"Digrignò i denti, al colmo del fastidio.
Quel tizio sarà stato un metro e novanta ed era ben piazzato.
Poteva solo immaginare quanto prezioso ossigeno un soggetto del genere le stesse rubando. Senza contare che non sopportava la tranquillità con cui stava affrontando quella situazione.
Come faceva a stare così calmo quando lei era al limite dell’esasperazione?!
Non che avesse paura degli spazi chiusi o di precipitare.
Ma quell’ascensore era un dannato forno!
Non lo sentiva, lui?!
A giudicare dall’espressione impassibile del suo volto, no!
Anzi, sembrava che stesse dormendo."
*Fan Fiction partecipante al PORN DAY ZONAMI*

"Mosse lentamente le dita, facendo scivolare con cura quei suoi maledettissimi fili sul suo corpo. Le lambiva la pelle con una lentezza tale da esasperarlo. Con quei suoi dannati fili lasciava sulla pelle della navigatrice dei leggeri segni, da cui sgorgavano piccole stille di sangue. Aveva paura, lo si notava. E mentre venivano dilaniati dal dolore, quel bastardo di Joker rideva in modo sadico. Una risata folle la sua. Fottuto bastardo!"
|Law centric| Triangolo Doflamingo-Nami-Law | Violenza

Raggiunse la cabina, strascicando i piedi, stanco e rintronato dalla giornata passata in compagnia del resto della Flotta dei Sette.
Più che un organizzato gruppo di pirati, gli era sembrato una manica di fenomeni da baraccone. Lo avevano prosciugato. Non credeva davvero di avere sottratto il cuore a cento pirati per entrare a fare parte del circo.

(Paring a sospresa - non la classica coppietta! - triangolo)
«Avanti, chiedimi quello per cui sei venuto qui.»
Disse schiettamente dopo qualche tempo di silenzio: anche questo aveva intuito, dal primo istante in cui lui aveva messo piede alla Soul Society.
Perché avrebbe tranquillamente potuto ignorarla, non sarebbe di certo stata lei a cercarlo di nuovo, ma evidentemente qualche notizia aveva attirato l’attenzione del Demone delle Terme.
Tenjiro si lasciò sfuggire un sorrisetto compiaciuto, socchiuse appena le iridi, per poi riaprirle d’improvviso e puntargliele contro: lo sguardo famelico, di un cacciatore particolarmente aggressivo, che non ammette repliche.
Uno sguardo tanto ambiguo quanto inquietante, che avrebbe terrorizzato chiunque… chiunque tranne lei.
«Perché lui?»
Era un tono freddo, tutt’altro che scherzoso o semplicemente ironico.
Era seria, quella domanda. Gli premeva avere una risposta. Ardentemente.
Ed era in questi attimi che Unohana dimostrava una piccola parte del proprio sadismo.

(Long di soli due capitoli, brevi ma intensi!)
Il 2^ capitolo partecipa alla Challenge "Big P0rn Table" indetto da Frandra sul Forum di Efp

-Posso farti una domanda?!- chiese, senza ombra di malizia o scherno nella voce.
Scrollò le spalle, senza voltarsi, in un gesto di muto assenso.
-Perché lo hai fatto?!-
[...]
-L’ho fatto perché quel Jones mi ha ricordato Arlong… e a differenza di ciò che credi Arlong mi è bastato eccome! Bastato e avanzato!-

La Sexta Espada tirò un ghigno forzato davanti all'avversario, indice di spavalderia e di una sicurezza che non aveva.
“Non scapperò davanti a te, Starrk” mise in chiaro.
“Lo so. Però vorresti farlo” fece notare il numero uno.
“Cosa te lo fa credere, maledetto?!”
Starrk sospirò e addolcì lo sguardo.
“Stai tremando, Grimmjow”

La buona stella di Shiro brilla di nuovo sopra la sua testa, e questa volta coinvolge un sexy geek dai capelli blu che condivide la sua stessa ossessione: giochi per computer.
[Traduzione dell'omonima fanfiction di BlueRegina06]

Dopo aver ripreso la sua solita freddezza il verde si girò verso il capitano che lo guardava con uno sguardo abbastanza arrabbiato nella quale si intravedeva un leggera punta di gelosia.
Quello sguardo portò lo spadaccino a ricordare una discussione che avevano avuto in passato:
“guarda che ti ho visto sai, non ti azzardare a rifarlo”
“perché non dovrei scusa mi sembrava di essere stato chiaro con te mentre ti dicevo che mi piaceva, e poi sono il capitano non prendo ordini da te”
“ah si, come pensi avrebbe reagito se gli avessi toccato il sedere prima che ti fermassi”.

Fanfiction collegata alla One Shot "Ladre, katane e vendetta"
Dalla storia:
"Lo spadaccino sbuffò, consapevole che non sarebbe stato in grado di farla visitare dal medico a meno di non legarla al lettino e imbavagliarla.
Scosse la testa. Non poteva comunque lasciare che la navigatrice continuasse testardamente a medicarsi da sola, rischiava di fare peggio che meglio. Sapeva bene come anche un taglio superficiale poteva infettarsi e rivelarsi fatale se non curato correttamente. Si avvicinò di qualche passo, prendendo la sua decisione.
-Allora lascia fare a me!-
-C-come?- indietreggiò, presa alla sprovvista.
-Ti medico io!-"

[ByakuyaxRenji] Spoiler!
Dopo lo scontro di Byakuya con Äs Nödt, conclusosi con la sconfitta del capitano della sesta divisione del Gotei 13, in Renji sorgono sentimenti repressi da troppo tempo nei confronti del suo capitano.
Byakuya è un capitano e capofamiglia di una delle dinastie nobili più prestigiose nella Soul Society, come farà Renji a resistere dal rivelare i suoi sentimenti? E soprattutto come non essere un peso ma renderlo orgoglioso in modo da far sì che il suo capitano lo guardi con occhi diversi?

Può una sciocchezza commessa da Draco, e un decisione ben ponderata da Hermione, unire due anime tante avverse?
buona lettura...

« Rufy? Chi ti ha fatto bere? » domandò, facendo violenza su se stesso per non prenderlo lì e subito. Il viso angelico del Capitano si imbronciò.
« Franky ha detto che sarebbe stato divertente! »
|Zoro/Rufy|
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Scritta e pensata per il compleanno di Monkey D. Rufy, con un giorno di ritardo, ahimè!

Erano ormai troppi giorni, mesi e persino anni che reprimevo il desiderio di esser toccata da un uomo, ma non da uno qualsiasi, da una testa verde.
Troppe erano le volte che silenziosa mi svegliavo nel cuore della notte sudata.

Chiuse gli occhi, gustandosi l’immagine di Zoro a petto nudo, che sfoggiava quei pettorali di marmo che tanto le facevano perdere la testa.
Piccole gocce di sudore stillavano dal suo corpo, accarezzando la sua pelle bronzea.
E quei muscoli…
Quei muscoli perfetti che guizzavano ad ogni sforzo compiuto nel sollevare quelle pesanti zavorre.
Un dio fatto a persona.
Inconsciamente, si morse sensuale un labbro, stringendo le gambe.
Se ne rese conto solo quando ritornò in sé, distratta dall’ennesima lamentela di Rufy.
Arrossì, guardandosi furtivamente intorno, sperando che nessuno l’avesse notata.
La voglia, però, non se n’era affatto andata.
Forse, una piccola scappatella in quella palestra poteva anche farla.
Zoro non si sarebbe arrabbiato più di tanto, se gli avesse dato un valido motivo per averlo disturbato.

Cosa lo aveva risvegliato?
Non lo sapeva nemmeno lui con precisione.
Forse la rabbia nei confronti del cuoco.
Forse la voglia di dimostrare che lei apparteneva solo a lui.
Forse il desiderio di lei.
O, semplicemente, tutto questo fuso assieme.
Il mondo temeva quella belva, assetata di sangue e di violenza.
Ma lei no.
Lei amava quel demonio.
E lui si lasciava avvicinare solo da lei.
Solo lei era in grado di placarlo, una volta venuto alla luce.
Quella bestia che l’amava con tutta se stessa, trovando pace nel solo istante in cui poteva sentirla sua.
Gemeva, ringhiava, ruggiva sulla sua rosea bocca.
I rispettivi profumi di mandarino e alcol si fondevano all’odore di salsedine che aleggiava per la nave, dando vita a quella fragranza che sapeva di loro.
Ormai erano entrambi al limite.
Le pareti di lei si strinsero intorno al suo membro, gonfio e pulsante.
I gemiti si fecero più acuti.
Con un’ultima spinta, raggiunsero entrambi la meta ambita, quel paradiso fatto di tutto e di nulla.
Si riversò in lei, riempiendola del suo seme caldo.
E la bestia tacque.