" Succedeva tutti i giorni.
Ogni mattina, ad essere precisi.
Quando Lukas socchiudeva la finestra della sua camera da letto per far entrar l’aria fresca – ma a inizio Gennaio, sarebbe stato più corretto dire gelida – lo vedeva sempre passare sotto.
Anche a ripensarci adesso, a distanza di due settimane ormai, da quando con la sua famiglia si era trasferito in quella nuova casa, in quella nuova città, si chiedeva cosa lo avesse colpito, incuriosito, più di tanto di quel ragazzo. Tanto da aspettare ogni mattina, con … con trepidazione?
No, no, assolutamente! Era semplicemente assurdo per uno come lui. Lui non andava in fibrillazione per niente.
O quasi …
Perché quegli occhi blu oltremare, quella volta in cui, qualche giorno prima, i loro sguardi si erano incrociati per un fugace attimo, l’avevano fatto deglutire a vuoto ..."
Mini long che avrebbe semplicemente dovuto essere una os DenNor soooo fluff, ma che poi mi è sfuggita di mano.
GAKUEN HETALIA, of course!

-É questo il posto- obiettó il ragazzo dai capelli bianchi, tirando per il braccio il castano che guardava stranito l' entrata.
-Una discoteca? Sei sicuro?-
-Perché no... tu prima mi hai portato in un negozio sportivo, io ti porto qui-
Mark annuí appena, seguendo Axel che vi entró senza darsi problemi.
La stanza in cui si trovarono dopo aver superato qualche corridoio era quasi piena di gente che si agitava come una scalmanata a ritmo di musica, con le luci colorate dappertutto.
I due inizialmente non si trovarono molto bene, cercando una posizione della stanza in cui nessuno fosse troppo attaccato loro.
Fatto ciò, iniziarono a ballare entrambi, scatenandosi, rotandosi e strusciandosi addosso l' uno con l' altro, all' inizio un po' involontariamente, poi in maniera più convinta e decisamente più spinta, tale da rendere entrambi abbastanza su di giri .
La musica era altissima e rimbombava nelle loro orecchie, attituendo le voci e la maggior parte del resto.

Chi ha mai desiderato vedere questi due meravigliosi anime assieme? Death note e Inazuna Eleven!
*grilli*
Con l'aggiunta dei nostri cari amici Inazumiani ne vedremo delle belle!
Ci saranno spoilers di Death Note.
Io vi ho avvisati.

[inazuma eleven]
[inazuma eleven go]-Stiamo in camera insieme?- chiese Arion, prendendo alla sprovvista Victor che sembrava, e che aveva, la testa completamente altrove, rendendosi conto che il pullman su cui erano saliti per la gita si era già fermato, arrivato a destinazione: una landa verde e luminosa al chiaro di luna con una casa dall' ottimo aspetto e con circa davanti un campo da calcio.
Victor annuí con un rapido cenno, senza dire nulla, infilando le mani nelle tasche dei propri pantaloni, facendo aggrottare la fronte ad Arion.
Gli aveva parlato per quasi tutta la durata del viaggio, senza ricevere alcun tipo di risposta, cosa che non lo aveva preoccupato molto...
Almeno fino ad adesso

Aveva iniziato a correre, non aveva potuto farne a meno, lasciando nella propria stanza la divisa scolastica e i libri, cambiandosi in fretta e furia, cercando il pacchetto regalo che doveva aver lasciato da qualche parte ma che non ricordava esattamente dove.
Era importante che lo trovasse, era più che necessario.
Si immaginó la sua espressione nel caso in cui non gli avesse portato nulla.
Probabilmente avrebbe assunto una delle sue espressioni distaccate, distanti.
Una di quelle che non si potevano ignorare.
Lo voleva vedere sorridere.
Voleva che sorridesse a lui.
Per questo affrettó la ricerca, buttando all' aria ogni singolo oggetto nella stanza, lasciandola più in disordine di quanto non fosse mai stata.
Dopo eterni minuti di ricerca, finalmente lo trovó.
Era stato nel cassetto interno alla scrivania tutto il tempo.
-Oh, finalmente- disse dunque Mark, sospirando di sollievo.
Lanció un occhiata all' orologio.
Mancavano meno di sette minuti all' orario stabilito e quindi doveva raggiungere casa sua al più presto possibile.

buonngiorno:) eccomi con la mia prima storia su questo meraviglioso e pazzo fandom! Ho intenzione di fare una serie di one-shot sulle principali ship mie e vostre quindi scrivetemi di che coppie vi piacerebbe leggere:) ma torniamo qui... ho cominciato con una USUK
"-Quindi cosa consigli Iggy?- mormorò l'americano ripescando il nomignolo che usava con lui, -beh ora visto che secondo te hai perso il tuo buon nome da eroe non pensare alla battaglia, straviati, fai qualcosa che ti distragga e che non ti faccia pensare. Come..- cominciò l'inglese -fare sesso con qualcuno- disse sicuro l'americano.
Arthur sgranò gli occhi - .. trovare il mio bollitore- finì a frase osservandolo; -nah, farlo con qualcuno non ti fa pensare ad altro.. Iggy- mormorò accentuando di molto il suo soprannome e guardandolo negli occhi nello stesso modo in cui un predatore adocchia la preda"
spero di avervi incuriosito, a voi la lettura :)

Shindou, Kirino, Hikaru, Kariya, Tenma e Tsurugi alle prese con un'intensa giornata nel parco sopracitato. Ci saranno vertigini, acqua dentro alle scarpe, Kariya che piovono dal cielo e un'ottima bottiglia di Bellavista. Io vi ho avvisato.

Salve popolo di EFP! Sono nuova in questo sito, quindi cercherò di cavarmela al meglio. Questa fanfiction si svolge dopo gli avvenimenti di Inazuma Eleven GO Galaxy e vedrà i nostri eroi alle prese con delle nuove battaglie.
Simeon è venuto dal futuro a chiedere il loro aiuto per fermare degli invasori e avrà bisogno di una persona in particolare...detto questo: ci vediamo dentro

La loro non è una relazione appassionata e romantica. Non compiono grandiosi gesti d’affetto, né si sussurrano promesse di devozione. Sono entrambi abbastanza saggi da non dirsi le parole “per sempre”.
{ Arthur/Ludwig | One shot | 2107 parole | Traduzione di Hiraeth }

Il rosso rimase a fissare la schiena flessuosa e i fianchi stretti che tanto amava copiare e in alcune occasioni accarezzare. Doveva dire che il suo amico era proprio attraente.
Per un attimo gli balenò la domanda di come potesse essere la schiena del giovane albino che era venuto in negozio….sicuramente minuta e dalla pelle candida.

«Kuri-bou.» la voce lo chiama, e le dita dai capelli scivolano sino ad incontrare la guancia. [...] Ookurikara non risponde nell’immediato, ma l’altro non sente bisogno di mettergli fretta – Tsurumaru sa aspettare, ha imparato a farlo in quegli anni di solitudine cui conosce soltanto pochi e miseri dettagli.
«Non voglio che ti trattieni. Lo sai, vero?»
[...]
«Lo so.»
{pwp | ookurikara/tsurumaru}

"Ove risiede lo splendore, risiede l’oscurità. Ove dimora la pace, dimora una guerra invisibile. Ove alberga il successo, alberga anche la miseria. Ogni cosa ha un contrasto; ed è perché si tende a guardare la luce, che si oblia l’esistenza delle tenebre.
Londra. Anno 1879.
La stagione mondana era incominciata; ovunque si potevano intravedere dame con sfarzosi vestiti in puro stile vittoriano recarsi ai balli più prestigiosi, accompagnate dai loro mariti, grand’uomini d’alta società. Londra era animata, una città che con la Regina aveva raggiunto il massimo splendore.
Vi era molto benessere, in particolare nei ceti più alti; duca e contesse non avevano da invidiare nulla, artigiani e commercianti – seppur tirando avanti – conducevano una vita pacata. Eppure, lontana da quell’opulenza, esisteva la povertà. Nei bassifondi di Londra vivevano molti bambini, spesso orfani, e prostitute, colte alla sprovvista dalla miseria che molto probabilmente gli avidi signori ricchi avevano causato.
E fra le prostitute vi era un ragazzo all’incirca sedicenne."
[Tyki x Allen]

La scuola superiore Mitsuhashi di certo non può essere considerata una scuola come tante altre.
E come potrebbe esserlo, se fra i suoi studenti ci sono scrittori prodigi, futuri artisti, teppisti minacciosi, otaku appassionati, mangaka principianti, tsundere demoniaci e giganti dai visi angelici?
E se si aggiunge che tutti questi studenti si rivelano essere di una bellezza alla stregua dei modelli più idolatrati del momento, allora la Mitsuhashi può con sicurezza dichiararsi essere tutto all'infuori di una normale scuola superiore.
Tratto dal prologo:
Il primo giorno di scuola è un giorno unico.
Può sembrare una cosa banale, ma in realtà è uno degli eventi che segnano per sempre la vita una persona.
Un evento allo stesso livello del matrimonio, insomma.
E tutto questo può essere violentemente rovinato nel momento in cui tu, emozionato ed eccitato per una delle più importanti svolte della tua vita, vieni baciato, nel glorioso e solenne primo giorno di scuola, da un perfetto sconosciuto.
Del tuo stesso sesso.
Davanti a tutti.
{crossover Sekaiichi hatsukoi & Junjou romantica}
[Romantica=Usagi/Misaki, Nostalgica=Takano/Ritsu, Egoist=Hiroki/Nowaki, Domestica=Hatori/Chiaki, Terrorist=Miyagi/Shinobu, Erotica=Yukina/Kisa, Mistake=Isaka/Asahina, Trifecta=Yokozawa/Kirishima, Sentiment=Ijuuin/Yuu]

[Coppie principali: UsUk, PruAus, Franada, Spamano. Presenti anche FrUk, GerIta, GreJap, e chi più ne ha, più ne metta!]
Ehi tu! Si proprio tu mio caro lettore. Se pensi che questa sia una delle mie tante storie disgustosamente orribili partorite dalla mia mente malata, beh è esattamente così. Ovviamente sta a te se decidere se continuare a leggere oppure no, io ti avverto solo che cercherò di convolgerti al massimo nella mia storia! E adesso, three, two, one..
«AAH!»
Un urlo squarciò l'atmosfera calorosa che si era creata alla festa inaugurata da un francese troppo sicuro del suo charme. Tutti gli invitati corsero verso la provenienza di quella palese richiesta d'aiuto per capire ciò che era appena successo ed appena si affacciarono videro una scena macabra e disgustosa, tanto che, alcuni degli ospiti si allontanarono in preda a conati di vomito, altri rimasero a guardare quello spettacolo a dir poco raccapricciante.

(Dal testo)
L’uomo che ora dava l’illusione di essere sul punto di piangere, avendo gli occhi spenti e dichiarando che aveva vinto quella battaglia. “Non c’è nulla che puoi fare ormai, devi accettare che ormai sono una nazione” furono le sue ultime parole, per poi abbassare la testa e andarsene, inghiottito dalle fila dei suoi soldati. Per un attimo l’uomo vestito di rosso lo guardò andarsene, prima che la sua vista si appannasse e calde lacrime cominciassero a scendergli lungo il viso, visibilmente provato da quella situazione. “Sir, are you all right?” gli chiese uno dei suoi generali e la nazione si rialzò in piedi, con un’espressione delle più amare che avesse mai fatto e gli rispose, cercando un lato positivo per rassicurare i suoi bravi soldati: “Well, at least we won’t talk anymore”