridere ancora più forte. Prendiamo i bicchieri e sempre ridendo brindiamo.
— Accidenti stanno venendo qui! — dico scocciata per la loro intrusione. Mel mi guarda con una strana luce negli occhi, prende i nostri bicchieri, li rimette sul bancone e mi guida a passo di danza verso la marmaglia di gente che sta ballando. Ridiamo e balliamo ma la spensieratezza del momento è spezzata dall’arrivo dei due tizi del bancone, a quanto pare hanno interpretato il nostro atteggiamento come un invito.
— Mel credo che tu abbia peggiorato la situazione — urlo accennando ai due ragazzi che si stanno facendo largo tra la folla. Appena Mel li inquadra sbuffa infastidita per poi accendersi in un sorriso divertito e malizioso. Sinuosamente poggia le mani ai miei fianchi e si struscia su di me e non so perché, forse per l’alcool e per la musica che mi rimbomba nelle orecchie, assecondo il suo gioco. Mel lentamente fa scivolare le sue mani lungo le mie braccia e mi fa fare una giravolta per poi abbracciarmi da dietro senza smettere di ondeggiare. È una ballerina fantastica ed è un peccato che non possa più ballare come professionista, riesce a trasmettere una miriade di emozioni. Il suo piano comunque sortisce l’effetto desiderato e i due ragazzi si allontanano scuotendo la testa.
— Andremo all’inferno — dico scoppiando a ridere e continuando a ballare con Mel.
— Veramente lo stiamo evitando — ribatte facendomi girare verso di lei. Io continuo a ridere sotto l’influenza dell’alcool e non mi accorgo subito delle sue mani che mi carezzano i capelli e il volto, e neanche il suo viso serio e vicino, molto vicino al mio. In meno di un secondo, le sue labbra sono sulle mie in un bacio lento e decisamente inaspettato. È la mia immaginazione o mi sta davvero baciando?
Mi blocco, ma la mia mente è così scioccata da non riuscire a reagire, Mel si stacca lentamente e solo in quel momento sembra rendersi conto di quello che è appena successo.
— I…Io, scusami — e se ne va, lasciandomi ancora immobile in mezzo alla gente.
Un mese che la conosco e non mi sono mai accorta di nulla. Come un automa, esco dal locale, all’uscita ritrovo Kaleb che mi fa un cenno di saluto cui rispondo con un sorriso tirato. Era per questo che mi aveva lanciato quello sguardo malizioso, pensava che fossi la ragazza di Mel.
E la testa è piena della mia amica quando torno a casa e mi butto sul letto senza cambiarmi.
A ripensarci, non ho mai visto Mel guardare nessun ragazzo, sia al locale sia in giro per la città, o dare corda a quelli che cercano di attaccare bottone, credevo solo che non fossero il suo genere di ragazzo ma a questo punto direi che capisco il vero motivo e mi maledico per non averlo capito. E tutti gli sguardi di fuoco, gli atteggiamenti esagerati verso Ian hanno acquisito un senso.
E sotto l’effetto dell’alcool mi addormento, in testa solo la voglia di rivederla e parlarle. Mel aveva capito molto di me senza che glielo andassi a dire, mentre non avevo capito nulla ma non voglio che imbarazzi o quant’altro rovini la nostra amicizia.
 
Sono ferma davanti alla palazzina dove abita la mia amica da una buona mezz’ora e non ho ancora trovato il coraggio di entrare. Che gli dico? Come mi comporto?
“Ciao Mel, bella serata quella di ieri, vero?” No, non va bene.
“ Mel, per quello che è successo ieri sera… mettiamoci una pietra sopra e non ne parliamo più, okay?”No, dobbiamo parlarne.
“ Ciao Melany, io non ho certe tendenze…”Non va bene, così è troppo diretto.
Non va bene niente.
— Helena? — la voce familiare di Roxy mi riporta alla realtà.
— Roxy? Che ci fai qui?
— Ci abito — dice ridacchiando.
— Mel non mi aveva detto che abitate nello stesso palazzo — mi giustifico, non sono mai stata a casa di Mel questa è la prima volta, è sempre stata Mel a raggiungermi.
— Direi anche appartamento, visto che la signorina vive a mie spese.
— Come? — chiedo sinceramente stupita. Perché Roxy aiuterebbe Mel?
— Mel è sempre stata la mia nipotina preferita e quando mi ha chiesto di accoglierla non potevo certo dirle di no — dice con un sorriso amaro, come se stesse ricordando qualcosa di poco piacevole.
— Nipotina? — esclamo con tono sempre più scioccato.
— Certo! Sua madre è mia sorella maggiore — Mel sarà la sua nipotina preferita ma la madre non sembra essere nelle sue grazie, ma forse è la solita diatriba tra sorelle, — comunque tu sai che le è successo? Questa mattina è strana.
— Beh, ecco… — e come glielo spiego? E se non sa delle scelte della nipote? Chi sono io per danneggiare il loro rapporto.
— Sali e chiarite, qualunque cosa sia successa — mormora con tono materno e mi lascia una lieve carezza sulla guancia prima di salutarmi e proseguire per la sua strada mentre io m’incammino verso la porta d’ingresso, gli ascensori e alla fine mi fermo davanti alla porta dell’appartamento. Suono il campanello una volta e da dentro arrivano i rumori di qualcuno che si alza da una sedia, trascinandola sul pavimento e passi rapidi avvicinarsi sempre di più. La porta si spalanca e una Mel sorridente mi appare in tutta la sua “magnificenza” mattutina: i capelli arruffati, il pigiama trasandato e delle babbucce a forma di coniglio ai piedi.
— Roxy, hai dimenticato ancora le chiavi — il tono giocoso va via, via scemando a mano che riconosce la mia persona, — C… ciao Helena.
— Ciao Mel. Ho incontrato Roxy qui fuori. Non sapevo fosse tua zia — rispondo gesticolando come un’incapace. Dentro di me, come una codarda speravo che la conversazione sfociasse il più lontano possibile dalla ragione per cui sono arrivata fino a questa porta e anche Mel sembra del mio stesso avviso. Cera di sistemarsi alla bell’e meglio.
— Entra. Non vorrai rimanere sulla porta — dice sorridendo imbarazzata. Imbarazzo, è quasi palpabile.
Esitante, come se dovessi entrare nella fossa dei leoni, varcai la porta dell’appartamento. Molto semplice, abbastanza grande, ma non troppo impegnativo da pulire e sistemare. I colori dominanti sono quelli naturali del legno e il panna delle tende e dei divani. La sala da pranzo sulla sinistra, a destra un divano con davanti un televisore e dritto davanti a me, un corridoio su cui si aprono tre porte. 
— Vuoi un caffè o qualcos’altro? — mi domanda gesticolando verso la cucina. Io nego con il capo, non oso aprire bocca, anche perché non saprei che dire.
Mel si volta e inizia a sistemare il tavolo, armeggia per diversi minuti davanti al lavandino, a rompere il silenzio solo il rumore dell’acqua e delle tazzine che cozzano tra di loro.
— Non sapevo che Roxy fosse tua zia — ecco brava Helena cosi si affrontano le situazioni: di petto.
— Già… — e ripiomba il silenzio e codarda come sono non ho il coraggio di emettere nessun suono, rimango ferma in mezzo al salotto a guardare la mia amica mentre sistema le stoviglie negli armadietti.
— Mi spiace per ieri sera — dice girandosi finalmente verso di me. È stata lei a rompere il silenzio imbarazzante, ha avuto più coraggio di me, — so che sei etero al cento per cento e non avrei mai fatto una cosa del genere se fossi stata lucida. — afferma con sguardo basso — Dio, non avrei mai voluto metterti in questa situazione. — borbotta passandosi le mani tra i capelli. — se non vorrai più parlarmi lo capisco  — cosa?
— Mel! No, perché? Sei una mia amica, certo sono rimasta un po' scioccata ma ci tengo alla nostra amicizia — dico bloccando il flusso di parole che escono dalla sua bocca. — e le tue preferenze non m’interessano. Per me non cambia nulla, certo io non posso ricambiare ma… — non finisco la frase perché mi trovo le braccia di Mel strette al collo.
— Lo so e mi basta la tua amicizia davvero — mormora sul mio collo — per me è importante.
Goffamente ricambio l’abbraccio e tutto l’imbarazzo scema fino a far tornare quell’aria spensierata e allegra che ha sempre caratterizzato i nostri incontri.
— Perché non me lo hai mai detto? — chiedo una volta che ci siamo sistemate sul divano.
— Non sono in molti che lo sanno. Io stessa ho realizzato questa cosa solo due anni fa e non è stata una bella esperienza — il suo viso si rabbuia a causa, forse, di qualche brutto ricordo.
— Che vuoi dire? — domando con l’ansia che cresce. Nonostante viviamo in una società che si proclama aperta a tutto, democratica e dove si garantisce libertà di pensiero e amore sono molti gli episodi che invece sostengono il contrario.
— I… I miei genitori non l’hanno proprio presa bene — mormora giocando nervosamente con la cerniera del cuscino che ha in grembo. Non ho mai visto Mel così esposta e vulnerabile, si è sempre dimostrata forte e sicura, fino a ieri credevo che niente l’avrebbe potuta scalfire e invece anche lei ha le sue ferite.
— Quando ne ho parlato con i miei, immaginavo che non l’avrebbero presa bene... Sono cattolici, molto credenti e non hanno mai visto di buon occhio gli omosessuali ma ero la loro figlia pensavo che avrebbero fatto un tentativo di capire… di provare — mi spiega con voce incrinata. È orribile vedere in amica soffrire e non sapere cosa fare, mi avvicino e la abbraccio. Non saprei che altro fare, non ho vissuto la sua situazione, non so come ci si sente a vedere i tuoi genitori che ti rifiutano perché hai fatto una scelta diversa.
— Mi hanno praticamente intimato di non presentarmi mai più sulla soglia di casa loro perche per quanto li riguardava io ero morta — strabuzzo gli occhi a quella confessione. Come possono dei genitori dire una cosa simile?
— E cosi che sei venuta da Roxy — lei annuisce mesta.
— Avevo perso i contatti da anni. Lei e mia madre non sono mai andate d’accordo, alle feste a mala pena si rivolgevano la parola ma lei mi ha sempre voluto bene e anche quando l’ho chiamata non mi ha negato il suo aiuto — finalmente vedo tornare il sorriso felice sul suo volto nel nominare Roxy.
— Come mai non mi hai mai detto che è tua zia? — chiedo curiosa.
— Lei dice che sentirsi chiamare zia la fa sentire vecchia e poi il nostro rapporto è sempre stato quello di due amiche.
— È un bel rapporto quello che avete.
— Già... Ma ora dobbiamo parlare di altro — dice sistemandosi meglio sul divano, io la guardo interrogativa — del secondo appuntamento con Ian!
Distolgo lo sguardo e mi passo una mano tra i capelli nervosamente, dopo queste confessioni sono leggermente in imbarazzo a parlarne con lei, ma mi dico che è stupido, abbiamo chiarito e lei stessa sapeva benissimo che non avrei mai potuto corrispondere.
— Ah... Beh non c'è molto da dire, dopo domenica non ci siamo più sentiti.
— Sabato si farà sicuramente vedere — borbotta tra se. — devi stare attenta, lo prometti? — mi chiede con tono serio.
— Perché sei cosi cinica? Secondo me ha buone intenzioni — per quanto abbia un carattere non proprio facile non si è comportato da vero bastardo come pensa Mel.
— Alla base può esserci una buona dose di gelosia — ammette imbarazzata per poi tornare seria — ma quel ragazzo non mi ha mai ispirato fiducia, c'è qualcosa nello sguardo… — afferma con enfasi.
In ogni caso dobbiamo aspettare sabato.
 
****
— Una birra chiara — dico alla cameriera bionda. Il locale è particolarmente pieno questa sera e una coppia ha rubato il mio solito tavolo e non ce ne erano altri nella zona servita da Helena e così devo sorbirmi gli sguardi della formosa bionda, in un altro momento ci avrebbe fatto un pensierino ma non posso fare passi falsi proprio in questo locale.
Helena si muove sicura tra i diversi tavoli e qualche volta la vedo lanciare veloci sguardi nella mia direzione. Sorrido, conscio che le dritte di Lucas mi saranno molto utili nella lotta a conquistarla.
Rimango tutta la sera seduto al tavolo guardando le ragazze che si susseguono sul palco. Sguardi languidi e movimenti provocanti, una sfilata di ragazze dal corpo mozzafiato e soprattutto facili.
— È di tuo gradimento? — la voce di Helena mi fa saltare sulla sedia e in risposta ridacchia piano per non disturbare lo show.
— Non male — mi limito a rispondere temendo di andare a finire in un campo minato. Uno spettacolo per gli occhi, penso nascondendo un sorriso sarcastico dietro a un sorso di birra.
— Comunque — dico poggiando il bicchiere sul tavolo con un leggere tonfo — noi due abbiamo un appuntamento in sospeso.
— Vero e se non sbaglio tocca a te decidere questa volta.
— Sì, e ho in mente un posto. Hai impegni per domani sera? — chiedo memore dell’ultima volta.
Lei ci pensa qualche secondo increspando la fronte con una piccola fossetta.
— No, nessun impegno ma lunedì incominciano le lezioni… — subito blocco le sue possibili scuse per un rinvio.
— Anch’io, inizio alle otto e trenta. Vedrai che non torneremo tardi, sarà una cosa tranquilla — prometto.
— E dove vorresti portarmi? — mi chiede cercando di non darmi a vedere la sua curiosità.
— È una sorpresa. Ti fidi? — il suo sguardo eloquente mi dice a chiare lettere “No”.— Okay non ti fidi, ma dammi il beneficio del dubbio — dico stampandomi in faccia un sorriso d’incoraggiamento.
— Il tuo sorriso da schiaffi non funziona — esclama guardandomi di sottecchi. — Comunque ti concederò il beneficio del dubbio.
— Mi basta, ci vediamo alle otto e trenta allo stesso posto dell’altra volta.
— AlGate Park? Che… — ma la interrompo.
— Niente domande, è una sorpresa.
Una cameriera la chiama, il suo turno è finito e lei si alza augurandomi una buona continuazione ed io torno a seguirla muoversi tra i tavoli e salire e scendere dalle scale. Molti esponenti del mio sesso le lasciano veloci sguardi ma lei non se ne accorge, continuando a disperdere sorrisi a tutti, indistintamente.
 
Fiori… ci sono.
Cioccolatini… ci sono.
Io… ci sono.
Helena… non c’è. Dove è finita?!
Questa volta sono stato puntuale come un orologio svizzero, alle otto e mezzo mi sono piazzato vicino all’entrata al Parco ma lei non era ancora qui, così ho aspettato pensando che sarebbe arrivata dopo poco tempo, visto come ama la puntualità, ma è da dieci minuti e più che aspetto.
E quando inizio a pensare che mi abbia dato buca, eccola spuntare tra la folla che corre a zig-zag per non andare addosso agli altri passanti. Subito nascondo i fiori e i cioccolatini dietro la schiena.
Si ferma a pochi passi da me col respiro ansante e un pallido rossore sulle gote.
— Scusami per il ritardo ma mentre uscivo, mi ha chiamato Max — Max, suo fratello maggiore, quando eravamo piccoli, mi sono spesso scontrato con lui quando mi vedeva prendere in giro la sua sorellina.
— E come sta il caro vecchio Max? Come ai vecchi tempi? — chiedo sardonico.
— Diciamo che se scopre che sto uscendo con te prende il primo aereo per prenderti a calci nel di dietro — beh saprei difendermi benissimo.
— Questi sono per te — dico mostrandole i fiori e i cioccolatini. Lei rimane interdette per qualche secondo, sbatte le ciglia diverse volte come a voler accertarsi che siano veri, e non un’allucinazione. Accenna un sorriso e li accetta esitante.
— Grazie, devo dire che mia sorpreso. Non me lo aspettavo — e affondò il naso nei piccoli fiori annusandoli. Non sapendo che cosa prendere avevo lasciato tutto nelle mani del fioraio che gestiva il più famoso negozio di tutta San Francisco.
— Lo so, ma volevo farmi perdonare — dico con un’alzata di spalle.
— Beh… grazie.
— Allora vogliamo andare? Lo spettacolo inizierà tra poco — dico invitandola a entrare nel parco. Camminiamo sotto le fronde ancora verdi degli alberi che costeggiano il sentiero fino a che svolto per fermarmi davanti all’ingresso ad arco su cui svetta la scritta: Shakespeare Garden, circondato da foglie d’edera in ferro battuto.
 
Il cancello si apre su un sentiero, nel mezzo un piedistallo di pietra su cui poggia una piccola meridiana di ferro battuto.
Lo scenario è molto suggestivo, tutto è coperto dal manto scuro della notte e solo delle piccole fiammelle poggiate ai bordi del sentiero illuminano la via.
— Che ci facciamo qui? — mi chiede non riuscendo più a trattenere la sua curiosità. Si guarda attorno sorridente, dentro di me esulto per questo piccolo successo. Lucas ha detto che le donne bisogna sorprenderle e soprattutto bisogna mostrare di ascoltarle e così quando ho letto la locandina della rappresentazione non ci ho pensato due volte. E così eccomi a sorprenderla portandola a una rappresentazione teatrale di un’opera di Shakespeare, di cui non ricordo il nome, nel giardino a lui dedicato.
— Ogni fine del mese una compagnia teatrale mette in scena delle rappresentazioni di Shakespeare in questo giardino. Un po' come a New York.
— E tu vai a vedere Shakespeare? — domanda senza nessun tentativo di nascondere lo scetticismo e l’incredulità che prova.
— Metti in dubbio il mio lato da ragazzo di cultura forse?
— Non mi sembri il tipo da Shakespeare, tutto qui.
— Effettivamente non ho mai visto nulla di questo tizio ma l'altra volta mi hai detto che hai scelto la danza dopo aver visto una rappresentazione di Shakespeare e così ho pensato di portarti qui — dico allargando le braccia come ad abbracciare l’intero giardino.
— E che opera rappresentano? — ecco la domanda che non avrei mai voluto che mi ponesse.
— È una sorpresa — per te e per me.
Finito di percorrere il sentiero acciottolato davanti a noi, si apre uno spiazzo su cui è stato installato un piccolo teatro temporaneo. Sul pannello a fianco dell’ingresso è appesa la locandina della serata “La commedia degli errori” è la rappresentazione di questa sera.
— Uaoh… — dice sospirando — è bellissimo e così suggestivo in mezzo a questo giardino.
Tutti i posti sono già occupati visto che lo spettacolo inizia tra cinque minuti. Estraggo dalla tasca i nostri biglietti per consegnarli alla maschera addetta al controllo. Sono posti abbastanza buoni, quinta fila posti centrali. Helena salutato la maschera mi precedette nella ricerca dei posti, sembrava una bambina al Luna Park e non posso impedirmi di sorridere al suo entusiasmo.
— A proposito quanto ti devo per il biglietto? — mi chiede mentre dopo aver frugato nella sua borsa estrae il portafoglio. Io la blocco prima che possa aprirlo e scuoto la testa in segno di diniego.
— Offro io. E non accetto proteste — mi affretto ad aggiungere quando la vedo aprire bocca per ribattere. — E ora zitta che inizia.
Fa come dico e porta tutta la sua attenzione alla scena, dove i primi attori hanno fatto il loro ingresso.
 
Per tutta la commedia non ha distolto lo sguardo dalla scena, era completamente rapita, io facevo passare lo sguardo tra lei e la scena. Devo ammettere che alla fine non è stato male, usavano un linguaggio strano e alquanto ridicolo ma, alcune scene sono state divertenti.
— Grazie per avermici portata — mi ringrazia quando siamo in fila per uscire dal giardino. — È stata una fantastica idea Ian non ho mai riso così tanto e a te? A te è piaciuto? — mi chiede sorridente. Sembra aver abbandonato gli atteggiamenti guardinghi e sospettosi per lasciarsi andare rivelando la ragazza spigliata e dalla battuta pronta che avevo conosciuto al party.
— È stato divertente, sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso. Più tragico, due che s’innamorano poi si ammazzano, quei Tronchetti e Copoleti o chicchessia e bla…bla… — dico ripensando all’unico film che avevo visto su un’opera di questo scrittore inglese alle medie. Era stato un tormento quel film, le ragazze piangevano e sospiravano mentre noi ragazzi lanciavamo palline o giocavamo al game boy.
— È “Romeo e Giulietta” una delle sue più famose opere ed è una tragedia e le due famiglie non si chiamano Tronchetti e Copoleti… — e scoppia a ridere, in modo quasi isterico.
— Sarà… ma a me paiono degli stupidi. E smettila di ridere — borbotto infastidito dal suo atteggiamento ma, la mia reazione non fa altro che aumentare le sue risate.
— Grazie — dico sarcastico, aumentando il passo. Oh le pagherà tutte… gongolerò di gioia quando la farò cadere dal suo piedistallo.
— Scusami, ma come si fa a non ridere quando… — ma la mi occhiataccia questa volta sortisce l’effetto desiderato — Okay la smetto ma tu hai bisogno di un corso intensivo di letteratura…
 
****
 
È stata una bella serata, abbiamo riso, parlato ed è stato davvero gentile a portarmi i fiori e i cioccolatini, non me lo sarei mai aspettato. Forse c’è qualcosa sotto quell’aria da cafone che si ritrova, penso mentre ci incamminiamo lungo la 19th.
— Beh grazie per la serata e per i fiori e i cioccolatini — e alzando in aria il mazzo di fiori, i cioccolatini sono finiti da un pezzo.
— Grazie a te. Visto che non è stato male il secondo tentativo? Abbiamo solo bisogno di pratica — dice sorridendo ed io non posso che concordare.
— Allora posso sperare in un altro appuntamento? Tra conoscenti s’intende — si affrettata ad aggiungere memore del mio ragionamento.
— Direi di sì — Ian sorride a trentadue denti e lancia in aria le chiavi della macchina per poi riprenderle in mano.
— Fantastico ti chiamo io allora… Oh, però settimana prossima ho da fare e non potrò venire al locale e per accordarci mi serve il tuo numero — già, non ho mai voluto darglielo, per ovvie ragioni.
— Okay, dammi il telefono — ma credo che non sussistano più, o almeno sono attenuate. Un’occasione…
— Quindi… tu non ci sarai? — chiedo conferma quando gli ridò il telefono.
— No, perché?
— Nulla… 





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Quante cose si sono scoperte in questo capitolo^^

Sono di poche parole -troppo stanca per fare un discorso coerente - scusatemi solo per il ritardo ma il capitolo non voleva scriversi per quanto fosse nella mia testa non mi piaceva mai : ( e questo è il risultato. Spero di non avervi deluso^^Che dite, mi lasciate un commentino?
Buona notte/giornata/serata in base a quando leggete^^





 

 

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Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Rosso ] [ Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale ] [ Capitoli: 5 ]   
[ Pubblicata: 11/05/11 ] [ Aggiornata: 25/08/11 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
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[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Twilight ] [ Leggi le 1 recensioni ]

 

    In barca a vela controvento 
- ONE SHOT DELL'ESTATE -
Un viaggio in solitaria che porterà una ragazza alla scoperta di un mondo che neanche immaginava. Quello che pensava fosse solo una favola per bambini è in realtà un mondo nascosto, ai più. Un'avventura che la porterà a conoscere qualcuno che le mostrerà questo misterioso nuovo mondo.
Dalla storia:
Giocherellai con la piccola collana che portavo al collo. Era molto semplice, fatta con frammenti di corallo rosso da cui pendeva una metà di conchiglia, simile al nautilus, ma più piccola, e al centro una bellissima perla. Non so com’era possibile, ma questa cambiava colore in continuazione, col tempo avevo associato la cosa all’influenza dell’umore, come quegli anelli che vedono lungo le spiagge o nei negozi di souvenir. Ogni volta che provavo forti emozioni, il suo colore cambiava.
Come ne ero venuta in possesso? Beh, questa è una bella storia.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Avventura, Fantasy, Romantico ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 19/08/11 ] [ Aggiornata: 19/08/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale ] [ Leggi le 1 recensioni ]

 

    La promessa di una bestia 
Extra dalla mia storia "Beastly". Daniel è un vampiro da molti secoli condannato a una vita di tenebre contro la sua volontà. E' una bestia. Tutto cambia quando, lungo il suo cammino incontra Isabel, giovane matricola della Dartmouth.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale ] [ Capitoli: 1 ]   
[ Pubblicata: 14/08/11 ] [ Aggiornata: 14/08/11 ] [ Note: Missing Moments ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 2 recensioni ]

 

    Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Se su una spiaggia mentre osservi il tramonto facessi un incontro speciale?
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Generale, Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 25/07/11 ] [ Aggiornata: 25/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 7 recensioni ]

 

    La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Commedia ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward ] 
[ Pubblicata: 02/07/11 ] [ Aggiornata: 02/07/11 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 3 recensioni ]

 

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Mistero, Romantico ] [ Capitoli: 4 ]   
[ Pubblicata: 05/06/11 ] [ Aggiornata: 08/06/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri ] [ Leggi le 4 recensioni ]

 

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
[ Autore: sayuri_88 ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Generale ] [ Capitoli: 3 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Un po' tutti ] 
[ Pubblicata: 30/04/11 ] [ Aggiornata: 03/05/11 ] [ Note: Nessuna ] [ Completa ]
[ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 16 recensioni ]
   
 
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