Ginevra ha sempre il sorriso stampato sulle labbra lucide di burro di cacao, la testa tra le nuvole e una passione per il giardinaggio.
Ha un'ossessione per l'amore di cui potrebbe discuterne per ore e per le sciarpe colorate, quelle rosse, soprattutto. Cos'ha di speciale? Niente, lei è solo Ginevra.
Edoardo, invece? Bè, lui è tutta un'altra storia.
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"-Lory, secondo te ho qualcosa che non va?-
-Intendi fisicamente o a livello mentale?-
-Entrambi i casi-
-Bè che sei una schizofrenica con una seria bipolarità da far curare già lo sai e poi hai qualche punto di cellulite sulle cosce ma niente di grave, tranquilla-
-E nel complesso?-
-Da cestinare. Come mai queste seghe mentali da donna in piena menopausa?-
-Ho voglia d'innamorarmi-
-E cosa c'entra questo con le tue paranoie su come sei? Maurizio Costanzo è calvo, senza collo e russa, eppure ha trovato l'amore-
-Mi stai nascostamente dicendo che rimarrò calva a breve?-
-No, ma sul russare non ci scherzerei-"

Noia.. come ogni lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi “normali”, immobili, o forse il termine adatto poteva essere, sì.. “privi di senso”.. la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione perenne.

-E tu chi sei?- chiese guardandola incuriosito. Lei alzò lo sguardo fino ad incrociare gli occhi rosso fuoco del mukenin. -Mmm?...papà!- urlò saltando al collo di Itachi. -Cosa?- esclamò l'Uchiha spiazzato -No no, piccola ti stai sbagliando!- -No invece, tu sei il mio papà!- la bambina si incollò al mukenin tenendo le mani intorno al collo dell'uomo e strofinando contenta il viso contro il suo petto quasi facendo le fusa...

Quel giorno, sei anni fa, il mio cuore si è fermato. Da allora non riesco più a fidarmi di nessuno, è più forte di me. Ogni volta che rivedo mio figlio non posso fare a meno di ricordare il volto della persona che più odio al mondo. Ma se dico di odiare Itachi Uchiha, sono sicura di mentire. Non è forse di Itachi Uchiha che sono innamorata?...

Una ragazza avvolta in un velo di nebbia. Indossa una veste bianca senza maniche, è scalza. Ha i capelli rossi lunghi e lisci, sciolti sulle spalle. Gli occhi verde smeraldo che rispendono sotto i primi raggi del sole, che sta sorgendo. Sorride quasi ghignando, mentre si avvicina lentamente a me...

Ciao a tutti siamo MARTY_CHAN94 & Ferula_91 e vi stiamo per presentare in anteprima mondiale la nostra prima ficcy fatta insieme!!! Rin e Kagome partono per gli Stati Uniti per studiare in un college. Affitteranno un appartamento e lo divideranno... con due ragazzi!!! Se vi abbiamo incuriosite non vi resta altro che leggere e magari anche lasciare un piccolo commento! Bye bye da MARTY_CHAN94 & baci8 da Ferula_91!

Il sole era appena sorto, a Konoha. Mentre tutti a villa Uchiha ancora dormivano, dal giardino proveniva un ripetitivo rumore di calci e pugni. Un ragazzo, sui 15 anni, dai lunghi capelli neri raccolti in una coda e gli occhi rosso fuoco si allenava instancabilmente, con entrambi gli sharingan attivi. All’improvviso, la porta scorrevole che dava sul cortile si aprì, e una bella ragazza dai capelli corvini si affacciò all’uscio sorridendo e socchiudendo gli occhi alla luce del sole. -Itachi…? Sei qui?- chiese, stropicciando gli occhi. Si era appena alzata ed era ancora in pigiama. Si sistemò i capelli in una coda come quella del ragazzo e raggiunse Itachi. -Ti sei già alzato? Ma tu pensi solo ai combattimenti??- esclamò battendo una pacca sulla spalla al ragazzo. -Sei tu che non ti alleni abbastanza. Diventerai una pappamolle se continuerai così.- rispose secco Itachi continuando il suo allenamento. -Piuttosto, va a cambiarti. Il sole non è ancora del tutto sorto, ti prenderai un raffreddore, e poi la mamma da la colpa a me.- Senza dire niente, la ragazza fece retro-front e rientrò in casa. Riapparve poco dopo, vestita per l’allenamento e pettinata. Aveva in mano un vassoio con due tazze di the e dei biscotti. -Tieni, te la meriti la colazione!- e sorrise dolcemente. -Oh, Hikaru! Cosa farei senza una sorellina come te?!- esclamò Itachi smettendo finalmente di allenarsi. -Sorella prego. Sono più piccola di te solo per due decimi di secondo.- sottolineò Hikaru scocciata...

Il liceo di Konoha è frequentato da strani individui: un professore di matematica che ha come hobby cercare di far innamorare i suoi studenti, un funclub di pazzoidi che rendono la vita impossibile ad un povero ragazzo, un gruppo di agenti segreti che cercano di trovare una fidanzata al fratellino di uno di loro e infine una ragazza terribile che si crede chissà chi e che tiraneggia sugli studenti. ma cosa succederebbe se in questa gabbia di matti arrivasse anche un'egocentrica ragazza campionessa di judo che non ha la minima intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno? tra lei è il famigerato "figo della scuola" potrebbe nascere qualcosa di più che una profonda amicizia?
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vi prego non criticatemi male perché è soltanto una stupidissima prova! vi prego di leggere e commentare...se è troppo beota prometto che smetto...

l'Akatsuki intenta a prendere la patente... ci riuscirano o falliranno miseramente??? a voi la scelta di leggere^_^

“Vorrei incontrare mio padre”.
L'espressione di Re Yammer mutò prima per la sorpresa e, improvvisamente, diventò seria: “No, non si può”.
“Ma...” Il sayan provò a ribattere ma Re Yammer incrociò le braccia sul petto: “Credimi Goku, lo dico per te: i sayan erano un popolo di farabutti; ricordi com'era Vegeta la prima volta che è arrivato sulla Terra?”
Lo sguardo della divinità non lasciava adito ad alcuna speranza: “Avresti solo una gran brutta delusione...”
“Non gli dirò che sono suo figlio, voglio solo... – Goku ci pensò un attimo e rifletté sui motivi che lo spingevano a scendere negli Inferi; prima che l’argomento saltasse fuori quasi per caso in quella discussione con Re Kaio non aveva mai provato il desiderio di conoscere i suoi genitori, eppure ora sentiva di dover soddisfare questa che era più di una semplice curiosità – Ecco, voglio vedere che tipo è, voglio… vorrei solo incontrare mio padre”.

Pride vagava nel buio; pezzi di immagini saettavano davanti a lui, ad un certo punto vide un bagliore e si incamminò in quella direzione; rimase scioccato: davanti a lui c'era un ragazzo incatenato: sanguinava, e il braccio destro e la gamba sinistra erano auto-mail; quando alzò la testa Pride vide sè stesso.